FRAMMENTIDIDISCUSSIONIECONSIDERAZIONIFATTENELLO
SPAZIOANARCHICO "ERRICOMALATESTA"SULLAPROVOCAZIONE
DELLABANDAARMATAMARINO&CO.CONTROALCUNICOMPAGNI
ANARCHICI.

Gli anarchici per il loro modo di vedere le cose di questo mondo, sono da sempre il bersaglio privilegiato di repressioni e montature e se non fosse per mere ragioni di calendario sembrerebbe di stare agli inizi degli anni 70. Allora il tragico preteso fu una strage di stato, oggi piu’ furbescamente sono l’insieme convulso di una serie di episodi slegati e lontani tra loro per tempo e sostanza.

Sequestri di persona, omicidi, rapine, attentati offrono un piatto accusatorio gia’ pronto; pronto per essere servito agli anarchici.
Nonostante le premurose puntualizzazioni dei giudici, noi riteniamo questi arresti come un attacco al pensiero ed al movimento anarchico. La distinzione operata dagli inquisitori tra buoni e cattivi (ossia la clamorosa bugia della espulsione dalla F.A.I. dei compagni arrestati) propone vari elementi su cui riflettere: il tentativo di isolare gli inquisiti in modo che la loro incriminazione avvenga piu’ facilmente senza i fastidiosi ostacoli posti da manifestazioni di solidarieta’ e da un opinione pubblica consapevole; l’attribuire strumentalmente alla F.A.I. un ruolo di centralita’ e rappresentanza del movimento anarchico; il mandare un chiaro segnale di non impicciarsi di questa storia, di starne fuori, di non schierarsi per non venire coinvolti in questa o in altre future inquisizioni.

Ulteriori riflessioni merita l’imputazione di banda armata e di associazione sovversiva. Questa accusa e’ stata articolata nell’invenzione di una vera e propria organizzazione gerarchica con tanto di capi, sottocapi e gregari. E’ la logica democratica che non vuole considerare organizzazioni o gruppi di individui del tutto svincolati da sistemi gerarchici e autoritari. E’ il dominio che vuole riprodurre la propria struttura verticistica utilizzando proprio gli anarchici che, in quanto tali, rifiutano ogni forma di subordinazione. Tutto cio’ non e’ dovuto alla superficialita’ inquisitoria. Il dominio ha paura dell’anarchia perche’ un sistema di relazioni antiautoritarie mina dalle fondamenta la concezione stessa del dominio, percio’ e’ costretto a creare una struttura gerarchica alla quale contrapporsi sul proprio terreno, quello delle relazioni gerarchiche. Il tentativo di annullamento dell’identita’ antiautoritaria e’ la prima forma di repressione con cui dobbiamo fare i conti. Anche a questo scopo sembrano finalizzate le accuse di sequestro di persona e strage. E’ importante ribadire che non rientra, ne e’ mai rientrata nel nostro progetto di emancipazione sociale la pratica funesta di torture, sequestri ed omicidi programmati al fine di estorcere denaro, pratica questa molto conosciuta negli ambienti del dominio. Un elemento che potrebbe preannunciare ulteriori sviluppi della repressione in piu’ direzioni e’ fornito dal comunicato dei carabinieri, quando si parla della fantomatica organizzazione come di una struttura operante su un doppio livello ossia un livello clandestino e del tutto illegale e un livello di massa piu’ o meno legale. E’ chiaro che quest’ ultimo riferimento e’ inerente alle moltissime realta’ autogestite-occupate che non hanno mai smesso di essere solidali con i compagni prima inquisiti e attualmente incarcerati. Potrebbe profilarsi cosi’ questa nuova forma di repressione, una sorta di repressione per gradi, a bassa intensita’, ma altamente pericolosa perche’ si proporrebbe di eliminare, senza troppo rumore, tutti coloro che esprimono il loro dissenso al di fuori delle regole democratiche.

INDIVIDUALITA’ANARCHICHEDIVIADEIPICENI39S.LORENZOROMA23/9/96


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