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Brecha, 2 maggio 1997

IL PERU' VUOLE ESPORTARE TECNOLOGIA ANTITERRORISTA

IL MODELLO FUJIMORI


Di fronte alla valanga di denunce di ex ostaggi e militari sulle esecuzioni sommarie, le critiche si moltiplicano nel mondo. Dopo l'euforia della vittoria, il presidente Alberto Fujimori, decreta il silenzio. Il Perù è il nuovo modello di Stato "antiterrorista", come lo è stato il Cile con il suo "boom" economico ?

Patrichio Schneider

Dopo il risonante successo bellico, la ricetta repressiva applicata all'ambasciata presa dall'MRTA si estende a tutto il paese. Si moltiplicano gli arresti, gli interventi delle forze di sicurezza e qualunque situazione che possa essere catalogata come "terrorista" ha già la sua risposta infallibile. Dopo l'operazione Chavin de Huantar i protagonisti del "Trio del Potere" - Fujimori, Montesinos ed Hermoza - sono risultati rinforzati e i loro legami si sono stretti ancora di più, guadagnando in potere.

Si teme che lo spiegamento di alta efficienza tecnica dell'operazione e le sue numerose squisitezze tecnologiche, figlie dell'appoggio giapponese, israeliano e statunitense (che, negato dal governo di Washington, viene invece affermato dalla rivista Time) si convertano nella moda del Perù fujimorista, e il suo esempio si estenda ad altre "democrazie con guerra civile".

La detenzione indiscriminata di contadini, con l'obiettivo di terrorizzare la popolazione affinché non faccia denunce alle organizzazioni dei diritti umani o dichiarazioni alla stampa, fa parte di una quota di razione quotidiana. Quest'altra parte della realtà peruviana è, in pratica, sconosciuta dai governi che fecero parte del panegirico dell'operazione di "pulizia", del 22 aprile, e preferiscono guardare altrove. Di fatto, nel Perù si va contro il diritto internazionale, proponendo Fujimori una legge di amnistia totale per i violatori dei diritti umani, e una polemica legge denominata "interpretativa", che obbliga tutti i magistrati ad applicarla.

La violenza politica scatenata inizialmente da Sendero Luminoso, alla quale si è sommata quella del Movimento Rivoluzionario Tupac Amaru (MRTA), ha provocato una feroce repressione governativa dal maggio del 1980 fino ad ora. Come risultato si sono avuti 30 mila morti, che includono centinaia di esecuzioni extragiudiziali, e 2.876 detenuti/scomparsi, secondo le Nazioni Unite. *

Inoltre, ha generato 600 mila fuggiaschi, migliaia di detenuti per la legislazione eccezionale antiterrorista e un numero indeterminato di persone torturate o sottoposte a maltrattamenti. Tutte le sequele di tali violazioni ai diritti umani, inclusa la tortura, è quello che Fujimori pretende di lasciare nell'impunità. E' stato dopo il trionfo elettorale del 1993 - che ha consolidato la continuazione di Fujimori per altri cinque anni, con una maggioranza propria all'interno del Congresso - che si è promulgata la legge num. 26.479 o Legge Generale di Amnistia del 1995.

Questa "concede l'amnistia ai militari, polizia e civili che siano denunciati, indagati, accusati, processati o condannati per fatti che derivano o hanno origine in modo occasionale o come conseguenza alla lotta contro il terrorismo dal 1980". Sono gli eufemismi per riconoscere la tortura come forma generalizzata di interrogatorio nell'indagine per delitti di terrorismo o tradimento alla patria applicati dalla polizia o da personale militare.

Organismi internazionali denunciano che del totale della popolazione detenuta, di 20 mila reclusi, solo il 20% è stato condannato; l'80% rimanente, è "incolpato"; cioè, può essere innocente o forse ha scontato già la pena che si sarebbe potuta dare. Il regime che si applica - in quelle carceri dove vengono detenuti i processati o i condannati per delitto di terrorismo o tradimento alla patria - trasgrediscono i principi stabiliti dalle Nazioni Unite per il trattamento dei prigionieri. Dopo la sentenza, per esempio, si mantiene l'isolamento per un anno; le visite dei familiari vengono permesse una sola volta al mese per appena 30 minuti, senza contatto fisico. I reclusi, dispongono appena di trenta minuti giornalieri per la loro ricreazione all'aria aperta. Gli avvocati - come uno scherno al diritto della difesa - hanno 15 minuti al giorno per parlare con uno o con diversi patrocinati, e in qualche caso per solo tre giorni alla settimana. Il servizio medico dentro le carceri è molto limitato; si permette il trattamento ospedaliero solo in casi gravissimi.

