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DENARO MULTINAZIONALE PER IL TERRORE
Una multa milionaria alla americana Chiquita Brands per aver finanziato i paramilitari svela un nuovo scandalo: il “para-impresariato”

Fonte: El Pais
Autore: Pilar Lozano
Data: 22 Marzo 2007
Traduzione: Comitato Carlos Fonseca

Fra i modi di dire che la difficile situazione colombiana da alla luce, già si sta coniando un nuovo termine, anche se di dubbia ortodossia: il para-impresariato. Serve a definire l'ennesimo scandalo, quello delle sovvenzioni che le imprese private hanno dato ai gruppi paramilitari, creati 20 anni fa per combattere la guerriglia ed autori di migliaia di omicidi. 

Questo connubio è cominciato a venire alla luce dopo che Chiquita Brands, una compagnia esportatrice di banane che per parecchi anni ha operato in Colombia, è stata condannata da un tribunale americano a pagare una multa di 25 milioni di dollari per aver apportato a questi gruppi sanguinari, tra il 1997 ed il 2004, oltre 1.7 milioni. 

Il costo è stato contabilizzato, attraverso la sua filiale colombiana Banadex, sotto la voce “sicurezza„. 

Ieri il procuratore generale della Colombia, Mario Iguarán, ha assicurato che non si sbaglia a parlare di para-impresariato, perché, come ha spiegato, sempre più, molte aziende sono sotto inchiesta per questi vincoli. 

Tra queste c’è la Drummond. Da anni, il sindacato di questa impresa del carbone a capitale americano ha denunciando che tre dei suoi dirigenti sono stati assassinati dai paramilitari, che erano sostenuti dalla dirigenza dell'azienda. 

Per Iguarán, come ha spiegato in un'intervista radiofonica, Chiquita Brands “è incorsa non solo in associazione a delinquere, ma anche in finanziamento del terrorismo„. E, non scarta che sia inoltrata una richiesta di estradizione, usando lo stesso meccanismo con il quale la Colombia concede le estradizioni dei propri cittadini verso gli Stati Uniti. 

In sua difesa Chiquita Brands ha dichiarato che ha dato i soldi per “difendere i propri impiegati„. Però il procuratore colombiano non convalida questa argomentazione: ha messo in risalto che “non è stato il pagamento di una estorsione, è stato l’appoggio dato ad un gruppo armato al margine della legge, che tra l’altro agiva assassinando„. 

L’impresa bananiera non solo ha contribuito con soldi in abbondanza, ha anche collaborato a far entrare nel paese più di 3.000 fucili AK-47 e milioni di munizioni. Nella regione dell’Urabá, la zona dove operava la multinazionale, si sono registrati fra il 1997 ed il 2004 sessantadue massacri nei quali morirono 432 persone, nella maggior parte coltivatori poveri, molti dei quali lavoratori delle bananiere. 

Inoltre, più di 60.000 persone hanno dovuto abbandonare le proprie case durante questa pulizia paramilitare. 

Le scene di barbarie che si sono vissute in questa ricca regione sono inenarrabili. I 1.7 milioni di dollari che la multinazionale americana ha dato sono serviti non solo a sostenere questo bagno di sangue, ma sono stati vitali affinché il paramilitarismo, con la sua politica del terrore, iniziasse l'espansione verso il resto del paese. 

Inoltre, la multinazionale ha continuato a pagare i paramilitari delle Autodefensas Unidas de Colombia (AUC) anche dopo che questo gruppo era stato incluso nella lista internazionale dei terroristi, elaborata dopo gli attacchi del settembre 2001 negli Stati Uniti. 

Ora, quello che chiede la Colombia è che questo denaro – o almeno una parte di esso - arrivi nelle mani di chi ha subito le aggressioni paramilitari. Così, il para-impresariato si aggiunge allo scandalo della para-politica, che tiene in prigione otto membri del Congresso, un governatore e un ex direttore del più importante organismo di investigazione.
 

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