LA MOBILITA’ UMANA E I DESTINI FORZATI
< Il lavoro si divide in tre parti: in primo luogo si fanno alcune
osservazioni generali sul carattere degli attuali flussi migratori. Subito
dopo proponiamo alcune osservazioni su come ci piacerebbe ampliare la rete
e infine alcune proposte pratiche di lotta.>
Gli spostamenti di popolazioni sono fenomeni molto antichi che si devono da
sempre ad una molteplicità di cause. Oggigiorno, quando lo sviluppo
economico crea ricchezza e lavoro solo per pochi e povertà, esclusione e
distruzione per la maggior parte, questi spostamenti assumono la forma di
emigrazione forzata dovuta tanto alla diseguale e ingiusta distribuzione
delle ricchezze a livello planetario, quanto a cause politiche, culturali,
di genere e religiose.
Pertanto lottiamo per :
2) Rispetto al rafforzamento della rete, dobbiamo passare dalla
comunicazione virtuale alla comunicazione autentica tra esseri umani. Una
rete generatrice di contatti tanto politici quanto affettivi per rompere le
distanze, scambiare informazioni e appoggiare azioni di resistenza. Una rete
di controinformazione che stimoli l’ accordo dei partecipanti nel
mantenerla viva. Per questo, in primo luogo possiamo appoggiare le reti di
lotta già esistenti e partecipare a queste.
3) Sul tema dell’immigrazione riteniamo che l’asse prioritario della lotta
in questa fase debba essere la rivendicazione del diritto alla libera
circolazione delle persone e alla cittadinanza globale. Il conseguimento di
eguali diritti giuridici favorirebbe l’unificazione delle lotte degli
sfruttati di tutti i colori per il diritto alla casa, al lavoro, al salario
minimo, all’assistenza medica, alla pensione e a una vita degna. E’ una
grande contraddizione che le democrazie occidentali rivendichino il
principio etico dell’uguaglianza tra gli individui e allo stesso tempo li
discriminino in maniera arbitraria creando un vero e proprio apartheid
internazionale.
Altre azioni:
Innanzittutto c’ è da segnalare come i concetti usati intorno agli
immigrati/e riproducono meccanismi di potere ; è comune associare la parola
immigrato alla parola problema. Nessuno è illegale, bensì illegalizzat@. L’
uso ideologico del linguaggio, nel quale tutti cadiamo, ci impedisce di
vedere le molteplicità di cause, caratteristiche e conseguenze dei processi
migratori.
D’ altra parte, la globalizzazione neoliberista stimola la libera
circolazione del denaro e delle merci e allo stesso tempo chiude le
frontiere alle persone. Insieme alle merci si vende, agli sfruttati di
tutto il mondo, la menzogna di una società ideale ed è precisamente l’
illusione del benessere che spinge milioni di persone a emigrare alla
ricerca di una vita migliore.
Nella realtà le leggi e le politiche migratorie dei paesi del primo mondo
promuovono la libera circolazione dei ricchi per restringere poi
immediatamente l’ entrata dei poveri e attuando discriminazioni razziali,
politiche, sessuali, di età, di salute e religiose.
In questo contesto c’ è da sottolineare come le donne immigrate vivono una
doppia marginalità, sia in quanto immigrate che in quanto donne. A
differenza dell’ immigrazione maschile, le donne spesso si muovono con la
prole, rendendosi così difficile l’ inserimento nel paese di destino.
In tutto il mondo si stanno alzando muri che portano ad una vera e propria
"apartheid internazionale" e alla creazione di società segregate. Quando
effettivamente riescono a raggiungere i paesi di destino, gli immigrati/e
sono soggetti a sfruttamento, discriminazione e oppressione, dato l’
atteggiamento dei governi che li incolpano della povertà della popolazione
locale. La presenza di manodopera a basso costo, dispersa e disorganizzata,
così come la richiesta del mercato sessuale e dei servizi domestici sono
convenienti per il capitale e fomentano allo stesso tempo il razzismo, il
sessismo , cancellando ogni dignità.
Esiste inoltre una chiara complicità tra le cosiddette democrazie
occidentali e i regimi dei paesi da dove ha origine l’ immigrazione. Questi
dissipano le risorse e le culture dei propri popoli per rafforzare la
ricchezza delle elitè locali (colonialismo interno) e dei paesi del nord. In
questo modo il consumismo si radica nelle spoliazione delle ricchezze dei
paesi d’ origine. Cosìcchè il NORD si incontra anche nel SUD con la
diffusione del modello di consumo occidentale , e il sud nel nord.