Il rumore per il successo della liberazione degli ostaggi ha fatto quasi dimenticare lo scandalo nel quale Fujimori e i suoi comandanti militari erano coinvolti per l'apparizione di un cadavere mutilato a causa di torture in una postazione militare. Si trattava di una agente del Servizio di Spionaggio Nazionale (SIN), decapitata e mutilata da militari nel marzo passato. Nel frattempo un'altra persona è stata ospedalizzata a causa di torture inflitte da militari (si veda Brecha, 11-04-97) vedi anche (Nicaragua Solidarity Network #376 in italiano). La maggioranza fujimorista del Congresso ha impedito - il 18 aprile - la formazione di una commissione investigatrice per queste denuncie dopo che i comandi militari hanno dato spiegazioni che i legislatori dell'opposizione davano per insufficienti.

Non è facile per gli oppositori controllare soprattutto le tracimazioni dell'apparato poliziesco-militare. Si veda che all'interno di questa strategia del controllo attraverso le forze di polizia si è denunciata la nomina, da parte del Ministero degli Interni, di decine di "tenenti governativi" in ogni distretto urbano. Sono funzionari statali stipendiati, chiaro, nominati dal Ministero dell'Interno il cui incremento incontrollato si è verificato in tutte le città. Funzionano come una rete di spionaggio o di informatori con l'incarico specifico di distruggere le forme di organizzazione comunale, dividere le organizzazioni di base restie ad accettare i diktat ufficiali e, soprattutto, cercare di sconfiggere i capi delle opposizioni. Un'infrastruttura che, secondo l'opposizione, servirà per la mobilitazione di massa a favore della rielezione e alla quale, in mezzo al trionfalismo ed alle autobombe, sembra sicuro si lanci Fujimori.

SILENZIO IMPOSTO. Nei giorni seguenti alla liberazione degli ostaggi i testimoni non hanno lasciato dubbi sulle esecuzioni sommarie degli emerretisti che cercarono di arrendersi. Siccome questo, dietro agli elogi di una quantità di governi, si è convertito in uno scandalo internazionale, il governo Fujimori ha imposto un patto di silenzio agli ex ostaggi liberati che appartengono a differenti ali del governo, una immensa maggioranza dei 72 ostaggi che erano nella residenza dell'ambasciatore. Quattro ex ostaggi, un militare, un poliziotto e due congressisti, hanno informato che è stato loro richiesto il silenzio "stretto e assoluto" su quanto successo durante l'assalto, sotto la minaccia di essere accusati di "slealtà". "Possiamo solo parlare con autorizzazione superiore" hanno detto. Ciò nonostante, vari ex ostaggi giapponesi hanno confermato alla televisione del loro paese che hanno visto arrendersi vari guerriglieri, quelli che poi sono apparsi morti.

Così, la stampa nazionale ed internazionale ha denunciato le pressioni che hanno cercato di esercitare gli organismi di sicurezza per la pubblicazione di molte relazioni - da fonti militari non identificate -, che hanno rivelato le esecuzioni. Per peggiorare la situazione dei mezzi stampa di questo paese, la mattina del 23 aprile, cioè, alcune ore dopo la "liberazione trionfale", è stata approvata dal Congresso una legge destinata a regolare l'esercizio del diritto alla rettifica. L'opposizione considera che da tale ordinamento deriverà necessariamente una restrizione della libertà di stampa.

Nonostante la proibizione governativa è risultato impossibile azzittire le rivelazioni sulla presa della residenza ; queste mostrano l'accanimento degli assalitori. Uno dei militari ha detto che il numero "tre" degli emerretisti, Eduardo Cruz Sanchez, "Tito", fu arrestato. Il guerrigliero sarebbe stato visto da una ventina di ostaggi "mentre era trasportato ammanettato, supplicando che non lo uccidessero". Da parte sua, un comandante della marina che partecipò anch'egli all'assalto ha dichiarato che "ogni volta che uno degli effettivi dell'operazione di liberazione passava vicino ad un corpo di uno dei ribelli, gli sparava un colpo. Ogni terrorista alla fine dell'assalto avrebbe dovuto avere circa cinquecento proiettili nel corpo". E ha aggiunto: " le teste dei ribelli rimasero sfigurate".

