Nascono nuove istituzioni
che si impossessano del corpo
e privano della libertà


Le nuove istituzioni (assistenziali) sostituiscono quasi completamente il vecchio carcere comune ormai riservato ai colpevoli di reati pesanti oppure agli "irriducibili"ribelli al lavoro. Secondo alcuni studiosi la causa del diffondersi in Europa di queste nuove istituzioni fu un consistente calo demografico nel XVII-XVIII secolo che, riducendo "l’esercito industriale di riserva", fece crescere il prezzo della forza lavoro occupata; cosicchè al lavoro forzato venne meno il ruolo di calmiere del prezzo del lavoro nel "libero"mercato; rimase però l’altra funzione del carcere quella di rappresentare "l’educazione"al lavoro capitalistico. Si affermava in tutta Europa una concezione della vita legata ai valori di laboriosità, di accettazione dell’ordine costituito e di morigeratezza dei costumi, come gli unici valori che possano consentire all’uomo di vivere nella grazia di Dio e nella società. La povertà è vista perciò come una colpa, una punizione divina; il povero è perseguito ed è obbligato a redimersi e rieducarsi col lavoro e la disciplina.
A tal scopo vennero approvati (prima in Inghilterra, successivamente si estenderanno in tutta Europa) una serie di istituti, come quello del 1601 che riduceva il rifiuto del lavoro ad atto criminale; ed altri con i quali veniva stabilita l’obbligatorietà del lavoratore ad accettare la prima offerta di lavoro che gli venisse rivolta e contemporaneamente gli veniva vietato a contrattare col proprio padrone. E’ il periodo delle house of correction in Inghilterra, delle rasp-huis nei Paesi Bassi e dell’ hòpital in Francia.
Questa situazione europea dura fino alla seconda metà del XVIII secolo, quando, grazie all’avvento delle macchine, si passa dal sistema manifatturiero al vero e proprio "sistema di fabbrica".
La prima conseguenza di questo nuovo sistema di produzione è la riduzione del fabbisogno di forza-lavoro impiegata nella manifattura. Di nuovo masse di senza-lavoro si sparpagliano per l’Europa; si dilatano enormemente i processi dell’urbanesimo, del pauperismo, della criminalità. Si afferma quindi l’identificazione tra povero e individuo socialmente pericoloso.
Si reintroducono in carcere, massicciamente, le pene corporali; il lavoro produttivo, non più necessario è sostitutito con occupazioni a carattere esclusivamente afflittivo e si diffonde l’uso della segregazione cellulare.
Le nuove teorie rivoluzionarie borghesi, politiche e sociali, favoriscono l’affermarsi una nuova struttura giuridico-normativa (in Francia il codice rivoluzionario del 1791 e in Germania il codice bavarese del 1813) che stabilisce un’equivalenza tra delitto e pena cercando di sottrarre quest’ultima all’arbitrio; ma tutto questo rimane lettera morta sul versante pratico. La ragione è nel diffondersi del pauperismo che consiglia alle classi dominanti un più rigido controllo sociale sul proletariato, anche perchè, sull’onda della Rivoluzione francese, le forme di ribellioni proletarie cominciano a dotarsi di strumenti e contenuti politici (lo spettro giacobino incute ancora paura).
In questo clima vengono accolte con favore le teorie di alcuni "riforma-t
ori" inglesi tra cui Jeremy Bentham, che assegna al carcere, prioritariamente, un carattere intimidatorio e di totale control-lo e, ma solo all’interno di questo, realiz-zare il ruolo produttivo e risocializzante. E’ il progetto Panopticon basato sul "principio ispettivo"che i pochi (carce-rieri) possano controllare i molti (dete-nuti), e il controllo possa essere esercitato su tutti gli atti del carcerato nell’arco delle 24 ore giornaliere. E’ il risvolto carcerario della pretesa della ricca bor-ghesia in ascesa di riuscire a controllare totalmente le classi subordinate (Foucault76).

Queste teorie informeranno l’istituzione carceraria americana del XIX secolo: i carcerati sono perennemente esposti, ogni loro intimità verrà descritta, analizzata, classificata finchè l’internato introietterà progressivamente la consapevolezza della sua continua esposizione e diventerà esso stesso strumento del proprio assoggettamento. La filosofia di questo sistema è l’annientamento del "diverso"per far si che diventi un non-proprietario che non minaccia la proprietà. Una filosofia che impronta non solo il sistema carcerario ma tutto il controllo sociale poliziesco sul nascente proletariato.

Sul piano pratico vengono introdotte, dapprima in Inghilterra (legge del 1810 e il Goal Act del 1823) e poi in tutta Europa, alcune innovazioni: separazione tra i sessi, isolamento notturno e lavoro diurno in comune; le condizioni di vita nelle carceri peggiorano, così come peggiorano le modalità di vita e lavoro per i poveri nelle workhouses.
Sono gli anni della Restaurazione che caratterizzeranno tutta la metà del XIX secolo. In Inghilterra il nuovo indirizzo è sancito dal Prison Act del 1865; prevale l’isolamento cellulare continuo e l’uso del lavoro inutile e ripetitivo (modello filadelfiano = vedi appresso).

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