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L'aborto: tecniche mediche



Prima di decidere se sottoporsi all'aborto, o di scegliere dove e come farlo, avete diritto e bisogno di conoscere i procedimenti adottati a ogni stadio della gravidanza e i rischi che comportano, oltre alle spese.
In questa sezione ne daremo qualche cenno.
Dopo la fecondazione, l'ovulo si installa, a una settimana circa dal concepimento, nel rivestimento dell'utero e continua a crescere.
Alla fine del primo mese (sei settimane circa dall'ultimo ciclo mestruale) l'embrione è una piccola massa di tessuto delle dimensioni di un pisello, mentre per nutrirlo si sviluppa un'altra massa, detta placenta.
Alla fine del secondo mese (10 settimane dall'ultimo cielo) l'embrione, che a partire da questo momento si chiama feto, è lungo circa 2,5 cm e comincia ad assumere una sagoma umana.
A tre mesi il feto, lungo circa 8 cm, è immerso in una sorta di sacca piena di liquido, il sacco amniotico, che lo circonda e lo protegge. Intorno alla 20' settimana si percepisce, con gli strumenti adatti, il battito del cuore del feto, e la madre ne sente i primi movimenti.
Tra la 24' e la 28' settimana il feto raggiunge le condizioni che gli consentono, se la madre ha un aborto, di sopravvivere almeno per qualche tempo, grazie alle cure ospedaliere.
L'aborto procurato asporta tutto quanto si trova nell'utero (feto, placenta e rivestimento) riportando l'organismo alla condizione di non gravidanza.
A seconda delle dimensioni raggiunte dal feto si impiegano metodi diversi, cui accenniamo qui sotto.
Ricordate che grazie ai continui progressi dei procedimenti per l'aborto alcune informazioni fornite qui saranno forse, quando le leggerete, già superate.

Aspirazione endometriale

Detta anche regolazione mestruale o aborto preventivo (eseguito prima di verificare la gravidanza), e impropriamente "estrazione mestruale."
Quando si esegue: a partire dal momento in cui cadono le mestruazioni e fino alla diagnosi positiva di gravidanza (4-6 settimane dopo l'ultima mestruazione).
Il metodo: attraverso il collo dell'utero, senza dilatarlo, si inserisce nell'utero una cannula flessibile di plastica, la cui estremità è fissata a una fonte di suzione - una pompa elettrica o meccanica, o, nella gravidanza precocissima, una siringa - che risucchia delicatamente i tessuti nella parete uterina, ossia l'endometrio o rivestimento cresciuto durante le quattro settimane del ciclo mestruale, e, se la donna è incinta, la particella di tessuto fetale.
L'operazione dura pochi minuti e provoca qualche crampo, che passa subito: l'anestesia (locale) si rende raramente necessaria.
Origini del metodo: il tubo flessibile è un buon esempio di ricerca medica compiuta dalla donna per la donna. E' una tecnica sperimentata in gran parte dalle donne del Movimento di self-help al centro sanitario femminista di Los Angeles, che compiendo esperimenti all'interno del gruppo hanno elaborato strumenti e tecniche sicuri per asportare il rivestimento dell'utero nel momento in cui cadono le mestruazioni.
Il procedimento, compiuto su queste basi sperimentali, è detto estrazione mestruale e ha lo scopo di risparmiare alla donna il fastidio o la sofferenza del periodo mestruale, e in questo contesto non è inteso come un aborto. Sono necessarie ulteriori ricerche per sapere se l'estrazione del rivestimento uterino a ritmo mensile non ha conseguenze.
Disponibilità: come metodo di aborto preventivo, eseguito in previsione di un'eventuale gravidanza, è stato adottato da molti consultori femminili e da alcuni gabinetti medici, ma non è molto diffuso al momento.
Rischi e complicazioni: non disponiamo ancora di molti dati, ma rischi, complicazioni ed effetti collaterali sembrano ridottissimi.
La flessibilità del tubo significa minor rischio di ledere o perforare l'utero. Poichè non richiede la dilatazione del collo dell'utero, il rischio di pregiudicare la sua funzione nelle gravidanze successive è minore che nell'aborto in una fase più avanzata.
Vantaggi: può essere eseguito da personale paramedico addestrato; elimina le spese e l'attesa degli esami di gravidanza; le complicazioni sono minime; richiede poco tempo; è relativamente economico; dà alla donna immediato sollievo psicologico.
Svantaggi: in molti casi può essere eseguito inutilmente: molte donne con un ritardo di una settimana nelle mestruazioni non sono di fatto incinte.
In secondo luogo, forse perchè il tessuto fetale a questo stadio è così minuto, è difficile avere la certezza che è stato rimosso, e a volte infatti la donna resta incinta.
Per questo pur trascurabile rischio, conviene compiere un test di gravidanza a circa una settimana di distanza.
Controindicazioni: l'aborto preventivo non andrebbe forse praticato a chi ha un gruppo sanguigno Rh negativo, per la remota possibilità di isoimmunizzazione.

