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Strategie del controllo e dinamiche di sottrazione

[Contributi]

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Sistemi di sorveglianza digitale a Londra

Quanto i sistemi di sorveglianza elettronici siano ormai diffusi, forse solo in pochi acuti osservatori se ne sono accorti, eppure in tutto il mondo sono ormai oggetti come CCTVs (telecamere a circuito chiuso) che rendono la vita impossibile a chiunque abbia intenzione di mantenere un minimo livello di privacy nella propria vita. Questo mio tentativo di analisi del fenomeno della sorveglianza digitale prende le mosse da un articolo apparso sul "Mirror", quotidiano inglese, del 19/2/1999, articolo questo che descrive l' innumerevole numero di telecamere che quotidianamente segue, come un Orwelliano Grande Fratello, la vita di milioni di cittadini londinesi e non, e la fissa su nastri magnetici dall' oscuro ed arcano destino. Che queste telecamere siano sempre esistite all' interno di grandi negozi e catene della grande distribuzione, l' abbiamo sempre saputo: chi di noi non è mai stato sorpreso a rubare in un supermercato a causa loro? Ma il fenomeno si è recentemente sviluppato in maniera esponenziale, sia dal punto di vista puramente numerico, sia dal punto di vista "urbanistico" e strategico: come giustamente notano D. Garcia e G. Lovink, ciò che differisce il media "tattico" da quello "strategico" è il diverso uso che è possibile fare dello stesso canale informativo, uso creativo e poliedrico versus uso statico e perennemente ricollegabile ad una medesima linea, perciò, trasponendo questo discorso al tema di cui stiamo trattando, risulta logico con quale meticolosità e dispendio di pubblici danari l' Establishment britannico stia investendo in sistemi in grado di monitorare i singoli cittadini lungo le principali vie, non a caso quelle in cui si trovano i negozi più ricercati e famosi, da sempre meta di turisti ipercashati, i ristoranti più pregiati e i palazzi residenza dei personaggi illustri del jet set (chiamatela comeccazzo vi pare, alta società, crème, o cazzosòio) del centro città. Zone come Kensigton, Piccadilly, Oxford Street sono letteralmente tappezzate di CCTV collegate con le più vicine centrali di polizia, che non lasciano nemmeno un francobollo di terra immune dal loro occhi vigile 24h su 24, ed al mio di occhio, del tutto alieno ai sistemi di sorveglianza in strada, tutto ciò è parso come un palese tentativo dell' Establishment di appropriarsi della privacy dei cittadini che, consenzienti o meno, si trovano di fronte ad un obbligo bello e buono: nessuno ha mai chiesto permessi o pareri a nessuno, sono apparse e basta!
Ma ciò che mi ha lasciato letteralmente allibito è il fatto che si cominciano a vedere oggetti della stessa natura anche in zone assolutamente più periferiche, o per lo meno, non all' interno della "City": Hammersmith, Fulham, Islington ed anche l' ultimo baluardo di una Londra "disobbediente", Brixton hanno visto i propri piloni dell' illuminazione stradale ricoprirsi di telecamere e cartelli che avvisano della loro presenza. Tutto lascia pensare ad un' operazione su vasta scala espressamente studiata per estendere il controllo dalle zone tradizionalmente in mano alla "middle-upper class" a quelle più tipiche della classe operaia e piccolo borghese, e per rendersi conto di cosa stanno realmente tramando i vertici della polizia londinese e, più in generale, britannica è sufficiente entrare in possesso di un qualunque info-leaflet (volantino informativo) del Brixton 121, storica casa occupata: le prime fasi di un piano di sorveglianza su scala cittadina si stanno svolgendo senza la minima opposizione da parte dei diretti interessati, i cittadini; solo pochi gruppi di attivisti dispersi nelle varie zone della città resistono a questo tecno-sopruso affollando le sale dei consigli di zona e sottolineando l' illiceità di questa campagna.
Ma tornando alla diffusione sul territorio di questi diabolici marchingegni, c'è da notare l' impressionante numero di unità vendute: negli ultimi 3 anni solo in G B 500.000, quali più a buon mercato, dalle basse pretese, quali con capacità di zoommare su un obbiettivo fino a 100 metri di distanza anche al buio, escludendo le telecamere "fuffa" di cui si sono dotati la maggior parte dei titolari dei piccoli negozi di alimentari, così diffusi a Londra. Altro aspetto lampante della faccenda è che di diffondere la notizia se ne è fatto carico un "tabloid" di pessima qualità come il Mirror piuttosto che un qualsiasi Guardian o Times, e qui ritorniamo a quella concezione dualistica tattico-strategico: risulta secondo me palese che la scelta del canale di comunicazione sia stata dettata dalla necessità di raggiungere un determinato pubblico, pubblico di elementi "scomodi" e potenzialmente pericolosi residenti nelle zone periferiche della città quali lavoratori, appartenenti alla classe operaia, e, vista l' enorme diffusione del suddetto quotidiano nella cintura esterna alla City, chiunque si possa potenzialmente sentire attratto, non a titolo, direbbe qualche esperto di giurisprudenza, dal welfare così appariscente delle zone centrali. Tutto appare come un monito che potrebbe suonare pressapoco:" Attenti, che il vigile occhio della Metropolitan Police veglia costantemente su di vojo", ed a chi potrebbe mai essere diretto un simile messaggio? Agli "instancabili" e ligi operatori economici? Agli appartenenti alla classe medio-alta? O più logicamente, a quel vastissimo numero di persone dal bassissimo livello culturale ( a proposito di questo, è importante sottolineare lo scarsissimo livello del sistema scolastico pubblico britannico), presso le quali messaggi allarmisti come questo hanno un effetto più "risonante"?


