tmcrew infozone

zio sam pinocchio - disegno di Matt Wuerker
SINTESI E COMMENTO DEL TESTO DI RAMBOUILLET

(a cura di un gruppo di lavoratori e delegati Acinformatica)




Il testo di Rambouillet si può leggere suddiviso in 2 macroparti, la prima fino al capitolo 4a, la seconda dal capitolo 4b alla fine. Nella prima parte si stabiliscono i principi, le norme e le istituzioni che dovranno regolare la vita del Kosovo, nella seconda parte viene descritto il processo dell’intervento militare NATO ed il protettorato NATO sul Kosovo ed attraverso questo il suo controllo sull’intera Jugoslavia.

 

1. Il cosiddetto autogoverno del Kosovo è costituito di principi, organi istituzionali e poteri di questi organi tali da dare luogo alla nascita di una vera e propria repubblica del Kosovo all’interno della Jugoslavia. Basti dire che per le relazioni estere si fa riferimento "al potere fornito alle repubbliche nell’art. 7 della Costituzione della Repubblica Federale della Jugoslavia" (cap.1 art. I par. 6c). Mentre quasi scompare il potere della Repubblica di Serbia di cui il Kosovo fa parte come regione autonoma.

Si tenta, un po’ sulla falsariga di quanto accaduto in Bosnia, di frazionare il territorio per etnia. Questo elemento di differenziazione, di separazione, di far risaltare i caratteri nazionali sull’interculturalità (basti pensare che il termine "comunità nazionale" viene usato 30 volte nei primi 6 articoli del cap. 1 per poi farne il titolo del VII articolo) si riflette su tutte le istituzioni da quelle politiche a quelle giudiziarie fino alla polizia comunale. Polizia comunale che, individuata in 3000 unità sotto la direzione del CIM, avrà la funzione di tenere sotto controllo il proletariato kosovaro. Da un lato affinché non disturbi il "lavoro" della NATO e dall’altro come strumento per armare le comunità nazionali ed in particolare quella albanese garantendo che la base etnica delle istituzioni kosovare non sia messa in discussione. Del resto solo l’idea di comuni etnicamente puri può sbrogliare la matassa di istituzioni, composte da alchimie etniche, altrimenti votate alla paralisi e di qui pure si avvia il processo di indipendenza o di tragedie e conflitti. Tutto il meccanismo è poi controllato, diretto e condizionato dalla presenza imperiale sotto la forma della missione operativa (IM) dell’OSCE a sua volta coordinata con la KFOR (il nome della NATO in Kosovo) e che garantisce il passaggio dei poteri e la loro applicazione dalla Jugoslavia (FRY) all’autogoverno del Kosovo.

Per concludere la fotografia di questa prima parte è da rilevare come il capitolo 4a, sulle questioni economiche, si apra all’articolo I paragrafo 1 con "l economia del Kosovo funzionerà in accordo con i principi del libero mercato" a sottolineare una volta di più il carattere neo-liberista dell’intera operazione. A conferma di ciò al par. 4 dell’art. I si dice "[...] non ci saranno impedimenti al libero movimento di persone, beni, servizi e capitali da e verso il Kosovo". Infine nell’articolo II dello stesso capitolo 4a si mantiene in mano alla NATO il controllo delle operazioni economiche attraverso "[...] la creazione di una commissione per la risoluzione dei conflitti" che dirima i conflitti di proprietà, formata "[...] da 3 esperti designati dal Kosovo, 3 esperti designati congiuntamente dalla Repubblica Federale di Jugoslavia e dalla Repubblica di Serbia e 3 esperti indipendenti designati dal CIM" (il comando dell’IM di cui sopra).

Insomma si tratta di stabilire il controllo occidentale sul Kosovo attraverso un’autorità civile, IM, per ciò che concerne le questioni dell’autogoverno ed un’autorità militare, KFOR, per ciò che concerne il controllo del territorio. Vedremo ora nella 2ª parte come sia preminente il KFOR, comandato e diretto dal NAC (comando della NATO), sull’IM e come dunque la NATO sia padrona del Kosovo e da qui della Jugoslavia anche a scapito dell’OSCE, dunque dell’Europa, di cui è espressione l’IM.

