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Timor Est


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Tutto il mondo sta chiedendo l'intervento militare di una forza di pace internazionale a Timor-Est - come tutti i principali media chiesero per la guerra contro il popolo in Yugoslavia. Lo scoppio delle vilolenze in Timor-Est era prevedibile e tutte le parti interessate - Nazioni Unite, le forze militari indonesiane e Fretilin - lo stavano aspettando'.
Il modello della situazione pre-guerra, e' per lo piu' lo stesso che c'era in Yugoslavia prima della guerra - con una particolare differenza: Il Fretilin ha l'immagine di un movimento di liberazione di sinistra. Ma il nazionalismo non è di "sinistra" o di "destra": E' solo assassino.
Il seguente articolo è stato scritto a maggio. Potrebbe essere usato come informazione di fondo. Stiamo lavorando per aggiornarlo.

http://www.rhein-neckar.de/~wildcat/easttim.html

Indonesia/Timor-Est: Il prossimo "punto-caldo"

"La NATO non previene le violazioni dei diritti umani. Essi sostengono le torture del regime turco, fornendo le armi per i loro crimini contro la popolazione Kurda. Inoltre provvedono anche ad armare il regime indonesiano, che massacra decine di migliaia di persone in Timor-Est. In questo e in altri casi, cagano sui diritti umani." Questo è, a meno che tale apparente sostegno si adatti al loro piano.
Sembra che la situazione particolarmente critica in Timor-Est possa rapidamente diventare il pretesto "umanitario", una leva per la situazione in Indonesia, una situazione che è inaccettabile per il capitale globale.
Qualche settimana fa, una delegazione di tutti i partiti parlamentari tedeschi hanno visitato l'indonesia avvertendo che Timor-Est sarà probabilmente il prossimo punto caldo e chiedevano entrambi, sia il movimento di solidarietà di Timor-Est che i rappresentanti del movimento nazionale di liberazione, l'invio di una forza internazionale di pace."

Timor-Est: una lunga tragedia dimenticata

Timor-Est Una volta era una colonia del Portogallo, spinta completamente e all'improvviso all'indipendenza, dopo la "rivoluzione dei garofani" in Portogallo nel 1974. Poco dopo, scoppia una sanguinosa guerra civile tra l'UDT e il Fretilin, due partiti che nel passato avevano sostenuto l'indipendenza. Una delle ragioni di questa guerra civile, fra le altre, era che questo conflitto fu preordinato dagli strateghi e pianificato dal governo indonesiano.
Nel 1975 l'esercito indonesiano entrò a Timor-Est. Nel 1976, Timor-Est fu formalmente annessa all'Indonesia, un movimento che non venne mai riconosciuto dalle Nazioni Unite. Fino ad allora, Timor-Est fu catalogata come "territorio senza un suo proprio governo". Il Portogallo è al riguardo come un suo rappresentante diplomatico internazionale.
200.000 persone morte come risultato dell'invasione da parte dell'Indonesia: uccisi, affamati, o morti per l'effetto di malattie. A quel tempo la popolazione era di 800.000 persone.
Timor-Est fu sempre un paese povero. Il Portogallo non dimostrò particolare impegno per il suo sviluppo. Per esempio, nel 1975 c'erano appena 20 Km di strada asfaltata nel paese. L'agricoltura consisteva principalmente di coltivazione di sussistenza. Durante la prima fase di lotta contro l'esercito indonesiano, questo fatto diventò velocemente una trappola di fame per la popolazione. Attraverso la distruzione delle foreste o il furto del bestiame e l'espulsione della popolazione dalle terre su grande scala, la prima ondata di proletarizzazione fu compiuta dentro un tempo particolarmente breve. Nonostante molte misure statali (sulle infrastrutture), Timor-Est tuttavia rimaneva largamente non-industrializzata. Violazioni da parte dell'esercito indonesiano, si sono verificati uno dopo l'altro, compresi regolari massacri. Uno tra i più vistosi fu nel 1991 a Dili, oltre 200 persone vennero uccise durante un funerale.
La maggioranza della popolazione a Timor-Est è cattolica. Tuttavia, è stato così fin dall'annessione all'Indonesia. L'Indonesia pretendeva l'affiliazione di uno dei 5 stati religiosi riconosciuti. Molti di quelli che vivono a Timor-Est sono immigrati provenienti da diverse parti dell'Indonesia. Una piccola parte di loro attraverso il piano del programma di trasmigrazione ufficiale, i più sulla scia del passato, o spontaneamente. Per alcuni c'erano stati benefici distinti, in particolare dal fatto che i titoli delle terre erano stati cambiati, a svantaggio del vecchio ordinamento e in favore di una gestione amministrativa statale inflazionata. E' poco chiaro quanti immigrati ci siano esattamente. Si calcola circa 200.000 immigrati, più del 20% della popolazione. Mentre immigrati dal Sulawesi e Java sono mussulmani, e hanno le loro radici in una cultura e in una storia diversa da quella di Timor-Est, gli immigrati dall'ovest di Timor sono culturalmente piuttosto chiusi verso l'est timorese, molti di loro parlano il Tetun, il linguaggio indigeno predominante.

