CONCLUSIONI DEL TAVOLO 2-C

"La mobilità umana e i destini forzati"

Questo documento è il risultato di quattro giorni di dibattito tra circa 150 partecipanti, di diversi paesi e continenti, anche se maggioritariamente europei/e. È stato discusso nella Plenaria finale del Tavolo di Almuñecar, il pomeriggio del 31 luglio ed è stato redatto nella sua versione definitiva quella stessa notte da un gruppo di compagni/e, che hanno incluso le apportazioni e le rettifiche apportate in quella plenaria.

Come era stato proposto ad Almuñecar, a El Indiano è stato convocato un gruppo di discussione aperto al fine di compiere i primi passi nella costruzione di una Rete per la Libera Circolazione delle Persone e per la Cittadinanza Globale. Una volta riuniti/e, valutiamo due seri limiti alla costruzione di tale rete:

1- Non possiamo parlare di una Rete Intergalattica fino a quando non avremo coinvolto le organizzazioni di Asia ed Africa, che non sono state presenti a questo Tavolo.

2- Non possiamo parlare di una vera Rete di Lotte, fino a quando non aderiranno le organizazioni di immigrati, che non siamo riusciti a coinvolgere in questo Secondo Incontro.

Nonostante ciò, consideriamo che questo Secondo Incontro sia servito a far sì che le persone ed organizzzioni che vi hanno partecipato, abbiano costituito una prima rete di relazioni che, con tutti i suoi limiti, può essere un germe di quella rete intergalattica di lotte di cui tanto abbiamo bisogno.

Per questo noi abbiamo proposto come primi compiti i seguenti:

1- Mantenere ed incrementare la comunicazione tra tutte/i noi, elaborando nodi di recezione/distribuzione di informazione, a livello locale e regionale. In linea di principio disponiamo di tre nodi continentali, attraverso

i quali potrà fluire tutta l'informazione:

*America: dovilla@cuyetal.uam.mx,*Oceania: zap@xchange.apana.org.au, *Europa: stadtratte@euromail.com

2- Sforzarci di far circolare e di discutere questo documento riguardante le migrazioni tra tutti i collettivi sociali a noi vicini e, particolarmente, tra le associazioni di immigrati.

3- Organizzare azioni locali e regionali in appoggio alla Marcia che si sta realizzando nel continente americano per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici imigrati e delle loro famiglie, che culminerà il 12 ottobre a New York di fronte alla sede dell'ONU. Chiedere informazioni al nodo americano.

4- Lanciare la proposta di un Incontro Europeo per la Libera Circolazione delle Persone e la Cittadinanza Globale, che potrebbe realizzarsi alla fine di quest'anno o all'inizio del prossimo. Per questo è necessario che chi sta per partecipare all'organizzazione di questo Incontro si metta in contatto urgentemente con il nodo europeo (proposte di sedi, contenuti, azioni, ecc.)

Almuñecar, Andalusia, Pianeta Terra

28, 29, 30 luglio 1997

Secondo Incontro Intercontinentale per l'Umanità e contro il Neoliberismo

Blocco 2-C

LA MOBILITÀ UMANA E I DESTINI FORZATI

Conclusioni finali.

Il lavoro si divide in tre parti. In primo luogo su fanno alcune formulazioni generali sul carattere degli attuali movimenti migratori. Poi proponiamo alcune osservazioni su come ci piacerebe ampliare la rete e infine si esporranno alcune proposte di carattere pratico.

1. Gli spostamenti delle popolazioni sono fenomeni molto antichi che si devono a molteplici cause. Nel nostro tempo, in cui lo sviluppo economico crea ricchezza e lavoro solo per pochi e povertà , esclusione e distruzione per la maggior parte delle persone, tali spostamenti assumono il carattere di emigrazioni forzate che si devono sia a una diseguale, non democratica ed ingiusta distribuzione della ricchezza a livello planetario, sia a cause politiche, culturali, di genere e religiose.

