(traduzione a cura del Comitato “Carlos Fonseca”, Roma)
DA QUALSIASI LUOGO DEL PERU’, FEBBRAIO ‘97.
La Direzione Nazionale del Mrta invia questo comunicato ai fratelli della
Comunita’ peruviana e internazionale.
Nella misura in cui continuano a tagliare i servizi di luce, acqua e
telefono con l’evidente proposito di creare confusione all’interno della
comunita’ nazionale ed internazionale, dichiariamo:
1. Che il MRTA ha due persone autorizzare a parlare pubblicamente a nome
della Direzione Nazionale: il comandante Huerta che dirige l’operativo
all’interno dell’ambasciata e il compagno Isaac Velazco. Qualunque cosa
dicano il sig.Fujimori, il sig. Palermo o qualsiasi altra persona a nome
della nostra organizzazione non ha nessuna valenza.
2. L’operativo “Oscar Torre Condezu” ha come obiettivo quello di liberare i
prigionieri del MRTA e i detenuti falsamente accusati di appartentenere alla
sovversione. Non siamo disposti a credere alle promesse del sig. Fujimori in
quanto non conosce la cultura andina che ha come principali leggi:
lavorare, non rubare e non mentire. Il sig. Fujimori ha mentito nel
promettere di non applicare lo shok neoliberista che invece ha applicato
otto giorni dopo il suo insediamento.
3. Non crediamo alle false promesse di migliorare le condizioni detentive
dei nostri prigionieri considerando la forma prepotente e dispotica subita
dai familiari ai quali vengono proibite le visite, i prigionieri a torture
fisiche e psicologiche, alle organizzazioni umanitarie è vietato l’accesso
nelle prigioni e i familiari subiscono la minaccia di veder trasferiti i
propri congiunti incarcerati a Callapalca, a 5000 metri di altitudine dove
sarà possibile effettuare le visite solo con aerei privati con costi
economicamente impossibili da sostenere.
4. La censura -a cui vengono sottoposte alcune organizzazioni attraverso
menzogne di cui Fujimori non ha prove - non fermano la nostra richiesta di
liberta’ per i militanti. Si tratta di militanti che non hanno accaparrato
beni materiali o denaro né per se stessi né per le loro famiglie, come
invece fa Fujimori che con un salario di 4.000 dollari può permettersi il
lusso di mantenere i propri figli nelle universita’ Usa con un costo di 40
mila dollari per ogni figlio. Questo denaro è prodotto di furti e movimenti
di denaro sottratti alle imposte pagate da tutti i peruviano.
5. Il MRTA, come progetto di governo e di potere, ha riconosciuto
pubblicamente di autosostenersi con le imposte dirette applicate nei
confronti delle imprese le quali pensano che un cambiamente sarebbe
vantaggioso anche per loro. Noi non applichiamo imposte indirette che
colpiscono la popolazione piu’ povera e parte delle imposte che richiediamo
vengono ripartite nei settori piu’ poveri della nostra popolazione.
6. C’è stato chi ha rifiutato di pagare le imposte e sono stati rinchiusi
nelle carceri del popolo. Questa carceri non solo altro che le stesse case
dei compagni. Coloro che vi vengono rinchiuso dividono il nostro stesso
cibo, ascoltano le stesse notizie, vengono trattati come esseri umani.
Esistono in alcune case tupacamiste delle “fosse” all’interno delle quali
vengono depositati e nascosti i materiali di guerra dell’organizzazione al
fine di evitare che durante le perquisizioni vengano ritrovate dai militari.
7. Il trattamento cordiale e umano riservato ai nostri prigionieri rinchiusi
nelle carceri del popolo è stato testimoniato anche in televisione da Hector
Geri e Delgado Parker i quali erano stati sequestrati e il cui riscatto è
stato ripartito equamente tra la popolazione piu’ povera di Lima. E’ inoltre
abitudine del MRTA rivendicare queste azioni. Non è accaduta la stessa cosa
con i prigionieri che sono dopo aver subito torture sono stati riconosciuti
innocenti. La loro colpa era quella di aver lottato il neoliberismo e la fame.
8. La societa’ civile peruviana è stata ridotta alla poverta’ estrema per
cui si verificano furti e sequestri, come molti giornalisti di altri paesi
hanno potuto constatare; ma noi non siamo giudici e non possiamo in
coscienza giudicare il popolo mentre esistono ladri ed assassini che
navigano nell’impunita’. Quando costruiremo un governo del popolo e tutti
avranno la possibilità di un lavoro e di una vita dignitosa, sarà possibile
riscattarli dalla cattiva strada che sono stati costretti a prendere.
9. Per questo il miglioramento dell’alimentazione, della salute, del lavoro
volontario e del rispetto della dignità dei prigionieri sociali è necessario
per la costruzione di una società con pace e giustizia sociale.
10. Il dialogo non è ancora entrato in una fase che si possa definire
negoziato. Il punto minimo delle nostre richiste, la liberazione dei nostri
compagni, ancora non è stato preso in considerazione.
11. Non è obiettivo del MRTA lucrare sul denaro che ricaviamo dalle imposte
sulle imprese. Si tratta di piccole somme - non vogliamo che le imprese
chiudano provocando piu’ disoccupazione - sufficienti appena a coprire le
necessità di alimentazione degli uomini e delle donne interne all’Esercito
popolare tupacamarista. Comprendiamo la difficile situazione in cui si
trovano le imprese sottoposte a questo modello irrazionale.
12. Il Commando Edgar Sanchez non permettera l’uscita di nessun altro
prigioniero; se avranno bisogno di cure mediche le riceveranno all’interno
della residenza ma vogliamo chiarire che qualsiasi malattia è il prodotto
delle lungaggini dei negoziati. Tutti i tentativi per mascherare le nostre
idee puntano contro una uscita pacifica e la presa della residenza.
Ci appelliamo alla Comunita’ peruviana e internazionale, ai familiari tanto
dei prigionieri politici quanto di quelli rinchiusi nell’ambasciata a
prendere misure piu’ forti di pressione per impedire l’intervento armato, di
permanere nei paraggi dell’ambasciata a garanzia del non intervento, a non
fidarsi delle promesse di Fujimori il quale sta solo cercando il pretesto
per un intervento militare. Ora, seguendo alcuni “consigli” pretende di
aggravare la situazione facendo “ammalare” artificialmente gli ostaggi.
Il popolo li vuole liberi!
TUPAC AMARU VIVE E VINCERA’! Direzione Nazionale
MRTA