CONCLUSIONI

- L’MRTA è una organizzazione fondamentalmente politica, che ha deciso di continuare la lotta politica con altri mezzi: la lotta armata rivoluzionaria, in risposta alla repressione violenta e sistematica da parte dello stato alle giuste rivendicazioni del nostro popolo.

- L’MRTA considera che la soluzione ai vari problemi che affliggono il popolo peruviano: disoccupazione, fame e miseria, devono avere una soluzione politica che si basi sul rispetto della condizione di essere umano e delle donne e uomini del nostro popolo. Non ci sarà pace senza giustizia sociale.

- L’MRTA nello svolgersi della lotta armata rivoluzionaria tiene presente l’articolo 3 della Convenzione di Ginevra, ha comandanti riconosciuti, i combattenti sono in uniformi e con distintivi visibili, braccialetti rossi e bianche con le sigle organizzazione e portano le armi in maniera visibile.

- L’MRTA è rispettoso dei diritti umani dei poliziotti e militari feriti in combattimento o fatti prigionieri, e questo lo può testimoniare il Generale PNP John Caro, il cui figlio, tenente della PNP, fu ferito in combattimento nel novembre del 1987, durante la presa di Juanjui, che insieme ad altri feriti fu condotto in ospedale dal compagno Evaristo. Anche monsignor Venancio Orbe, che ha accolto 9 poliziotti fatti prigionieri nel maggio del 1991. In questi ed altri casi i prigionieri sono stati trattati degnamente, per rispetto alla loro condizione di esseri umani.

Per tutto questo consideriamo che le organizzazioni e gli uomini e le donne progressiste dovrebbero intercedere davanti al governo peruviano perché rispetti la condizione di esseri umani le condizioni di esseri umani dei prigionieri politici e dei dirigenti militanti e combattenti dell’MRTA donne e uomini, che a ragione delle loro idee e ideali sono stati privati delle loro libertà, perché in quanto detenuti non siano vittime dell’inferocimento e dell’insania.

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