DISCORSO DELL'ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE ALLA CHIUSURA DEL PRIMO INCONTRO INTERCONTINENTALE PER L'UMANITA' E CONTRO IL NEOLIBERISMO


Parlo a nome dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.
La Realidad pianeta Terra. 
3 agosto 1996

Fratelli e sorelle di tutto il mondo:
Fratelli e sorelle dell'Africa, dell'America, dell'Asia, dell'Europa e
dell'Oceania:
Fratelli e sorelle che siete presenti al Primo Incontro Intercontinentale
per l'Umanita' e contro il Neoliberismo:
Benvenuti alla Realidad Zapatista
Benvenuti in questo territorio in lotta per l'umanita'.
Benvenuti in questo territorio in rivolta contro il neoliberismo.
Noi zapatisti salutiamo tutti i presenti all'incontro. Qui nelle montagne
del sudest messicano, quando una collettivita' saluta chi arriva con parola
buona, lo applaude. Vi chiediamo di salutarci tutti e che tutti salutiamo i
fratelli e le sorelle delle delegazioni di:
ITALIA, PARAGUAY, GERMANIA, AUSTRIA, BELGIO, DANIMARCA, FRANCIA, GRECIA,
IRLANDA,  SVEZIA, SVIZZERA, STATI UNITI, CANADA, AUSTRALIA, BRASILE, CILE,
PERU', URUGUAY, VENEZUELA, NICARAGUA, HAITI, GIAPPONE, COSTA RICA, OLANDA,
SPAGNA, PAESI BASCHI, PORTO RICO, MAURITANIA, GRAN BRETAGNA FILIPPINE,
ARGENTINA, GUATEMALA, IRAN, ZAIRE, ECUADOR, KURDISTAN, CUBA, SUDAFRICA,
PORTOGALLO, TURCHIA, BOLIVIA, MESSICO.
Benvenuti a tutti gli uomini, donne, bambini e anziani dei cinque continenti
che hanno risposto all'invito degli indigeni zapatisti per cercare la
speranza per l'umanita' e contro il neoliberismo.

