Lettera aperta dei promotori della manifestazione
del 9 marzo 2002
al Presidente Arafat


Noi, forze politiche, sociali, sindacali, democratiche, che partecipiamo oggi alla manifestazione per la pace, la vita, la terra e la libertà del popolo palestinese e a favore di una soluzione politica che preveda due stati per due popoli sulla base delle risoluzioni dell’ONU, esprimiamo la nostra solidarietà al popolo palestinese, vittima, da molti anni, della sistematica violazione dei più elementari diritti umani, civili e politici. La popolazione palestinese vive una situazione di drammatica precarietà a causa della distruzione delle case, delle scuole, degli ospedali, della devastazione dei campi, degli assasinii mirati; una situazione in cui il governo israeliano viola ogni forma di diritto, norme e convenzioni internazionali. Condanniamo l’escalation della violenza con cui il governo Sharon intende dare ai legittimi diritti del popolo palestinese, sanciti dalle convenzioni internazionali, una risposta esclusivamente militare, esasperando gli animi e creando le condizioni per una spirale di violenza terroristica le cui prime vittime sono le popolazioni civili.
Così Sharon ha distrutto le prospettive che si erano aperte con il processo di pace, mettendo a repentaglio la sicurezza e la stabilità dell’intera regione e aumentando i rischi di guerra nell’area mediterranea. Con questa manifestazione, ci impegnamo a dare continuità alle mobilitazioni: saremo con le missioni di interposizione pacifica, già in corso e che vedranno in Palestina il 30 marzo, giornata della terra, migliaia di persone dall’Italia e dall’Europa a chiedere una protezione internazionale per la popolazione palestinese; e di nuovo a giugno, per l’anniversario della guerra dei sei giorni, centinaia di migliaia di cittadini palestinesi, israeliani, europei e di altri Paesi si uniranno in una grande catena umana lungo i confini precedenti l’occupazione israeliana del 1967 per disegnare simbolicamente i due stati e intorno a Gerusalemme, capitale dei due popoli.
Ci impegniamo a far sì che si moltiplichino le iniziative di cooperazione fra l’Italia e la Palestina e che crescano gli impegni per far giungere alla popolazione palestinese aiuti concreti, come stanno già facendo centinaia di associazioni, comitati, ONG e molti Enti Locali. Ci adopereremo affinché questo percorso sia sostenuto e fatto proprio dal più ampio schieramento di soggetti politici, del mondo del lavoro, della cultura, dell’informazione e da ogni coscienza democratica disposta a condividere la causa palestinese e quella della pace. Abbiamo sostenuto e sosteniamo quella parte crescente della società israeliana che si oppone, coerentemente, all’occupazione militare e coloniale dei territori palestinesi.
Questa opposizione costituisce una speranza affinché dalla società israeliana emerga un’alternativa alle politiche di oppressione dei governi che si sono succeduti. Presidente Arafat, rinnoviamo la solidarietà politica e umana per l’illegale isolamento cui sei sottoposto da molti mesi. Siamo e saremo al fianco del popolo palestinese, unito nella lotta di resistenza – l’Intifada – contro l’occupazione e l’umiliazione che è costretto a subire, per la cessazione della violenza e l’immediato ritorno al tavolo delle trattative per realizzare lo Stato indipendente di Palestina e raggiungere una pace giusta e duratura per tutti i popoli della regione. Per questo è indispensabile che i dirigenti palestinesi possano operare in piena libertà.
Dobbiamo superare questa situazione di impotenza che ci coinvolge tutti, una situazione che non si addice alla nostra umanità e alla nostra storia. In Palestina ed in Israele abbiamo conosciuto tantissime donne e uomini che aspirano a vivere in pace e a poter garantire un futuro di felicità ai propri figli.
Anche noi siamo tantissimi e saremo sempre di più al loro fianco in questa sfida umana e politica e intendiamo portare avanti insieme a loro il nostro impegno per affermare con determinazione che costruire la pace è possibile, che la guerra non è un destino e che sapremo costruire un futuro più sicuro e più bello.



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