Comunque essi non conoscono il portoghese e in media parlano meglio il Bahasa indonesia.
Tra la popolazione del vecchio ordinamento e alcuni immigrati, ci sono stati spesso sanguinosi confronti. Nel settembre del 1995, 1.000 persone fuggirono da Timor-Est dopo che mercati e moschee furono bruciate. L'invasione dell'esercito indonesiano prese il posto un giorno dopo l'incontro tra Suahrto con l'allora presidente americano Ford. Per i seguenti 20 anni ci furono molte risoluzioni dell'ONU ( gli USA regolarmente si astenevano dal voto), ma in realtà nussuno stato oltre al Portogallo, fu interessato alla sorte di Timor-Est. Nella seconda metà degli anno '90, vi fu un lento inizio di cambiamento, indicato per lo più con la assegnazione del premio nobel per la Pace premio di rappresentanza del Papa a Timor-est e a Jose Ramos Horta (cofondatore del Frentilin e dei loro rappresentanti alle Nazioni Unite). Tutto ciò successe nel 1996.
C'erano ragioni distinte e decisive per questa tempestività. L'iIndonesia, era una delle più eminenti la cosidetta "Tigre asiatica".
Nel 1996 era emersa l'aspettativa della fine dell'era di Suahrto.
L'occupazione di Timor-Est fu approvata cosi a lungo che ogni cosa rimaneva, forse apparentemente, nella morsa di una forte dittatura militare. Ancora una volta, fu scoperto, quando ciò diventò chiaramente evidente, che cambiamenti nella situazione politica nel terzo paese più grande del mondo erano inevitabili.

. Il "punto caldo"

....per questo, non è ovviamente Timor-Est, ma l'Indonesia. L'indonesia non è la Yougoslavia, ma ci sono così tanti parallelismi che sembra possibile uno sviluppo similare. Questo è confermato dalla situazione corrente, la quale è guasta non solo Timor Est, ma in quasi tutta l'Indonesia.
L'Indonesia è uno stato mult-etnico, non ci sono maggioranze etniche. L'Indonesia è un paese industrializzato, la popolazione è per lo più proletaria. E' stata attaccata nel modo peggiore dalla cosidetta "crisi asiatica". Mentre nel sud della Corea, le tendenze iniziali di "ripristino" sono notevoli, e mentre la Thailandia rimane attraversata da un "buco nero", in Indonesia non ci sono ancora indici di miglioramento.
Le ragioni sono semplici. Il potenziale di sfruttamento in Indonesia è immenso. Oggi, i salari in Indonesia sono forse i più bassi nel mondo.
Tuttavia il rischio di investimenti è enorme: la società indonesiana nel suo insieme e in particolare la classe lavoratrice, nega molte delle condizioni richieste dal capitale globale. Per collocarle in altre direzioni, infatti i lavoratori sono a basso prezzo, ma non sufficentemente motivati o subordinati. Ogni giorno ci sono scioperi, manifestazioni, richiesta di terre e altre lotte, nonostante (o piuttosto perchè) la disoccupazione e la povertà è di massa. Oltre metà della popolazione ora vive sotto l'indice di povertà della Banca Mondiale.
Inoltre, in quasi tutte le parti del paese, l'altra parte di pauperizzazione è evidente. Azioni di automassacri di proletari, determinati e giustificati con la scusa dell'etnia e della religione, o tra la vecchia popolazione e gli immigrati o, in qualche caso, massacri degli abitanti dei villaggi vicini per ragioni che sembrano eludere gli estranei.
La situazione politica e sociale in Indonesia è esplosiva. Piccole esplosioni accadono ogni giorno. Non è completamente chiaro perchè il governo di Habibie ha proposto uno statuto autonomo per Timor-Est nell'agosto dello scorso anno. All'inizio del 1998, accanto al movimento degli studenti radicali in Indonesia, sorge un movimento corrispondente in Timor Est, esattamente tra giugno e luglio, che, tra le altre cose, è risultato una fuga di decine di migliaia di immigrati fuori da Timor-Est.

