GENNAIO-FEBBRAIO 2002

Il 10 Gennaio 2002 si è svolto l’appello al Tribunale della Libertà. Le motivazioni erano supportate da una lettera scritta dai docenti di Roberta che la richiedevano a scuola. Una settimana dopo abbiamo saputo che la Corte del Tribunale della Libertà (che è sempre la stessa) ha espresso un giudizio negativo.
Il 7 Febbraio la Corte di Cassazione, presieduta dal giudice Mario Sossi, ha di nuovo respinto una domanda presentata dalle avvocate per gli arresti domiciliari. Precisamente si trattava di un ricorso contro la decisione negativa del Tribunale della Libertà del 31 Luglio 2001.
Pensiamo che il presidente di questa Corte sia la persona meno adatta a giudicare serenamente e soprattutto a discernere, visto che nel 1974 fu rapito dalle Brigate Rosse. Pensiamo anche che in un momento storico in cui la paura del terrorismo è facile strumento usato ovunque per influenzare le coscienze e quindi per reprimere indiscriminatamente con leggi liberticide, controlli di polizia, militarizzazione dei territori, nessun giudice possa essere migliore di un altro.
Non ci sono altre possibilità per una scarcerazione di Roberta prima dell’inizio del processo che, secondo i tempi tecnici, potrebbe iniziare a maggio.
Il Pubblico Ministero (il giudice accusatore) Di Siervo non ha ancora fissato la data per l’inizio del processo, ma continua a dichiarare che per lui il cerchio è chiuso e che non ha più bisogno di nuovi elementi.
La situazione è pesante!
Roberta è forte anche se sa di dover rimanere in prigione ancora a lungo. Ci scrive sempre e manda i suoi saluti più affettuosi a tutte e tutti quelle/i che le scrivono e che le sono vicine/i.
Noi vi chiediamo di continuare il lavoro di supporto sia per Roberta (scriviamole, scriviamole sempre!), sia per noi che, anche se la situazione del Comitato di sostegno è difficile, cerchiamo di esserle vicine e di continuare a lottare per la liberazione sua e di tutte e tutti !
Vi chiediamo anche di continuare la raccolta dei soldi, che servono sia per Roberta in carcere, sia per le spese legali.
Per avere informazioni su come inviarci soldi a sostegno della campagna potete scrivere a robertalibera@ghostmail.net Il numero di fax del Ministero di Giustizia per inviare lettere di protesta. Il numero di fax della Segreteria del Ministro Castelli è 06.68897386

NOVEMBRE 2001

Nell’ambito dell’inchiesta che riguarda Roberta, il 12 Novembre 2001 Magistratura e polizia hanno arrestato Raoul, arresto che è stato motivato con il ritrovamento di un volantino all’interno dei computer sequestrati durante le perquisizioni effettuate il giorno dell’arresto di Roberta e Fabrizio. Le indagini ancora in corso, che riguardano nuovo materiale informatico sequestrato durante l’ultimo arresto, probabilmente si concluderanno all’inizio di marzo.

OTTOBRE 2001

La settimana scorsa, le avvocate di Roberta, Caterina Calia e Antonia Di Maggio, avevano presentato la domanda al GIP per gli arresti domiciliari motivandoli con la necessità da parte di Roberta di riprendere a frequentare il secondo anno della scuola Cine-Tv, i cui corsi sono iniziati ad Ottobre.
Lunedì 15 Ottobre il GIP, su parere del PM Di Siervo, ha respinto la domanda.
Le avvocate hanno già presentato un ricorso a questa decisione al Tribunale della Liberta'; così come sta anche andando avanti il ricorso in Cassazione fatto sulla prima sentenza del Tribunale della Libertà, che il 31 Luglio aveva già rifiutato gli arresti domiciliari. Ancora non sappiamo quanto bisognera' aspettare per avere queste due risposte, che comunque sono l'unica possibilità per Roberta di uscire di prigione prima dell'inizio del processo.All'inizio di Ottobre c'e' stato il primo interrogatorio (dopo quello che, all'indomani dell'arresto, aveva portato alla conferma della custodia cautelare) fatto dal PM, nel quale Roberta ha confermato la sua posizione, ovvero l'estraneita' ai fatti che le vengono imputati. Al termine dell'interrogatorio, il giudice ha dichiarato la sua intenzione di fissare il rinvio a giudizio, cioè l'inizio del processo. Cosa che pero' ancora non ha fatto.
Anche la consegna della perizia sul materiale informatico sequestrato durante l'arresto e le perquisizioni (computer e dischetti), che sarebbe dovuta avvenire il 20 Ottobre, probabilmente verra' posticipata.
La situazione ci sembra essere pesante!
Probabilmente gia' sapere che le mobilitazioni fatte il mese passato, 19-20-21 Settembre, sono andate molto bene: in tante citta' europee le donne e lesbiche hanno manifestato davanti alle Ambasciate italiane e mandato fax di protesta, a Roma abbiamo fatto una manifestazione davanti a Ministero di Giustizia.
Noi vi chiediamo di continuare il lavoro di supporto sia per Roberta (scriviamole, scriviamole sempre!), sia per noi che qui a Roma cerchiamo di esserle vicine e di lottare per la sua liberazione!
Vi chiediamo anche di continuare la raccolta dei soldi, che servono sia per Roberta in carcere, sia per le spese legali.
Per avere informazioni su come spedirci i soldi scrivete a robertalibera@ghostmail.net .

31 LUGLIO 2001

Il 31 luglio il tribunale della liberta' ha respinto la richiesta di arresti domiciliari avanzata dai legali di Roberta. Le motivazioni sono del tutto pregiudiziali: l'unico indizio su cui poggia l'accusa sono le schede telefoniche utilizzate per delle rivendicazioni fatte alla stampa e, prima ancora che un regolare processo lo abbia accertato, il tribunale della liberta' da per scontato che tali schede siano state in possesso e utilizzate da Roberta e dagli altri imputati, come conseguenza di questo da per scontata l'appartenenza di Roberta ad una associazione sovversiva volta all'abbattimento delle istituzioni democratiche e respinge l'istanza di scarcerazione per una supposta pericolosita' sociale.
Ancora una volta ci chiediamo che fine abbia fatto la "presunzione di innocenza", baluardo delle istituzioni e del diritto "democratici". Questo processo, come molti altri, e' politico: parte da un teorema precostruito dagli apparati di sicurezza che, nati dalle leggi speciali negli anni degli "opposti estremismi", traggono il loro motivo di esistere dalla presenza di reali o piu' spesso presunte organizzazioni sovversive. Non solo non si aspetta il verdetto del tribunale per sancire la colpevolezza di qualcun@, e fin dal primo giorno sono i mezzi di informazione a condannare diffondendo notizie allarmistiche e diffamatorie, ma le accuse per reati associativi vengono utilizzate anche per reati che non le giustificano, ben sapendo che la pena per associazione sovversiva e' molto molto maggiore di quella per un piccolo incendio di fronte a una vetrina chiusa.

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