 

 

2. Abbiamo voluto iniziare a trattare dell’occupazione neo-coloniale o protettorato del Kosovo dal cap. 4b "assistenza umanitaria, ricostruzione e sviluppo economico", non casualmente ma perché a partire dal terreno della ricostruzione si pongono le premesse perché l’occupazione militare si stabilizzi e costruisca un consenso su se stessa necessario a renderla permanente. Infatti al par. 4 si dice "la comunità internazionale fornirà i mezzi per il miglioramento rapido delle condizioni di vivibilità per la popolazione del Kosovo attraverso la ricostruzione e la riabilitazione di case ed infrastrutture locali (incluse acqua, energia, salute ed infrastrutture scolastiche) basandosi su esami di accertamento dei danni". E, ricordando Maastricht, si legga il paragrafo 6 che dice "sarà anche vitale gettare le fondamenta per lo sviluppo sostenuto, basato su un rinnovamento dell’economia locale. Questo deve tenere conto del bisogno di indirizzare la disoccupazione, ed incentivare l’economia con una serie di meccanismi. La commissione europea darà attenzione urgente a questo".

Dopo aver accennato ai meccanismi economici vediamo il resto di questo testo che è costituito, di qui alla fine, di altri 4 capitoli di cui due (i cap. V e VII) descrivono le missioni imperiali mentre gli altri due (i cap. VI e VIII) si soffermano su aspetti istituzionali.

Nel cap. V si descrive il meccanismo della missione operativa (IM) dell’OSCE attraverso cui l’Europa controlla gli aspetti civili della costruzione di Rambouillet. L’organo che "[...] servirà come meccanismo centrale per esaminare e coordinare la realizzazione civile di questo accordo" (?!) (cap.5 art. I par.2) è la commissione paritetica costituita secondo attenti dosaggi fra comunità nazionali, istituzioni del Kosovo e Jugoslavia ma sottomessa all’OSCE. Infatti si dice all’art. I par. 3 "il CIM presiederà la commissione paritetica. La presidenza coordinerà ed organizzerà il lavoro della commissione paritetica e deciderà il tempo ed il luogo delle sue riunioni [...] La commissione paritetica opererà sulla base del consenso, ma laddove il consenso non possa essere raggiunto, la decisione della presidenza sarà conclusiva." Gli effetti politici di questo testo sono evidenti, basti dire che i poteri sul piano civile (art. II) vanno dal controllo economico a quello della polizia comunale fino ai livelli istituzionali, ma in realtà senza limiti visto che all’art. II par. 2 si dice "il CIM potrà anche assumere altre responsabilità derivanti da questo accordo o da lui identificate in seguito". Con lo status definito dall’art. III l’IM ha i diritti e le immunità diplomatiche ma anche la capacità di essere attore economico ed al contempo si obbliga la Jugoslavia (FRY) a mettere a disposizione di IM trasporti, sussistenza, sistemazione, comunicazioni ed altre agevolazioni. Con l’art. IV l’IM si garantisce il controllo sia delle istituzioni esistenti che di quelle future. Infatti all’art. IV par. 5 si dice "[...] Il CIM può raccomandare alle autorità preposte la rimozione e la nomina di funzionari e l'abbreviazione dell’operatività di istituzioni esistenti in Kosovo [...]" mentre al par. 2 troviamo "[...] L'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) sorveglierà le elezioni per assicurare che siano libere e corrette" e par. 3 "Sotto la sorveglianza dell'OSCE, con la partecipazione delle autorità del Kosovo e di esperti nominati da ed appartenenti alle comunità nazionali del Kosovo, le autorità Federali condurranno un censimento obiettivo e libero della popolazione in Kosovo secondo le regole ed i regolamenti stabiliti con l'OSCE e aderenti agli standard internazionali. Il censimento sarà svolto quando l'OSCE determinerà che le condizioni permettono un'enumerazione obiettiva ed accurata [...]". L’intangibilità del potere totale sugli aspetti civili è data dall’art. V che recita "Il CIM sarà l’autorità finale in merito alla interpretazione degli aspetti civili di questo Accordo, e le Parti sono d'accordo ad attenersi alle sue determinazioni e di considerarle vincolanti su tutte le Parti e le persone."

Prima di giungere al cuore del testo, il cap. VII, nel cap. VI si delinea la figura del difensore civile, designato provvisoriamente dal CIM e poi nominato dal presidente del Kosovo con voto dell’assemblea da un elenco di candidati preparato dal presidente della corte europea dei diritti umani. Il difensore civile è l’autorità di indagine sulle violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali e sui diritti delle comunità nazionali.