Innanzitutto bisogna segnalare che i concetti impiegati a proposito degli/delle immigrati/e nasondono meccanismi di potere. È comune associare la parola "immigrato" alla parola "problema". Nessuno è illegale, bensì illegalizzato/a. L'uso ideologico del linguaggio in cui tutti cadiamo impedisce di vedere la molteplicità delle cause, le caratteristiche e le conseguenze che implicano i movimenti migratori.

D'altro lato la globalizzazione neoliberista fomenta la libera circolazione di denaro e di mercanzie e allo stesso tempo chiude le frontiere alle persone. Assieme alle mercanzie si vende agli/alle impoveriti/e del mondo la menzogna di una società ideale ed è proprio il miraggio del benessere ciò che spinge milioni di persone ad emigrare in cerca di una vita migliore.

In realtà, le leggi e le politiche migratorie dei paesi del primo mondo promuovono la libera circolazione degli/delle arricchiti/e per poi restringere l'entrata degli/delle impoveriti/e e discriminarli per ragioni razziali, politiche, sessuali, di età, salute e religione. In questo contesto bisogna ricordare che le donne immigrate vivono una doppia emarginazione prima come immigrate e poi come donne. Al contrario dell'immigrazione maschile esse si muovono spesso con la prole rendendo più difficile l'inserimento nel paese di destinazione.

In tutto il mondo si stanno alzando muri che ci portando verso un vero e proprio apartheid internazionale e alla creazione di società segregate. Quando poi riescono ad arrivare nei paesi ospitanti, gli/le emigranti subiscono sfruttamenti, discriminazioni ed oppressione così come la strumentalizzazione da parte dei governi che danno loro la colpa per la povertà delle popolazioni locali. La presenza di mano d'opera a basso costo, destrutturata e disorganizzata, così come la domanda nel mercato sessuale e nei servizi domestici è sfruttata dal capitale, fomentando allo stesso tempo il razzismo, il sessismo e calpestando dignità.

Esiste inoltre una chiara complicità tra le cosiddette democrazie occidentali e i regimi dei paesi in cui ha origine l'immigrazione. Questi svendono le risorse e le culture dei loro popoli per assicurare la ricchezza di elites locali (colonialismo interno) e dei paesi del nord. In questo modo la possibilità di esistere del consumismo ha le sue radici nel saccheggio delle risorse dei paesi di origine. Allo stesso modo, il nord si trova anche nel sud con la diffusione del modello di consumo occidentale e il sud nel nord.

Sappiamo anche che in certe occasioni, la stessa logica di segregazione fomenta lo spostamento di persone o addirittura di popolazioni intere con l'effetto di distruggere culture, saccheggiare il territorio, risorse naturali ed economiche di chi li popola come nel caso dell'Amazzonia, del Sahara Occidentale, Timor, Canarie e tanti altri.

Siamo coscienti della complessità di tutti questi problemi e sappiamo che non esistono soluzioni facili. È il modello economico vigente quello che non soddisfa le esigenze di uno sviluppo umano integrale e solo cambiamenti profondi a livello planetario possono risolvere i problemi degli/delle emigranti.

Di fronte alla globalizzazione dei capitali dobbiamo dare un impulso alla globalizzazione delle lotte e delle resistenze. Mentre i signori della finanza affratellano mercanzie e denaro noi affratelliamo popoli e dignità.

Per tanto noi lottiamo per:

1) Il diritto alla cittadinanza piena e globale per qualsiasi persona in qualsiasi tempo e luogo

2) Il diritto alla libera circolazione delle persone a prescindere dal luogo di nascita o attività lavorativa.

3) Il diritto dei popoli a disporre autonomamente delle proprie risorse, delle proprie culture e e dei propri saperi di fronte agli attacchi del neoliberismo.

2. In quanto al rafforzamento della rete dobbiamo passare dalla comunicazione virtuale alla comunicazione autentica tra essere umani. Una rete generatrice di contatti tanto politici come affettivi per rompere distanze, passarsi informazioni e appoggiare azioni di resistenza. Una rete controinformativa che fomenti l'impegno dei/delle partecipanti per mantenerla viva. Per questo, in primo luogo, possiamo appoggiare le reti di lotta già esistenti e partecipare ad esse.

