LETTERA DI ROBERTA E FELICIA
DETENUTE NEL CARCERE FEMMINILE DI REBIBBIA

Gennaio 2002

Il carcere e' una struttura organizzata in maniera molto inefficiente e contraddittoria sotto ogni qualsiasi punto di vista, lo potremmo paragonare ad una voliera o allo zoo che ampliato e "abbellito" diviene come per magia un fottuto bio-parco che sempre di recinti e' costruito, cosi' come lo e' il carcere: tende a dare l'illusione di non trovarsi in una gabbia ma in uno spazio ampio e offrendo alcuni servizi (palestra, giardino, stereo, videoregistratore e tv con televideo, un paio di computers) bisogna ritenersi fortunate perche' invece che in uno zoo vivi in un bio-parco.
Essendo animali pensanti pero' si puo' "scegliere" di investire il tempo qui dentro nel modo più ottimale, cioe' di farlo fruttare per le proprie conoscenze personali, per non lasciarsi andare a tirare avanti contando i secondi, i minuti, le ore, i giorni, i mesi, gli anni: perdendo cosi' i giorni della tua vita, che nessuno ti ridara' mai più indietro, guardando stupidi programmi televisivi - la droga di stato - o giocando a carte - la droga del carcere -. Oppure cosa ancora più semplice e che va per la maggiore e' prendere la "famosa" terapia sotto forma di pillole, bustine e gocce per dormire, per spegnerti il cervello, per farti sentire felice, per mangiare, per non mangiare, per non soffrire, per cagare.
L'importante qui sembra non pensare lasciarsi scivolare la vita e il tempo fino al momento di uscire (per chi uscira') poi si vedra'! Il carcere non offre reali stimoli per chi invece ne ha bisogno, non offre personale competente, o meglio motivato, per le attivita' di svago o di istruzione, perché sei comunque dentro una gabbia e sei comunque considerata un animale o meglio un vegetale, per questo a nessuno, o quasi, importa realmente qualcosa di te, niente si fa con passione tutto si fa per soldi!
Una cosa pero' e' sicura! Che quando uscirai non avrai fatto niente per te stessa, non ti sarai costruita neanche un sogno di liberta' e quello che ti restera' di quest'esperienza sara' solo un'annotazione sulla tua fedina penale. E' come se il tempo si fosse arrestato, ma non e' cosi', e ti ritroverai in una realta' in una societa' diversa solo che tu sei sempre la stessa magari anagraficamente un po’ cresciuta e certamente con un po’ più di problemi da affrontare.
Per questo oggi come mai, siamo sempre più convinte che il carcere non sia utile a niente e a nessuna e nessuno, se non per arricchire le sporche tasche di chi lo gestisce e delle merde che scelgono di lavorarci.
E' un sistema che va abbattuto totalmente come del resto ogni societa' che lo prevede, perché sia chiaro che un anno o sedici o trenta non fanno alcuna differenza e non cambiano niente della personalità di una donna o di un uomo e se serve "solo" punire beh, complimenti!
Con la speranza che tutte le carceri del mondo saltino in aria

Roberta e Felicia
detenute presso il carcere femminile di Rebibbia