GUERRA E PACE:

due facce della stessa medaglia!

L’attacco militare N.A.T.O. in Yugoslavia rende necessarie alcune riflessioni, che chiariscano la vera natura di questa guerra.

E’ chiaro che l’intento umanitario del conflitto è solo strumentale, fumo ideologico gettato negli occhi delle "opinioni pubbliche" occidentali attraverso il bombardamento mediatico: infatti, seguendo il criterio umanitario, bisognerebbe intervenire in mezzo mondo, per esempio in Kurdistan, dove invece la repressione turca viene finanziata con armi e soldi occidentali visto il ruolo strategico dello stato fascista turco(membro NATO !!), posto a cavallo tra le zone calde balcaniche e mediorientali. Inoltre USA e UE hanno finanziato e fomentato i vari nazionalismi, commerciando con Milosevic, nonostante le violente repressioni anche interne alla Serbia e contemporaneamente armando l’UCK : destabilizzazioni funzionali solo all’istituzione di un ordine subalterno alle volontà delle potenze capitaliste.

La realtà è che nei Balcani, attraverso lo scontro inter-capitalistico per l’egemonia politico-militare, si gioca l’enorme partita per la spartizione del mercato mondiale. Gli USA vedono minacciata la loro egemonia e, dopo aver salutato la nascita dell’Euro con nuovi bombardamenti sull’Iraq, impongono il loro dominio alle porte dell’Europa, a sua volta interessata a conquistare mercati nuovi o prima egemonizzati dal capitale USA, ma carente ancora della forza politica e militare necessaria per rompere definitivamente con gli Stati Uniti. Questa contrapposizione di interessi spiega le differenti posizioni interne alla Nato, evidenti già dalle prime trattative di Rambouillet; per queste ragioni questa guerra è chiaramente inter-imperialistica !!

L’Italia è pienamente responsabile e coinvolta nell’attacco, poiché l’imperialismo italiano è in prima fila nella penetrazione economica nella regione: in questo senso l’intervento umanitario (missione Arcobaleno) è complementare all’azione armata, poiché legittima la massiccia presenza militare ed accredita l’Italia come una tra le potenze di riferimento nell’area mediterranea: è sempre utile ribadire che l’Italia ha rapporti economici privilegiati con Albania, Slovenia, Romania e Serbia (dove fanno profitti Telecom, Fiat, Eni, Ansaldo, Breda) e vede schierate da tempo le proprie truppe in Albania, Macedonia e Bosnia, a garanzia del controllo politico-economico nell’area.

In questo quadro la pace non è altro che la prosecuzione della guerra con altri mezzi; l’occupazione del Kosovo da parte di forze internazionali (già prevista a Rambouillet, con la spartizione in cinque aree, di cui una italiana) rappresenta la logica conclusione dell’operazione, aprendo la strada ai massicci investimenti per la ricostruzione, con evidenti e favolosi profitti per i padroni occidentali.

E’ dunque necessario opporsi alla guerra, creando comitati territoriali che smascherino la natura imperialista di questo conflitto attraverso iniziative di controinformazione e mobilitazione, come noi, insieme ad altri/e studenti stiamo cercando di fare attraverso il comitato universitario contro la guerra imperialista.

 

CONTRO OGNI NAZIONALISMO

CONTRO OGNI IMPERIALISMO

 

A FIANCO DEL PROLETARIATO INTERNAZIONALE

bombardato e deportato in tempo di guerra

sfruttato e oppresso in tempo di pace

 

Collettivo politico antagonista universitario