Capitolo VII: l’intervento NATO ovvero come ti anniento uno stato sovrano, così potremmo iniziare, ma davvero più che l’analisi politica qui è bene far parlare l’articolato tanto esso è esplicito. Art. I par. 1b "[...] la Nato stabilirà e schiererà una forza (in seguito KFOR) che potrebbe essere composta da unità di terra, aria, e mare da nazioni della Nato e non, che operano sotto l'autorità e soggette alla direzione ed al controllo politico del Consiglio Nord Atlantico (NAC) attraverso la catena di comando della Nato [...] "; par. 1c "si è d'accordo che gli altri Stati possono assistere nel perfezionare questo Capitolo. Le Parti sono d'accordo che le modalità della partecipazione di quegli Stati saranno oggetto di accordo tra tali Stati che partecipano e la Nato.". La FRY deve "provvedere, a nessuno costo, all'uso di tutte le installazioni e i servizi richiesti per lo spiegamento, le operazioni ed il supporto del KFOR." (par. 2c). "[...] nessuna Parte avrà Forze presente all'interno dei 5 chilometri del lato del Kosovo che delimita il Kosovo dalle altre Parti del FRY" (art. II par. 4a). Tralasciando tutte le misure volte ad espellere le forze armate Jugoslave (VJ) dal Kosovo, lasciando solo 1500 uomini delle guardie di confine, peraltro sottoposte al controllo del comando del KFOR (COMKFOR), vogliamo riportare l’ art. IV par. 3 che dice "Forze della Difesa dell'Aria e Jugoslave (YAADF) Tutti gli aerei, radar, missili terra-aria (incluso sistema di difesa a portata d’uomo "MANPADS") ed artiglieria contraerea in Kosovo dovrà essere immediatamente, dall’EIF, ritirata dal Kosovo verso altre ubicazioni in Serbia fuori dal 25° chilometro dalla Zona di Sicurezza Reciproca come definito nell’Articolo X. Questo ritiro sarà completato e relazionato dal comandante di VJ senior in Kosovo al comandante della Nato più oltre 10 giorni dopo l’EIF. Il comandante Nato controllerà e coordinerà l’uso dello spazio aereo sul Kosovo iniziato dall’EIF come oltre specificato nell’Articolo X. Nessun sistema di difesa aerea, radar di inseguimento di obiettivo, o artiglieria contraerea dovrà essere posizionata o operare all'interno del Kosovo o i 25 chilometri della Zona di Sicurezza Reciproca senza la precedente ed espressa approvazione del comandante Nato." Ricordate le NO FLY ZONE in Iraq? Ebbene sono la scusa usata da 8 anni per bombardare quel paese e sono le zone per i traffici mafiosi di droga ed armi usati dal governo turco in combutta con i partiti kurdi iracheni filo-occidentali e contro la lotta di liberazione del popolo kurdo. Provate ora a pensare questo in Europa e con vicino stati deboli e/o mafiosi come l’Albania e la Macedonia ed i pruriti secessionisti pro NATO del governo mafioso montenegrino.

Nell’articolo VI si specificano tutte le operazioni che dovrà fare il Ministero di Polizia Interna (MUP) per ritirare le sue forze. Senza volerci soffermare sui vari punti, che pure meriterebbero significato politico, ci interessa sottolineare 2 passaggi : par. 1b1 "A partire dal Giorno-K + 5 giorni, quelle unità MUP non assegnate al Kosovo prima del 1° febbraio 1998 dovranno allontanare tutto il personale e gli equipaggiamenti dal Kosovo verso altre ubicazioni in Serbia". La data dell’1/2/1998 non è casuale ma indica che è stata la comparsa delle bande criminali e mafiose inventate da Sali Berisha (ex presidente mafioso dell’Albania) con il sostegno USA a produrre l’inasprimento repressivo in Kosovo.

Par. 1c3 "Il passaggio alla forza di polizia comunale dovrà cominciare non appena la polizia Kosovara sarà addestrata ed in grado di assumere esercitare i propri doveri. Il CIM dovrà organizzare questo passaggio da MUP a polizia comunale", cioè si costituiscono le basi per lasciare il lavoro sporco dalla NATO alle strutture etniche armate.

