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Campo Internazionale di Solidarietà


kefiah
Giornata di informazione e documentazione
nella citta di Al-Kalil (Hebron)


28.12.2000 Dopo tre mesi di coprifuoco la città di Hebron è stata riaperta. Sono stati tolti i blocchi di cemento che abitualmente mettono per chiudere le strade per impedire il passaggio alle macchine ed alle persone che vogliono entrare nella città.
Intorno ad Hebro sono stati costruiti i più grossi insediamenti dei coloni, e la stessa città è divisa in due zone H1 e H2 controllate rispettivamente dall'Autorità Nazionale Palestinese (ANP e dagli israeliani. In questa parte i coloni hanno comprato e costruito case per loro. In questo modo i coloni vengono protetti da circa 2000 soldati, che sono posizionati in ogni parte di questa sezione della città con insediamenti militari.

Ad Hebron abbiamo fatto incontri e raccolto materiale. Centri contattati:

Visita al TIPH, Temporary International Presence in Hebron

Missione nata a seguito degli accordi di Oslo e del massacro della moschea di Ibrahim sospesa dopo un paio di anni. Ripresa come TIPH2 dal 1997 dopo Oslo2. Composta da 6 paesi graditi sia a ANP che Israele: Norvegia (capo-missione), Italia, Danimarca, Svezia, Svizzera e Turchia.
Roberto Pellisseri, dell'esercito e' il portavoce degli italiani.
Il mandato e' di avere una forza di osservatori civili per contribuire a ripristinare la vita normale nella citta', riportare il senso di sicurezza nella popolazione palestinese.
Hebron e' suddivisa in due aree: H1 dove vivono circa 120-150.000 palestinesi a completo controllo palestinese, e la H2, con circa 600 coloni protetti da 2000 soldati israeliani che hanno il controllo amministrativo militare ma non amministrativo.
La TIPH controlla e sorveglia tutta l'area, specialmente il confine tra le due aree.

Come avviene il controllo?
A piedi, in macchina, con videocamere, tramite interviste, raccogliendo dichiarazioni da civili israeliani e palestinesi.
Vengono redatti dei reports a cadenza giornaliera, settimanale (con I soli eventi principali, e periodici (in genere ogni tre mesi).
Questi reports sono confidenziali e sono inviati solamente alle due parti, alle 6 ambasciate dei paesi partecipanti e alle Nazioni Unite.
Ci sono diverse strutture e comitati che consentono, tramite TIPH alle parti di incontrarsi, come il Joint Hebron Committee (JHC). Attraverso I cosiddetti liasons (ufficiali di collegamento) che chiedono alle parti notizie sui fatti (una specie di indagine).
Poi c'e' il Monitoring & Steering Committee, composta da rappresentanti israeliani e palestinesi; ci sono i Discussion Forums.

Come TIPH lavora? Non hanno armi, non hanno funzioni militari, non possono interferire nelle dispute, ma possono raccogliere informazioni e testimonianze. I fatti di Goldstein del 1994(29 morti nella moschea e centinaia di feriti anche con invalidita' permanenti) hanno fatto si' che fosse richiesta una presenza addizionale internazionale. Il primo passo fu un accordo tra Israele e Palestina per chiedere a Italia, Norvegia e Danimarca di fornire lo staff per una missione di osservatori. Il fallimento della prima missione e' stato dovuto al mandato poco chiaro e sulla riapertura del mercato (ancora non avvenuta) e della moschea, chiusi da IDF (la prima reazione al massacro dei 29 fedeli in preghiera fu.... Il coprifuoco sulla citta'!) per "motovi di sicurezza".
Dopo Oslo2, viene creata la nuova TIPH, da maggio 1996 a gennaio 1997 si lavora alla costituzione. Nel frattempo Hebron passa per l'80% sotto il controllo palestinese e nel febbraio 1997 inizia la missione vera e proprio cosi' come e' oggi. E' composta, attualmente, da 87 membri (13 danesi, 19 italiani, 25 norvegesi, 8 svizzeri, 10 svedesi e 12 turchi), in parte civili e in parte militari o con background in polizia. La delegazione italiana, con l'esclusione di due crocerossine e' composta da carabinieri.
Fino a febbraio 2000 la composizione e' stata di 120 persone e poi e' stata ridotta al numero attuale, a causa della situazione relativamente tranquilla.
In caso di necessita' il numero dei membri puo' essere aumentato fino a 180, cosa che probabilmente avverra'.
Negli ultimi 3 mesi ci sono stati scontri e incidenti praticamente ogni giorno. Il coprifuoco imposto dall'IDF ha costretto la missione a cambiare strategia di lavoro. Ora si occupa anche della distribuzione di aiuti umanitari invece di occuparsi delle questioni di carattere sociale.

