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BUY NOTHING DAY

1° APRILE 1999

GIORNATA DEL NON CONSUMO

SCIOPERO DEI CONSUMATORI

 

Il mondo che ci troviamo a vivere è dominato dallo spettacolo che la merce da di se stessa, occupando tutti gli spazi dell’immaginario. La nostra vita è completamente inserita all’interno del ciclo di produzione e consumo della merce secondo l’adagio "produci-consuma-crepa".

L’ideologia dominante e totalizzante del capitale riduce gli esseri umani a feticci desideranti con l’unico scopo nella vita di acquisire e accumulare beni materiali e immateriali, con l’unico risultato di non riuscire mai a placare la fame di cose prezzate, continuamente alimentata da una propaganda martellante.

Non c’è nulla al di fuori della merce, dice l’ideologia dominante, nulla esiste se non è illuminato dai riflettori della società dello spettacolo. Perciò l’essere umano esiste in relazione alla merce, è ad essa funzionale. Esiste in quanto produttore e consumatore, ruoli paralleli ma interconnessi nel descrivere il cerchio del dominio, reciprocamente alimentato. Produciamo merci consumando risorse, consumiamo merci producendo senso, ideologia, controllo. I nostri corpi e le nostre stesse menti sono messi a valore, mercificati, comprati e venduti nel grande discount globalizzato.

Condizionati dalla pubblicità commerciale, trasmissione dell’ideologia dominante, smarriamo il senso reale della vita, mettiamo in secondo piano le relazioni umane, dimentichiamo i nostri desideri, annulliamo la coscienza del nostro io profondo. Alienati nella merce, ridotti a oggetto di indagine di mercato, facciamo fatica a ritrovare il filo delle nostre ansie di liberazione. Abbagliati dallo scintillio di un centro commerciale perdiamo di vista i meccanismi dello sfruttamento, dell’ingiustizia, delle diseguaglianze che sovrintendono e rendono possibile il consumismo sfrenato di cui siamo oggetti/soggetti.

E se vivessimo tutti in un eterno "Truman Show"? Convinti che la quotidianità che viviamo sia l’unica e vera realtà?

Il 1° Maggio è un giorno liberato dalla schiavitù del lavoro salariato, dal ruolo imposto di produttori di merci, metafora della liberazione possibile anche degli altri 364 giorni.

Vogliamo usare il 1° Aprile come giornata per mettere sul tavolo la problematica della liberazione dalla schiavitù del consumo, dal ruolo imposto di consumatori.

Perché CONSUMO significa:

Sfruttamento dei Sud del mondo.

Noi, abitanti dei Nord del mondo, consumiamo più di quello che produciamo. La merce ostentata nelle vetrine, che noi acquistiamo in maniera più o meno massiccia, il nostro stesso standard di vita, più o meno alto, contiene una quota di ricchezza che è prodotta nei paesi del Sud, dai lavoratori e lavoratrici, spesso bambini e bambine. Una quota di ricchezza loro espropriata dalla politica di rapina delle multinazionali, dal meccanismo perverso del debito estero, dalla pratica dei bassi salari.

Nell’epoca della globalizzazione ogni Sud ha i suoi Nord, e ogni Nord ha i suoi Sud, per cui anche nel nostro occidente sfavillante chi ha molto consuma risorse tolte di mano a chi non ha nulla.

Sfruttamento delle risorse naturali e loro degrado.

Gli attuali livelli di consumo, tendenzialmente in crescita, non tengono conto del concetto di limite dello sviluppo: le risorse naturali non sono infinite e se si continua con l’attuale livello di saccheggio cui è sottoposto il pianeta Terra si rischia concretamente di consegnare alle future generazioni un mondo invivibile, degradato, inquinato in maniera irreversibile, un ambiente naturale dagli equilibri sconvolti da deforestazione, desertificazione, sconquassi climatici, accumulo di quantità sbalorditive di rifiuti tossici e urbani. Solo la popolazione italiana consuma sei volte il suo territorio. (Il che vuol dire che gli italiani consumano sei "Italie" nel mondo).

Strumento di controllo e alienazione

Pensare che la vita sia finalizzata ad acquisire ricchezza per acquistare più merci possibile, senza quindi immaginare scenari con relazioni sociali e produttive differenti, porta gli esseri umani a navigare nel mare magnum del pensiero unico. Questo modello di sviluppo è l’unico possibile, l’ipotesi di scenari alternativi non è neanche contemplata, al di là del muro di cinta non c’è nulla.

L’apparato ideologico messo in campo dal potere attraverso il consumismo funge da sistema immunitario contro ogni possibile spinta di trasformazione dello stato di cose presenti.

Ci si impone allora di riconsiderare in maniera critica il nostro rapporto col consumo.

Sicuramente non abbiamo bisogno di tutta questa quantità di roba che ci invitano a consumare, sicuramente la qualità, sia in senso etico che sostanziale, è compromessa dal meccanismo infernale che la genera.

Considerare le risorse umane e naturali come opportunità con le quali interagire creativamente, e non come merci da vendere e comprare, è forse il primo passo per rompere il recinto che ci opprime.

Rifiutare il ruolo imposto di consumatori autoproducendo percorsi di liberazione dalla società delle merci può essere un ulteriore tassello utile a spegnere i riflettori accecanti e alienanti del meganegozio planetario.

 

INVITIAMO TUTTE LE SOGGETTIVITA’ E LE SITUAZIONI COLLETTIVE CHE VOGLIONO ADERIRE A PARTECIPARE ATTIVAMENTE AL BUY NOTHING DAY DEL 1° APRILE 1999, PRIMA GIORNATA DEL NON CONSUMO.

 

Questa tematica è stata oggetto di dibattito nella seconda giornata del seminario autogestito "Tra Bios e biotecnologie: quali percorsi di liberazione all’interno di quali modelli di sviluppo." (28/29 novembre 1998). I/le partecipanti all’incontro hanno deciso di fare propria questa indicazione.

Come in una sorta di sciopero dei consumatori, non acquisteremo nessuna merce e opereremo attivamente affinché il nostro stato d’animo sia visibile, dando vita a momenti di comunicazione e azione diretta.

Non pensiamo a momenti centrali, quindi non indiciamo ne cortei, ne manifestazioni, ne assemblee cittadine, ecc. Invitiamo invece ogni situazione a mobilitarsi nella propria città, nel proprio quartiere, nei luoghi stessi del consumo, nel modo che riterrà più affine alla propria sensibilità, approfondendo se crede temi specifici, facendo lavorare la fantasia, utilizzando questa giornata come laboratorio, come luogo di incontro, come snodo di una rete, come spazio liberato, come momento di lotta.

 

Funzionamento decentralizzato:

Il decentramento delle iniziative serve a generare spazi autonomi di scelta, di attiva\azione.

L'evento può prendere diverse forme: teatro di strada, murales, manifestazioni, conferenze, mostre fotografiche e di testi, emissioni radiofoniche e serate culturali. Oppure organizzare più di un avvenimento per la giornata. Ogni collettivo o persona può fare qualcosa. La chiave e la nostra immaginazione. Cerchiamo di fare di questa giornata una comunione globale di protesta decentralizzata.

La "rete" come congiunzione di percorsi autonomi di liberazione.

 

 

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