Sempre nel tentativo di ridurre l’ampiezza di questo testo cercando però di sottolineare i punti politici essenziali si segnala l’intero art. VIII ed in particolare: il par. 1 "Conforme alle obbligazioni generali dell’Articolo I, le Parti comprendono e concordano che il KFOR schiererà ed opererà senza ostacolo e con l'autorità di intentare tutta la azioni necessarie per aiutare a garantire la conformità con questo Capitolo"; il par. 3 "Le Parti comprendono e concordano che il KFOR dovrà avere diritto ad adempiere ai suoi compiti di supporto, nei limiti imposti dai suoi principali compiti assegnati, dalle sue capacità, dalle risorse disponibili e, come indicato dal NAC, che include i seguenti: a) aiutare a creare le condizioni per [...], incluse libere ed eque elezioni; b) assistere il movimento di organizzazioni nel completamento di missioni Umanitaria [...]"; par. 4 "Le Parti comprendono e concordano che ulteriori direttive del NAC possono stabilire doveri supplementari e la responsabilità del KFOR di perfezionare questo Capitolo"; par. 5 "[...] b) Il KFOR dovrà avere diritto ad usare tutto i mezzi necessari ad assicurare la sua piena abilità di comunicare ed dovrà avere il diritto all'uso senza restrizioni dell’intero spettro elettromagnetico [...] c) Il KFOR dovrà avere diritto a controllare e regolare il traffico nella superficie di tutto il Kosovo [...] d) [...] Né il KFOR né alcuno del suo personale sarà responsabile per ogni danno a proprietà privata o pubblica che loro possano causare nel corso dei doveri riferiti alla realizzazione di questo Capitolo [...]"; par. 6 "Le Parti comprendono e concordano che il COMKFOR dovrà avere l'autorità, senza interferenza o permesso di alcuna Parte, di fare tutto ciò che giudichi necessario e corretto, incluso l'uso di forza militare per proteggere il KFOR e l'IM, e svolgere i compiti elencati in questo Capitolo.".

Ribadito nell’art. IX il controllo delle guardie di confine da parte della NATO, nell’art. X si precisano le "no fly zone", come già delineate nell’art. IV par. 3, sulla FRY; infatti vi si legge "Il designato comandante della Nato avrà l’esclusiva autorità di stabilire regole e procedure per il comando ed il controllo dello spazio aereo sopra il Kosovo così come all'interno di una Zona di Sicurezza Reciproca (MSZ) di 25 chilometri. Questa MSZ consisterà in uno spazio aereo di 25 chilometri all'interno di FRY, esterno al confine del Kosovo e lungo le altre parti della FRY[...]. Violazioni di un qualunque provvedimento di cui sopra, incluse le regole del designato comandante Nato e le procedure che governano lo spazio aereo sul Kosovo, così come il volo non autorizzato o l'attivazione della Integrated Air Defense (IAD) della FRY all'interno della MSZ, sarà soggetto ad azione militare del KFOR, incluso l'uso di forza necessaria. Il KFOR dovrà avere una squadra di relazione presso il quartier generale dell'aeronautica militare della FRY ed una relazione di YAADF sarà stabilita col KFOR [...]".

Si dispone poi la creazione di una commissione militare unita (JMC) ed eventuali sue sottocommissioni composte dalla FRY, l’UCK, l’IM e il COMKFOR con compiti di risoluzione dei problemi militari sulla tregua od altro attraverso procedure concordate (art. XI) ma solamente con un potere consultivo verso il COMKFOR. Infatti nel paragrafo 5 si dice "[...] Comunque, tutte le decisioni finali saranno prese dal COMKFOR e saranno vincolanti per le Parti". A chiusura del capitolo prima delle appendici viene indicato come giorno-K l’ inizio dell’attività del KFOR che determinerà la NATO (art. XVI) e nell’art. XV "1. Soggetto al paragrafo 2, il Comandante di KFOR è l’autorità finale in teatro riguardo all’interpretazione di questo Capitolo e le sue risoluzioni sono vincolanti per tutte le Parti e persone. 2. Il CIM è l’autorità finale in teatro riguardo all’interpretazione delle referenze in questo Capitolo alle sue funzioni [...] e le sue risoluzioni sono vincolanti per tutte le Parti e persone". E, sembrano i protocolli Governo-Confindustria-Sindacati, ecco l’appendice B dare il colpo di grazia alla sovranità della FRY, mentre l’appendice A descrive i luoghi di acquartieramento per VJ e MUP. Ma vediamo che dice l’appendice B dal significativo titolo "status della forza di realizzazione militare e multi-nazionale" :

