2 GIUGNO 1997 Un mese fa, il 22 aprile, 150 agenti speciali delle forze armate peruviane, hanno preso d'assalto la residenza dell'Ambasciatore giapponese, tenuta in ostaggio per quattro mesi dai membri del Movimento Rivoluzionario Tupac Amaru (MRTA). Tutti gli ostaggi, tranne uno, tenuti all'interno della residenza sono stati portati in salvo, mentre i 14 membri del MRTA sono stati uccisi nell'attacco armato. E' evidente il fatto che si è trattato di un massacro premeditato dal regime di Fujimori, con la direzione degli Stati Uniti, che ha partecipato a questa brutale operazione. Il piano assassino di Fujimori Il 22 aprile il commando delle forze speciali ha assaltato il palazzo, dopo che Fujimori aveva finto per mesi di negoziare con il MRTA, circa la liberazione dei loro compagni incarcerati. Fujimori ha giustificato il raid con il rifiuto del MRTA di abbassare le loro pretese e per la vita in ballo degli ostaggi. Ma Fujimori, in una intervista all'Associated Press, ha lasciato intendere di aver dato l'ordine di "neutralizzare", - in poche parole, uccidere - tutti i membri del MRTA all'interno della residenza. Altre notizie riportano che le squadre speciali avessero l'ordine di "non fare alcun prigioniero". I soldati hanno sparato a due ragazze che avevano gridato di arrendersi. Altri due membri del MRTA, secondo quanto riferito, sono stati messi contro un muro e fucilati. E stato anche riportato che le squadre speciali hanno sparato nuovamente contro tutti i corpi, ormai cadaveri, per essere sicuri di aver completato bene il loro lavoro. Poco dopo l'assalto, la TV ha mostrato immagini nelle quali si vedeva Fujimori parlare all'interno della residenza dell'ambasciatore esultando tra i corpi senza vita, alcuni dei quali mostravano chiaramente i segni della violenza subita dalle squadre speciali. Questa disgustosa ostentazione, è stato un chiaro messaggio diretto a spiegare la fine selvaggia che avrebbe subito una qualsiasi opposizione armata. Allo stesso tempo, il regime di Fujimori, assicurava che ogni opposizione armata avrebbe fatto una brutta fine. Allo stesso tempo, non ha dato spiegazioni circa le enormi barbarie commesse dalle squadre speciali. Ai parenti delle vittime del MRTA non è stato permesso richiedere le salme dei loro cari. Molti corpi erano stati sepolti senza alcun riferimento, dispersi in vari punti. I familiari, che chiedevano i corpi dei loro congiunti per dar loro un degno funerale, sono stati molestati e interrogati dalla polizia. Due parenti delle vittime sono stati arrestati perché tenevano in mano un libretto che illustrava le cattive condizioni di vita all'interno delle carceri. I soldati peruviani hanno incominciato ad addestrarsi per l'assalto già una settimana dopo l'atto compiuto dal MRTA, il 17 dicembre. I negoziati, molto pubblicizzati, sono serviti agli apparati militari per guadagnare tempo, e quindi mettere a punto tutti i preparativi. Ogni qual volta si parlava di un accordo, il governo faceva in modo di interrompere il dialogo tra le parti. Un diario appartenuto al leader del MRTA, trovato tra i resti, rivelava che essi avevano ridotto la richiesta di liberare i loro compagni incarcerati da 400 a 23 persone. Questo, chiaramente, contraddice l'affermazione di Fujimori, secondo il quale il MRTA rifiutava di negoziare. La lunga mano degli Stati Uniti Il governo Nord Americano non ha mosso critiche circa l'operato di Fujimori. Al contrario, gli Usa lo hanno applaudito durante la sanguinosa operazione. Il segretario alla difesa, William Cohen, ha dichiarato: "Ci congratuliamo per la scelta fatta". Altri ufficiali governativi hanno riferito che l'azione di Fujimori è stata "responsabile" e "nei migliori interessi del suo governo e del suo popolo". E' difficile rimanere sorpresi del fatto che gli Usa abbiano elogiato Fujimori, visto che il massacro è stata un'opera da loro condotta. Cohen ha dichiarato che "gli Usa non hanno virtualmente ricoperto nessun ruolo" e che "l'assalto è stata un'operazione