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Lettera aperta ai professionisti dell'informazione

Leggiamo l’articolo pubblicato su "Repubblica" del 13 novembre 1997 dal titolo "Sorvegliato anche un sito su Internet" (reperibile all’URL http://www.ecn.org/zero/rep131197.htm), simile nei contenuti ad altri articoli pubblicati nelle scorse settimane su vari giornali italiani. Ma stavolta, piuttosto che continuare a sorridere divertiti dalle evidenti insensatezze, vi proponiamo alcune considerazioni.

L’inchiesta Marini contro gli anarchici è ormai evidentemente succube dei suoi aspetti più spettacolari. Nonostante quanto si affanna a ripetere il pubblico ministero, il processo è alle idee: questo spiega la preoccupazione del giudice Marini per l’uso di un mezzo essenzialmente comunicativo come Internet. Ma più che il processo in sé, vorremmo riprendere alcuni elementi riportati nell’articolo.

La rivista "Canenero", "disponibile on line", è regolarmente uscita fino al gennaio 1997 (e da quel momento ha cessato le pubblicazioni sia su carta che on line) come un normale giornale stampato in accordo con tutte le leggi sulla stampa, compresa l’autorizzazione del tribunale. Se Marini avesse trovato in questo qualche problema, avrebbe potuto avvalersi dei normali strumenti di controllo e sequestro in dotazione alla magistratura. Come mai fa tanto scalpore il fatto che "Canenero" sia disponibile in rete? Non lo è forse anche La Repubblica e la maggior parte della stampa "normale"? O forse il problema è dato dal fatto che attraverso un uso intelligente della rete è possibile a chiunque far conoscere le proprie idee, anche a chi non ha i soldi e le chiavi di accesso necessarie per usufruire dei grossi organi di informazione ufficiali?

La pagina web dal titolo "Freedom VS the State", citata nell’articolo, non è nata per far sì che "gli anarchici si scambino informazioni per via telematica". Non è necessaria una pagina web per questo. Quella pagina e questo sito sono nati per diffondere notizie e informazioni su un processo che reputiamo scandaloso. Lo scopo di quella pagina e di questo sito è di offrire punti di vista e dettagli che non trovano spazio su altri media, e che vengono fiduciosamente affidati alle capacità critiche di lettura di chi decide di collegarsi qui. I destinatari di queste pagine non sono necessariamente anarchici, come dimostrano le diverse iniziative di supporto on line e off line che stanno nascendo in tutto il mondo riguardo al processo.

Infine, la possibilità di inviare messaggi anonimi (possibilità tecnica curiosamente garantita su Internet anche per tutelare i perseguitati politici di vari regimi non occidentali) non è mai stata utilizzata per diffondere informazioni relative a questa vicenda. Pagine e messaggi hanno precisi indirizzi di provenienza, ben noti a chi segue questo tipo di uso sociale e politico della telematica.

Comprendiamo che, nell’attuale mondo dell’informazione, i giornalisti debbano cercare la notizia sensazionale per mantenere le vendite, il proprio reddito e le proprie famiglie. Comprendiamo anche che il giornalista medio non sia dotato di particolari competenze sul funzionamento di Internet e dunque non possa verificare in prima persona la correttezza di "veline" investigative come quella su cui è basato l’articolo citato. In mancanza di tali competenze, però, il rischio per qualcuno è quello di rimediare una figuraccia, magari proprio davanti alle proprie famiglie e ai propri figli, magari giovani e abilissimi navigatori di Internet.

Vi confidiamo una cosa.

Gli "anarchici" non hanno acquistato nessun sito Internet.

Ma non è finita: nessuno dei siti che svolgono attività di informazione e comunicazione sul processo Marini è situato in California.

Infine, ecco il vero scoop: tutti questi dati (compresi quelli relativi alla dislocazione geografica di qualsiasi sito Internet) sono liberamente e facilmente verificabili in pochi minuti da chiunque, sottolineiamo chiunque, abbia un minimo di competenze tecniche in proposito. E al di là delle competenze tecniche, da diversi anni ormai le reti telematiche di informazione antagonista sono sotto il mirino di DIGOS e carabinieri, che non hanno mancato in passato di farci visita con il terroristico espediente del mandato di perquisizione e del sequestro di apparecchiature.

Insomma le cose stanno proprio così: il sito dal quale state leggendo queste informazioni, il terribile centro di propaganda messo sotto controllo dagli investigatori, non è stato acquistato dagli "anarchici", né dal Comitato di Difesa Anarchici che si incarica di redigere queste righe e che non ha sborsato una lira per rendere disponibili le proprie pagine. E come se non bastasse questo sito non si trova in California.