Che tali versioni non sono fantasie lo conferma la prudenza con cui sono stati seppelliti i resti di dodici degli emerretisti morti. Solo il corpo di Rolli Rojas è stato consegnato ai suoi familiari, con l'espressa proibizione di aprire il feretro. Felicitas Cartolini, madre del "comandante Evaristo", leader dell'azione guerrigliera, ha denunciato che il corpo di suo figlio è stato reclamato da sua sorella Rosa, ma non le è stato consegnato. "Lo hanno seppellito i militari segretamente". Felicitas, che vive esiliata in Francia, ha detto che denuncerà lo Stato giapponese per la morte di suo figlio in territorio nipponico.

DOMANDA. A sua volta, la Procura deve decidere - in poco tempo - sulla richiesta di esumazione sollecitata dalla madre della emerretista Luz Dina Villoslava, morta nell'assalto. "Nonostante sia stata identificata, l'hanno sepolta come 'NN' (non identificata, N.d.T.), in un luogo deciso dalla polizia" ha affermato sua madre, che ha sollecitato "un'autopsia indipendente che chiarisca se è stata giustiziata o meno".

E non mancano, neppure, i politici che hanno segnalato la morte del magistrato Carlos Giusti Acuña come "una casualità molto conveniente" per il governo. Giusti era conosciuto come un magistrato incorruttibile, che ha lottato ostinatamente per la moralizzazione del Potere Giudiziario con coraggio ed indipendenza. Nel suo ultimo incarico ha difeso i diritti del Potere Giudiziario nell'attuale riforma fujimorista, perché, secondo le sue affermazioni, "questa non può cadere nelle mani di uomini alieni alla legge". Essendo ministro della Corte Suprema il suo voto decideva se il caso del massacro di La Cantuta avrebbe dovuto essere giudicato in una tribunale civile o militare. Ovviamente lui era a favore di quello civile; prevedendo che avrebbe optato per questo, si creò la famosa "Legge Cantuta", che evitava la sua decisione. Era, da molto tempo, una pietra nella scarpa del governo.

LO STRATEGA. "Sono stato io che ho ideato l'operazione", ha detto il presidente Fujimori, "ispirato dagli incas". "Ci sono alcune cose che noi peruviani possiamo fare meglio degli Stati Uniti", si è vantato, con arroganza, in una intervista con la rivista Time. "Io credo che adesso il Perù possa esportare tecnologia sulla lotta antiterrorista".

L'esercito è riuscito ad introdurre segretamente almeno undici microspie nella residenza, nascoste negli effetti personali, - libri, chitarre, termos, e persino stampelle -, inviati probabilmente dai familiari agli ostaggi, ha informato un alto ufficiale militare al Time. Gli equipaggiamenti, microfoni miniaturizzati per l'ascolto e la trasmissione, "sono stati dati dai servizi segreti degli Stati Uniti, la CIA, e sono stati introdotti nell'edificio - quattro giorni prima dell'assalto - da agenti dei servizi segreti che si sono fatti passare per medici governativi che andavano a constatare lo stato di salute degli ostaggi", ha spiegato la rivista Time.

In una lunga relazione sulla liberazione degli ostaggi, il quotidiano The Washington Post, ha rivelato che un aereo spia RU-38A (Twin Condor) - concesso generosamente dagli Stati Uniti - ha fornito informazioni per l'operazione. L'aereo RU-38A ha realizzato i suoi voli ad alta quota sull'ambasciata in numerose occasioni, raccogliendo informazioni termiche sull'ubicazione dei guerriglieri e degli esplosivi.

