ATTENZIONE!!!

PARAMILITARI DEL GRUPPO COLINA MINACCIANO LA REDAZIONE INTERNAZIONALE DI VOZ REBELDE


Alla comunita’ nazionale e internazionale denunciamo
in data 15 febbraio 97 la rappresentaza politica di VOZ REBELDE all’estero è stata oggetto di un’altra azione terrorista e genocida da parte del GRUPO COLINA (mediante e-mail corrispondente a Pablo Castillo di Cosapidata - Peru’).

Il nostro ufficio di VOZ REBELDE INTERNAZIONALE ha ricevuto la minaccia di “scomparire”.
Il loro linguaggio criminale ricorda le centinaia di assassini ,i massacri di Barrios Altos, Las Cantuda, El Fronton, Soccos, Accomarca. Le esplosioni causate da lettere-bomba inviate ai settimali “Cambio” e “Comiseh” hanno provocato il ferimento grave dell’avvocato Zuniga, difensore dei diritti umani. Le intimidazioni e le minacce nei confronti di tutte le persone che esigono giustizia eguaglianza e democrazia, le migliaia di bambini anziani e donne assassinati sono vittime del terrorismo di stato perpetrato da questa banda paramilitare interna all’apparato dell’esercito e dello Stato sotto il controllo di Fujimori.

Chideiamo alle istituzioni e organizzazioni progressiste , democratiche e autonome del mondo a condannare questo attentato che pretende di coartare la libertà e i diritti universale di informare ed essere informati.

Attentamente
VOZ REBELDE INTERNAZIONALE.


Amburgo 15 febbraio 1997 Care compagne/i, amiche/i dei prigionieri politici e dei Commando Edgar Sanchez: fino a quando resterete detenuti lo saro’ anch’io, e tu, ti senti prigioniero? Il 17 febbraio sono due mesi dall’occupazione della residenza dell’ambasciatore giapponese a Lima; una lotta politica molto forte si sta sviluppando a Lima. Il governo vuole invertire la rotta e creare le condizioni per una soluzione violenta della crisi. Noi stiamo sostenendo oggi un enorme sforzo per questa manifestazione di solidarietà che allo stesso tempo rappresenta un tentativo per rompere il silenzio al quale ci ha abituato la comunicazione globalizzata e controllata. La crisi si prolunga, non per l’intransigenza del Commando ma per l’intolleranza della dittatura fujimrista e dei suoi alleati militari ancora contro quegli stessi “soci” che lo sostenevano politicamente ed economicamente. Il governo peruviano e il governo giapponese adesso sanno perfettamente che il MRTA non mente quando afferma che questa decisione è stata presa per liberare i prigionieri e non per negoziare migliori condizioni penitenziarie. In nessun luogo del mondo deve essere permesso che persone detenute per le proprie idee restino per tutta la vita in carcere, anche se questa sia un palazzo come la residenza dell’ambasciatore. E questo tanto meno nelle condizioni inumane in cui si vive nelle carceri del Peru’ che rappresentano un monumento all’infamia e alla pazzia di un regime che non ha nulla da offrire se non unmoello neoliberale con una radicalità economica che si può realizzare solo riempiendo le carceri, costruendo piu’ carceri al posto di scuole, ospedali o posti di lavoro. Per i sostenitori del neoliberismo i poveri inventano la loro stessa povertà, visto che le cifre affermamno che stiamo bene, che siamo le tigri della produzione neoliberale. Pero’ non dicono che due terzi della popolazione deve essere repressa affinché solo una terza parte ottenga i “benefici” di questo modello criminale. Liberare i prigionieri è oggi una lotta inseparabile dalla lotta contro il neoliberlismo. Nessuno può stupirsi ad esempio che nelle carceri peruviane, insieme ai guerriglieri siano detenuti militanti di tutte le tendenze e colori, professionisti e giornalisti, medici, avvocati, dirigenti di programmi di sopravvivenza, cristiani cattolici e protestanti, operai, sindacalisti, ecologisti, contadini della selva e delle Ande. Qualcuno ha ottenuto la libertà dopo inimmaginabili torture che i difensori dell’attuale modello ritengono necessari per pacificare. Comunque il popolo di TUPAC AMARU ha iniziato il suo cammino e continuera’ ad andare avanti. I prigionieri e le prigioniere del carcere di Yanamayo sono riusciti ad emettere un lungo comunicato che sarà pubblicato in questi giorni. Attraverso di esso ci trasmettono la loro forza morale, la loro fiducia nella Comunita’ peruviana ed internazionale e inviano un caloroso saluto a quanti, negli altri continenti stanno lottando con loro. Noi, a qui, facciamo arrivare il nostro saluto, quello dei prigionieri che non sono riusciti a comunicare con l’esterno e il saluto dei compagni e delle compagne del Commando Edgar Sanchez.

Ne’ resi ne’ vinti, la lotta continua!
TUPAC AMARU VIVE E VINCERA’

Norma, segreteria di difesa della dignità umana del MRTA

(traduzione a cura del Comitato “Carlos Fonseca”, Roma)



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