BLOCCO 2.

I NOSTRI MONDI E IL LORO MONDO

1. "Sviluppo sostenibile" o Il Nostro mondo a partire dalla vita comunitaria. (Confederación Sindical Unica de Trabajadores Campesinos de Bolivia (CSUTCB). (unitas@unitas.rds.org.bo)

Sintesi:

Ci troviamo ad affrontare un disordine mondiale che ci sta portando verso la distruzione totale del nostro pianeta. Questo ci ha spinti a cercare la nostra propria alternativa di fronte alla quale i governi inventano lo "sviluppo sostenibile" per salvarsi dal crescente scontento della maggioranza di tutte le popolazioni. Ma solo il nostro mondo può permettere una vera soluzione per tutti gli abitanti del pianeta, se riusciremo a recuperare i nostri territori e a marciare tutti uniti verso il riincontro con noi stessi.

2. Manifesto per l'Ablizione dell' Apartheid Internazionale. (David Olivier, Comitato di Lyon di appoggio al Manifesto, yves_bonnardel@geocities.com)

Sintesi:

Siamo abituati a denunciare il razzismo, il sessismo, ecc., all'interno delle discriminazioni tra esseri umani. Invece denunciamo con molta meno virulenza la discriminazione tra umani basata sulla "nazionalità", discriminazione non più giustificabile di quella basata sulla razza. Il Manifesto per l'Abolizione dell' Apartheid Internazionale, lanciato nel febbraio del 1997, ha come obiettivo quello di aprire i nostri occhi sul fatto che questo tipo di apartheid, come l'apartheid interraziale, è una discriminazione arbitraria grave che pesa in modo considerevole sulla vita di milioni di individui, che nega loro l'uguaglianza e che rende equivalenti, a livello planetario, i cittadini dei paesi ricchi ai bianchi sudafricani nell'epoca dell'apartheid interraziale. Questo Manifesto utilizza, a partire da un ragionamento etico chiaro, la dichiarazione fatta per il Primo Incontro Intergalattico (Chiapas, estate 1996) per la libera circolazione delle persone umane in tutto il pianeta.

3. Le politiche di rifiuto e negazione nella classe operaia dello stato australiano. (Bruce Lindsy, Zapatista Solidarity Collective, Melbourne - bjlin1@student.monash.edu.au)

Sintesi:

Le lotte sociali del capitale e dei lavoratori australiani si sono intensificate negli ultimi 18 mesi perché il capitale e lo stato hanno cercato di aumentare l'austerità, il controllo, lo sfruttamento tramite flessibilità, nei riguardi della maggioranza della popolazione. Duante le continue crisi tra la fine degli anni ottanta e i primi anni novanta uno "spazio" o "fronte" di resistenza si è sviluppato in diversi settori sociali, soprattutto indigeni, comunità/società civile, lavoratori, studenti. Lo stato ha dato una svolta decisa verso destra ed è diventato marcatamente reazionario. Le politica antagonista tra i lavoratori è passata progressivamente dall'essere da un lato un rifiuto e dall'altro una negazione. Queste rimangono delle tendenze ancora marginali ma la loro importanza sta aumentando dal momento che il Potere risponde alle crisi ogni volta con (o per lo meno appoggiando) una esclusione sempre più violenta. Il rifiuto antagonistico assume la forma di una soppressione (al di là di qualsiasi controllo) del carattere sociale di classe, finendo così per dare una risposta razzista o autoritaria (fascista) all'esclusione e alla disperazione.

4. Storia e prospettive del lavoro solidale. (Guatemala Kommitee Berlin - hoepner@berlin.snafu.de).

Sintesi:

Documentazione relativa alla discussione e ai risultati del seminario su "Storia e Prospettive del Lavoro Solidale" tenutosi durante il Primo Incontro Europeo contro il Neoliberismo, Berlino, 30.5 - 2.6.1996.

5. Costruzione di incontri mediante reti - Costruzione di reti mediante incontri. (Claudio Albertani, Paolo Ranieri - tepoz@promix.shiny.it).