Molto probabilmente, la ragione principale per la decisione di Habibie fu la sua debole autorità interna, in questo modo tentava, attraverso la decisione della proposta di autonomia, una manovra vincente nella politica estera. E' anche probabile che egli voleva semplicemente sgravare la situazione di agitazione, al di sopra di un confronto privo di interessi (in senso economico). C'è anche il movimento di liberazione in Aceh (Nord Sumatra) e in Irian Jaya (West Papua), e sanguinosi scontri tra questi e i militari sono ancora una volta le fiammelle che fanno divampare l'incendio. Ancora, entrambi le regioni sono ricche di petrolio (Aceh) o altre risorse minerarie le quali permettono larghe entrate economiche.
L'offerta di autonomia dentro lo stato indonesiano, tuttavia, non ha fatto calare il movimento di indipendenza a Timor-Est. Da gennaio 1999, c'erano negoziati con le Nazioni Unite e il Portogallo, mentre contemporaneamente le milizie pro-indonesiane - in parte equipaggiate e permesse attraverso i legami militari - cominciano a diffondere paura e panico. Essi hanno attaccato villaggi e costruzioni dove la gente si da alla fuga, comprese molte chiese. Fanno sfoggio di armi a Dili, senza alcun intralcio da parte di polizia o militari. Hanno preso di mira le case dei militanti del movimento per l'indipendenza e distribuiscono volantini che annunciano minacce di morte. nel complesso centinaia e centinaia di persone sono state assassinate da queste milizie in questi ultimi anni.
Il 5 maggio l'Indonesia ha firmato un accordo con il Portogallo e le Nazioni Unite sullo statuto di autonomia e la preparazione per un ballottaggio della conduzione di Timor-Est dall'ONU (in effetti il referendum si è tenuto il 7 o l'8 agosto) sul futuro di Timor Est: autonomia in Indonesia o indipendenza. Mentre parte della popolazione di Timor-Est rimane terrorizzata, i leaders delle organizzazioni di "liberazione" hanno cambiato gli statisti, che ha seguito un grosso aumento del loro prestigio durante i negoziati.
Xanana Gusmao, capo di Falintil (sezione armata del Frentilin) e presidente della CRNT (Consiglio nazionale di resistenza timorese), è ancora in prigione a Jakarta, ha proibito agli studenti di Dili di organizzare manifestazioni contro il terrore delle milizie: "In questo modo dobbiamo contribuire tutti al processo di (la preparazione del voto) seguendo gli orientamenti delle Nazioni Unite. A questo fine, ripeto il mio appello a tutti di rimanere calmi. Ripeto il mio appello a tutti i giovani di Dili a obbedire agli ordini e pretendere che si comportino responsabilmente e con disciplina".