Fratelli e sorelle:
Quando questo sogno che oggi si sveglia nella Realidad (realta') inizio' ad
essere sognato da noi, pensavamo che sarebbe stato un fallimento. Pensavamo
che forse avremmo potuto riunire qui alcune decine di persone di un po' di
paesi. Ci sbagliavamo. Come sempre, ci sbagliavamo. Non sono state alcune
decine, ma migliaia di esseri umani quelli che dai cinque continenti, sono
venuti a incontrarsi nella realta' alla fine del XX secolo.
La parola nata tra queste montagne, le montagne zapatiste, ha incontrato
orecchie che le hanno dato ascolto, attenzione e l'hanno rilanciata perche'
arrivasse piu' lontano e facesse il giro del mondo. La folle follia di
un'appello ai cinque continenti per riflettere criticamente sul nostro
passato, sul nostro presente e sul nostro futuro,  ha scoperto di non essere
sola nel suo delirio e che, presto, follie di tutto il pianeta hanno
incominciato a lavorare per portare il sogno a riposare nella realta', a
lavarlo del fango, a offrirlo sotto la pioggia, a bagnarlo sotto il sole, a
parlarne con l'altro, a disegnarlo, dandogli forma e corpo.
Su quanto e' accaduto in questi giorni verra' scritto molto in seguito. Oggi
possiamo dire che abbiamo per lo meno una certezza. Un sogno sognato nei
cinque continenti puo' arrivare a divenire realta' nella realta'. Chi potra'
dirci ora che il sognare e' bello ma inutile? Chi potra' argomentare ora che
i sogni, per molti che siano i sognatori, non possono diventare realta'?
Come si sogna l'allegria in Africa? Che meraviglie camminano nel sogno
europeo? Quanti mattini contiene il sogno dell'Asia? Qual e' la musica che
balla il sogno americano? Come parla il cuore che sogna in Oceania?
A chi importa come e cosa si sogna qui o in qualunque parte del mondo? Chi
sono quelli che osano convocare con il loro sogno tutti i sogni del mondo?
Che sta succedendo nelle montagne del sudest messicano che incontra eco e
specchio nelle strade d'Europa, nei sobborghi dell'Asia, nei campi
d'America, nei villagi dell'Africa e nelle case dell'Oceania? Che succede
alle persone di questi cinque continenti che, tutti ce lo dicevano, si
incontarvano solo gli uni con gli altri per farsi la guerra e per essere in
competizione? Non era questa fine di secolo sinonimo di mancanza di
speranza, di amarezza e di cinismo? Da dove e come sono arrivati tutti
questi sogni alla realta'?
Che l'Europa e racconti del lungo ponte del suo sguardo che ha attraversato
l'Atlantico e la storia  per riscoprirsi nella realta'.
Che parli l'Asia  e spieghi il gigantesco salto del suo cuore per arrivare a
battere nella realta'.
Che parli l'Africa e descriva il lungo navigare della sua immagine inquieta
per venire a rispecchiarsi nella realta'.
Che parli l'Oceania e metta conferisca sul molteplice volo del suo pensiero
per andare a rimbalzare fino a riposarsi nella realta'.
Che parlino i cinque continenti e che tutti ascoltino. Che l'umanita'
sospenda un momento il suo silenzio di vergogna e angoscia. Che parli
l'umanita'. Che l'umanita' ascolti che ...
Nel loro mondo, nel mondo di quelli che vivono nel potere e per il potere
uccidono, non entra l'essere umano, non c'e' spazio per la speranza, non
c'e' posto per il domani. Schiavitu' o morte e' l'alternativa che il loro
mondo offre a tutti i mondi. Il mondo del denaro, il loro mondo, governa
dalle borse valore. La speculazione e' oggi la principale fonte di
arricchimento e allo stesso tempo, la migliore dimostrazione di atrofia
della capacita' di lavoro dell'essere umano. Non e' piu' necessario il
lavoro per produrre ricchezza, ora basta la speculazione.
Crimini e guerre vengono attuati perche' le borse valori mondiali siano
saccheggiate dagli uni o dagli altri.
Intanto milioni di donne, milioni di giovani, milioni di indigeni, milioni
di omosessuali, milioni di esseri umani di tutte le razze e di tutti i
colori, partecipano ai mercati finanziari solo come moneta svalutata sempre
al ribasso, mentre la moneta del loro sangue produce guadagni.
Gobalizzazione dei mercati mondiali significa cancellare le frontiere per la
speculazione e per il crimine, moltiplicarle per gli esseri umani. I paesi
sono costretti a cancellare le loro frontiere con l'estero per quanto
riguarda la circolazione del denaro, ma si moltiplicano le frontiere interne.
Il Neoliberismo non fa diventare tutti i paesi un unico paese, ma fa
diventare ogni paese molti paesi.
La menzogna dell'unipolarita' e dell'internazzionalizazione, si converte in
un incubo di guerra, in una guerra ripetutamente frammentata, tante volte
quante volte sono polverizzate le nazioni. In questo mondo che il Potere
globalizza per eliminare gli ostacoli alla sua guerra di conquista, i
governi nazionali si trasformano in sottoufficiali militari di una nuova
guerra mondiale contro l'umanita'.
Della stupida corsa agli armamenti nucleari, destinata a distruggere
l'umanita' con un colpo solo e  con le armi nucleari, si e' passati
all'assurda militarizzazione di tutti gli aspetti della vita delle societa'
nazionali, militarizzazione destinata ad annientare l'umanita' con molti
colpi, in molti luoghi e in molti modi. Quelli che prima venivano chiamati
"eserciti nazionali" si trasformano in semplici unita' di un esercito
maggiore, questo che il Neoliberismo, arma  e dirige contro l'umanita'. La
fine della cosiddetta "guerra fredda" non ha messo a freno la guerra agli
armamenti nel mondo, ha solo cambiato il tipo di mercanzia mortale: armi di