Sintesi:

10 tesi sulla costruzione di una rete intercontinentale, la pratica della democrazia diretta, la dinamica politica tradizionale e il vecchio mondo. Partendo da alcune osservazioni sull'esperienza delle comunità zapatiste del Chiapas, si cerca di comprendere le sfide che ci troviamo ad affrontare noi che viviamo nel ventre del mostro.

E si rilevano alcuni problemi.

6. Intervento sullo "0,7%"

Sintesi:

Lo 0,7% è più di una percentuale, è uno strumento di lavoro per impegnarsi a livello individuale e sociale contro le ingiuste relazioni tra Nord e Sud del mondo. Gli accampamenti-presidi del 94 oltre ad essere una forma di pressione nei confronti dei Poteri Pubblici e un modo di sensibilizzare i cittadini su questi temi, sono anche stati un luogo di incontro e di dibattito permanente tra persone di proveninze molto diverse che ci ha permesso di definire le coordinate del Movimento 0,7% che si possono riassumere in tre slogan: 0,7% e più, 0,7% con qualità e trasparenza, e Lo 0,7 % riguarda anche te.

7. Lotta contro l'isolamento sull'esempio di un quartiere di Francoforte. (Werner Stein, "Wir", Frankfurt am Main, stein-fra.de@t-online.de).

Venni a vivere nella città di Francoforte nell'aprile del 1976. Volevo viverci per poter condurre, insieme ad altri, una vita politica attiva. Il quartiere in cui venni ad abitare si chiama Bockenheim. Era un grande quartiere della città vecchia la cui popolazione era composta da famiglie di operai tedeschi e stranieri, piccoli commercianti, intellettuali e studenti.

8. Esempio di isolamento a Francoforte di una operaia italiana. (Werner Stein, "Wir", Frankfurt am Main, stein-fra.de@t-online.de).

Sono nata il 29.06.68 a Papanice, vicino Crotone. Papanice è in Calabria. Dall'inizio della Repubblica italiana è la zona più povera d'Italia.

9. Tesi dell'alienazione (Werner Stein, "Wir", Frankfurt am Main, stein-fra.de@t-online.de).

Sintesi:

Nelle metropoli neoliberiste siamo tutti esposti alle condizione che il sistema impone. Una di queste condizioni è l'isolamento.

10. Separazione sul posto di lavoro relativo allo sviluppo economico globale. (Werner Stein, "Wir", Frankfurt am Main, stein-fra.de@t-online.de).

Oggi la Germania è una delle nazioni più ricche della terra, Francoforte sul Meno ne è diventata un simbolo come metropoli del denaro, con la borsa valori più importante d'Europa.

11. Individualismo - alienazione - isolamento o: quando abbiamo scritto 1984? (Werner Stein, "Wir", Frankfurt am Main, stein-fra.de@t-online.de)

Sintesi:

Siamo un gruppo di giovani che vivono a Francoforte sul Meno. Ci vediamo come parte di quel movimento che non sopporta più il capitalismo e che lo vuole eliminare insieme al suo stato giuridico-costituzionale. Qui viviamo nel centro del "cuore del mostro", una città la cui architettura riflette il potere e la commercializzazione con i suoi grattacieli e i palazzi del consumo. Dove la vita culturale urbana è sottoposta ad un crescente controllo da parte dello stato ed è sempre più un oggetto di consumo, e dove le nicchie e i centri liberi vengono distrutti con aggresiva sistematicità. In quasi tutti gli ambiti della nostra vita siamo esposti al totalitarismo di questa macchina che influenza le nostre esperienze quotidiane nella famiglia , a scuola, nel lavoro e per la strada perché siamo immersi in un processo di individualizzazione, alienazione e isolamento.

12. Adesione del Partito Umanista al Secondo Incontro Intercontinentale per l'Umanità e contro il Neoliberismo. (Partito Umanista - locos@mbox.vol.it.)