Le domande: Sulla questione report: questi non vengono consegnati alla stampa per evitare distorsioni e interpretazioni faziose. Lo stesso avviene per quanto riguarda le altre associazioni come la Croce Rossa ecc.
Sui costi della missione non ci viede data una risposta.
Alla domanda di come si può pensare che un paese come la Tuchia che non rispetta affatto i diritti umani possa osservare e vigilare sui diritti umani in Palestina ci è stato detto che la sua presenza è stata chiesta da Israele!!!!!
Il Follow up: fanno solo indagini, possono interrogare, ma devono rimanere neutrali questo ovviamente risulta anche dai rapporti. Le informazioni contenute nei repoprt dovrebbero essere richieste ai governi competenti. Il contingente italiano dipende dal ministero degli esteri e non si prevede alcuna presenza di personale civile nemmeno in futuro.

Visita ai Christian Peacemakers Teams (CPM)

Il CPM è una Associazione Cristiana che si prefigge percorsi di pace, con nuove forme di intervento pubblico attraverso il "Gospel of Peace" e azioni dirette non violente.
E' stato fondato nel 1986 e offre alternative organizzate non violente alla guerra ed ad altre forme di conflitti letali tra i gruppi.
E' presente in diverse parti del mondo provvedendo a supporti alle persone. Sono legati alle chiese Nord-Americane. ;-?????Booo

Visita al Palestinian Child's Home

E' un centro giovanile dell'Autorità Palestinese. Per la prima volta si vedono molte iniziative rivolte direttamente ai bambini. Si nota un grosso cambiamento nell'attenzione alla fascia minorile, e in particolare all'infanzia. In questo centro si svolgoino attivita di carattere ludico, culturale.
In questa festa sono state organizzati giochi e musica per i bimbi.

Visita a IPYL, International Palestinian Youth League

Visita a IPYL, International Palestinian Youth League Intervista ad Adli Dani.
Storia IPYL.
Fare qualcosa per la gioventu' che non sia meno importante della lotta armata o della lotta politica.
Lottare non significa necessariamente farlo con le armi; c'e' il boicottaggio dei prodotti israeliani, con i comportamenti, la disobbedienza civile, la costruzione di una economia alternativa.
Le altre ONG sono per lo piu' delle appendici (ali) di partiti politici e come tali vengono identificate. Non e' il nostro caso.
Qui abbiamo gente di Hamas, come pure socialisti, religiosi, tradizionalisti. L'associazione e' un melting pot di persone e culture di diversa provenienza.
l'obiettivo di IPYL e' lo sviluppo delle capacita' giovanili, il training dei giovani per un loro inserimento nella societa'.
Problema della xenofobia. Qui esiste lo stereotipo che la societa' del Nord sia malata, corrotta etc. dobbiamo vincere gli stereotipi verso l'estero.
Ma quale e' l'origine di cio'? Probabilmente si tratta di una misinterpretazione dell'aspetto di religione. Molti qui sono convinti che lo stato di poverta' attuale sia una conseguenza della occupazione britannica degli anni '30.
In parte cio' è naturalmente vero, ma ci sono anche motivi interni.
Vogliamo sviluppare il concetto di volontarismo nella nostra societa' palestinese. Abbiamo faticato un po' ad introdurre qui da noi l'idea di volontari internazionali. Oggi e' normale per la gente vedere dei volontari internazionali in Hebron anche per lunghi periodi.
Vogliamo anche far crescere la consapevolezza del rispetto verso gli altri, verso la questione dei diritti umani.
L'associazione e' composta da circa 100 membri piu' degli associati.
Organizzazione di IPYL. E' una branca del YAP (Youth Action Program) e dell'European Youth Forum.
La ricerca dei fondi in Palestina e' un problema.



  • Ricostruzione delle case bombardate da israele durante questi mesi di Intifada. Campo di Aida (fare link)
  • Lavori presso un Centro Culturale (fare link) per i giovani nel Campo di Deheishe.

  • Attività di informazione, documentazione, report video-fotografici, manifestazioni, interviste e acquisizione di progetti di solidarietà in tutti i territori occupati, da utilizzaare come denuncia e solidarietà reale e diretta con il popolo palestinese.

  • Hostello di Deheishe

    hostello di Deheishe

    Hostello di Deheishe

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