Aborto molto precoce (detto anche evacuazione uterina precoce)
Quando: si esegue dopo un test positivo di gravidanza, fino a 7-8 settimane dopo l'ultima mestruazione.
Dove: in uno studio medico o in ospedale.
Metodo: uguale al precedente. Non si ha dilatazione cervicale; si usa un tubo flessibile.
Durante queste prime settimane di gravidanza solitamente non si ricorre al metodo più comune della dilatazione ed evacuazione, perchè in questo primo periodo l'apertura del collo dell'utero è molto stretta, e tale metodo, che richiede un tubo non flessibile e la dilatazione del collo dell'utero, ha un tasso di complicazioni leggermente più alto.
Disponibilità: non è ancora molto diffuso. Sovente si chiede alla donna di aspettare la 7'-8' settimana dopo l'ultima mestruazione per poterle praticare la dilatazione ed evacuazione.
Rischi e complicazioni: gli stessi del precedente.
Vantaggi: complicazioni minime; perdita di sangue ridotta; costo relativamente basso; rapido sollievo psicologico; può essere eseguito da personale addestrato.
Svantaggi: lo stesso lieve tasso di fallimento del precedente.
Controindicazioni: le stesse del precedente.

Dilatazione ed evacuazione (detta anche aspirazione)

Quando:
da 7 a 12 settimane dall'ultima mestruazione.
Dove: studio medico, ospedale o ambulatorio.
Metodo: viene dilatato l'orifizio del collo dell'utero fino a farvi penetrare l'estremità (vacurette) di un tubo non flessibile; estremità che può misurare fino a 12 mm, a seconda dell'estensione della gravidanza e delle dimensioni del tessuto fetale.
Nella vagina, l'altra estremità viene attaccata a un tubo flessibile collegato all'aspiratore, una pompa elettrica o a volte meccanica.
La suzione dell'aspiratore stacca il tessuto fetale dalle pareti uterine e le risucchia attraverso il tubo depositandole in un contenitore all'interno dell'apparecchio.
Il procedimento dura una decina di minuti. (Vedere una descrizione più completa in "Aborto per aspirazione".
Rischi e complicazioni: qualche rischio di perforazione, infezione, emorragia, aborto incompleto.
Vantaggi: rapido e facile da eseguire, può essere affidato a paraprofessionisti; tasso ridottissimo di complicazioni; poco doloroso per la maggior parte delle donne; relativamente poco costoso; praticato quasi dappertutto.
Svantaggi: tasso di complicazioni leggermente più elevato che per l'aborto molto precoce.
Disponibilità: è il metodo più comunemente usato. (per l'Italia vedi legge 194)

Dilatazione e raschiamento

Quando:
da 8 a 12 e a volte 15 settimane dall'ultima mestruazione.
Dove: di solito in ospedale, perchè richiede l'anestesia generale. Disponibilità: si tratta di un intervento ginecologico corrente in caso di sterilità, irregolarità mestruali persistenti, perdite eccessivamente forti.
Un tempo era il metodo più usato nell'aborto durante il primo trimestre; ora è sostituito dal metodo per aspirazione, che è più veloce, più facile e leggermente più sicuro e che si può eseguire sotto anestesia locale.
A un medico privato che raramente esegua aborti, il metodo del raschiamento sembrerà forse più familiare.
A volte tale metodo viene impiegato anche a 15 settimane dall'ultima mestruazione, perchè, sebbene meno sicuro dell'aborto entro le 12 settimane, ha un tasso di complicazioni e di mortalità più ridotto dei procedimenti descritti sotto.
Per chi è incinta da 13 settimane, questo metodo consente un sollievo emotivo assai più forte che aspettare fino alle 16 settimane necessarie all'aborto indotto.
Metodo: viene dilatato il collo dell'utero come per l'aspirazione, ma solitamente in misura maggiore.
Dopo la dilatazione il medico stacca il rivestimento uterino con la "curette," un anello metallico con un manico lungo e sottile, e rimuove il tessuto fetale col forcipe.
Rischi e complicazioni: perforazione, infezione, emorragia. Perdita di sangue un po' più abbondante che nella dilatazione ed evacuazione.
Vantaggi: rispetto al metodo per aspirazione, nessun vantaggio dalle 7 alle 12 settimane; da 12 a 15 è l'unico metodo praticato correntemente.
Svantaggi: maggior dilatazione, emorragia più forte, anestesia totale, costo elevato: tutti punti a sfavore di questo metodo, entro le 12 settimane, rispetto al metodo per aspirazione.