Sintesi:

Contributo alla produzione di un documento comune. In merito alla possibilità di giungere alla redazione di un documento di azione comune tra le diverse realtà partecipanti al secondo incontro, pensiamo che sia importante tenere in considerazione alcuni temi che vogliamo sviluppare prima e durante l'incontro.

13. Kurdistan: la lotta per la cultura, l'educazione e l'informazione. (Laura Fernández Bermejo - ucomun@ofinorte.es)

Sintesi:

Il popolo curdo è composto da circa 30-40 milioni di persone che vivono da circa 5.000 anni in Kurdistan, che ha un'estensione di circa 550.000 Km², si estende dalle montagne del Mediterraneo orientale al sudest della Turchia e si prolunga fino ai monti Zagros verso il golfo Persico.

14. Indipendenza ed elevazione del livello di vita nei paesi del Terzo Mondo. (Sylviette Tissier - Stiss40338@aol.com)

Sintesi:

(...) Si tratta di sviluppare una politica tesa a sostituire le importazioni che faccia incontrare reti di commercianti (Magreb-Africa) con reti di originari degli stessi paesi che abbiano però acquisito conoscenze tecniche (...) .

15. Le risorse strategiche nella geopolitica neoliberista. Il caso del sudest messicano. (Ana Esther Ceceña - anae@servidor.dgsca.unam.mx)

Sintesi:

La promozione dell'economia di mercato e delle politiche di aggiustamento e privatizzazione nel terzo mondo costituiscono una parte sostanziale della strategia di dominazione del grande capitale trasnazionale e del sostentamento materiale della lotta per l'egemonia mondiale. Si cerca deliberatamente la frammentazione dei territori e dei popoli organizzati sotto forma di nazioni (la "balcanizzazione") per appropiarsi delle loro risorse ed impedire le emergenze delle resistenze organizzate. La difesa dell'autodeterminazione dei popoli sulle proprie risorse strategiche è essenziale per lottare per l'umanità e contro il neoliberismo. Di fronte alla nuova geopolitica del capitale, l'imperativo è sviluppare una geopolita delle resistenze.

16. Cooperazione, solidarietà e internazionalismo dal progetto politico-sociale Abertzale. (Euskal Herriekiko Elkartasuna / Solidarietà Basca con i Popoli)

Sintesi:

In ognuno dei temi di questo intervento si toccheranno solo alcuni aspetti parziali e in nessun modo si pretende di esporre un'analisi esaustiva. Faremo leva solo su quei temi che riteniamo importanti, sia perché sono quelli che vengono normalmente malinterpretati, che si differenziano dalle posizioni di altri organismi e compagni della Solidarietà, sia perché le riteniamo interessanti per quel che riguarda l'obiettivo della creazione della rete globale di organizzazioni in lotta contro il neoliberismo.

17. L'eliminazione del diritto d'asilo per la resistenza basca. (Blanca Kalzakorta, membro di Gestoras Pro-Amnistía)

Sintesi:

Il Consiglio dei Ministri dell'Unione Europea del giugno del 1996 a Firenze ha proposto un nuovo Accordo sull'estradizione che i 15 stati membri dovranno ratificare. Sucessivamente, nel mese di dicembre il governo spagnolo ha portato al vertice di Dublino la proposta di soppressione del diritto d'asilo tra i paesi membri dell'Unione. Il recente vertice di Amsterdam, pur non soddisfacendo a pieno la pretesa spagnola di eliminare queto Istituto, ha introdotto alcune restrizioni che contravvengono agli accordi di Ginevra sulla protezione dei rifugiati e alle sucessive dichiarazioni in materia. Entrambe le proposte lanciate dal governo spagnolo, con l'inestimabile appoggio del governo francese, sono dirette specialmente a combattere la dissidenza e la resistenza politica basca, come non si stancano di ripetere i responsabili del governo spagnolo.

