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MRTA: Intervento ad Incontro per L'Umanità e contro il Neoliberismo


 Libertà in Democrazia:

Esposizione della rappresentanza del MOVIMIENTO REVOLUCIONARIO TUPAC AMARU
al Secondo Incontro per l’Umanità e contro il Neoliberismo realizzato nello
stato spagnolo : Luglio-Agosto del 1997.
A cura di Ramón Ponce del Comitato Internazionalista di Brescia

   Stimati compagni e compagne, ricevete un cordiale saluto da coloro che
nel Peru’ in lungo ed in largo per questo vasto territorio con decisione e
fermezza dal carcere, dalle città o dalle montagne resistono e affrontano il
capitalismo selvaggio, cioè il Neoliberismo, modello economico che l’única
cosa che offre ai nostri popoli è miseria e repressione .
 
   Più di venti milioni di peruviani vivono nella più assoluta dittatura da
parte del governo di alberto fujimori, perchè solo con la dittatura, solo
con il terrorismo di stato si può applicare il modello neoliberista, questo
modelo economico che è l’imperialismo, che ci  è stato venduto come l’unico
sistema che ci avrebbe tolto dal sottosviluppo. E senza dubbio il sistema è
arrivato a condannare a morte per fame e repressione i nostri popoli.

   Di fronte a questo fatto: Qual’è la risposta che noi dobbiamo dare ?
Potremmo permanere impassibili, indifferenti allo sterminio di vasti settori
della popolazione in diverse parti del mondo ? Potremmo diventare complici
di questo lento sterminio o potremmo alzare la nostra voce di protesta, la
nostra ribellione per incontrarci e costruire insieme al nostro popolo,
società dove la giustizia sociale dia come risultato naturale la pace che i
nostri popoli vanno cercando. Evidentemente questa società alla quale aspira
l’umanità, non può essere costruita senza enormi sacrifici, senza  lotte.
Non possiamo permettere che lo stato con la violenza cerchi di sterminare i
nostri popoli. Si parla della violenza come un fenomeno di persone che non
hanno alternative, che non trovano soluzioni in democrazia ai problemi che
attanagliano il nostro paese. Si qualificano come violente le organizzazioni
politiche che difendono i diritti del nostro popolo, diritti consacrati
nella Dichiarazione Universale dei diritti umani, diritti individuali e
collettivi che sono diritti del nostro popolo. Si qualificano come
terroristi, perchè rispondono alla violenza dello stato con la violenza
organizzata dei popoli.