Invece di collocare l futuro di Timor-Est nelle mani dei giovani di Dili lui e altri leaders sperano per un futuro da statisti con un loro proprio stato, e pretendono l'invio di una forza di pace armata a Timor-Est.
Loro non rifuggono apertamente richiedendo una invasione della NATO. Jose Ramos Horta,in una intervista con un giornale provinciale in Iowa, dice: " L'intervento della NATO sarebbe la prima in 50 anni di cui sarebbe discutibile il motivo puramente umanitario". L'articolo continua: "Jose Ramos Horta, dice che desidererebbe che gli Stati Uniti o altri membri della NATO desse alla propia nazione di oltre 800.000 persone, gli stessi aiuti che stanno dando al Kossovo".
Il primo ministr del POrtogallo, Antonio Guiterres, ha risposto: "La partecipazione del Portogallo alle azioni della NATO in Bosnia e in Yugoslavia ha dato al paese una "autorità etica" di richiedere l'intervento delle Nazioni Unite in Timor-Est.
Le Nazioni Unite manderanno circa un centinaio, di polizia armata, che informerà e sosterrà le forze di sicurezza indonesiana in preparazione del referendum e il mantenimento della sicurezza. Questo è certamente un - anche se forse solo di coscenza - un gioco di azzardo.
Tutti, con una tendenza potrebbero essere capaci di un attacco su gruppi armati e ce ne sono abbastanza con una certa inclinazione - daslle milizie pro-indonesiane, che vogliono prevenire il referendum, alle squadre dei militari, ai quali un confronto armato con gli "aggressori stranieri" sarebbe un pretesto per organizzare, per esempio,un colpo di stato e il rafforzamento delle leggi marziali nel paese. Ciò che rimane non chiaro è il ruolo e il destino degli immigrati a Timor-Est. In accordo con lo statuto dell'autonomia coloro che si riconoscono come cittadini di Timor-Est, sono coloro che hanno vissuto li prima del 1975 o hanno vissuto li per più di 5 anni.
Dall'altra parte, negli accordi sul referendum solo chi è nato la o ha genitori, o nonni o un consorte che è nato la', è riconosciuto come cittadino. C'è effettivamente una distinzione etnica, la quale include l'esiliato timorese, ma esclude gli immigrati.
Questa potrebbe essere la precondizione della pulizia etnica.
Inoltre la validità di tali accordi rimane su accettazione del parlamento indonesiano, che, praticamente parlando, potrebbe accadere solo dopo il ballottaggio, poichè il nuovo parlamento non si riunisce prima di agosto (supponendo che le elezioni avranno successo, il che è lontano dalla stabilità, nel momento che scriviamo questo articolo, una settimana prima delle elezioni).
Attualmente, quasi tutti i partiti, incluso il PDI Perjuangan capo del Megawati, è ancora contro l'indipendenza di Timor-Est.
Finalmente, forse potremo trovare la più grande occasione per la guerra negli accordi tra l'Australia e l' Indonesia sullo sfruttamento di una enorme falda petrolifera recentemente scoperta tra Timor-Est e l'Australia. Questo accordo tra l'indonesia e l'Australia fu firmato sotto la protesta del Portogallo.
L'Australia, solo recentemente ha messo in piedi una veloce "Task force" stazionata a Darwin, punto più vicino dall'Australia a Timor-Est.
Sotto con le guerre mercantili umanitarie!!!
Una volta le guerre erano "solo guerre", oggigiorno sono "per l'umanità".
Questo significa che ogni occasione può diventare un buon pretesto. La situazione in Indonesia salva queste giustificazioni di massa. Inoltre, lo stato radicale umanista, non ha esitato a lungo.
Dal movimento di solidarietà dell'Indonesia/Timor-Est ai leaders ribelli ora casti uomini di stato, diritti attraverso il PDS tedesco (partito dell'ala sinistra; una volta si chiamava SED), essi chiedono la guerra ora, non ci sono eccezioni a sinistra.
Ognuno ora richiede una "pace armata", dagli USA, dal Governo Federale Tedesco, o da chiunque altro richieda la preparazione e la conduzione di una guerra in Indonesia, la quale sarà guidata insieme con il potere reazionario in Indonesia contro la classe lavoratrice.
Se il capitale globale e le sue truppe armate si sottopongono a questa condizione,è certamente ancora oggi una speculazione. Ma se la crisi dei Balkani può essere risolta con le bombe, perchè no la crisi asiatica????.

Karl Eugen, May 31, 1999 (from:Wildcat Zirkular, # 50)

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Mannheim-Ludwigshafen, Germany
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