18. L'autodeterminazione dei popoli come alternativa alla globalizzazione imposta dal neoliberismo.

Sintesi:

Dietro il concetto di mondializzazione si celano le tendenze alla concentrazione e all'accumulazione capitalista su scala mondiale e le politiche istituzionali che dipendono da processi di questo tipo.

La logica del sistema capitalista si è imposta su scala mondiale e il commercio internazionale sta rompendo una ad una le barriere locali per creare un unico flusso di capitali e merci regolato dalla legge della massimizzazione dei profitti del capitale trasnazionale.

19. Legislazione speciale e tortura in Euskal Herria. (Iñigo Elkoro, membro di Gestoras Pro-Amnistía)

Sintesi:

Ogni persona, al di là delle cause che l' hanno condotta a sottostare ad un regime di detenzione o prigionia, ha dei diritti minimi fondamentali, previsti dalla Carta Universale dei Diritti Umani (che è formata dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Uamni, il Patto Internazionale dei Diritti Economici, Sociali e Culturali e il Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici), così come da altri strumenti adottati in ambito ONU.

Lo stato spagnolo ha ratificato tutti questi patti e dichiarazioni internazionali, per tanto essi fanno parte della legislazione interna dello stato.

Con questo intervento vogliamo cercare di analizzare le situazioni che si sono create rispetto ai cittadini baschi che sono detenuti o prigionieri nelle carceri dello stato spagnolo e analizzare anche la legislazione, sia interna che internazionale, a riguardo.

20. Nazionalismo andaluso solidale contro il neoliberismo uniformatore ed emarginante. (Miguel Moya Guirado e Mariano junco González, militanti di Nación Andaluza, mmoya@eintec.es)

Non è niente di nuovo ma ogni giorno più insitente: l'uniformità culturale cerca di imporsi sulla vitalità dei popoli. Cercano di farci perdere anche la memoria di ciò che siamo stati.

Il popolo andaluso subisce una continua aggressione contro la sua identità, cercando di imporre ad esso dei modi europei e spagnoli che non ci appartengono. Il popolo andaluso è sempre stato legato a tutto il mediterraneo e specialmente alle sue coste orientali e meridionali.

21. La partecipazione delle ONG alla costruzione della democrazia in Messico. (Tania Molina Ramirez, Movimiento Ciudadano por la Democracia, mcddf@laneta.apc.org)

Sintesi:

Perché possa esistere una democrazia reale è necessaria la partecipazione di tutti i settori della popolazione. Attualmente il Messico sta vivendo una situazione di transizione politica che oscilla tra l'irrigidimento del sistema politico esistente e l'apertura democratica. Che ruolo stiamo giocando noi cittadini in questa transizione? In che modo la società civile può servire da ponte tra i cittadini e il governo, i partiti politici, la chiesa e l'esercito? Come possiamo creare nuovi modi di fare politica che non riproducano i vecchi vizi? (...).

Non pretendiamo di giungere a risposte definitive ma partecipare per far sì che tutti uniti, durante questo Incontro, possiamo crere "il cammino che si fa andando".

22. Maastricht e Neoliberismo. (Koordinadora de kol.lectius del Park Alcosa - mfullsns@mat.upv.es)

Sintesi:

Non sono ancora le sette, è una bella giornata, il cielo è azzurro e arancione, la fermata dell'autobus si riempe delle facce di sempre, delle donne che vanno a pulire la casa degli "altri in città". Il quartiere si sveglierà più tardi; è come una scatoletta di cerini di 10.000 persone in un Km² al sud di qualsiasi luogo, questa volta al sud di Valencia.

Nei visi delle donne si vedono ancora i segni del sonno e in qualcuna quelli delle pasticche... , se no "chi ce la fa ad andare avanti... "

23. Parallelismi tra il movimento di indipendenza e la rivoluzione del 1911.

Sintesi:

(...) Quindi, l'obiettivo di questo saggio sarà dimostrare come l'enorme similitudine di condizioni strutturali continui a giustificare, almeno in Chiapas, la assoluta attualità delle istanze del zapatismo originario e anhe dei suoi metodi.