interamente condotta dal governo peruviano", mentre la CIA, quando le è stato chiesto il suo ruolo al riguardo, ha risposto "no comment". Queste assomigliano tanto alle parole di un boss mafioso, sicuro di non c'entrare niente con gli assassinii compiuti dai suoi uomini. In realtà, è stata la mano statunitense a dirigere questo crimine. Dopo l'assalto, è stata immediatamente riportata la notizia che i militari peruviani avevano ricevuto istruzioni, assistenza e supporto logistico dagli Stati Uniti, da Israele e da altri stati. Un ex agente del Fbi, ha raccontato alla Cnn che le squadre speciali peruviane hanno eseguito il raid secondo l'addestramento provato sul territorio nord americano svoltosi alla fine di dicembre, per perfezionare parti delle operazioni. Le informazioni date all'Intelligence dal governo statunitense, hanno giocato un ruolo cruciale nell'assalto dettato dal regime peruviano. Fujimori, in seguito, ha dichiarato che l'Intelligence è stata la chiave di tutta l'operazione e che egli aveva dato, alla fine, il via perché "le informazioni erano molto precise". Secondo un giornale peruviano, una spia della CIA, secondo un piano prestabilito, ha sorvolato la residenza dell'ambasciata durante la presa del MRTA. Il piano era di inserire dispositivi di alta tecnologia, probabilmente strumenti sensibili al calore, che permettevano alla CIA di individuare sia la locazione delle persone all'interno della residenza, sia le mine e le trappole disseminate dal MRTA. Secondo altre notizie, parecchie microspie, che trasmettevano i piani e i messaggi via radio degli emmerrettisti, erano state introdotte di nascosto dentrola residenza, in alcune pedine degli scacchi, dentro una chitarra, in un paio di stampelle e in una Bibbia. Questi dispositivi, inseriti nel tunnel scavato dai reparti dell'esercito sotto la residenza, segnavano ai militari i punti precisi dove si trovavano i membri del MRTA e gli ostaggi. Fuhjimori si è vantato dell' "abilità peruviana". Ma questo è sicuramente un controsenso. Uno degli aspetti della dominazione capitalistica sull'economia peruviana è quella che i capitalisti stranieri hanno il monopolio sulla tecnologia avanzata. Per cui è certo che tutto l'equipaggiamento necessario è stato fornito dagli Usa. Si sa che a dirigere le operazioni è stato Montesinos, capo del National Service Intelligence peruviano (SIN). Le relazioni tra Montesinos e la CIA ci riportano al periodo che sta tra la fine degli anni '60 e i primi degli anni '70, quando egli passava informazioni sull'esercito peruviano. In seguito è diventato l'avvocato dei maggiori trafficanti peruviani. Quindi, nel 1990, è diventato uno degli ufficiali più importanti in Perù, come braccio destro di Fujimori. Questo enorme potere politico ha permesso a Montesinos di monitorare ed esercitare molto controllo su larghe parti degli apparati statali, compresi polizia ed esercito. Montesinos è noto per essere il capo di uno dei più viscidi squadroni della morte peruviani, la Colina Group, che ha perpetrato orribili crimini tra cui, il rapimento e l'uccisione, nel 1992, di otto studenti e di un professore dell'Università di La Cantuta, e il massacro di quindici persone a Barrios Alto (Lima). Le vittime erano tutte accusate di essere simpatizzanti del Partito Comunista Peruviano (noto ai giornali come Sendero Luminoso), che si sta adoperando nella Guerra Popolare. Come capo del SIN, Montesinos è uno dei canali importanti per l'influenza statunitense sullo stato peruviano. Lo scorso anno, dopo che Montesinos è stato accusato di percepire 50.000 dollari al mese di bustarelle in droga, e dopo aver torturato il suo accusatore obbligandolo a ritrattare, il governo nord americano è corso in sua difesa. Il Dipartimento di Stato ha rilasciato una dichiarazione nella quale difendeva il regime di Fujimori allontanado sospetti di intrallazzi con le persone coinvolte nel traffico di droga. In seguito, il Gen. Barry McCaffrey, ha effettuato un viaggio lampo in Perù ed è stato