Come si partecipa alle nostre reti? L'idea è entrarne a far parte a partire dall'esperienza di ognuno/a di noi. Promuovere la partecipazione di tutte le persone interessate al di là delle affiliazioni politiche, culturali o religiose. Tuttavia crediamo che partiti ed istituzioni non possano essere presenti come tali nella rete salvo a livello di autoorganizzazione locale e d'accordo a ciò che in questi casi venga considerato conveniente.

In questa fase nessuno si può arrogare una rappresentatività particolare e tutti/e partecipiamo allo stesso titolo. Dobbiamo promuovere la pluralità degli approcci alla lotta contro il neoliberismo e la trasparenza negli scambi di informazioni perché l'esigenza di uniformità ideologica impedisce la diversità. Dobbiamo insistere nell'assicurare la circolazione orizzontale e permanente tra i/le partecipanti alla rete.

La creazione e il mantenimento di una grande rete esige da parte nostra un cambio di atteggiamento personale che supera la retorica, le reticenze tra le organizzazzioni e la sfiducia verso altre esperienze.

Lo sviluppo delle lotte deve accompagnare la riflessione comune e in questo senso dovremmo impiegare la rete informatica per la circolazione non solo delle informazioni pratiche ma anche di idee e di apportazioni teoriche e politiche.

Gli Incontri Intercontinentali e le loro conclusioni sono stati e continueranno ad essere elementi di coesione. Sottolineamo l'importanza di questi strumenti riconoscendo le grandi difficoltà organizzative che essi comportano e la spossatezza che provocano in chi ha sulle spalle la responsabilità di realizzarli. Per questa stessa ragione raccomandiamo di ampliare l'intervallo tra un Incontro Intercontinentale e l'altro, moltiplicando invece gli incontri locali e regionali. Proponiamo che le assemblee preparatorie diventino permanenti in modo da fomentare il dibattito e dare impulso all'azione politica.

La maggiore coscienza generata grazie alla rete e alla comunicazione, anche se minima, raggiunta tra noi deve ora alimentare le diverse prospettive locali e a partire da lì retroalimentare gli Incontri Intercontinentali.

Visto che non è possibile che tutti/e partecipino a tutto, dobbiamo promuovere reti tematiche e/o settoriali per aggregare persone in progetti specifici che poi saranno amplificati nella rete informatica.

Dopo aver creato un'importante quantità di contatti, il compito che ora ci spetta è quello di occuparci del rafforzamento delle lotte locali. A partire dal criterio di pensare globalmente ed agire localmente, cercheremo anche di pensare localmente e agire globalmente.

3. Nel tema delle migrazioni consideriamo che l'asse di lotta prioritario in questa fase continui ad essere la rivendicazione del diritto alla libera circolazione di persone e alla cittadinanza globale. L'ottenimento di uguali diritti giuridici favorisce l'unificazione delle lotte degli/delle impoveriti/e di tutti i colori per il diritto alla casa, al lavoro, ad un salario minimo, all'assistenza medica, alla pensione e a una vita dignitosa.

È una grande contraddizione che le democrazie occidentali rivendichino il principio etico di uguaglianza tra individui e allo stesso tempo discriminino in modo arbitrario creando un vero aprtheid internazionale.

In questo senso proponiamo di organizzare una molteplicità di atti di carattere internazionale in coordinamento con la catena umana per i diritti civili e lavorativi degli/delle immigranti e delle loro famiglie che avrà luogo nel continente americano e che culminerà a New York il 12 di ottobre dell'anno in corso. Questo è da sempre un giorno di lotte per i popoli indigeni del continente americano e ci sembra fondamentale fraternizzare con loro. Proponiamo di trasformare questo giorno in un giorno di lotta per la libera circolazione delle persone e per la cittadinanza globale. Allo stesso modo dobbiamo esigere al governo messicano il rispetto degli accordi di San Andrés.