Inoltre sappiamo come, in alcuni casi, la stessa logica di segregazione
fomenta spostamenti di persone e finanche di popoli, producendo la
distruzione di culture, la spoliazione dei territori, delle ricchezze
naturali e economiche dei suoi abitanti come nel caso dell’ Amazzonia, del
Sahara Occidentale, del Timor, delle Canarie e tanti altri.
Siamo coscienti della complessità di tutti questi problemi e sappiamo che
non esistono soluzioni precise. E’ il modello economico vigente quello che
non soddisfa le esigenze di uno sviluppo umano integrale e solo cambiamenti
profondi a livello planetario possono risolvere il problema degli immigrati/e.
Contro la globalizzazione del capitale dobbiamo stimolare una
globalizzazione delle lotte e delle resistenze. Mentre i signori delle
finanze uniscono merci e denaro, noi dobbiamo unire popoli e dignità.
- il diritto a una cittadinanza piena e globale per qualsiasi persona in
qualsiasi luogo e tempo.
- il diritto alla libera circolazione delle persone indipendentemente dal
suo luogo di nascita o di lavoro.
- il diritto dei popoli a disporre per sé stessì delle proprie ricchezze e
a difendere le proprie culture e conoscenze a fronte degli attacchi del
neoliberismo.
Come si partecipa alla nostra rete ? La idea è incorporarsi a partire dalle
esperienze che ognuno ha. Promuoviamo la partecipazione di tutte le persone
interessate al di là della filiazione politica, religiosa o culturale di
ognuno. Tuttavia crediamo che partiti e istituzioni non possono stare come
tali nella rete salvo a livello di autorganizzazione locale e in accordo a
ciò che si ritiene conveniente.
In questa fse nessuno si può arrogare una rappresentatività particolare e
tutti partecipiamo con lo stesso titolo. Dobbiamo promuovere la pluralità
degli approfondimenti nella lotta contro il neoliberismo e la trasparenza
nell’ intescambio delle informazioni perché l’ esigenza di uniformità
ideologica ostacola la diversità. Dobbiamo insistere nel rafforzare la
circolazione orizzontale e permanente tra i partecipanti alla rete.
La creazione e il mantenimento di una grande rete esige un cambiamento dell’
attitudine personale per superare la retorica, la reticentra tra
organizzazioni e la sfiducia rispetto alle altre esperienze.
Lo sviluppo delle lotte deve accompagnare la riflessione comune e in questo
senso dobbiamo utilizzare la rete informatica non solo per la circolazione
di informazioni pratiche, ma anche per la circolazione delle idee e dei
contributi teorici e politici.
Gli incontri intercontinentali sono stati e continueranno ad essere passaggi
agglutinati. Evidenziamo l’ importanza di questi strumenti anche se
riconosciamo le grandi difficoltà organizzative che questi comportano e le
sofferenze che producono a coloro i quali hanno sulle spalle la
responsabilità di portarli a termine : per questo raccomandiamo di allargare
gli intervalli tra un incontro intercontinentale e il seguente,
moltiplicando però gli incontri locali e regionali.
Proponiamo che le assemblee preparatorie si trasformino in permanenti al
fine di incentivare il dibattito e stimolare l’ azione politica.
La maggior coscienza generata grazie alla rete e alla comunicazione sebbene
acquisita tra noi, deve ora alimentare le differenti prospettive locali e da
lì retro-alimentare gli incontri Intercontintentali.
Posto che noi tutti non possiamo partecipare a tutto, dobbiamo promuovere
reti tematiche e/o settoriali per aggregare persone in progetti specifici
che subito saranno amplificati grazie alla rete informatica.
Dopo aver creato una notevole quantità di contatti , noi speriamo che quest'
opera sia d’appoggio al rafforzamento delle lotte locali.
A partire dal criterio di pensare globalmente e agire localmente intendiamo
anche pensare localmente e agire globalmente.
In questo senso proponiamo di organizzare una molteplicità di azioni di
carattere internazionale, in modo coordinato, per i diritti civili e
lavorativi degli immigrati e delle loro famiglie che si terrà dal principio
nel continente americano e che terminerà a New York il 12 ottobre dell’anno
in corso.