Travaglio indotto con infusione intra-amniotica: di soluzione salina, di prostaglandine. Detto anche aborto tardivo

Quando
: da 16 a 24 settimane dall'ultima mestruazione.
Dove: in ospedale.
Metodo: quando la gravidanza arriva a 12-15 settimane l'utero si dilata e si inclina e le sue pareti si fanno più sottili, delicate e spugnose, così da rendere più facile, con il metodo dell'aspirazione e del raschiamento, la perforazione e le forti emorragie, mentre il feto diventa troppo grosso per poterlo asportare con tali sistemi. Dopo 16 settimane si preferisce perciò provocare il travaglio così da indurre l'aborto tramite il processo naturale delle contrazioni uterine e della dilatazione cervicale, come nel parto normale. Nel sacco amniotico che circonda il feto viene iniettata ("istillata") una soluzione che provoca l'aborto. (Questo metodo non si può impiegare prima delle 16 settimane perchè il sacco amniotico non è ancora abbastanza grande da poterlo localizzare con precisione). Alcune ore dopo le contrazioni fanno dilatare il collo dell'utero ed espellere il feto con la placenta.
Fino a poco tempo fa la soluzione più usata era una soluzione salina ipertonica; di recente però l'FDA ha approvato la prostaglandina f,2, una sostanza affine agli ormoni che si trova in quasi tutti i tessuti organici e che appare per natura nel corpo femminile al momento del parto dopo una gravidanza portata a termine.
Rischi e complicazioni: più alti che nell'aborto precoce. Con la soluzione salina è presente un lievissimo rischio di shock o disturbo della coagulazione .
Sia con tale soluzione che con le prostaglandine è possibile un'emorragia (10 su 1000 aborti con soluzione salina), la ritenzione della placenta (40 su 1000 con soluzione salina, di più con le prostaglandine), infezioni.' Controindicazioni: per la soluzione salina, disturbi al fegato o ai reni, scompenso cardiaco, ipertensione, anemia falciforme. Per le prostaglandine, episodi di convulsioni, epilessia, asma.
Vantaggi:
più sicuro dell'altro metodo di aborto tardo, l'isterotomia . Svantaggi: dal punto di vista medico, un tasso più elevato di rischi e di complicazioni che nell'aborto precoce; dal punto di vista emotivo, può essere un'esperienza straziante.
Partorire un feto morto è angoscioso sia per la donna che per chi l'assiste, e partorire un feto vivo, come può avvenire con le prostaglandine e con maggior probabilità più la gravidanza procede, è ancora più angoscioso. 1 costi inoltre sono elevati.
Disponibilità: non è praticato largamente: gran parte dei medici e delle cliniche preferiscono non proporlo a causa degli svantaggi elencati sopra. Anche quando viene impiegato, questo metodo è solitamente riservato alle gravidanze sotto le 20 settimane.

Isterotomia

Quando:
può essere praticata a partire dalle 10 settimane di gravidanza, ma di solito è riservata alle gravidanze da 16 a 24 settimane. E' di impiego molto raro.
Dove: in clinica, perchè è un intervento impegnativo. Perchè: serve nei casi in cui il metodo precedente è controindicato, o è stato già tentato varie volte senza successo.
Metodo:
come un taglio cesarco. Il feto viene estratto attraverso una pic- cola incisione nell'addome, praticato di solito sotto la linea dei peli del pube.
Rischi e complicazioni: ha il più alto tasso di complicazioni e di mortalità di tutte le altre tecniche abortive; rischi ulteriori derivano dall'anestesia generale, che è necessaria. Non compromette però il sistema riproduttivo (a differenza dell'isterectomia, con la quale non va confusa).