PROCESSO A VICTOR POLAY CAMPOS: RIBELLIONE, NON TERRORISMO PER LA VITA LA PACE, LA GIUSTIZIA

I dirigenti delle organizzazioni sindacali e popolari, che sottoscrivono il presente pronunciamento, davanti al processo che si sta svolgendo nei tribunali contro il dirigente politico Victor Polay Campos, considerano loro dovere fare la seguente dichiarazione pubblica:

1) Il Perù soffre le conseguenze di una crescita della violenza che colpisce la società nel suo insieme. Questa situazione non è recente: ha precedenti storici molto antichi e le sue origini e cause si trovano in un ingiusto sistema econo mico e sociale che contrappone alle forze democratiche e di liberazione gli interessi che sfruttano, dominano e soggiogano il nostro popolo.

2) Negli ultimi anni nel segno della crisi profonda che colpisce la società peruviana, la crescita della violenza, fondamentalmente esercitata dall’apparato statale, è costata la vita a migliaia di compatrioti, in gran parte vittime innocenti, e ha causato una sequela di distruzioni con perdite incalcolabili di beni e risorse materiali

3) Il popolo peruviano è un popolo laborioso che desidera vivere in pace, ma si vede obbligato a combattere instancabilmente per difendere i suoi diritti fondamentali quando questi sono ingiustamente calpestati.

4) Le forme di lotta che il popolo pratica sono diverse; noi, come dirigenti di organizzazioni popolari optiamo per la lotta democratica e di massa e per questo rifiutiamo e condanniamo il terrorismo provocatorio che molte volte colpisce le organizzazioni di classe assassinando i suoi dirigenti

5) L’attività politica di Victor Polay Campos, dobbiamo riconoscerlo, non si trova nella pratica del terrorismo cieco e anarchizzante. Le sue idee e le attività a cui ha partecipato, ampiamente registrate e diffuse dai mezzi di comunicazione nazionali e internazionali, lo presentano come leader di una organizzazione politica che ha preso le armi per cambiare il sistema attualmente imperante.

6) Conseguentemente, Victor Polay non è un delinquente comune. E’, a nostro giudizio, un dirigente politico che ha preso le armi e per questo il trattamento, il giudizio e la sentenza che merita debbono inquadrarsi nel reato di ribellione come stabilito dal Codice Penale. Questa è la responsabilità che compete ai magistrati che lo giudicano.

7) Vogliamo chiarire che questo pronunciamento non può essere preso come sottoscrizione o appoggio alle proposte ideologiche e alla pratica della organizzazione politica che fa capo a Victor Polay, né compromette le persone che rappresentiamo. La nostra posizione è di principio ed è orientata affinché la pace e la concordia nazionale si instaurino nel Perù in un sistema regolato dalla giustizia sociale
Lima giugno 1990

(seguono 88 firme di organizzazioni sindacali e popolari.)

Questo pronunciamento fu pubblicato dal giornale La Repubblica ed altri. Che cosa è cambiato da allora perché Victor Polay ed altri rivoluzionari fossero giudicati per tradimento della patria e condannati all’ergastolo e interrati in tombe per esseri viventi?

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