Arm The SpiritVoz RebeldeTactical Mediamateriale precedenteupdate newse-mail

Brecha, 25 aprile 1997

La vittoria non dà legittimità

Rosalba Oxandabarat

Non c'è festa solo a Lima. Tutti gli ostaggi meno uno, il dottor Carlos Giusti, della Corte Suprema di Giustizia, tornarono più o meno sani in seno alla loro famiglia. Morirono anche due militari, che hanno ricevuto gli onori degli eroi, e i 14 guerriglieri, della cui morte si parla più, per ora, al di fuori del Perù che all'interno. Pochi, come Javier Diez Canseco (senatore della Sinistra Unita) che è stato liberato alla fine di dicembre e che si è sforzato perché le possibilità di un accordo pacifico fosse preso in considerazione dal governo e dalla popolazione, si azzardano a dichiarare "una reazione ambivalente" di fronte alla liberazione dell'ambasciata. Compiacimento per il fine delle sofferenze degli ostaggi e delle loro famiglie, e una pena profonda per le morti : quella dei due ufficiali caduti e quella del dottor Carlos Giusti. Secondo ciò che affermò Diez Canseco a Brecha, Giusti "era, all'interno della Corte Suprema, l'unico magistrato che si rivelava indipendente di fronte al potere, che, quando gli chiesero di prendere posizione sui gruppi paramilitari che operavano nel paese, disse che questi dovevano essere processati o in un tribunale comune o militare, e questo gli valse un attentato. Curioso il destino, che sia stato l'unico ostaggio morto; un'indagine più approfondita dirà qualcosa in merito". Dirà qualcosa anche sui guerriglieri e sul modo confuso con cui Fujimori ha parlato di sei di loro che avrebbero cercato di arrendersi.

Per il sociologo e "senderologo" Raul Gonzalez, l'assenza di sopravvissuti fra gli "emmerretisti" potrebbe essere spiegata - nonostante non vengano scartate posteriori dichiarazioni degli ostaggi che potrebbero apportare nuovi dati - alla rapidità e alla freddezza dell'attacco militare: "alcuni sono morti nell'esplosione, mentre altri hanno cercato di respingere l'attacco, ma questa combinazione di tunnel, esplosivi, gente che entra da terra e dai tetti non ha dato loro il tempo. Inoltre il soldato di un commando in un attacco di questa natura vede un guerrigliero e spara".

Per l'extraparlamentare e militante dei diritti umani Carlos Tapia è credibile che lo scontro armato abbia causato molte vittime. Però "non tutte potevano cadere morte allo stesso istante, sicuramente ci sono stati feriti, moribondi, e in questo caso si sarebbe dovuto portarli in ospedale, senza togliere il fatto che dopo essere guariti avrebbero dovuto essere giudicati dalla legge vigente. Però con un trattamento umanitario".

Le tre persone consultate concordano nell'efficiente preparazione ed esecuzione dell'azione militare. Gonzalez segnala che furono necessari alcuni cambiamenti a livello delle forze armate, soprattutto alla guida del Ministero degli Interni, per dare l'ordine d'attacco: "I comandi precedenti non avrebbero partecipato ad un operativo di questo tipo. Non si voleva che fosse la polizia ad agire ma l'esercito con forze combinate, per questo è stato nominato come ministro dell'Interno un generale in attività, non uno in pensione come in precedenza. La polizia aveva una certa reticenza nell'agire ed i militari erano a guardare, come da un balcone, ma passò molto tempo per cui decisero di scendere dal balcone. E, chiaro, volevano la gloria per loro".

La responsabilità degli "emmerretisti", e specialmente del loro comandante Cerpa Cartolini, è stata anche segnalata dai peruviani. "Credo che il commando dell'MRTA fu ostinato , intollerante, alieno ad un'analisi reale della situazione, e molto maldestro a destreggiarsi. Come se avesse una volontà di autoimmolazione, un fenomeno psicologico che Cerpa aveva imposto ai suoi, cercando di ripetere l'esperienza della fabbrica Cromotex alla quale partecipò, come se pagasse una colpa", disse Diez Canseco a Brecha.

Gonzalez, da parte sua, rifletté sulla distanza fra le capacità militari e politiche del comandante Cerpa: "L'azione militare, che fu eseguita perfettamente, senza un solo ferito, si convertì in un fatto politico perché doveva avere uno sbocco di questo tipo. Questo fu il suo sbaglio, non seppe misurare che nonostante il tempo giocò a suo favore all'inizio, più avanti questo cambiò. Il governo era sottoposto a pressioni di vari tipi, già si parlava di lui come 'che tipo di governo è questo che non può dare soluzione ad un problema in così tanto tempo'. E' vero che Cerpa aveva ceduto su alcune cose, però un giorno cedeva e l'altro si contraddiceva, anche lui riceveva pressioni, da (Isaac) Velazco e altri. Cerpa non aveva una sua visione propria, solida, consistente, e portò così al sacrificio un gruppo di ragazzi che non sapevano bene perché morivano".

Tapia minimizzò l'impatto al quale potranno arrivare, nel futuro, i quadri armati dell'MRTA. Stima la forza del gruppo guerrigliero in una trentina o quarantina di individui all'interno della Selva centrale, e assicura che il rifiuto che desta nella popolazione è la causa principale della sua sconfitta. "I peruviani sono vaccinati contro la sovversione. Dopo aver vissuto con Sendero Luminoso nessuno sta pensando di prendere un'arma per risolvere i problemi di ingiustizia economica. Chiaro che per i gruppi sovversivi, anche quelli che si stanno sciogliendo, fatti come questo possono convertire Cerpa in un martire. Sarebbe stato preferibile un negoziato pacifico con il quale l'MRTA avrebbe lasciato la lotta armata e si sarebbe integrato nella vita politica."

Raul Gonzalez stima che l'MRTA giocò una partita molto importante e perse. Ricorda che maggio è il mese "rosso", della fondazione di Sendero Luminoso, che sempre viene commemorato con attentati, e che la "lezione che ci lascia questo fatto è che non bisogna sottostimare la sovversione e che il trionfalismo è nefasto in questi frangenti".

Per Diez Canseco, il peggior frutto di questa operazione è che "legittima la gente illegittima da un angolo democratico, come Vladimiro Montesinos e il generale Nicolas de Bari Hermoza. Uno gestisce i Servizi Segreti, l'altro, il Comando dell'Esercito. Sono anche molto efficienti nella gestione di gruppi paramilitari, nella persecuzione dell'opposizione e della stampa critica, negli attentati nei quali sono stati inclusi elementi delle loro istituzioni, in fatti di corruzione che mai sono stati indagati". Non si scarta che questa svolta possa spingere alcuni seguaci dell'MRTA ad azioni disordinate, nel senso di una "senderizzazione" del gruppo, e questo sarebbe, inoltre, un argomento con il quale il militarismo inserito nel potere politico potrebbe trovare una scusa per perpetuarsi. "Entrambe sono brutte notizie, per chi come me continua a credere che un conflitto come quello del Perù non richiede soluzioni semplicemente militari ma anche politiche". E confessò che in mezzo allo schiamazzo regnante nel Perù, il suo sentimento ambivalente "non deve essere molto redditizio in termini elettorali. Però credo anche che fra etica e politica ci debba essere una relazione".

(Tradotto da Comitato Chiapas - Torino)



M.R.T.A. homepage di TM Crew

tactical@mail.nexus.it Infozone TM Crew Home Page