IL POTERE DIETRO AL TRONO. Alle 8,30 della mattina di mercoledì 23, Nicolas Hermoza Rios, presidente del Comando Congiunto delle Forze Armate, e Vladimiro Montesinos, consigliere di Fujimori in tema di spionaggio, sono arrivati alla residenza dell'ambasciatore giapponese devastata. Vedere i due influenti personaggi in pubblico ha sorpreso i giornalisti; questi hanno attribuito la loro presenza all'intento di capitalizzare a proprio favore il "successo" dell'operazione Chavin de Huantar, benché nei giorni passati fossero aumentate le denunce di responsabilità su violazioni dei diritti umani, contro il primo, e di corruzione, rispetto al secondo.

Il giornalista Cesar Hildebrandt, conduttore del programma televisivo "En persona", ha qualificato Hermosa e Montesinos come "contacadaveri" a causa della loro incursione fra le macerie dell'ambasciata, "a caccia di pubblicità". Alti ufficiali militari che erano sul posto hanno spiegato ai due visitatori i dettagli del recupero della residenza. Testimoni presidenziali hanno segnalato che Montesinos ha osservato per alcuni minuti il cadavere del leader emerretista Nestor Cerpa; la sua "passeggiata" con Hermoza - debitamente documentata dalla stampa - è stata interpretata unicamente come il corollario dei loro rispettivi "rilanci".

Vladimiro Montesinos, gestore principale dell'autogolpe di Fujimori, suo consigliere personale, disertore dell'esercito ed agente della CIA, è stato accusato di avere innumerevoli contatti con il narcotraffico. Era solito lavorare come avvocato dei narcotrafficanti; gruppi peruviani e statunitensi dei diritti umani lo accusano di aver creato gli squadroni della morte.

A sua volta, il quotidiano Jornal do Brasil ha denunciato, agli inizi di aprile, che Montesinos ha dei vincoli con un narcotrafficante colombiano, citando come fonte Mauro Esposito, capo della Polizia Federale Brasiliana. Fujimori ha difeso ad oltranza il suo consigliere e ha qualificato come assurde queste denunce. Frattanto, si è saputo l'importo dello stipendio mensile di Montesinos, equivalente a 80 mila dollari al mese, in un paese dove il salario minimo mensile non raggiunge i 200 dollari.

Nel dicembre del 1996 il generale dissidente Rodolfo Robles ha denunciato Hermoza e Montesinos per le loro responsabilità in assassinii politici, come quello perpetrato contro nove studenti e un professore universitario nel 1993. Nello stesso anno Robles, che era il terzo gerarchicamente all'interno dell'esercito, è caduto in disgrazia. Alla fine di novembre del 1996 è stato violentemente arrestato mentre era in strada - è stato picchiato ed annaffiato con gas paralizzante - è stato rilasciato per esigenze di Fujimori. Malgrado ciò, il militare ritirato ha avvertito: " Il Perù si incammina verso una lunga dittatura".

GARANTI DI CHE ? I membri della Commissione dei Garanti hanno emesso un comunicato che in un suo paragrafo finale cercava di chiarire le competenze "La situazione si è conclusa inaspettatamente per noi per responsabilità ed autorità esclusiva del governo peruviano". Complici o no, sono serviti come cortina di fumo e quando il comunicato è stato letto - in conferenza stampa di fronte ad un centinaio di reporters, il giorno seguente alla liberazione - monsignor Cipriani è scoppiato in lacrime riferendosi ai 17 morti. La stampa peruviana ha intitolato il giorno seguente la prima pagina dei giornali con : "Fujimori ha tradito Cipriani".

Gli organismi che formano il Coordinamento Nazionale dei Diritti Umani del Perù (Conadeh) hanno enfatizzato: "Una soluzione pacifica e negoziata alla crisi degli ostaggi era meglio della più perfetta soluzione militare. La soluzione non violenta permetteva di salvare la vita di tutti e ci avrebbe fornito la prospettiva che le armi non sarebbero sempre state l'ultima parola in Perù. Costruire la pace in Perù , già lo si può vedere, è un compito ancora in sospeso. La pace duratura richiede di rinforzare la democrazia e lo Stato di diritto, di costruire una cultura del dialogo, restituire i diritti conculcati, ridurre la diseguaglianza e la povertà, esercitare un effettivo controllo democratico sulle forze armate e porre fine all'impunità in Perù".

Alla fine, tutto ciò che a Fujimori sembra non interessare.

* Documento E/CN.4/1995/36, pag. 65

(tradotto a cura del Comitato Chiapas di Torino)



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