24. Sviluppo regionale e progetto nazionale. (Ana Esther Ceceña - anae@servidor.dgsca.unam.mx)

Sintesi:

La società capitalista è la società della tecnologia, delle macchine, della "riduzione a oggetto dei saperi perché è la società della monopolizzazione, della concentrazione, della concorrenza. La sua logica interna si basa su un sistema di antagonismi e confrontazioni perpetue che si riproduce e si manifesta sia nelle sue relazioni ed articolazioni mondiali, sia nelle sue più semplici azioni quotidiane. Questi antagonismi sono al contempo la potenza che muove e dà corpo allo sviluppo dell'industria e alle forze produttive, alla creazione scientifica e tecnologica, così come alla polarizzazione e alla miseria, alle guerre aperte o cammuffate da aiuti umanitari e al saccheggio delle risorse naturali e dei popoli del mondo.

25. Senza la Ribellione dei popoli, il nostro mondo non sarà. (Paty Benitez)

Sintesi:

Alla fine di questo XX secolo stiamo vivendo un paradosso estremamente diffuso grazie alla mondializzazione implicita nel modello neoliberista: da un lato il brutale assoggettamento dei popoli basato su un progetto di sterminio sociale, politico ed economico che ha decretato la fine della loro storia, e dall'altro la grande speranza di libertà che è già palpabile nelle coscienze, nell'organizzazione e nelle lotte della società civile in diversi luoghi del mondo che, testarda, non si stanca di gridare ogni giorno: siamo popoli perché abbiamo una storia.

26. Un Incontro di preparazione al Secondo Incontro Intercontinentale per l'Umanità e contro il Neoliberismo

Sintesi:

Note dall'Incontro di Melbourne contro il Neoliberismo e per l'Umanità, domenica 28 giugno 1997.

27. Il dominio dell'economia. (Comitato di Solidarietà con la Lotta Zapatista, Salonicco, Grecia - nautilus@otenet.gr)

Sintesi:

C'è un cambiamento sostanziale. In passato l'economia era un parametro della politica. Ora la politica è un parametro dell'economia. La società oltre a sprofondare sempre più nella povertà sta subendo un aggravemento dell'ingiustizia sociale e della distruzione dell'ambiente conseguenza del fatto che il denaro, il beneficio finanziario, viene presentato come il valore più alto, come il fattore decisivo per la regolamentazione delle relazioni umane e per il futuro del genere umano.

28. Rete - Che rete? O: La nostra amaca collettiva o: la rete siamo noi o: uniti saremo di più! (Group 2828, Ulrich Brand, Università di Francoforte - U.Brander@soz.uni-frankfurt.de)

Sintesi:

Dichiariamo:

Primo: che creeremo una rete collettiva di tutte le nostre lotte e resistenze peculiari. Una rete intercontinentale di resistenze contro il neoliberismo, una rete intercontinentale di resistenze per l'umanità. Questa rete intercontinentale non è una struttura organizzativa, non ha un centro direttivo né decisionale, non ha un comando centrale né gerarchie. La rete siamo tutti noi che resistiamo. (Seconda Dichiarazione de La Realidad, agosto 1996).

29. La separazione del luogo di lavoro in relazione allo sviluppo economico globale.

Sintesi:

Attualmente la Germania è una delle nazioni più ricche del mondo. E Francoforte sul Meno è il simbolo della metropoli economica con una delle borse più importanti a livello europeo.

Queste due frasi corrispondono alla realtà già a partire dagli anni settanta. Da allora però si sono verificati dei cabiamenti importanti, alcuni dei quali necessari ai fini che stava perseguendo il paese. All'inizio degli anni settanta la Germania era caratterizzata da un elevato grado di industrializzazione che si sosteneva in gran parte grazie alle esportazioni. Attualmente i servizi dominano il mercato. La produzione nei paesi centroeuropei è più redditizia dato che in questi paesi è più facile lo sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici., dato che il salario settimanale equivale ad un'ora di quello tedesco, che la settimana lavorativa è di sette giorni e la giornata di anche 14 ore.

