LETTERA DEI FAMILIARI DEI PRIGIONIERI POLITICI NELLE CARCERI PERUVIANE.

Lettera pubblicata dal comitato di solidarietà con i prigionieri politici nel latino America.

Consideriamo necessaria pubblicarla per portare a conoscenza di quei momenti di terrore. Dunque lottiamo per i diritti umani delle donne e degli uomini che hanno perso la loro libertà per rendere reale una utopia possibile.

LETTERA AI CILENI DI BUON CUORE.

Il terrore e lo sterminio sono frequenti nelle carceri peruviane, come denunciava la scrittrice cilena Matilde Ladron de Guevara nel suo libro “Por ella” che parla del martirio di sua figlia, Sybila Arredondo vedova di Arguedas. I prigionieri politici cileni nel Perù godono di questi “benefici”: diritto ad una visita di 30 minuti al mese di padre, madre o figli attraverso una doppia rete. In caso di figli minori solo una volta ogni 3 mesi. Le celle misurano 2,5 per 2 metri, per quattro reclusi, per 24 ore al giorno. Il water e il lavandino sono nella cella. Hanno luce elettrica dalle 19 alle 22 e acqua da mezzanotte alle 6 della mattina. Non gli si permette di possedere nessun materiale di studio o di lavoro, ne’ libri, penne, lana, aghi, o carta. Vivono permanentemente reclusi con uscita al cortile di mezz’ora al giorno. Oltre a Sybila ci sono altri cileni: Jaime Castillo, Lautaro mellado, Maria Concepciòn Pincheira, Marcela Gonzales, Alejandro Astorga e Alejandro Valdivia. Per tutti costoro nessuno, eccetto i familiari, fa niente. Il governo e suoi rappresentanti hanno fatto “inutili sforzi” per ottenere la liberazione a differenza del governo italiano, spagnolo e nordamericano che in poco tempo hanno ottenuto la libertà per i propri cittadini in eguali condizioni. I cileni sono stati condannati per “tradimento alla patria”, la patria di Fujimori, e nessuno fa niente. Al cardinale Oviedo, la massima autorità della chiesa cattolica cilena, è stato impedito di vedere Sybilla nel carcere di Chorrillos. Molte personalità come Ernesto Sabato, Juvencio Valle, Francisco Coloane, Giulio Ainaudi, Ricard Salvat, Alvaro Company e la società degli scrittori cileni reclamano per la libertà di Sybila Arredondo.
Ernesto Sabato, premio Cervantes di Spagna ha detto: “quello che sta succedendo a Sybila è orrendo e mi sorprende che nessuno dia battaglia per questa mostruosità salvo Lforucade” e noi altri aggiungiamo: “e nemmeno per gli altri cileni”. Pensiamo che nessuno può lavarsene le mani e non contribuire al ritorno alla patria di questi compatrioti. Il governo, e le autorità, il popolo intero, debbono mobilitarsi per salvare la vita dei prigionieri cileni in Perù, prima che sia troppo tardi.
Chiediamo a tutta la cittadinanza, ai dirigenti sindacali e di categoria, ai dirigenti politici di iniziare un boicottaggio dei prodotto peruviani, di riscattare dalle carceri di Fujimori i nostri compatrioti, di solidarizzare con i loro familiari con mobilitazioni permanenti, dimostrando con i fatti di difendere i diritti umani. Uniamoci per fare pressione come già hanno fatto i governi italiano, spagnolo e nordamericano per salvare i loro compatrioti dal terrore di Fujimori.


Comitato di solidarietà con i prigionieri politici in Latinoamerica.

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