tutte le dimensioni e per tutti i gusti criminali. Si armano ogni giorno di
piu' non solo gli eserciti cosiddetti "istituzionali", ma anche gli eserciti
che il narcotraffico costruisce per assicurarsi il suo imperio. Piu' o meno
rapidamente, le societa' nazionali si militarizzano e gli eserciti che in
teoria sono creati per difendere le frontiere da un nemico esterno, girano
le canne dei loro fucili verso l'interno.
Non e' possibile che il Neoliberismo diventi realta' nel mondo senza il tema
della morte offerto dagli eserciti istituzionali e privati, senza il giogo
offerto dalle carceri,  senza i colpi di stato e omicidi ooferti dai
militari e dalla polizia. La repressione nazionale e' la premessa necessaria
per la globalizzazione imposta dal Neoliberismo.
Mano a mano che il Neoliberismo avanza come sistema mondiale, aumentano gli
armamenti e il numero di arruolati negli eserciti e nelle polizie nazionali.
Cresce anche il numero dei detenuti, degli scomparsi e degli assassinati nei
vari paesi.
Una guerra mondiale, la piu' brutale, la piu' completa, la piu' universale,
la piu' efficiente. Ogni paese, ogni citta', ogni campagna, ogni casa, ogni
persona, tutto e' un campo di bataglia piu' o meno grande. Da un lato c'e'
il Neoliberismo con tutto il suo potere repressivo e tutto il macchinario di
morte; dall'altro c'e' l'essere umano.
C'e' chi si adatta ad essere un numero in piu' nella gigantesca borsa del
Potere. C'e' chi si adatta ad essere uno schiavo. Con cinismo cammina sulla
scala orrizzontale dello schiavo che a sua volta e' padrone di altri
schiavi. In cambio di un malvivere e delle molliche che il Potere gli offre,
c'e' chi si vende, si adatta, si arrende. In qualunque parte del mondo ci
sono schiavi che si dicono felici di esserlo. In qualunque parte del mondo
ci sono uomini e donne che smettono di essere umani e occupano il loro posto
nel gigantesco mercato delle dignita'.
Ma c'e' chi non si adatta, c'e' chi decide di essere scomodo, c'e' chi non
si vende, chi non si arrende. C'e' in tutto il mondo, chi resiste ad essere
annientato da questa guerra. C'e' chi decide di lottare.
In qualunque luogo del mondo, in qualunque tempo, un uomo o una donna
qualunque si ribella e rompe con il vestito tessuto per lui o per lei dal
comformismo e che il cinismo ha colorato di grigio. Un uomo o una donna
qualunque, di qualunque colore e in una lingua qualunque, dice e si dice
"Ora Basta!".
Basta con la menzogna. Basta con il crimine. Basta con la morte. "Basta con
la guerra", dice e dicono un uomo o una donna qualunque.
In qualunque parte di uno qualunque dei cinque continenti, un uomo o una
donna qualunque si impegnano a resistere al Potere e a costruire una strada
propria che non implichi perdere la dignita' e la speranza.
Un uomo o una donna qualunque decidono di vivere e lottare la loro parte di
storia. Che il potere non segni piu' loro il passo,  che il Potere non gli
amministri la vita e decida della loro morte.
Un uomo e una donna qualunque rispondono alla morte con la vita. E
all'incubo rispondono sognando e litigando contro la guerra, contro il
Neoliberismo, per l'Umanita'...
Poiche' lottiamo per un mondo migliore tutti noi siamo accerchiati,
minacciati di morte. L'accerchiamento si riproduce a livello globale. In
ogni continenti, in ogni paese, in ogni provincia, in ogni citta', in ogni
campagna, in ogni casa l'assedio di guerra del Potere viene serrato contro i
ribelli ai quali l'umanita' e' sempre grata.
Ma gli assedi si rompono. In ogni casa, in ogni campagna, in ogni citta', in
ogni provincia, in ogni paese, in ogni continente, i ribelli i ribelli che
la storia dell'umanita' ripete durante la sua traiettoria per assicurarsi la
speranza, lottano e l'assedio si rompe.
I ribelli si cercano tra loro. Camminano gli uni incontro agli altri. Si
incontrano e, insieme, rompono altri assedi. In campagna e in citta',  nelle
province, nelle nazioni, nei continenti, i ribelli iniziano a riconoscersi,
a sapere di essere uguali e differenti. Continuano il loro faticoso cammino,
camminano come si deve camminare ora,  e cioe' lottando...
Una realta' allora gli ha parlato. Ribelli dei cinque continenti l'hanno
ascoltata e si sono messi in cammino.
Per arrivare alla realta' intercontinentale, ciascuno ha dovuto percorrere
il proprio cammino. Dai 5 bracci della stella mondiale e' arrivato alla
realta' il passo di uomini e donne la cui parola degna cercava il luogo per
essere parlata e ascoltata, il luogo dell'incontro.
E' stato necessario rompere molti assedi per arrivare all'assedio della
realta'. Ci sono diversi accerchiamenti. Nel nostro bisogna passare polizia,
dogane, carri armati, cannoni, trincee, aerei, elicotteri, pioggia, fango,
insetti. Ciascun ribelle dei cinque continenti ha un suo proprio assedio, la
sua propria lotta e un assedio rotto da aggiungere alla memoria di altri
ribelli.
Cosi' e' iniziato questo incontro intercontinentale. Si e' iniziato in tutti
i continenti, in tutti i paesi, in tutti i luoghi dove un uomo o una donna
qualunque hanno incominciato a dire e a dirsi "Ora basta!".
Chi puo' dire il luogo esatto, la data e l'ora esatta in cui e' iniziato
questo incontro intercontinentale per la umanita' e contro il neoliberismo?
Non lo sappiamo. Ma sappiamo invece chi lo ha iniziato. Lo hanno iniziato
tutti i ribelli del mondo. Noi qui siamo solo una piccola parte di questi ribelli, questo e' certo. Pero' ai diversi assedi rotti ogni giorno da tutti
i ribelli del mondo, voi ne avete aggiunto uno in piu': la rottura