A questo punto ci permettiamo di farvi partecipi dei nostri pensieri in proposito. Da tempo, cioè precisamente da quando gli investigatori hanno cominciato a far circolare questa notizia del "sito Internet acquistato in California" (udienza preliminare del 12 maggio 1997), ci stiamo chiedendo una cosa: le indagini su questo processo sono affidate ai ROS, i Reparti Operativi Speciali dei Carabinieri di Roma, che dovrebbero rappresentare la punta di diamante delle forze di ‘intelligence’ a disposizione della magistratura della Repubblica. Com’è possibile che, dopo anni di indagini, questi segugi arrivino a raccogliere notizie così palesemente errate? E com’è possibile che siano talmente sicuri di queste notizie da darle in pasto ai giornali? I casi sono due, e visto che da soli in tutta sincerità non riusciamo a risolvere questo dubbio vi invitiamo a darci una mano e a suggerirci una risposta: o i ROS sono davvero così incredibilmente e clamorosamente incompetenti (ma cribbio, se Internet è la nuova frontiera del terrorismo, ci vuole molto a dotarsi di almeno un consulente esperto, in grado di rendersi conto in pochi minuti di come stanno le cose?); in questo caso, se questa è la competenza dimostrata dagli investigatori, qualche dubbio sugli altri elementi del processo dovrebbe pur sorgere. Oppure, seconda possibilità, i ROS sono davvero l’orgoglio dell’Arma, sanno benissimo che questo sito non è in California e non è di proprietà degli anarchici, e stanno deliberatamente facendo circolare notizie errate per motivi che non ci spieghiamo, ma che non dovrebbero suonare rassicuranti per chi crede (non siamo tra questi, ma non importa) in una giustizia pulita e sincera.

In questo secondo caso una cosa è certa: vi stanno (a voi giornalisti, certo) prendendo in giro. A tal punto da spacciarvi notizie false che anche un bambino saprebbe riconoscere come tali. Con la sicurezza (confermata dai vostri articoli) che voi le pubblicherete sui vostri giornali come notizie vere, notizie in grado di condurre in galera 58 persone. Un ragionamento logico dovrebbe suggerirvi che la stima degli inquirenti nei confronti delle vostre capacità professionali e critiche non è molto alta.

A questo punto vi suggeriamo un utile esperimento. Cercate qualcuno che sia davvero esperto non solo nell’uso di Internet, ma anche nella sua storia e nella filosofia che ne ha determinato l’evoluzione e l’attuale importanza. Potrà essere davvero vostro figlio, un amico, qualche collega della redazione - l’importante è che non sia stato catapultato in rete in questi ultimi mesi sull’onda della moda. Mettetelo al corrente di quanto vi è stato raccontato in Tribunale, del fatto che questa organizzazione anarchica avrebbe acquistato un sito Internet in California per fare propaganda e del fatto che, secondo Marini, questo costituirebbe una prova del carattere "multinazionale" dell’organizzazione e della sua cospicua disponibilità finanziaria (ovviamente frutto di attività illecite come rapine e sequestri).

Ascoltate attentamente il vostro amico mentre vi spiega che: a) il carattere transnazionale è implicito da sempre in qualunque attività in rete, ed in questo momento è proprio questa la spina nel fianco di governi considerati liberticidi come Cina o Singapore, che attraverso Internet vedono dissolversi le possibilità di continuare a mantenere il blocco di informazioni e notizie dal mondo esterno verso i propri cittadini b) nonostante questo, essendo facilmente verificabile l’ubicazione geografica di un sito, il sito in questione non si trova in California, bensì - incredibile! - nel nostro Bel Paese c) la possibilità di dotarsi di uno spazio sul web per utilizzi non commerciali è garantita da sempre a chiunque in modo del tutto gratuito, grazie a una serie di servizi sviluppati con gli scopi più diversi (dalle iniziative di organizzazioni no-profit alle agenzie di vendita di pubblicità on line).

Una volta informati di questo, magari con qualche prova pratica, prendete il telefono e componete il numero del giudice Antonio Marini. Spiegategli quello che avete appena appreso, e concentrate tutti i vostri sforzi nell’osservare la sua reazione: la scommessa è quella di indovinare se davvero quell’uomo sta ulteriormente compromettendo la propria reputazione a causa di collaboratori incapaci, oppure se sapeva già tutto e vi stava effettivamente prendendo per fessi.

alcuni lettori confusi


http://www.ecn.org/zero/anarchy.htm