Aggiornamenti processo contro gli anarchici
Conclusione requisitoria Marini e richiesta condanne

[23.02.2000]

La requisitoria dell’accusa è finalmente terminata e con essa abbiamo la richiesta delle pene. Marini ha prima concluso la requisitoria parlando dell’attentato a Milano, poi ha parlato delle attività generali dell’organizzazione, della sua personalità politica, della pericolosità delle idee anarchiche (di ‘questi anarchici’), quindi la lista delle pene richieste.

La documentazione reperita nelle perquisizioni dimostra, secondo l’accusa, come fosse intenzione dell’organizzazione compiere attentati: l’esempio lampante è il ritrovamento in numerose copie del "Manuale dell’anarchico esplosivista", della cui introduzione è stata data ampia lettura ("...la distruzione è in cima ai pensieri degli anarchici...") A completare il quadro della trama eversiva spicca la falsificazione della casa editrice e del luogo di stampa (inesistenti), elemento comune a molti degli altri reperti sequestrati in cui si ravvisa la virulenza sovversiva (i manifesti contro Marini in tutta Italia, quelli contro Vigna, il dossier sul processo di Trento...). Inoltre ricorda altro materiale sequestrato

Marini descrive anche -a dimostrazione della pericolosità evolutiva del pensiero anarchico di questa banda - le polemiche e gli attacchi alla FAI, brani della deposizione di A. Bonanno ("...noi non vogliamo cambiare lo Stato, lo vogliamo abbattere..." come riassume Marini). Continua il p.m. dicendo che "queste persone non facevano chiacchere, noi abbiamo riscontrato l’utilizzo delle indicazioni del suddetto manuale negli attentati alla caserma dell’Aereonautica a Roma e alla caserma dell’Euroforce a Firenze, rivendicati da lettere scritte a normografo e inviate a Radio Popolare come è stato fatto a Milano per l’attentato a Palazzo Marini (e cita l’anarchica Patrizia Cadeddu che è stata condannata a 5 anni e rotti per aver recapitato la lettera).

Ricorda ancora la dichiarazione in aula letta da Stasi e Garagin in cui annunciano di appartenere ad una organizzazione armata anarchica e poi si lancia in un volo pindarico collegando ideologicamente gli imputati agli altri estremisti da lui processati (processo del 7 aprile) che fanaticamente interpretavano i sogni degli altri e intanto uccidevano (ricorda Guido Rossa, il caso Moro). Lamenta il rifiuto ideologico di ‘questi anarchici’ ad accettare il metodo democratico del dialogo, del sindacalismo, del sociale; ricorda la stagione "che ci ha fatto piangere", quella degli anni ’70, evocata a posta per recitare una retoricissima speranza affinché non vi siano altri pronti "a recepire questi inviti di morte".

Poi si entra nel vivo, nel cuore del processo: Marini spiega come abbia proceduto a elaborare l’inchiesta dividendo appunto gli imputati in due blocchi, quello delle attività palesi apparentemente legali e quello delle attività clandestine (naturalmente ha subito aggiunto che nessuno poteva garantire che gli appartenenti al primo non avessero mai fatto nulla attinente alle attività clandestine, anzi). Questo è il cuore dell’inchiesta, del processo, perché l’accusa spiega in termini evidentissimi cosa si intenda per attività sovversive, come si può essere indagati per associazione sovversiva.

Inizia facendo il mea culpa per non aver insistito nel produrre prove per indagare Silvano e Baleno ("forse ora non sarebbe finito così..."). No comment.

Il teorema: associazione sovversiva, banda armata sono reati permanenti, tuttora esistenti. Lamenta la scarcerazione degli arrestati per vizi procedurali, altro elemento che a suo vedere concorre alla costante attuale attività della banda, e comunque ha dichiarato che anche in carcere gli imputati hanno continuato le loro attività sovversive, hanno evidenziato il permanere del vincolo associativo: prova ne sia la vasta corrispondenza intercorsa tra loro e i membri rimasti liberi (legge brani di varie lettere, molte delle quali assolutamente inesistenti).

In questa banda non ci sono capi, non c’è bisogno di dimostrare l’esistenza di capi, dirigenti, solo ispiratori, non ci si può far bloccare dalla formulazione legale del codice penale. Di fatto ci si trova davanti una progressione criminale: il gruppo inizialmente si delinea ideologicamente attorno all’idea dell’abbattimento delle istituzioni (ass. sovversiva), quindi si evolve eseguendo atti violenti volti per sovvertire l’ordine costituito ("..anche contro di voi, signori giurati popolari!"), quindi si arma per autofinanziarsi e compiere altri attentati (banda armata).

"Il gruppo è composto con il collaudato metodo composito della compartimentazione secondo lo schema del doppio livello, uno palese e apparentemente legale (rivolto alla propaganda, al proselitismo, i Centri Sociali come terreno di reclutamento), l’altro occulto e illegale ("Senza garanzie che gli appartenenti al primo livello non si calassero, come abbiamo sentito dire in quest’aula in celebri processi negli anni ’70, il passamontagna in faccia e andassero anche loro a compiere rapine!").
Chiamiamola pure organizzaione informale: non cambia nulla. Chiamiamola ORAI, abbiamo qui una lettera di minacce al povero medico del carcere di Torino comunque. Chiamiamolo AR. Cosa cambia? Nulla. Basta organizzazione anarchica. Non è la sigla che fa cambiare la sostanza, non ci barrichiamo dietro gli equivoci. Se la sigla non esiste non cambia. Indipendentemente da quel che si fa sussistono i vincoli associativi."

