Non c'è festa solo a Lima. Tutti gli ostaggi meno uno,
il dottor Carlos Giusti, della Corte Suprema di Giustizia, tornarono
più o meno sani in seno alla loro famiglia. Morirono anche
due militari, che hanno ricevuto gli onori degli eroi, e i 14
guerriglieri, della cui morte si parla più, per ora, al
di fuori del Perù che all'interno. Pochi, come Javier
Diez Canseco (senatore della Sinistra Unita) che è stato
liberato alla fine di dicembre e che si è sforzato perché
le possibilità di un accordo pacifico fosse preso in considerazione
dal governo e dalla popolazione, si azzardano a dichiarare "una
reazione ambivalente" di fronte alla liberazione dell'ambasciata.
Compiacimento per il fine delle sofferenze degli ostaggi e delle
loro famiglie, e una pena profonda per le morti : quella
dei due ufficiali caduti e quella del dottor Carlos Giusti. Secondo
ciò che affermò Diez Canseco a Brecha, Giusti "era,
all'interno della Corte Suprema, l'unico magistrato che si rivelava
indipendente di fronte al potere, che, quando gli chiesero di
prendere posizione sui gruppi paramilitari che operavano nel paese,
disse che questi dovevano essere processati o in un tribunale
comune o militare, e questo gli valse un attentato. Curioso il
destino, che sia stato l'unico ostaggio morto; un'indagine più
approfondita dirà qualcosa in merito". Dirà
qualcosa anche sui guerriglieri e sul modo confuso con cui Fujimori
ha parlato di sei di loro che avrebbero cercato di arrendersi.
Per il sociologo e "senderologo" Raul Gonzalez, l'assenza
di sopravvissuti fra gli "emmerretisti" potrebbe essere
spiegata - nonostante non vengano scartate posteriori dichiarazioni
degli ostaggi che potrebbero apportare nuovi dati - alla rapidità
e alla freddezza dell'attacco militare: "alcuni sono morti
nell'esplosione, mentre altri hanno cercato di respingere l'attacco,
ma questa combinazione di tunnel, esplosivi, gente che entra da
terra e dai tetti non ha dato loro il tempo. Inoltre il soldato
di un commando in un attacco di questa natura vede un guerrigliero
e spara".
Per l'extraparlamentare e militante dei diritti umani Carlos Tapia
è credibile che lo scontro armato abbia causato molte vittime.
Però "non tutte potevano cadere morte allo stesso
istante, sicuramente ci sono stati feriti, moribondi, e in questo
caso si sarebbe dovuto portarli in ospedale, senza togliere il
fatto che dopo essere guariti avrebbero dovuto essere giudicati
dalla legge vigente. Però con un trattamento umanitario".
Le tre persone consultate concordano nell'efficiente preparazione
ed esecuzione dell'azione militare. Gonzalez segnala che furono
necessari alcuni cambiamenti a livello delle forze armate, soprattutto
alla guida del Ministero degli Interni, per dare l'ordine d'attacco:
"I comandi precedenti non avrebbero partecipato ad un operativo
di questo tipo. Non si voleva che fosse la polizia ad agire ma
l'esercito con forze combinate, per questo è stato nominato
come ministro dell'Interno un generale in attività, non
uno in pensione come in precedenza. La polizia aveva una certa
reticenza nell'agire ed i militari erano a guardare, come da un
balcone, ma passò molto tempo per cui decisero di scendere
dal balcone. E, chiaro, volevano la gloria per loro".
La responsabilità degli "emmerretisti", e specialmente
del loro comandante Cerpa Cartolini, è stata anche segnalata
dai peruviani. "Credo che il commando dell'MRTA fu ostinato
, intollerante, alieno ad un'analisi reale della situazione, e
molto maldestro a destreggiarsi. Come se avesse una volontà
di autoimmolazione, un fenomeno psicologico che Cerpa aveva imposto
ai suoi, cercando di ripetere l'esperienza della fabbrica Cromotex
alla quale partecipò, come se pagasse una colpa",
disse Diez Canseco a Brecha.
Gonzalez, da parte sua, rifletté sulla distanza fra le
capacità militari e politiche del comandante Cerpa: "L'azione
militare, che fu eseguita perfettamente, senza un solo ferito,
si convertì in un fatto politico perché doveva avere
uno sbocco di questo tipo. Questo fu il suo sbaglio, non seppe
misurare che nonostante il tempo giocò a suo favore all'inizio,
più avanti questo cambiò. Il governo era sottoposto
a pressioni di vari tipi, già si parlava di lui come 'che
tipo di governo è questo che non può dare soluzione
ad un problema in così tanto tempo'. E' vero che Cerpa
aveva ceduto su alcune cose, però un giorno cedeva e l'altro
si contraddiceva, anche lui riceveva pressioni, da (Isaac) Velazco
e altri. Cerpa non aveva una sua visione propria, solida, consistente,
e portò così al sacrificio un gruppo di ragazzi
che non sapevano bene perché morivano".
Tapia minimizzò l'impatto al quale potranno arrivare, nel
futuro, i quadri armati dell'MRTA. Stima la forza del gruppo
guerrigliero in una trentina o quarantina di individui all'interno
della Selva centrale, e assicura che il rifiuto che desta nella
popolazione è la causa principale della sua sconfitta.
"I peruviani sono vaccinati contro la sovversione. Dopo
aver vissuto con Sendero Luminoso nessuno sta pensando di prendere
un'arma per risolvere i problemi di ingiustizia economica. Chiaro
che per i gruppi sovversivi, anche quelli che si stanno sciogliendo,
fatti come questo possono convertire Cerpa in un martire. Sarebbe
stato preferibile un negoziato pacifico con il quale l'MRTA avrebbe
lasciato la lotta armata e si sarebbe integrato nella vita politica."
Raul Gonzalez stima che l'MRTA giocò una partita molto
importante e perse. Ricorda che maggio è il mese "rosso",
della fondazione di Sendero Luminoso, che sempre viene commemorato
con attentati, e che la "lezione che ci lascia questo fatto
è che non bisogna sottostimare la sovversione e che il
trionfalismo è nefasto in questi frangenti".
Per Diez Canseco, il peggior frutto di questa operazione è
che "legittima la gente illegittima da un angolo democratico,
come Vladimiro Montesinos e il generale Nicolas de Bari Hermoza.
Uno gestisce i Servizi Segreti, l'altro, il Comando dell'Esercito.
Sono anche molto efficienti nella gestione di gruppi paramilitari,
nella persecuzione dell'opposizione e della stampa critica, negli
attentati nei quali sono stati inclusi elementi delle loro istituzioni,
in fatti di corruzione che mai sono stati indagati". Non
si scarta che questa svolta possa spingere alcuni seguaci dell'MRTA
ad azioni disordinate, nel senso di una "senderizzazione"
del gruppo, e questo sarebbe, inoltre, un argomento con il quale
il militarismo inserito nel potere politico potrebbe trovare una
scusa per perpetuarsi. "Entrambe sono brutte notizie, per
chi come me continua a credere che un conflitto come quello del
Perù non richiede soluzioni semplicemente militari ma anche
politiche". E confessò che in mezzo allo schiamazzo
regnante nel Perù, il suo sentimento ambivalente "non
deve essere molto redditizio in termini elettorali. Però
credo anche che fra etica e politica ci debba essere una relazione".
(Tradotto da Comitato Chiapas - Torino)