PARTE II
Nell' articolo, che non si dilunga in spiegazioni o chiarificazioni per più di 30 righe contate, quasi non importassero a nessuno, per incutere timore della "longa manus" dei nostri amici tutori dell' ordine pubblico si serve di numerose immagini che mostrano inquadrature di diversi luoghi, a diverse ore del giorno, dal significato molto spiccio: passa da luoghi propri di masse amorfe di lobotomizzati come His Master Voice (il virgin di qui), ad angoli di strade di Clapham Junction, zona piuttosto povera del sud di Londra, fino ad arrivare a locali notturni dall' aria piuttosto scadente... ma nemmeno benzinai e pubs sono lasciati scoperti. E ditemi se questa non è una psicocrazia bella e buona!
Uno dei più grossi problemi che la rapidissima espansione di questi circuiti CCTV pone è l' uso che le autorità facessero, una volta entrati in possesso dei nastri: un recente rapporto pubblicato dai compagni di TACTICAL MEDIA CREW, ai quali tra parentesi va il mio più grande ringraziamento per l' aver diffuso il materiale che permette a centinaia di "infobulimici" di perseverare nella loro opera di "smantellamento" della comune abulia, denominato STOA (Scientific and Technological Options Assessment) dimostra chiaramente come spesso e volentieri in diversi paesi non vi sia controllo alcuno sull' uso dell' enorme volume di informazioni che quotidianamente vengono immagazzinate dai computers delle polizie europee. Ciò che consente alle polizie europee di agire indisturbate, o quasi, è, secondo gli autori di questo delucidante rapporto, la palese mancanza di adeguate e dinamiche normative che tutelino il cittadino di fronte alla legge, riguardo i controlli incrociati che potessero eventualmente riguardarlo; in termini spicci, ciò che ci domandiamo è: chi valuta e stabilisce l' ammissibilità di nastri, filmati ed intercettazioni in sede legale, se proprio in virtù delle stesse tecnologie digitali che agevolano il controllo sul singolo è possibile una manipolazione pressochè inidentificabile dei dati in mano loro?