   Però coloro che criticano i guerriglieri che si sono ribellati in armi e
che li indicano come violenti, si dimenticano che c’è una violenza più
brutale che proviene dagli stati, creata per interessi delle transnazionali,
e che condanna a centinaia di migliaia di persone alla morte perchè non gli
si dà assistenza medica, perchè mancano di una adeguata alimentazione.
Questa violenza che permette che i bimbi ad una molto giovane età debbano
lavorare per sopravvivere, questa violenza che spinge bimbi e bimbe a
prostituirsi per sopravvivere, questa violenza di stato che spinge i
giovani, per mancanza di lavoro, per non accesso alla cultura, alla
delinquenza, all’alcolismo ed alla droga, di questra violenza pochi parlano
e, senza dubbio, è lì, esiste, ogni giorno più brutale, condannando i nostri
popoli ad una morte lenta.
   Molto pochi parlano di questa violenza perchè alle volte non conviene
riconoscere questa violenza che riguarda questa falsa democrazia che oggi
esiste nel mondo.
   Che fare di fronte a questo ? Si dice che bisogna intervenire nella
politica e lo abbiamo fatto. Le organizazioni che rappresentano i nostri
popoli hanno realizzato proposte di soluzione alla crisi strutturale che
vive il nostro popolo, e la risposta è stata le persecuzioni, i pestaggi,
gli arresti, le torture, le sparizioni, i genocidi e il carcere.
   Il neoliberismo ha posto in pratica quello che il fascismo previde
durante la seconda guerra mondiale: la guerra totale contro i nostri popoli.
 Il modello neoliberista non è solamente un modello economico ma è qualcosa
di più.
 Agrgedisce i nostri popoli in tutti gli aspetti della vita quotidiana.
Impedisce l’accesso alla cultura, al lavoro, alla educazione, allo svago ...
per questo, perchè il neoliberismo aggredisce il nostro popolo in tutti gli
ambiti e  va erigendo come unica alternativa, quella che parla della morte
delle ideologie. Però noi diciamo che le ideologie non  sono morte, esiste
una ideologia imperante che opprime il nostro popolo.   
  Però al tempo stesso i lavoratori della campagna e della città, realizzano
una resistenza a questa ideologia dominante e praticano la solidarietà tra loro.
Questa è la solidarietà che gli ha permesso di resistere alla brutalità del
modello neoliberista. Questa  solidarietà che si manifesta nel Peru’ con il
lavoro di abnegazione delle donne organizzate nei "comedores populares"
(mense popolari) dei programmi di alimentazione per i bambini. Solo così p
potuto sopravvivere il nostro poopolo, così ha manifestato la sua resistenza
ad un modello brutale che cercava di sterminarci. Però al tempo stesso le
poco variate forme di organizzazione si sono mantenute perchè c’è una
ideologia dei lavoratori, del proletariato, dei braccianti agrari che aspira
a costruire società giuste e degne. Per questo noi affrrmiamo che la
ideologia dei lavoratori, la ideologia dei giovani, di ogni uomo e donna
onesti è la solidarietà e che questa si contrappone all’individualismo,
all’egoismo che le società capitaliste sviluppate impongono quotidianamente
attraverso i mezzi di comunicazione di massa. Si manipolano le coscienze e
le menti dei nostri giovani per renderli ogni giorno più egoisti ed
individualisti, però ancora non hanno ottenuto nè otterranno imporsi, perchè
i giovani, tutti gli uomini e donne coscienti siamo solidari. Siamo esseri
sociali, ci relazioniamo in modi diversi, esprimiamo queste relazioni di
solidarietà contro coloro che ci aggrediscono.
 Però la solidarietà ha anche forme diverse di esprimersi. I capitalisti
sono solidari tra loro per difendere i loro interessi ed  anche parlano di
solidarietà quando in modo filantropico si realizzano feste di carità per
occuparsi dei bisognosi. La chiesa anche parla di solidarietà quando divide
le elemosine, però questa solidarietà non è quella del nostro popolo, perchè
questa solidarietà è falsa, perchè mantiene il sistema di oppressione dei
nostri popoli, mantiene la dominazione del capitale sul lavoro. Quello che
noi desideriamo è una solidarietà ideologica, una solidarietà politica,
perchè lottiamo contro un sistema brutale, basato su questa contraddizione
che ancora non si soluziona del capitale sul lavoro.
   Gli operai del mondo, i lavoratori della campagna e della città, sono
affraternati e uniti di fornte ad un nemico comune: il neoliberismo.
 Non possiamo sentire compassione tra noi, por questo la nostra solidarietà
deve essere cosciente, deve essere politica, deve essere ideologica, perchè
il nemico che affrontiamo è l’imperialismo, è il capitalismo selvaggio oggi
chiamato neoliberismo.
   Per tutto questo l’internazionalismo deve essere una pratica tra coloro
che aspirano a costruire società giuste, degne e pacifiche. Per queste
ragioni ho appreso con dolore che nell’ambito di questo evento per l’umanità
e contro il neoliberismo, non si è tenuto conto di coloro che, a motivo
delle proprie idee, sono privati della libertà. Vivono in condizioni
infraumane. E’ preoccupante che noi che parliamo di lottare contro il
neoliberismo, ci dimentichiamo di loro, di questi uomini e queste donne che
in tutti i paesi del mondo si trovano privati della loro libertà. Non
dimentichiamo compagni e compagne che nella lotta contro il  neoliberismo,
tutti stiamo per essere qualificati come sovversivi, come terroristi, come
violenti e andremo a soffrire la prigione, la detenzione, la tortura ...
   Oggi possiamo stare qui a questo evento, però se siamo conseguenti nella
lotta contro il neoliberismo alle volte, al seguente evnto, non staremo già
qui ma nei carceri. E forse non ci piacerebbe che gli altri si
dimenticassero di noi.

