guerriero
INCONTRO DEI POPOLI INDIGENI
D'AMERICA

Vicam, Sonora - Mexico. 11/14 Ottobre 2007
Intervento della Commissione Sesta nella subsede di Rancho El Peñasco
Incontro dei Popoli Indigeni d'America

Parole del Subcomandante Insurgente Marcos
Rancho El Peñasco - Territorio della Tribù Tohono Odam - 8 ottobre 2007

Buon pomeriggio

Vogliamo ringraziare prima di tutto la famiglia Monroy che è quella che in condizioni eroiche sta conservando questo rancho, questo posto di vita e di apprendistato, per i bambini e le bambine ed i giovani di questo paese e di altre parti del mondo, sull'importanza dell'attenzione e del rispetto della natura.

Un anno fa eravamo qui in ottobre, nel nordovest del Messico, in Sonora. E fu la parola del Tohono Odam che ci richiamò l'attenzione su quanto stava succedendo in questa terra. Fu indigena e fu donna la voce che ci parlò: Ofelia Rivas.

Fu quella che incominciò a parlarci di quanto stava succedendo con La Madre Terra, con l'aria, l'acqua, gli animali, che sono quello che noi chiamiamo La Madre Natura.

E ci diceva che le frontiere ed il denaro avevano diviso il territorio indigeno e che questo era quello che stava distruggendo tra le altre cose una delle zone più ricche in biodiversità che esiste nel mondo, che si trova qui in Sonora ed è il deserto.

Quando arrivò il denaro, privatizzò i centri cerimoniali, dove i nostri saggi ed i più anziani delle nostre tribù riuscivano ad equilibrare il mondo e la natura.

Tutte le disgrazie che verranno - ci disse - hanno a che vedere col fatto che si è perso il rispetto per La Madre Terra, che è diventata una prostituta, che si vende a chi ha denaro.

Coloro che sono incaricati di custodirla: I Popoli Indios, sono stati attaccati e sterminati. Il Tohono Odam, il Pápago è straniero nella sua stessa terra. La stessa cosa è successa alla nazione Coomcaa, al Seri, al Pima, al Mayo Yoreme ed allo Yaqui.

Due volte invisibili per il denaro. Invisibili perché non producono e non comprano, perché non hanno carte di credito. Ed invisibili pure al momento dei loro diritti.

Fu in Sonora dove scoprimmo i Popoli Indios del Nord del Messico. Ed appena alcuni mesi dopo queste parole di Ofelia Rivas, è arrivata la natura a far pagare il suo conto qui in Sonora, in Messico ed in tutto il continente.

Sono iniziate ad arrivare catastrofi naturali fuori tempo e fuori luogo. E dopo molti anni Sonora ha sofferto l'impatto di un ciclone o di un uragano che ha distrutto le case ed i beni di molta gente povera.

Come se la natura stesse avvisando su ciò che succederà se non facciamo qualcosa.

Mentre questo succede, lassù in alto ci si sta vendendo una menzogna. Per quelli là in alto e per molta gente, i popoli indios dell’America del nord sono quelli che presenta il cinema di Hollywood. Sono gli extra che servono affinché i bianchi si possano far belli al momento di ammazzarli. O è un modo per far ridere, come se l'indigeno in Messico fosse un burattino o un pagliaccio. O come se l'indigeno dell’America del nord fosse il prototipo del criminale e l'indigeno del Messico il prototipo del fannullone.

Uno dei propositi di questo incontro è rompere con questa falsa immagine di noi stessi. Non stiamo ricorrendo agli specialisti o ai libri per conoscere il popolo indigeno nordamericano, ma ai loro stessi leader, capi e delegati di tribù.

In questi giorni ed in queste ore centinaia di popoli indigeni di tutto il continente attraverso i loro delegati stanno attraversando le terre, le arie ed i mari di questi continenti, per riunirsi in Vicam, territorio della tribù Yaqui, qui in Sonora.

La parte più importante di questo incontro è che la nostra voce come popoli indigeni sia ascoltata dagli altri, che possiamo nominare noi stessi i nostri dolori e possiamo incominciare a dare nome alla medicina.

La missione che abbiamo come popoli indio è semplice: salvare il mondo.

Non si tratta qui di chi ha e chi non ha. Le recenti catastrofi naturali che colpiscono il continente ed il mondo non decidono in base ai conti in banca l'ora della distruzione, né in base alla filiazione politica, o al credo religioso, o al colore della pelle.

Noi sappiamo che il governo usa queste catastrofi per fare dichiarazioni ai mezzi di comunicazione, ma non per risolvere il problema.

Noi pensiamo che è la gente in basso, che sono i popoli indios del continente e la gente di tutti i colori che sta insieme a noi, coloro ai quali compete far qualcosa per restituire alla terra l'onore che ci ha dato, che è quello di vivere.

È un segnale, un buon segnale, che l'incontro dei Popoli Indios dell’America del nord, inizi in territorio del Tohono Odam ed inizi il giorno in cui un uomo sognò l'unità di questo continente nel momento della sua morte: Ernesto Che Guevara.

Abbiamo molta speranza nella vostra parola, in ciò che impareremo. E speriamo che molta gente nel mondo, nei mezzi di comunicazione ed in tutti gli angoli di questo pianeta, impari insieme a noi dalla vostra parola, dalla vostra storia, dai vostri dolori e dalla medicina che sarà collettiva o non sarà.

Grazie.

(traduzione del Comitato Chiapas di Torino - www.ipsnet.it/chiapas)

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(in spagnolo)

 

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