Presenza internazionale in Palestina - primavera 2002

Corrispondenze dai territori occupati


1 aprile 2002 - Deheishe camp - i tank si avvicinano

Ore 6.30 i tank israeliani stanno arrivando, sono ad un kilometro dal campo profughi. Manifestazione davanti ai carri armati israeliani

Non sono nemmeno le sette, quando mi chiamano per dirmi che stanno arrivando, che sono ad al Kader, all'altezza dell'ospedale Hamami, a circa un kilometro dal campo. mi sveglio anche se era da poco che mi ero messa a letto, e scendo per prendere in consegna le chiavi del posto dove siamo e un telefono per comunicare.

Le case del campo stanno ancora dormendo. La strada e' completamente deserta, silenziosa. Da lontano un lievissimo rombo dei carri che si avvicinano, quasi impercettibile. Con il passare dei minuti esce per strada il primo vecchio, dall'aria ormai troppo abituata a questa desolante immagine. Poi due donne che camminano a passo veloce sulla strada. Poi niente, nessuno, il sole da una parte che esce dalla collina, e nuvole nere che si avvicinano dalla parte opposta, da dove stanno avvicinandosi molto lentamente i tank dell'esercito israeliano. Normalmente a quest'ora ci sono gia' decine di mezzi, persone e carretti di felafel che girano, fumano suonano il claxon producendo ogni rumore che indica l'inizio del giorno, della vita quotidiana

...Ora nulla, solo un impercettibile suono che fa pensare a qualcosa di orribile che si sta avvicinando.

E' l'occupazione.

Ormai e' deciso, tutti i territori palestinesi in queste ultime ore sono stati presi, occupati ancora una volta da Israele, lasciando a terra vittime innocenti, citta' saccheggiate, case distrutte. Sharon ha deciso, deve essere duro contro il terrorismo. Questa volta gli arabi se ne devono andare, l'autorita' palestinese deve essere distrutta. Nessuno deve intromettersi, nessuno.....ma noi siamo qui, ad attendere che arrivino insieme a migliaia di palestinesi che per l'ennesima volta devono subire l'occupazione della propria terra ma anche della propria vita.

Non sappiamo ancora come avviene una occupazione, per questo finche' non saranno qui, non abbiamo niente altro da dire. Se non esprimere un'infinita tristezza.