Campagna di boicottaggio Coca-Cola

Il giudice Martinez e la Coca-Cola


EMERGE IL CONFLITTO DI INTERESSI DEL GIUDICE DI MIAMI CHE HA PROSCIOLTO LA COCA-COLA 

Fonte: Campaign to Stop Killer Coke
Data: 15 gennaio 2007
Versione originale in inglese su: www.killercoke.org 
Traduzione: REBOC

Secondo le recenti scoperte della Campaign to stop Killer Coke, il giudice federale della Florida le cui decisioni hanno ripetutamente limitato le vie legali per dichiarare la Coca-Cola responsabile per i crimini e le violazioni dei diritti umani in Colombia, è rimasto impigliato in una trama di discutibili legami con la prima compagnia di bevande del mondo.

Il Giudice distrettuale Jose E. Martinez, nominato dal presidente Bush nel Novembre del 2002, è un discepolo orgoglioso ed attivo della University of Miami (UM) e della sua scuola giuridica. E’ “meglio conosciuto per la sua attività secondaria: commentatore a radio spanish per Los Huracanes,” con riferimento alle squadre di football e baseball dell’Università di Miami, secondo il Miami Herald (23/11/2002). 

La Coca-Cola sostiene direttamente i programmi sportivi dell’Università di Miami, secondo i termini di un contratto di esclusiva con la scuola, in vigore almeno dalla stagione 2003. Il ruolo del Giudice Martinez come commentatore sportivo radiofonico, che è proseguito fino alla stagione appena terminata, viene descritto sul sito web del Dipartimento di Atletica dell’università di Miami, sponsorizzato dalla Coca-Cola. 

Il Giudice Martinez è anche “stato attivo nelle faccende della UM, come membro del Comitato Direttivo dell’ UM Hurricane Club,” secondo la nota biografica fornita ad un pranzo del 30 Ottobre 2006 di cui era lo speaker principale. L’Università di Miami identifica l’ Hurricane Club come “la principale divisione di reperimento fondi per il dipartimento di atletica,” e la maggior parte del denaro che ha raccolto, prima e da quando Martienz è diventato giudice, proviene dalla Coca-Cola. 

Nel 2003, il giudice Martinez ha innanzitutto scagionato la Coca-Cola Company dalle denunce presentate dall’ International Labor Rights Fund e dall’ United Steelworkers, sindacato aderente alla AFL-CIO, che documentavano la collaborazione tra gli imbottigliatori colombiani della Coca-Cola e i terroristi paramilitari impegnati a distruggere il SINALTRAINAL, il maggior sindacato che rappresenta i lavoratori della Coca-Cola. 

L’assoluzione della Coca-Cola Company, con sede ad Atlanta, dal processo del 2001, si basava sulla considerazione secondo cui Coca-Cola non aveva proprietà o controllo dei suoi imbottigliatori a sufficienza per assumere alcuna responsabilità per crimini come l’assassinio sul posto di lavoro del ventottenne leader sidnacale Isidro Gil. 

Lo scorso 29 settembre – dopo quasi quattro anni di inattività che rendevano evidente come una giustizia ritardata fosse in realtà una giustizia negata – Martinez sentenziava che neppure gli imbottigliatori della Coca-Cola in Colombia erano responsabili, nonostante che molti lavoratori colombiani fossero stati torturati, sequestrati e/o detenuti illegalmente da paramilitari che spesso operavano a stretto contatto con i manager degli stabilimenti Coca-Cola. Su tutte le sentenze di Martinez è stato proposto appello.

La decisione di Martinez del 2003 fu presa prima di ogni esame delle prove, dando la sensazione che l’accusa non avesse alcuna possibilità di mostrare il grado di controllo che Coca-Cola mantiene sulle sue attività all’estero. La decisione era basata su un singolo documento, un modello di ‘contratto di imbottigliamento’ che Coca-Cola aveva ammesso non essere quello attualmente in vigore con gli imbottigliatori citati in giudizio.

Martinez aveva anche omesso di tenere in conto documenti la cui provenienza dalla Coca-Cola Company è stata accertata, in cui la compagnia descriveva il suo controllo sulle procedure in atto nei posti di lavoro ed il suo diritto di ispezionare gli impianti per assicurare che i manager locali rispettassero le convenzioni sui diritti umani ed obbedissero alle leggi locali.

Coca-Cola FEMSA è il maggior imbottigliatore della Coca-Cola in America Latina, nonché uno degli imputati nei processi. Il sito web di FEMSA descrive la Coca-Cola Company come proprietaria del 31,6 o del 39,6% del suo capitale azionario (sono elencate tutte e due le cifre) e del 46,4% delle azioni con diritto di voto. Molti dei dirigenti di vertice della Coca-Cola fanno parte del Consiglio di Amministrazione della Coca-Cola FEMSA.

Come la rivista Forbes ha fatto notare nell’articolo “il mondo corrotto della Coca-Cola” (22/12/2003), “i maggiori imbottigliatori non sono né sussidiarie della Coca-Cola, né ne sono completamente indipendenti. Effettivamente la Coca-Cola li controlla mantenendo ingenti pacchetti azionari e una presenza massiccia nei loro consigli di amministrazione, nonché fornendogli la maggiore fonte di affari. D’altra parte essa mantiene la propria partecipazione azionaria sotto il 50%, in modo da non doversi scontrare con le loro montagne di debiti o con qualsiasi spiacevole responsabilità.”

La predisposizione del giudice a favore degli interessi delle imprese è stata portata alla luce durante la sua breve udienza di omologazione di una sentenza nel 2002, quando la senatrice Diane Feinstein (D-Calif.) fece notare che il giudice era “specializzato in controversie legali sulle responsabilità dei produttori… consigliando e difendendo le grandi multinazionali.”

Martinez è stato partner dello studio legale Martinez & Gutierrez dal 1991 al 2002. Dopo la sua nomina a giudice federale, lo studio è stato rinominato Gutierrez & Associates, ma ha mantenuto un indirizzo web (http://www.martlaw.com) che sembra riflettere il rinnovato legame con lo studio che rappresenta in giudizio molte grandi multinazionali. Lo stesso Martinez ha rappresentato il Tobacco Institute in un caso del Gennaio 2000 di fronte alla Corte Suprema. 

Il sito web dello studio Gutierrez & Associates elenca tra gli studi associati anche lo studio colombiano di Bogotà Gamboa, Chelela, Gamboa & Useche. Il sito web di quest’ultimo studio, da parte sua, identifica tra i partner Carlos Alberto Useche-Ponce de Leon, ex vicepresidente di Coca-Cola de Colombia, S.A., che figura anche come consulente del Consiglio delle Imprese Americane. 

“Tutto ciò che abbiamo scoperto sui collegamenti tra il giudice Martinez e gli interessi dell’Università di Miami e del suo dipartimento di atletica finanziato dalla Coca-Cola, ed il suo ex studio legale, suggerisce quantomeno un legittimo dubbio di inadeguatezza, quando non di vero e proprio pregiudizio,” ha dichiarato Ray Rogers, direttore della Campaign to Stop Killer Coke. “Per preservare l’integrità del procedimento giudiziario, riteniamo che sia necessario che il giudice venga ricusato dai casi che riguardano la Coca-Cola.”
 

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