COSTUME


Una valutazione di un magistrato nel presiedere una camera di consiglio, è sempre subordinata all'assunzione di uno stile pro-fessionale che, una trasgressione ad uno dei benefici preconcessi ad altri detenuti attiva, con il verificarsi di un atteggiamento sfavorevole verso chi sequenzialmente si appresta a dover essere giudicato. Questo costume sottotraccia che Lei, da ex avvocato deve riconoscere, genera un meccanismo distorto con rifiuti a ca-tena ed inevitabili ulteriori periodi di osservazione, ignorando le competenze relazionali di esperti, la complessità e la etero-geneità delle osservazioni programmate per un intervento riedu-cativo. E' lecito parlare di un meccanismo non legittimo attra-verso il quale chi trasgredisce, compromette, modificando, le successive azioni in direzione di altri. D'accordo nel constatare che una istituzione totale rende tutti pari gerarchicamente, non può esserlo "in toto" rispondendo ciascuno in proprio delle pro-prie azioni.
Le situazioni dei singoli detenuti sono sempre individuali.Una reazione ritorsiva non può essere attuata anche se ci fosse un'affinità, un legame tra detenuti, non essendo legittimo l'atto.
Da questo dato di realtà, vorremmo portare in riferimento un altro dato da sottoporre alla considerazione e per vie diverse inter-pretative, entrambi contribuiscono a definire, la portata ed i motivi di questo uso e costume non legittimo ma usuale.
La possibile ripercussione disciplinare per superficialità di giu-dizio, che ricade sul magistrato indotta da una infrazio-ne al beneficio.

Questa ultima analisi non è da sottovalutare, in quanto dalla particolare enfasi che i giornali danno per convulsione di crona-ca, di riflesso sicuramente al magistrato comporta un richiamo.
In materia legislativa nessuna legge riesce ad abbracciare simul-taneamente tutte le condizioni , da lasciare scoperte delle aree e non per questo la Legge è da ritenere non valida.
E' ammessa una tolleranza accettabile.
In ragione di ciò, allo scopo di evitare, o anche ridurre la pratica rilevata, si rende necessario una incisiva azione del Mi-nistro, sul meccanismo che l'atto trasgressivo a monte genera, intervenendo con declamazione sulla effettiva irresponsabili-tà del magistrato, potendo lo stesso produrre consciamente o in-consciamente, un mezzo ritorsivo macroscopico e collettivo quin-di, considerare come fattore a rischio, una percentuale bassa di probabilità di insuccesso, come una trasgressione ai benefici è, da far rientrare nelle canoniche connotazioni elusive di una legge.



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