dell'assedio contro la realta' zapatista.
Per ottenerlo, avete dovuto lottare contro i rispettivi governi e
successivamente affrontare l'assedio delle carte e delle pratiche con le
quali il governo messicano cercava di fermarci. Tutti voi siete combattenti,
persone che rompono ogni tipo di assedio. Per questo siete riusciti ad
arrivare fino alla realta'. Forse non riuscite a vedere quanto e' grande la
vostra impresa, ma noi lo vediamo.
Per questo vogliamo chiederevi scusa per la stupidita' del governo messicano
che,  tramite i suoi agenti di immigrazione ha fatto tutto il possibile per
impedire il vostro arrivo in terra zapatista. Questi agenti dell'idiozia
fatta governo, pensano ancora che siano necessari i passaporti e i permessi
per parlare e ascoltare la dignita'. Siamo sicuri che tutti voi saprete
comprendere perche' l'imbecillita' crede che la nazionalita' divide gli
esseri umani. Vi chiediamo di perdonarli. Dopo tutto, dobbiamo ringraziare
il governo messicano per averci ricordato che siamo diversi, anche se lo ha
fatto con questa misera messa in scena. Ma bisogna anche ringraziare le
comunita' indigene che ci hanno ospitato in questi giorni ricordandoci che
siamo uguali.
Per questo noi zapatisti ci siamo proposti di lottare per un governo
migliore qui in Messico. Lottiamo per avere un governo che sia un poco
intelligente e che capisca che la dignita' no sa nulla di passaporti, visti
e altri cose ridicole. Questo vogliamo ora ed e' certo che lo otterremo.
Ma finche' cio' accada, a nome delle comunita' indigene, vi chiediamo per
favore che quando passerete per i posti di controllo al ritorno, facciate i
complimenti al governo messicano per il successo raggiunto nell'assedio
contro un movimento indigeno ribelle che, come e' evidente, ha influenza
solamente su 4 municipi dello stato messicano sudorientale del Chiapas.
Alcuni dei migliori ribelli dei cinque continenti sono arrivati alle
montagne del sudest messicano. Tutti hanno portato molte cose. Hanno portato
parole e orecchie. Hanno portato le loro idee, i loro cuori, i loro mondi,
per questo sono arrivati alla realta'
Un mondo fatto di molti mondi si e' incontrato questi giorni nelle montagne
del sudest messicano. Un mondo fatto di molti mondi si e' fatto strada e ha
conquistato il suo diritto a essere possibile, ha alzato la bandiera
dell'essere necessario, si e' piantato in mezzo alla realta' della Terra per
annunciare un futuro migliore. Un mondo di tutti i mondi che si ribellano e
resistono al Potere, un mondo di tutti i mondi che parlano questo mondo
opponendosi al cinismo, mondo che lotta per la umanita' e contro il
neoliberismo. Questo e' stato il mondo che abbiamo vissuto in questi giorni,
questo e' il mondo che abbiamo incontrato qui...
Questo incontro non termina nella realta'. Succede solo che ora deve cercare
un luogo per andare avanti.
Ma cosa succede dopo?
Un nuovo numero nella inutile numerazione delle numerose internazionali?
Un nuovo schema che tranquillizzi e che allevi l'angoscia per mancanza di
ricette?
Un programma mondiale per la rivoluzione mondiale?
Una teorizzazione dell'utopia perche' continui a mantenere la sua prudente
distanza dalla realta' che ci angoscia?
Un organigramma che assicuri a tutti un posto, una carica, un nome e nessun
lavoro?
In seguito l'eco, l'immagine riflessa del possibile e del dimenticato: la
possibilita' di parlare e ascoltare.
Non la eco che si spegne lentamente o la forza che decresce dopo essere
arrivata al punto piu' alto.
Ma la eco che rompe e continua.
L'eco del proprio piccolo, del locale e del particolare, riverberando nella
eco del piu' grande, dell'intercontinentale e del galattico.
La eco che riconosca l'esistenza dell'altro e non prevarichi o cerchi di
ammutolire l'altro.
La eco che prenda il suo posto e parli con la sua voce e parli la voce
dell'altro.
La eco di questa voce ribelle che si trasforma e rinnova in altre voci.
Una eco che si converta in molte voci, in una rete di voci che, di fronte
alla sordita' del Potere, scelga di parlare a se stessa, sapendosi una e
molte, conoscendosi uguale nella sua aspirazione ad ascoltare e a farsi
ascoltare, riconoscendosi diversa nelle tonalita' e livelli delle voci che
la formano.
Una rete di voci che resistono alla guerra che il Potere fa loro.
Una rete di voci che non solo parlino, ma che lottino e resistano per
l'umanita' e contro il neoliberismo.
Una rete  di voci che nasce resistendo, riproducendo la sua resistenza in
altre voci ancora mute e solitarie.
Una rete che copra i cinque continenti e aiuti a resistere la morte che ci
promette il Potere. 
In seguito ci sara' una grande borsa di voci, suoni che cercano un luogo
entrandoci con gli altri.
In seguito la gran borsa rotta che contiene il meglio di se stessa si apre
per il megli che nasce e cresce.
In seguito la borsa specchio di voci, il mondo in cui i suoni possano essere
ascoltati separatamente, riconoscendo la loro specificita', il mondo in cui
i suoni possono essere inclusi in un unico grande suono.
In seguito la riproduzione di resistenze, il non sono d'accordo, il io sono
un ribelle.
In seguito il mondo con molti mondi di cui ha bisogno il mondo.
In seguito l'umanita' che si riconosce plurima, differente, includente,
tollerante con se stessa, con speranza.
In seguito la voce umana e ribelle consultata nei cinque continenti per
farsi rete di voci e di resistenze.
In seguito la voce di tutti quelli che siamo, la voce che parla questa....