Questo è da sempre un giorno di lotta per i popoli indigeni del continente
americano e a noi ci sembra fondamentale fraternizzare con loro. Proponiamo
di convertire questa giornata in una giornata di lotta per la libera
circolazione nelle persone e per la cittadinanza universale. Allo stesso
modo dobbiamo esigere dal governo messicano l’adempimento degli accordi di
San Andrés.
In Europa dobbiamo denunciare principalmente il trattato di Shengen e
intraprendere azioni politiche e giuridiche contro la sua applicazione: si
propone un attraversamento di massa delle frontiere da parte di immigrati e
cittadini dell’ Unione Europea, tutti senza documenti, così come altre
azioni di disobbedienza civile.
Proponiamo inoltre di lottare contro la militarizzazione e contro
l’esistenza di centri d’internamento e di zone internazionali di
segregazione per immigrati. Questi luoghi, esistenti nei 5 continenti, sono
veri e propri campi di concentramento, luoghi dove la polizia detiene poteri
assoluti e dove si commettono gravi violazioni dei diritti umani.
Lottiamo allo stesso modo contro la vendita di armi, la pena di morte e
contro le cosiddette spedizioni di pace dell’ONU come la recente forza
multinazionale in Albania che, sotto la maschera degli aiuti umanitari,
impiantano nuovi modelli di difesa in occidente e sono allo stesso tempo
vere e proprie agressioni con l’obiettivo di esercitare controllo economico,
sfruttare mano d’opera a buon mercato e contenere la pressione migratoria
con la complicità delle èlite locali.
- diffondere ampiamente le conclusioni e le proposte di questo Secondo
Incontro, sforzandosi nel farle pervenire ai paesi che non sono stati presenti.
- convocare incontri e creare reti regionali e intercontinentali sui temi
dell’immigrazione.
- creare una pagina web multilingue dove far circolare le informazioni sulle
leggi riguardanti l’ immigrazione e denunce per facilitare le azioni difensive.
- organizzare mobilitazioni, campagne, marce e incontri di carattere
internazionale per fare in modo che si vada formando un fronte ampio per i
diritti umani degli immigrati, dei popoli indios e per la pace con giustizia
e libertà.
- elaborare progetti economici nei luoghi di origine degli immigrati, con
il ricorso degli stessi per intraprendere iniziative autogestionarie che si
contrappongono al progetto politico neoliberista.
- creare centri di appoggio e assistenza agli immigrati in materia di
sanità, educazione e difesa legale.
- modificare i piani di studio di tutto il mondo per cambiare l’attitudine
etnocentrica per una visione più plurale e aperta.
- creazione di luoghi di incontro e di realizzazione di attività ludiche e
culturali tra immigrati e popolazione autoctona per promuovere
l’interculturalità.
- rivendicare il diritto dei lavoratori immigrati a ricevere la propria
pensione nei paesi di origine.
- stimolare e sostenere l’autorganizzazione degli immigrati in quanto
soggetti autonomi e promuovere la loro partecipazione nella rete superando
le resistenze reciproche.
- incentivare la presa di coscienza dei nativi e degli immigrati come
superamento dei pregiudizi e come mutamento delle condizioni socio-politiche
nei paesi d’origine.
- richiedere la creazione di commissioni multilaterali sulla violenza presso
le frontiere.
- creare comitati misti nelle zone di conflitto per la risoluzione delle
controversie.
- unirsi e solidarizzare con le organizzazioni degli immigrati di tutti i
paesi con l’obiettivo di dichiarare la Giornata Internazionale di Lotta per
la normalizzazione dei permessi di soggiorno per tutti e organizzare una
campagna internazionale "permessi di soggiorno per tutti".
- realizzazione e organizzazione della Giornata "Un Giorno Senza Immigrati"
dal 8 al 12 di ottobre dell’anno 2000.
- campagne per esigere la trasparenza della vendita di armi.
- appoggio alle marce europee contro la povertà la precarietà e tutte le
forme di esclusione sociale, così come a tutte le lotte e resistenze contro
i localismi razzisti.
- considerare gli aspetti giuridici, sanitari, etc. derivati dalla
specificità dei destini forzati delle donne immigrate ( prostituzione,
servizio domestico, matrimonio, etc.) .
- sviluppare azioni finalizzate a combattere il mercato sessuale e matrimoniale.