fotografato con Fujimori e Montesinos. Questo incontro amichevole è stato un chiaro supporto degli Stati Uniti nei confronti del regime e di queste due potenti persone. La CIA e le altre Agenzie dell'Intelligence statunitense sono state profondamente implicate, per anni, nelle operazioni di controspionaggio dell'esercito peruviano, e il massacro all'Ambasciata ha svelato altri aspetti di questa relazione. Per esempio, il Dipartimento di Stato statunitense, che ha negato un suo coinvolgimento nel massacro del 22 aprile, ha ammesso di aver provveduto a preparare al controterrorismo migliaia di ufficiali della polizia peruviana, fin dalla metà del 1980. Il governo USA non è stato l'unico ad aver lasciato tracce nel massacro dell'Ambasciata. Il primo ministro giapponese è arrivato a Lima per ringraziare Fujimori per il "pieno successo ottenuto" e ha dichiarato che i legami tra il governo giapponese e quello peruviano saranno in futuro rafforzati. E gli imperialisti giapponesi sono già all'opera per aiutare e finanziare il governo Fujimori. Perù, la realtà dietro la "stabilità" Il sanguinoso eccidio ha anche catturato l'attenzione di capitalisti rapaci, i quali hanno visto nella mano assassina di Fujimori, un segno di stabile conservazione e una ulteriore possibilità per assoggettare l'oppresso popolo peruviano. L'Associated Press ha riportato una notizia secondo cui il raid è stato in un certo senso "un investimento". Un affarista newyorchese, specializzato nella regioni andine, ha dichairato che "questo ha realmente fatto la fortuna di Fujimori. Nella stessa Lima, c'è stata una ripresa degli scambi economici dopo il massacro. Mentre gli assassinii dell'Ambasciata hanno fatto recuperare un minimo di credibilità a Fujimori da parte dei suoi grandi e potenti sostenitori, i dirigenti reazionari peruviani si sono trovati di fronte a numerosi problemi. Il tanto famoso "miracolo economico" di Fujimori, non è stato altro che una manna per gli imperialisti e una grosso aiuto per i ricchi peruviani. Ma la sua politica ha portato migliaia di persone in una profonda sofferenza. La metà dell'intera popolazione (12 milioni) vive in povertà; almeno uno su cinque vive in stretta miseria, con niente da mangiare; l'85% dei lavoratori non ha un impiego a tempo pieno. Una donna ha recentemente dichiarato ad un reporter: " tutta la mia famiglia è costretta a vendersi per strada, perché non c'è lavoro. Dove vivo, sono tutti poveri ed abbiamo acqua solo un'ora ogni tre giorni". Questa situazione sta alimentando sempre più l'odio nei confronti del governo. Al momento, si sta inasprendo la lotta all'interno della reazionaria classe dirigente; la crisi dell'Ambasciata ha fatto venire a galla molti problemi. Poco prima del raid, due ufficiali governativi molto importanti, il Ministro degli Interni e il Capo della Polizia, sono stati forzati ad abbandonare il loro posto, apparentemente per non essere d'accordo con il piano di Fujimori. Immediatamente dopo il massacro, 19 alti ufficiali di polizia, compresi 5 generali, sono stati accusati dal Military Supreme Council di negligenza e di disubbidienza. Al momento, il Partito Comunista peruviano, sotto la leadership del Comitato centrale, sta continuando a portare avanti la guerra popolare. Fujimori e i suoi amici nord americani possono aver sperato che il massacro all'Ambasciata, possa essere servito a zittire e spaventare le masse. Ma ci sono segnali che dicono che sta aumentando la rabbia contro il governo. Uno stanco negoziante ha raccontato ai reporters: " per tutto il periodo in cui il governo ha negoziato, ha parallelamente costruito dei tunnels pianificando di ucciderli tutti". Un uomo che lava macchine per vivere ha detto amaramente: "dicevano che non volevano vedere un intervento militare, ma è questo che hanno fatto. Sono dei bugiardi". Tradotto dalle pagine dell' Committee to Support the Revolution in Perù www.csrp.org PO Box 1246, Barkeley, California 94701 ___.___.___.___.___.___.___.___.___.___.___