A rendere il quadro della situazione ancora più intricato si sono aggiunti da diversi anni diversi sistemi ottici originariamente destinati al controllo dei punti nevralgici del traffico nelle grandi metropoli, presto furbescamente riadattati ad efficaci sistemi di "global veichle tracking", ciò significa che queste micidiali telecamere digitali riconoscono al volo le targhe automobilistiche, e, inviando un segnale ad un qualsiasi satellite di comodo del tipo "GPS", è possibile seguire un veicolo pressochè lungo ogni suo spostamento, rendendo la vita dei nostri amici spioni simile ad una partita ai videogames... Ma ancor prima che venissero evoluti a questo livello, già alla fine degli anni 80, sistemi analoghi sono stati usati per videoriprendere gli insorti di Piazza Tienanmen, e ripescare i presenti con comodo, a questione sedata, per compiere torture e rastrellamenti all' interno dei diversi movimenti studenteschi!
Tornando un istante alla questione londinese, è importante sottolineare come gran parte dei nuovi sistemi di sicurezza digitali vengano testati ed immediatamente applicati inquesta città: sistemi come "Talon" della Cambridge Neurodynamics (il cyberpunk è già una realtà!), atto a mantenere un controllo pressochè totale su ogni veicolo che, di giorno o di notte, entra ed esce dai sobborghi londinesi verso qualsiasi direzione, in quanto questo micidiale sistema è stato migliorato di modo che potesse vedere anche al buio, ed i recenti tentativi di riconoscimento algoritmico delle facce per poi ricollegarle a file specifici locati in computers remoti, sono già un' allarmante verità... e le maglie si stringono... e l' anello d' acciaio intorno alla città segue a ruota!
Di fronte a questo desolante quadro, come dovrebbero comportarsi gli stati membri dell' UE per garantire ai propri cittadini un minimo livello di privacy? Come accontentarsi ulteriormente della risposta che viene ripetuta indefinitamente "male non fare, paura non avere"? Come porre queste reti, e le numerevoli altre che non sono state nominate in questa sede, sotto un' effettiva egida democratica? E soprattutto come mettere in piedi un concreto tentativo di dfenderci da tutto cio? Innanzitutto è importante sottolineare come, per quanto riguarda i numerosi sistemi di ascolto dei dati che viaggiano su linee telefoniche (Internet, Fax e Telex), già da diversi anni esiste un accordo chiamato STATEWATCH che vede alleati i paesi dell' UE, più USA, Australia, Nuova Zelanda, Canada e Norvegia nell' intercettazione di ogni informazione, alleanza questa mai messa al vaglio di nessun governo di nessun Paese: nessun Parlamento, e nessun Consiglio dei Ministri ha mai dato il proprio ok, e nemmeno nessuna stima sul volume e provenienza dei finanziamenti è mai stata resa pubblica, percui ciò che immediatamente salta all' occhio è l' assoluta segretezza ed illiceità di questi provvedimenti.
Il recupero di un livello di privacy all' interno dei propri movimenti e comunicazioni appare perciò sempre più impossibile, e ciò che riveste una notevole importanza a riguardo è la diffusione del massimo numero di informazioni a riguardo: se tutti sapessero quello che realmente accade, se la divulgazione di queste notizie toccasse il più ampio numero di soggetti possibile, sarebbe sicuramente più ostico il lavoro di chi si accingesse ad origliare dietro le porte.

A proposito di questo vale sicuramente la pena di dare un' occhiata alla pagina di TMCrew (TMCrew.org/lista.htm) è possibile scaricare numerosi softwares per crittare e codificare le comunicazioni via email, softwares questi considerati dal governo USA al pari di munizioni da guerra: tanto l' FBI teme la codifica dei messaggi che chi venisse trovato in possesso di tali programmi negli USA rischierebbe pene severissime e numerosi anni di reclusione!Per contenere l' espansione, sia numerica che qualitativa, di queste reti di sorveglianza appare assolutamente impellente uno studio da parte di esperti della materia per stabilire i parametri entro i quali possa essere ammesso un controllo sulle comunicazioni private, la compilazione di un codice di condotta unitariamente accettato da tutti i paesi Europei che limiti al massimo l' intervento degli USA in questioni esterne alla loro competenza e la creazione di un codice unificato di norme che vincolino l' utilizzo indiscriminato e del tutto alieno a qualsiasi forma di controllo di tali sistemi.Commissionare una serie di studi piu' dettagliati sulle implicazioni sociali, politiche, commerciali e costituzionali delle reti globali di sorveglianza elettronica citate nel presente studio, in vista dell'organizzazione di una serie di udienze di esperti al fine di rendere informata la futura politca EU in materia di liberta' pubbliche con conseguente pubblicazione potrebbe effettivamente contribuire a sensibilizzare l' attenzione di Parlamenti e cittadini su questo enorme problema, e magari aiutare concretamente ad abbattere il muro di silenzio e disinformazione che favorisce l' attuale stato delle cose! Appare anche necessario che il Parlamento Europeo receda tutte le richieste di controllo sulle telecomunicazioni da parte di organismi Intelligence statunitensi: in caso di necessità legate a movimenti antiterrorismo, che se ne incarichi un apposito organo nominato dai Paesi dell' UE: è palese che non possa essere ulteriormente tollerata un' intromissione di qualsiasi sorta di organismi altamente dannosi alla privacy dei cittadini, e dal dubbio status legale. In fine reputiamo assolutamente necessaria la creazione di un' apposita commissione di controllo sull' uso dei dati immagazzinati nei computers delle polizie mondiali, con particolare riguardo per le intromissioni statunitensi in questioni di sicurezza nazionale di Paesi europei, per limitare la sfera d' influenza poliziesca nella privacy di milioni di cittadini. E, last but not least, la diffusione di softwares di crittaggio appare l' unica maniera efficace per proteggere le proprie comunicazioni dall' occhio di spie e spioni di qualsiasi paese!


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