par. 3 "Le Parti riconoscono il bisogno di partenze veloci e procedure di entrata per personale della Nato. Tale personale sarà esente da passaporto e regolamentazioni del visto ed i requisiti di registrazione applicabili ad estranei. A tutti i punti di entrata ed uscita per/da la FRY, al personale della Nato sarà permesso di entrare/uscire dalla FRY su esibizione di un documento di identificazione nazionale [...]";

par. 6 "a) La Nato sarà immune da tutti i processi legali, se civili, amministrativi, o penali.

b) Il Personale della Nato, in tutte le circostanze e in ogni momento, sarà immune dalle Parti, dalla giurisdizione rispetto a qualunque offesa civile, amministrativa, penale, o disciplinare che possa essere stata commessa da loro nella FRY [...] c) Nonostante quanto detto sopra, e con l'accordo esplicito del Comandante della Nato in ogni caso, le autorità nella FRY possono esercitare eccezionalmente giurisdizione in tali questioni, ma solamente rispetto al personale contractor (a contratto) che non è soggetto alla giurisdizione della loro nazione di cittadinanza.";

par. 8 "Il Personale della Nato godrà, insieme coi loro veicoli, imbarcazioni, aerei, ed equipaggiamento, passaggio gratis e senza restrizioni ed accesso non impedito in tutto la FRY incluso allo spazio aereo associato e alle acque territoriali [...]";

par. 9 "Nato sarà esente dai dazi, tasse, e le altre spese ed ispezioni e regolamentazioni di dogana incluso il provvedere inventari o altra documentazione di dogane di routine, per personale, veicoli, imbarcazioni, aereo, equipaggiamento, approvvigionamenti, e provvedimenti entrando uscendo, o transitando il territorio della FRY in appoggio dell'Operazione";

par. 11 "Alla NATO è concesso l’uso di aeroporti, strade, ferrovie e porti senza il pagamenti di dazi, tributi, pedaggi, tasse o spese determinati dal mero uso [...]";

par. 12 "Il Personale della Nato sarà esente da tassazione dalle Parti sui salari ed emolumenti ricevuti da Nato e su qualunque reddito ricevuto da fuori della FRY";

par. 13 "Personale della Nato e la loro proprietà mobile tangibile importata in, acquistata in, o esportata dalla FRY sarà esente da tutti i dazi, tasse, e le altre spese e da ispezioni e regolamentazioni di dogana";

par. 15 "[...] Alla Nato sarà permesso di operare i propri servizi di posta interni. Le Parti , su semplice richiesta, concederanno tutti i servizi di telecomunicazioni, incluso servizi di radiodiffusione, necessari all'Operazione, come determinato dalla Nato. Questi includeranno il diritto di utilizzare tali mezzi e servizi come richiesto per assicurare una piena abilità di comunicare, ed il diritto di usare tutto lo spettro elettromagnetico per questo scopo, senza costo [...]";

par. 16 "Le Parti forniranno, senza costo, le installazioni pubbliche che la Nato richiederà per preparare ed eseguire l'Operazione. Le Parti assisteranno la Nato nell'ottenere, al prezzo più basso possibile i servizi necessari, come elettricità, acqua, benzina e le altre risorse che la Nato richiederà per l'Operazione";

par. 18 "Alla Nato sarà permesso di contrarre direttamente per l'acquisto di beni, servizi, e costruzione da qualunque fonte dentro e fuori della FRY. Tali contratti, beni, servizi, e costruzione non saranno soggetti al pagamento dei dazi, tasse, o altre spese [...]";

par. 19 "Imprese commerciali che operano nella FRY solamente nel servizio della Nato saranno esenti da leggi locali e regolamentazioni riguardo ai termini e le condizioni del loro lavoro ed autorizzazione e registrazione di impiegati, società, e società per azioni";

par. 20 "La Nato può noleggiare personale locale che su una base individuale rimarrà soggetto a leggi locali e regolamentazioni con l'eccezione delle leggi sul lavoro/impiego. Tuttavia, il personale locale noleggiato da Nato: a) sarà immune da processi legali rispetto a parole dette o scritte e tutti gli atti compiuti da loro nella loro capacità ufficiale; b) sarà immune da servizi nazionali e/o obbligazioni di servizi militari e nazionali; c) sarà soggetto solamente ai termini e alle condizioni del lavoro stabilite dalla Nato; e d) sarà esente da tassazione sui salari ed emolumenti pagati loro dalla Nato";

