Perù, giovedì 15 maggio 1997 - Il Ministro degli
Interni, Cesar Saucedo Sanchez ha autorizzato ieri il Procuratore
della Repubblica a denunciare Isaac Velasco Fuertes, accusato,
come il portavoce internazionale dell'organizzazione terrorista
Movimento Rivoluzionario Tupac Amaru (MRTA), di fronte al tribunale
speciale militare, e pertanto potrebbe essere condannato all'ergastolo.
Secondo la risoluzione 0452-97, si dà facoltà al
procuratore del Ministero dell'Interno in materie di terrorismo,
Josè Carreño, di denunciare Isaac Velasco Fuertes
o Guillermo Flores Zafra, profugo della giustizia peruviana all'estero
con lo status di esiliato, in Germania.
La risoluzione denuncia che Velasco Fuertes, approfittando della
sua qualità di esiliato politico, "sta incitando deliberatamente
e coscientemente a realizzare atti di violenza in Perù,
con il fine di destabilizzare la democrazia (...)".
La disposizione, pubblicata ieri dal giornale El Peruano, aggiunge
che Velasco Fuertes si attribuisce la qualità di "portavoce
internazionale" e portavoce di detta organizzazione delinquente,
perciò potrebbe essere condannato all'ergastolo, secondo
la nuova legislazione sui casi di terrorismo.
Il 7 maggio del 1993, Velasco Fuertes unitamente ad altri membri
dell'MRTA fu denunciato per tradimento alla patria, di fronte
alla Zona Judicial de la Marina, posponendo il processo che era
in stato di istruttoria per verificare l'identità di alcuni
processati e, fra di loro, del menzionato emmeretista, al fine
di chiarire i fatti così come la responsabilità
individuale degli stessi.
Velasco risponde
Isaac Velasco, ha assicurato che non si considera "traditore
della patria del dittatore Fujimori", nonostante la risoluzione
del ministero degli Interni peruviano che lo denuncia per queste
colpe.
In una conversazione telefonica dalla Germania, dove risiede con
lo status di rifugiato politico, Velasco ha dichiarato che l'MRTA
non si vendicherà per la morte di 14 compagni nell'assalto
alla residenza di Lima dell'ambasciatore giapponese, "perché
è un'organizzazione politica che non persegue fini meschini
e bassi, come la vendetta''.
"Non mi considero suddito di nessun imperatore criminale
e genocida" ha aggiunto Velasco, riferendosi al presidente
peruviano Fujimori.
(tradotto a cura del Comitato Chiapas di Torino)