30. Non dimenticate gli zapatisti. (C.George Caffentzis, membro di Mainers for Democracy in Mexico - caffentz@usm.maine.edu)

Sintesi:

Carta aperta ai partecipanti al Secontro Incontro contro il Neoliberismo e per l'Umanità. 30 giugno del 1997.

Mi dirigo a voi per chiedervi qualcosa di molto semplice: non dimenticate gli zapatisti.

So che questa richiesta può sembrare paradossale dato che gli zapatisti furono coloro che promossero il primo Incontro e approvarono il secondo. Tuttavia, dopo due settimane trascorse nel sud del Messico questo mese, credo che la situazione sia estremamente pericolosa (sia dal punto di vista politico che militare) per gli zapatisti, mentre l'agenda dell'Incontro non sembra tenere in considerazione questo pericolo.

31. Neoliberismo - Lo scenario balcanico. (Latin America Solidarity Centre (LASC) - lasc@iol.ie

Sintesi:

La relazione che segue tenta di ricondurre al neoliberismo il carattere specifico dominante imposto dall'Occidente in Bosnia. Il neoliberismo è stato impiantato nello scenario balcanico sotto forma di intervento "umanitario" e grazie ad una martellante campagna propagandistica dei mezzi di comunicazione di dimensioni globali escogitata principalmente da compagnie di pubbliche relazioni per conto di clienti così diversi tra loro come il Vaticano, le ricche famiglie padrone del petrolio dell'Arabia Saudita, del Kuwait, del Brunei e facoltosi/e uomini e donne d'affari in Germania e negli Stati Uniti d'America.

32. Euskal Herria, la nostra realtà. (Herri Batasuna - txaro@eusnet.org)

Sintesi:

Tutti i problemi di cui soffriamo esprimono la terribile contraddizione che c'è tra l'oppressione e la libertà. Parlare dei problemi e delle loro soluzioni può diventare un esercizio inutile se non si concreta poi nella realtà in cui viviamo. Parlare dei problemi sociali non ha alcun senso se non si esprime nella realtà e nelle sue esigenze di trasformazione, sia nel particolare che nel globale.

33. Un'alternativa democratica ad una realtà concreta (Herri Batasuna - txaro@eusnet.org).

Sintesi:

L'importanza di aver offerto una visione generale è che ciò ci permette di delineare un quadro di soluzioni di carattere generale. Ma avvertiamo che quando ci riferiamo ad un quadro di soluzioni generali non ci stiamo sottraendo da quelle concrete che la nostra società esige. Al contrario bisognerà sempre concepirsi come un insieme che collega i mezzi e i fini, che si concepisce in spazi temporali o, se si vuole, in fasi qualitative differenti, in modo comune e inseparabile nei suoi risultati.

34. Un nuovo modello di sviluppo. (Herri Batasuna - txaro@eusnet.org)

Sintesi:

-Un nuovo concetto di sviluppo. -Trasformazione radicale delle relazioni sociali. -Protezione sociale. -Pianificazione partecipativa. -Il nostro progetto in ambito internazionale. -Conclusioni.

35. La costituzione spagnola e il diritto all'autodeterminazione del popolo basco. (Kepa Landa, Jone Goirizelaia. Herri Batasuna - txaro@eusnet.org)

Sintesi:

Tutti i popoli hanno diritto alla propria autodeterminazione. Sarebbe difficile trovare oggi una persona rappresentativa nella vita sociale, politica, culturale... che non sia daccordo con una dichiarazione di principi così elementare.

36. La situazione sociale, politica ed economica attuale in Africa. (Aliou SEYE)

Sintesi:

Il contributo che segue è una introduzione concisa ai problemi socio-economici e specialmente politici del continente africano e che chiede ai rivoluzionari africani di trovare soluzioni giuste e durevoli.

