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Strategie del controllo e dinamiche di sottrazione |
Le architetture dell'esclusione: i quartieri, le città, la carcerizzazione della società.
Riconsiderare gli spazi urbani come metodi di comunicazione antagonista.
Ogni muro è un media potente.
L'Anarcociclismo è una tattica di guerriglia culturale che mira a
riappropriarsi degli spazi urbani, detournandoli dal loro significato
originario di puro luogo di transito e/o consumo-produzione verso nuove
funzioni tese a creare panico o sconcerto nel passante.
Ogni pezzo della città non è niente in se, ma ha solo una funzione per
se, quella che gli viene attribuita dalle autorità.
Non vengono concessi i tempi ed i mezzi per interrogarsi sulle funzioni
di uno spazio pubblico perché questo è proprio il punto di rottura tra
una pretesa oggettività di sistema e le potenzialità insurrezionali
delle soggettività di chi negli spazi vive e transita tutti i giorni.
In città tutti tirano dritto velocemente perché a nessuno piace vedere
in che schifo gli tocca vivere, e soprattutto perché poi dovrebbe
interrogarsi sui motivi che creano quello schifo.
Le città , anche quelle più piccole, sono assolutamente collassate dal
traffico prodotto da mezzi (le auto) in realtà totalmente inadeguati
agli spazi urbani; non c'è nessun motivo per il proliferare delle auto
tranne che il capitale ne ha bisogno.
Quello che l'Anarcociclismo propone è di portare la discussione fuori,
nelle strade.
Trasformare ogni giorno, ogni notte, gli angoli e i crocevia delle città
in giganteschi media.
Non stiamo parlando dei soliti manifesti che si fermano a leggere solo
persone a cui è solitamente scontato che comunque importi qualcosa
dell'argomento in questione. questo non è riappropriarsi delle città.
RIAPPROPRIARSI DELLE CITTA' significa creare fisicamente Zone
Temporaneamente Autonome tramite recinzioni, nastri segnaletici,
performance (anti)artistiche. Le T.A.Z. non hanno bisogno di essere
continuamente gestite e difese; il loro intenso significato politico è
già chiaro ed esplicito con la loro presenza. Quello che conta è porre
Beppe Classemedia continuamente in contatto con l'assurdo, con
l'incongruo, con quell'irrazionale che gli può mostrare quanto è assurdo
e irrazionale il suo mondo; quanto è crudele. Non serve ad un cazzo
mettere immagini gore di animali sezionati su siti internet visitati da
50 persone l'anno; vanno portate nelle strade, sparate in faccia a chi
il giorno esce di casa bello fresco dopo la sua doccia con il
bagnoschiuma dermatologicamente testato e non sa e non vuole sapere che
per quei test (inaffidabili) sono stati torturate centinaia di "dolci
bestiole" (azione che stanno portando avanti Anarcociclismo e ALF
Milano).
Lo stesso vale per ogni tipo di immagine che viene utilizzata dai media per attrarre la morbosità degli spettatori o per esorcizzare i loro sensi di colpa. Prendiamo le immagini che la società dello spettacolo ci offre ogni giorno in pasto, avveleniamolo con una surreale ed ironica dose di realismo e rificchiamogliela in gola. Chiudersi nei ghetti con slogan e belle parole non ci serve a un cazzo, se non a farci marcire.
L'attacco dell'irrazionale (o, anarcociclisticamente, del pluridemensionale) al Capitale ed alla Società dello Spettacolo va portato avanti Qui ed ORA.
KlaasKomm, Anarcociclista
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