Marini spiega che questa legge, creata apposta nel ’79, si basa sul concetto di punibilità anticipata, lo stesso tipo di reato di ‘cospirazione politica’. Articolo di legge - rivendica lui - nato non dal cosiddetto codice fascista Rocco, ma dalla legislatura democratica.

Qui sta il succo di questa imputazione, di questo processo: ce lo ha detto Marini stesso: BASTA IL PROPOSITO. Perché come anarchici, sempre usando le sue parole, "non si può non far seguire le azioni alle idee"; e lo Statoi non può stare a guardare mentre dei violenti dichiarati attaccano o si preparano a farlo le sue stesse strutture. Questa è l’unica cosa che uno Stato democratico non può, non deve tollerare. Basta la PRESUNZIONE DI PERICOLO.

"Quello che vuole Bonanno e gli anarchici insurrezionalisti è questo, e non è necessario che gli atti di violenza si manifestino, non devono necessariamente assumere valenza di reato: basta l’atteggiamento politico"

Questo è quanto di più chiaro e sincero si sia sentito dire in un aula di tribunale: secondo Marini non bisogna attendere che l’individuo si metta a infrangere le leggi. Basta scrivere cose cone quei volantini da lui citati, quei manifesti, quegli opuscoli perché sia chiaro che gli autori esplicitano in maniera radicale - quindi inevitabilmente destinata a sfociare in atto pratico e violento - il loro radicale contrasto col metodo costituzionale e democratico. Basta aderire a simili tesi. Il reato di partecipazione ad una associazione sovversiva non richiede un rapporto con tutti e con ogni episodio: basta manifestare, anche senza aderire o esplicare alcuna attività particolare.

Sono parole estremamente chiare e inequivocabili, non prive di una loro logica: quella della Ragion di Stato. Tutto può ammettere lo Stato tranne ciò che lo può abbattere.

La richiesta del Pubblico Ministero Marini, divisa in tre gruppi: gli appartenenti alla banda armata, cioè coloro che avrebbero promosso, costituito, organizzato e partecipato alla banda armata, senza divisioni tra capi, dirigenti gregari etc. Il secondo, gli imputati della partecipazione ad associazione sovversiva. Il terzo, imputati marginali accusati di reati specifici (furto, ricettazione e simili, reati estranei alla sfera politica).

NB: per motivi di tempo non compaiono, nel primo gruppo, i reati dei quali sono accusati per i singoli episodi riconducibili alle attività della ‘banda’, quindi rapine, omicidi, etc.
Facciamo solo notare che le richieste di ergastolo sono relative al reato di strage (sarebbe quella inesistente, cioè l’esplosione sul Prenestino dell’autobomba in cui trovò la morte l’anarchico De Blasi che la stava preparando).
Gli appartenenti al secondo gruppo sono imputati del solo reato associativo.

Imputati del reato di banda armata: Partecipazione ad associazione sovversiva Imputati di reati specifici:
ANDREOZZI 4,8 (4 anni e 8 mesi)
BERLEMMI 6
BONANNO 14
BUDINI 10
CAMENISCH 8
CAMPO ergastolo + 10 + 6 mesi di isolamento diurno
CORTEMILIA 4,8
FANTAZZINI 8
GIZZO 8
GARAGIN ergastolo + 30 + 1,6 mesi di isolamento diurno
GUGLIARA 4,8
LO FORTE 4,8
LO VECCHIO 30
MANTELLI 10
MONREALE 5
NAMSETCHI 2,6
NANO 10
PORCU F. ergastolo + 30 + 1,6 mesi di isolamento diurno
RICCOBONO 8
RUBERTO 30
SASSOSI 8
SCROCCO ergastolo + 30 + 1,6 mesi di isolamento diurno
SFORZA A. 18
SFORZA F. 3
SFORZA M. 3
STASI 10
STRATIGOPULOS 8
TESSERI 10
TZIOUTZIA 8
WEIR 8
per tutti l’aggravante di finalità di terrorismo
ANZOINO 2,6
AVENALE 1,6
BENIAMINO 1,6
CAVALLERI 3
COSPITO 3
DE PASCALI 1,6
DI MARCA 1,6
FRISETTI 2,6
MASCHIETTO 1,6
PALAMARA 3,6
PORCU P. 3
RANERI 1,6
SCAPUZZO 1,6
SCOPPETTA 3
SFORZA R. 1,6
SGARAMELLA 1,6
per tutti l’aggravante di finalità di terrorismo
DI FAZIO 3
FALCO 4,8
FONTE 4
MAROTTA 3,6
MARTINO 4,6
PIO 8mesi
RICCI 3,6

Queste le richieste. Le prossime udienze che precedono la decisione della Corte prevedono l’intervento della difesa (inizierà l’avvocato Calia) e saranno il 4 e il 7 marzo 2000, sempre nell’aula bunker del Foro Italico di Roma.

from: pasica@ecn.org