In Europa dobbiamo denunciare principalmente il Trattato di Schengen ed intraprendere azioni politiche e giuridiche contro la loro applicazione. Viene proposto un attraversamento di frontiera di massa da parte di immigrati e cittadini/e dell'Unione Europea, tutti senza documenti, così come altri atti di disobbedienza civile.

Proponiamo anche di lottare contro la militarizzazione e contro l'esistenza di centri di internamento e di zone internazionali di segregazione per immigrati. Questi luoghi, esistenti nei cinque continenti, sono veri campi di concentramento in cui la polizia dispone di poteri assoluti e in cui si commettono gravi violazioni dei diritti umani.

Combattiamo allo stesso modo le vendite di armi, la pena di morte e le cosiddette spedizioni di pace dell'ONU come la recente forza multinazionale in Albania che sotto la maschera degli aiuti umanitari forniscono nuovi modelli di difesa all'occidente e sono allo stesso tempo vere e proprie aggressioni con la finalità di esercitare un controllo economico, sfruttare mano d'opera a basso costo e contenere la pressione migratoria con la complicità delle elites locali.

Altre azioni:

* Diffondere ampiamente le conclusioni e le proposte di questo Secondo Incontro, sforzandoci di arrivare ai paesi che non sono stati presenti.

* Convocare incontri e creare reti regionali e intercontinentali sul tema dell migrazioni

* Creare una pagina web multilingue in cui circoli l'informazione sulle leggi migratorie e le denunce per facilitare le azioni difensive.

* Organizzare mobilizzazioni, campagne, marce ed incontri di carattere internazionale per far sì che si formi un fronte ampio per i diritti umani degli/delle immigrati, dei popoli indios e per la pace con giustizia e libertà.

* Avviare progetti economici nei luoghi di origine, con risorse nelle mani dei destinatari per intraprendere iniziative autogestite che contrastino il progetto neoliberista.

* Creare centri di appoggio che assistano gli immigranti in materia di sanità, educazione e questioni legali.

* Modificare i piani di studio di tutto il mondo per cambiare l'atteggiamento etnocentrico per una visione più pluralistica e aperta.

* Creazione di luoghi di incontro e realizzazione di attività ludiche e culturali tra gli/le immigrati e la popolazione autoctona per promuovere l'interculturalità.

* Esigere il diritto dei/delle lavoratori/lavoratrici immigrati a ricevere la loro pensione nei paesi di origine.

* Fomentare e sostenere l'autoorganizzazione dei/delle immigranti in quanto soggetti autonomi e promuovere la loro partecipazione alla rete superando le reticenze reciproche.

* Incentivare la presa di coscienza tanto dei nativi come degli immigrati in quanto a superamento di pregiudizi e in quanto al cambiamento delle condizioni sociopolitiche nei paesi di origine.

* Chiedere la creazione di commissioni multilaterali sulla violenza alle frontiere dei paesi interessati.

* Creare comitati misti nei quartieri ad alta conflittualità per la soluzione dei problemi.

* Unirsi e solidarizzare con le organizzazioni di immigrati di tutti i paesi con il fine di dichiarare il Giorno Internazionale di Lotta per la Regolarizzazione dei Documenti per tutti/e e organizzare una campagna internazionale "Documenti per Tutti".

* Realizzazione e organizzazione della giornata "Un Giorno senza Immigrati" dall'8 al 12 ottobre dell'anno 2000.

* Campagna per esigere la trasparenza nella vendita di armi.

* Appoggio alle marce europee contro la disoccupazione, la precarietà e tutte le forme di esclusione sociale, così come a tutte le lotte e resistenze contro i localismi razzisti.

* Occuparsi di aspetti giuridici, sanitari, ecc.derivanti dalla specificità dei destini forzati delle donne immigrate (prostituzione, servizio domestico, matrimonio, ecc.).

* Realizzare azioni tese a contrastare il mercato sessuale e matrimoniale.

Indice del Libro