SUONI DEL CORPO, SEGNI DEL CUORE / NOTE DI PRESENTAZIONE
SUONI DEL CORPO, SEGNI DEL CUORE
NOTE DI PRESENTAZIONE


Contestando sia la danza e il teatro classico giapponese, che il balletto classico europeo, che la danza moderna nordamericana, i danzatori Butô erano evidentemente destinati ad avere vita difficile.
Emarginati e poco apprezzati in patria, fin dagli anni Settanta diventarono nomadi, emigrando in Europa e Nord America, paesi nei quali riuscirono a farsi conoscere e apprezzare a partire dagli anni Ottanta. Fondando saldamente il loro lavoro sul corpo quale oggetto di ricerca e medium comunicante propri messaggi (non quindi quale strumento espressivo della mente), i danzatori Butô hanno affermato la propria specificit?, riconoscibilità e rifiuto di codici e scuole.
Il libro non è propriamente una storia del Buto dalle origini, anche se numerosi sono i riferimenti agli anni Sessanta e Settanta. Vuole piuttosto delineare l'evoluzione del Butô nel decennio successivo alla prematura scomparsa, nel 1986, di Tatsumi Hijikata. Un periodo decisivo, nel quale la ridefinizione dell'identit? di questa danza è stato il problema principale che i suoi interpreti hanno affrontato, ormai privi della loro guida teorica e spirituale più importante.
Oltre a testi e numerosi articoli da quotidiani e da periodici specializzati - oltre un migliaio di numeri consultati – sono state largamente utilizzate le impressioni dirette (in Francia, Germania, Giappone e Italia) di numerosi spettacoli dal vivo o videoregistrati, nonché colloqui e interviste audioregistrate con i più importanti danzatori, coreografi, studiosi e critici; infine, documentazione varia (curricula, schede, fotografie, ecc.)
L'ampia introduzione tratteggia il necessario quadro di riferimento storico, sociale, culturale. Gli otto capitoli parlano dei due fondatori (Ôno e Hijikata), focalizzando poi l'attenzione sugli spettacoli e sulle poetiche di una trentina di importanti compagnie (gruppi e solisti). Il sesto capitolo propone un'ipotesi di estetica. C'è poi il capitolo su un festival e un incontro internazionale, che descrive situazioni "speciali". L'ultimo capitolo apre una finestra sulla realtà interessante e vitale della danza moderna giapponese "non Buto", offrendo utili elementi di raffronto. Il libro è stato scritto nella consapevolezza che fissare il Butô in un testo sia intrinsecamente contraddittorio: ?
una danza che non sopporta le catalogazioni ed è in continuo mutamento. Del resto, è ben noto che la forma migliore, insostituibile, di conoscenza della danza e del teatro sia data certamente dall'esperienza viva e diretta. Ma se queste pagine riusciranno a incuriosire i lettori, spingendoli a scoprire da sé e su di sé le sensazioni e le emozioni che il Butô comunica, allora avranno raggiunto il loro principale obiettivo.




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