SECONDA DICHIARAZIONE DELLA REALIDAD PER L'UMANITA' E CONTRO IL NEOLIBERISMO

Fratelli e sorelle d'Africa, Asia, America, Europa e Oceania:
Considerando che siamo:
contro l'internazionale della morte, contro la globalizzazione della guerra
e la corsa agli armamenti.
Contro la dittatura, contro l'autoritarismo, contro la repressione.
Contro le politiche di liberalizzazione economica, contro la fame, contro la
porverta', contro il furto, contro la corruzione.
Contro il patriarcato, contro la xenofobia, contro la discriminazione,
contro il razzismo, contro il crimine, contro la distruzione dell'ambiente,
contro la militarizzazione.
Contro la stupidita', contro la menzogna, contro l'ignoranza.
Contro la schiavitu', contro l'intolleranza, contro l'ingiustizia, contro
l'emarginazione, contro l'oblio.
Contro il neoliberismo.
Considerando che noi siamo:
Per l'internazionale della speranza, per la pace, giusta e degna.
Per la nuova politica, per la democrazia, per le liberta' politiche.
Per la giustizia, per la vita e il lavoro degni.
Per la societa' civile, per i pieni diritti per le donne in tutti gli
aspetti, per il rispetto degli anziani, dei giovani e dei bambini, per la
difesa e la protezione dell'ambiente.
Per l'intelligenza, per la cultura, per l'educazione, per la verita'.
Per la liberta', per la tolleranza, per l'inclusione, per la memoria.
Per l'umanita'.

                DICHIARIAMO:

PRIMO Che faremo una rete collettiva di tutte le nostre lotte e resistenze
particolari. Una rete intercontinentale di resistenza per l'umanita'.
Questa rete intercontinentale della resistenza cerchera',  riconoscendo le
differenze e conoscendo le somiglianze,  di incontrarsi con altre resistenze
in tutto il mondo. Questa rete intercontinentale della resistenza sara' il
mezzo con il quale le diverse resistenze si appoggino le une alle altre.
Questa rete intercontinentale di resistenza non e' una struttura
organizzativa, non ha centro reggente ne decisionale, non ha un mandato
centrale ne' gerarchie. La rete siamo noi tutti che resistiamo.
SECONDO Che faremo una rete di comunicazione tra tutte le nostre lotte e
resistenze. Una rete intercontinentale di comunicazione alternativa contro
il neoliberismo, una rete intercontinentale di comunicazione alternativa per
la umanita'.
Questa rete intercontinentale di comunicazione alternativa cerchera' di
tessere i canali perche' la parola cammini tutti i cammini che resistono.
Questa rete intercontinentale di comunicazione alternativa sara' il mezzo
tramite il quale comunicheranno tra loro le diverse resistenze. Questa rete
intercontinentale di comunicazione alternativa non e' una struttura
organizzativa, non ha un comando ne' gerarchie. La rete siamo noi tutti che
parliamo e ascoltiamo.
Questo dichiariamo:
Parlare e ascoltare per l'umanita' e contro il neoliberismo. Resistere e
lottare per la umanita' e contro il neoliberismo.