par. 22 "La Nato può, nella condotta dell'Operazione, aver bisogno di fare miglioramenti o modifiche a certe infrastrutture nella FRY, come strade, ponti, tunnel, edifici, e sistemi di utilità [...] Miglioramenti provvisori o modifiche possono essere rimosse a discrezione del Comandante della Nato, e l'infrastruttura può esser restituita nella sua condizione originale quanto più possibile, tranne per usura normale".

Crediamo che nessun commento o analisi possa essere più esauriente del testo stesso nel comprendere il vero obiettivo di Rambouillet, su cui torneremo in sede di conclusioni di questo nostro documento.

Il testo si conclude con il capitolo VII che nell’art. I par. 3 dice "Tre anni dopo l'entrata in vigore di questo Accordo, ad una riunione internazionale sarà convenuto di determinare un meccanismo per una sistemazione finale per il Kosovo, sulla base della volontà delle persone opinioni di autorità attinenti, gli sforzi di ogni Parte riguardo alla realizzazione di questo Accordo ed il "Helsinki Final Act", e di intraprendere un accertamento comprensivo della realizzazione di questo Accordo e di considerare proposte di misure supplementari avanzate da qualunque delle parti". L’UCK nel testo di accompagnamento alla firma ha sottolineato che questo paragrafo si deve interpretare come un referendum per l’indipendenza.

Volendo tracciare delle riflessioni rapide ed aperte che siano luogo di discussione si tratta di sottolineare il valore per il futuro che assume questo testo, sia nel senso che il vertice della NATO di Washington ha stabilito che operazioni di protettorato NATO saranno la norma ogni qualvolta lo richiedano gli interessi del neo-liberismo, sia nel senso che senza una poderosa e ad oggi lontana iniziativa di lotta del proletariato occidentale questo è l’unico testo che la NATO può accettare per interrompere la guerra: di qui le difficoltà dell’iniziativa diplomatica russa. Del resto nel cap. 7 art. I par. 1 si chiede che il consiglio di sicurezza dell’ONU faccia passare una risoluzione che accolga lo stesso capitolo 7 e dia mandato alla stessa NATO di approntare una forza militare, e come detto al vertice NATO quando necessario si può fare a meno dell’assenso del consiglio di sicurezza ONU (dove siedono Cina e Russia). Ma l’obiettivo della NATO, che si impone oggi come Impero e IV Reich, è quello di suddividere i Balcani in tanti piccoli stati etnici fonti alla lunga di instabilità e guerre ma nel breve deboli strumenti nelle mani degli imperialismi, che intendono da lì partire per installarsi militarmente e controllare le fonti energetiche del Caucaso e, con l’estensione della NATO ad est (vedi Polonia, Ungheria, Rep. Ceca) giungere ad assediare e distruggere anche militarmente la Russia, passando magari prima per l’Iran e bramando la Cina. Insomma una lucida follia neo-liberista di dominio assoluto del mondo con ¾ di umanità in schiavitù, ridotti in miseria e con milioni di morti per fame, ed il proletariato occidentale ostaggio e corrotto nella cittadella fortificata del IV Reich. Ecco che la fase che ci troviamo a vivere diventa decisiva per le sorti future e ritorna alla mente il motto zapatista "contro il neo-liberismo per l’umanità". La nostra guerra alla guerra imperialista va sviluppata iniziando ad attaccare l’imperialismo italiano ed europeo che, sotto la direzione politica della nuova destra (le socialdemocrazie di D’Alema, Blair, Schröder e Jospin), ed economica della banca europea e delle banche nazionali, è parte consistente e significativa della NATO (IV Reich) e del progetto neo-liberista.

 

N.B. In aggiunta di questo nostro documento vogliamo informare del fatto che, come si evidenzia dai testi allegati e dal documento dello International action center dal titolo "La guerra USA/NATO in Jugoslavia: 8 miti e i fatti", alla delegazione Jugoslava a Rambouillet sono stati secretati gli interi capitoli 2, 5 e 7 compreso le appendici A e B. A voi ogni ulteriore considerazione.





la nato bombarda la jugoslavia

tmcrew infozone