37. Autonomia e democrazia radicale: il transito dalla tolleranza all'ospitalità. (Gustavo Esteva, Frente Zapatista de Liberación Nacional)

Sintesi:

La parola autonomia ha una lunga tradizione nei movimenti popolari in Messico. La lotta per quella dell'Università, nel terzo decennio di questo secolo, forgiò evocazioni e connotazioni che sono riapparse anni dopo e che iniziative popolari assai diverse tra loro hanno rinnovato ed arricchito negli anni ottanta.

38. Lo zapatismo nella lotta politica attuale. (Gustavo Esteva, Frente Zapatista de Liberación Nacional)

Sintesi:

A partire dal 6 luglio del 97 ha cominciato a circolare in Messico e nel mondo l'idea che il Mesico fosse finalmente entrato nel regno della democrazia: i cittadini avrebbero sconfitto nelle urne il vecchio autoritarismo, così come lo zapatismo. Sono voci tanto fallaci e illusorie quanto quelle che alcuni anni fa pronunciava l'ex presidente Salinas: che il Messico era ormai sul punto di entrare nel Primo Mondo.

39.Mercato globale e letteratura mondiale (Armando Gnisci, prof. di letteratura comparata presso l'università "La Sapienza" di Roma. gnisci@axrma.uniroma1.it)

Sintesi:

La globalizzazione è l’espansione totale e vittoriosa dell’economia capitalistica e del così detto "pensiero unico" che individua e trova nel profitto illimitato il valore sociale supremo. Questa espansione non è un dato "naturale", ma rappresenta la vittoria definitiva della civiltà occidentale sui mondi delle differenze.

La civiltà occidentale non è "brillante", come afferma (ingenuamente?) il sub-comandante Marcos, né va salvata in quanto tale come se fosse il patrimonio più prezioso dell’umanità. Questa mentalità, da ministro (occidentale) dei beni culturali o da funzionario africano dell’Unesco che ha studiato a Oxbridge, va ragionevolmente raddrizzata e sanata. Quella che viene chiamata civiltà occidentale è una potenza storica longeva, stratificata e trionfante. Essa è composta da quattro forme-valori angolari: la filosofia: il pensiero della verità (l’Essere); la democrazia: la pratica politica dell’equilibrio e dell’accordo delle differenze per far vincere una parte (maggioranza/dominio) sulle altre; la tecnica: il progresso della conoscenza in quanto progressivo controllo e sfruttamento della natura e il progresso del dominio su questo controllo e su questo sfruttamento; il capitale: la forza instancabile che invera e attua la volontà di potenza della filosofia, della democrazia e della tecnica, prese insieme nel loro quadrangolare patto sistemico.

Questa civiltà nel corso della storia degli ultimi due millenni cristiani si è universalizzata. Universalità significa l’espansione e l’imposizione dell’Occidente europeo e poi euronordamericano su tutto il mondo. L’Occidente che si è presentato come l’unica e salvifica verità, al fine di poter dare un unico verso al pianeta e alla sua storia. Il suo: quello occidentale

La globalizzazione, inquadrata in questa spiegazione storica, è un processo che può essere riassunto da due semplici leggi numeriche: 1) la legge del 20/80: il 20% dell’umanità basta a far funzionare la macchina mondiale, il rimanente 80% non serve, è solo un problema da risolvere; 2) la legge delle 200: 200 società multinazionali formano il polo della cupola che comanda il 20% che comanda tutto il mondo.

A questa ineludibile verità totale del mercato globale gli umanisti e i letterati possono rispodere con la mercificazione di sé o con l’opposizione.

Facendosi globalizzare dalla logica del mercato o mondializzandosi praticando lì opposizione politica, operando la decolonizzazione dalla malattia mortale della civilizzazione occidentale e decidendosi per la ribellione dell’umano plurale e differente. Il letterato oggi, finalmente e irrevocabilmente, può e deve sciegliere.

Io, a partire dall’ascesi della clandestinità, ho scelto la decolonizzazione e la ribellione.

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