Presenza
internazionale in Palestina - luglio 2002
Corrispondenze dai territori occupati
09 luglio
2002 Continuano le operazioni militari, le incursioni dentro i campi, arrestano la gente oppure la uccidono in modo mirato come e successo anche ieri e oggi a Jenin, Nablus e Hebron e Ramallah. Nella striscia di Gaza nessuno dice che ogni giorno vengono uccisi soprattutto a kan Yunis e Rafah almeno 5 persone, la maggior parte delle quali sono in fila in attesa di passare ai chek point che dividono in tre la Striscia di Gaza. Questa politica di assedio e' usata da israele come un mezzo legittimo per prevenire gli attacchi da parte dei paletinesi, ma la realta' dimostra che non ha ragione, che anzi in questo modo alimenta questi attacchi. Anche oggi
un palestinese e' entrato a Gerusalemme a Jaffa sreet ed ha ucciso un
soldato riuscendo a fuggire. La motivszione da parte dei palestinesi, soprattutto tra i giovani a rispondere a questo soffocamento e' grossa, e in molte citta' si verificano scontri con i soldati... sassi contro carri armati. Questa chiusura in enclavi per tre milioni di persone non fa che alimentare la mancanza di speranza e la possibilita' di una vita libera. Il duraturo imprigionamento nelle enclavi sta paralizzando i sensi, il desiderio e la possibilita' di costruire qualcosa, di ricominciare, bloccando la creatività individuale e quella collettiva. Ma soprattutto sta spingendo più giovani disperati a sognare la propria reazione distruttiva alla politica israeliana, senza tenere conto di quanto difficile sarà ottenerla. Sul fronte israeliano, mentre Sharon dichiara che non deportera' Arafat perche' ne vede gia' la fine naturale, il ministreo degli esteri Shimon Peres si sta incontrando con persone dell'autorita' nazionale palestinese e ministri israeliani. Incontri
dicono per conoscersi....nelle quali vengono affrontate questioni economiche. Per quanto
riguarda la presenza degli internazionali, nonostante Israele stia perseguendo
anche nei nostri confronti la politica di allontanamento e divieto assoluto
di entrata nei territori, nonostante tutto molti sono coloro che riescono
a passare e ad imporre la presenza allentando dove e'possibile la pesantezza
della pressione dell'esercito. |