Per il mondo intero:
Democrazia!
Liberta'!
Giustizia!
Da qualunque realta' di qualunque continente.

Fratelli e sorelle:
Non proponiamo che i presenti firmino questa dichiarazione e che questo
incontro termini oggi.
Noi proponiamo che l'incontro intercontinentale per l'umanita' e contro il
neoliberismo continui in ogni continente, in ogni paese, in ogni campagna e
in ogni citta', in ogni casa, scuola o posto di lavoro in cui vivono esseri
umani che vogliono un mondo migliore.
Le comunita' indigene ci hanno insegnato che per risolvere un problema, non
importa quanto sia grande, e' sempre bene consultare tutti quanti. Per
questo proponiamo che si realizzi un incontro intercontinentale su questa
dichiarazione. Proponiamo che questa dichiarazione sia distribuita in tutto
il mondo e venga realizzata,  almeno in tutti i paesi che hanno partecipato,
un incontro con la seguente domanda:
"Sei  d'accordo a sottoscrivere la Seconda Dichiarazione della Realidad per
l'Umanita' e contro il Neoliberismo?"
Proponiamo che questo "Incontro Intercontinentale per l'Umanita' e contra il
Neoliberismo" venga realizzato nei cinque continenti durante la prima
quindicina del mese di dicembre 1996.
Proponiamo che questo nuovo incontro venga organizzato nello stesso modo in
cui e' stato organizzato questo incontro, che tutti i partecipanti e quelli
che non sono potuti essere presenti e che pero' ci hanno accompagnato da
lontano in questo incontro, organizzino e realizzino l'incontro. Proponiamo
che vengano usati tutti i mezzi possibili e impossibili per arrivare a far
incontrare il maggior numero di esseri umani nei cinque continenti.
L'incontro intercontinentale fa parte della resistenza che organizziamo e un
modo di realizzare contatti e incontri con altre resistenze. Nasce da un
nuovo modo di fare politica nel mondo,  questo e' cio' che vuole essere
l'incontro intercontinentale.
Non solo questo. Proponiamo anche di convocare gia' il:

SECONDO INCONTRO INTERCONTINENTALE PER L'UMANITA' E CONTRO IL NEOLIBERISMO

Proponiamo che si svolga nella seconda meta' dell'anno 1997 e che il
continente europeo ne sia la sede. Proponiamo che la data precisa e il luogo
dell'incontro siano definiti dai fratelli europei in una riunione che
terrano dopo questo primo incontro.
Speriamo tutti che questo secondo incontro intercontinentale abbia luogo e
che sia, naturalmente, in un altro continente. Quando questo secondo
incontro sara' realizzato, vedremo il modo, e vogliamo sia chiaro fin d'ora,
di parteciparvi direttamente, indipendentemente dal luogo in cui si svolgera'.
Fratelli e sorelle:
Continuiamo a essere scomodi. E' falso cio' che ci dicono i teorici del
neoliberismo: che cio' e' sotto controllo, compreso cio' che non e' sotto
controllo.
Non siamo la valvola di sfogo della rivolta che puo' destabilizzare il
neoliberismo. E' falso che la nostra esistenza ribelle legittimi il Potere.
Il potere ci prenda. Per questo ci perseguita e ci cerca. Per questo ci
incarcera e ci uccide.
Nella realta' siamo una possibilita' che lo puo' sconfiggere e farlo sparire.
Forse non siamo molti, pero siamo uomini e donne che lottano per l'umanita',
che lottiamo contro il neoliberismo.
Siamo uomini e donne che lottano in tutto il mondo.
Siamo uomini e donne che amano per tutti e cinque i continenti.

Democrazia!
Liberta'!
Giustizia!

Dalle montagne del Sudest messicano.
Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno
Comando Generale dell'EZLN
La Realidad, Pianeta Terra, Agosto 1996

(traduzione di ECN Padova dal quotidiano messicano Cuarto Poder di domenica
4 agosto 1996)

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