 Per questo Compagni, per questo compagne, questo evento non può nè deve
essere solamente un incontro di scambio di esperienze, ma anche deve essere
l’inizio di una nuova forma di organizzazione di resistenza al modello
neoliberista. Questo evento deve concludersi nel necessario coordinamento,
nella necessaria organizzazione della risposta concreta e contundente contro
il  neoliberismo.

 Non credo che sia corretto che lo sforzo che hanno fatto gli organizzatori
e le organizzazioni per concorrere a questo evento si perda e ce ne andiamo
da questo senza trarre conlusioni, senza per lo meno, "il germe" di una
organizzazione, un coordinamento tra tutti quelli che abbiamo assistito a
questo evento.
 In relazione a quello che succede nel Peru’, vi devo manifestare che dopo
l’assasinio degli integranti il Comando Edgar Sanchez, dopo l’assassinio del
Compagno Nestor Cerpa Cartolini, come fatto presente dalla dichiarazione dei
Comitati internazionalisti di Zaragoza, i nostri furono interrati nella
clandestinità per evitare che il popolo gli rendesse il giusto omaggio. A
prescindere da questo non si è potuto evitare che il popolo li trovassem che
incontrasse le loro tombe, che gli rendesse il giusto omaggio.
 Le tombe dei nostri Compagni non sono più clandestine e ricevono il
riconoscimento, l’apprezzamento del nostro popolo. Dall’altro lato
l’obiettivo politico di questa azione, che fu di denunciare l’essenza del
modello neoliberista, l’ irrazionalità del neoliberismo e possibilitare così
un nuovo spazio politico perchè il nostro popolo si esprimesse in  modo
libero ed organizzato va compiendosi. Oggi il nostro popolo è nelle strade.
Dopo molti anni il nostro popolo ha vinto le strade e le piazze e chiama ad
alberto fujimori col suo vero nome: "dittatore ed assassino". Lo sforzo è
stato grande, il prezzo molto alto però al tempo stesso ha aperto al nostro
popolo la speranza di un mondo migliore.
 In questo contesto, dopo molti anni di brutale repressione, che è costata
vittime tra i dirigenti sindacali, tra gli operai, tra i braccianti
agricoli, tra i dirigenti politici ... la sinistra peruviana è molto
debilitata. La nostra organizzazione non è una eccezione. E questo spazio
che si è aperto in Peru’, con il sacrificio degli integranti del Comando
Edgar Sanchez, può terminare male. I settori di destra nel Peru’ che ha
contraddizioni con il regime di fujimori, le cui  contraddizioni obbediscono
ad interessi economici, stanno facendo il possibile per mediare la lotta del
nostro popolo, di confonderci e trascinarci dietro la loro proposta
liberale. E la incapacità della sinistra di riconoscere o di stabilirsi una
alternativa di chiara independenza politica di classe, stà contribuendo a
questo obiettivo. E’ possibile che, a prescindere dallo sforzo dei nostri
fratelli, non riusciremo a sconfiggere il dittatore ed a creare nuove
condizioni, per  costruire insieme al nostro popolo una società giusta,
degna e libera.
 Però almeno insisteremo per questa. Stiamo realizzando rinnovati sforzi per
orientare la lotta del nostro popolo verso una alternativa diversa da quella
del modello neoliberista, verso una alternativa socialista. Sono tempi molto
difficili già che pochi parlano di socialismo.
 Però nel Peru’ il modello economico che abbiamo conosciuto da molti anni è
stato il capitalismo ed il capitalismo l’unica cosa che ci ha dato è stata
la miseria e la repressione. Non c’è stata soluzione per i problemi dei
lavoratori della campagna e della città. Crediamo che il nostro popolo deve
cercare un’altra alternativa, e questa alternativa è il socialismo.
 Compagni e Compagne, spero non avervi stancato con questa esposizione e
spero di poter risolvere i dubbi e le domande che mi farete. Solo vi chiedo,
per favore, di farlo a voce alta, perchè oltre ad essere cieco ho anche
problemi di udito.
 !Molte grazie! 
                                                        Isaac Velazco



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