SPIONAGGIO LE RIVELAZIONI SUL SISTEMA ECHELON

Un grande orecchio per rubare gli affari all'Europa

Thomson, Airbus e Panavia hanno perso ricche commesse a favore delle imprese Usa. E non solo: sotto controllo c'erano diplomatici, aziende e perfino il telefono di Mitterrand. Ora si scopre che anche l'Italia

tratto da Panorama Online

di PINO BUONGIORNO da Menwith Hill, ha collaborato Paolo Pontoniere

Margaret Thatcher usava la grande rete che registra le comunicazioni in tutto il mondo per controllare i suoi ministri. Ma erano sotto stretta osservazione anche Lady Diana e alcuni senatori americani. "Questo progetto minaccia tutti, fino all'ultimo cittadino"

Margaret Thatcher non si fidava di due suoi ministri. Così un bel giorno, alla vigilia delle elezioni del giugno 1983, la Lady di ferro convocò il capo dell'Intelligence service e gli ordinò di mettere sotto sorveglianza i due uomini politici: voleva sapere non solo quello che facevano, ma anche quello che pensavano. Il mitico Mister M (che non è un'nvenzione dei film di James Bond) non poteva però ordinare ai suoi agenti di spiare due cittadini inglesi. Così si rivolse ai colleghi canadesi del Cse, partner fin dal dopoguerra, assieme ad australiani e neozelandesi, sotto la supervisione della National Security Agency americana (Nsa), del progetto Echelon, la rete di spionaggio elettronico in grado di intercettare qualsiasi telefonata, da fisso o da mobile, messaggio fax ed e-mail, che viene spedito nel mondo ogni giorno. Detto fatto. Gli 007 canadesi si insediarono in un ufficio superprotetto di Londra e intercettarono per conto della Thatcher i due ministri.

Dopo il rapporto presentato al parlamento europeo una settimana fa, arrivano le prime, clamorose conferme e rivelazioni su Echelon e sugli abusi commessi utilizzando il network satellitare. Sono ex spie canadesi e americane a parlare per la prima volta. Mike Frost, che ha lavorato per l'intelligence canadese dal 1972 al 1992, ha raccontato alla televisione americana Cbs come la Thatcher si sia servita, a scopi di politica interna, di Echelon. «Non pensate che sia fantascienza. Qualsiasi cosa, dal trasferimento dei dati alle telefonate via cellulare fino ai bancomat e alle radio portatili che controllano le culle dei neonati, tutto viene captato dalle antenne e dai satelliti di Echelon» ha rivelato Frost.

Che il Grande Orecchio sia un pericolo per la democrazia e per la privacy dei cittadini lo ha confermato un'altra ex spia, Margaret Newsham, che ha vissuto per anni nella base top secret inglese di Menwith Hill, la più importante, gestita direttamente dalla Nsa americana. «Quando arrivai lì ero convinta che avrei ascoltato conversazioni in russo, cinese o vietnamita. No, non era proprio così. Un giorno un mio collega mi disse: "Margaret vieni qui, ti faccio ascoltare qualcosa di veramente interessante". Presi la cuffia e mi rivolsi al mio amico: "Ma questi sono due americani". "Certo" mi fa lui. "Chi è quello che parla come un capo?". "Non lo conosci? È il senatore Strom Thurmond, sta telefonando dal suo ufficio al Congresso". Ecco cosa è capace di fare la Nsa: spiare anche i politici».

Già un anno fa, la National security agency, l'agenzia più segreta dell'apparato spionistico americano, quella che ha più fondi e più uomini della stessa Cia, fu costretta ad ammettere di conservare nei suoi archivi ben mille pagine di informazioni su Lady Diana. Perché?
Una terza spia, un ex funzionario della Nsa, Wayne Madsen, ha raccontato nei giorni scorsi che «la principessa Diana, nella sua campagna contro le mine, entrò in conflitto con la politica americana. Ecco perché la sua attivita' era di interesse primario per gli Stati Uniti. Ed ecco perché la Nsa la intercettava 24 ore al giorno».

Non solo: quando gli spioni americani ritenevano che superasse i limiti, facevano arrivare alcuni brani delle conversazioni private di Diana ai tabloid inglesi. «Vi sembra strano? Vi sembra un film? Questo non è un romanzo di spionaggio. Questa è la realtà. Questo è il modo in cui Echelon funziona» conclude l'ex agente Frost. «Io lo so perché sono stato là, sono stato addestrato, ho lavorato per questo progetto che minaccia tutti: dai due ministri inglesi fino all'ultimo cittadino».


ESTERI SPIONAGGIO LE RIVELAZIONI SUL SISTEMA ECHELON

25/2/2000

LAURA RONCHI

Nella cartina, la struttura dei centri d'ascolto noti di Echelon e le cinque aree territoriali che controllano attraverso un sistema di satelliti

UNA RETE CHE TIENE IL MONDO SOTTO CONTROLLO

 

Ci si arriva da Manchester o da Edimburgo lungo le stradine dello Yorkshire. All'improvviso spuntano enormi globi bianchi. Se ne vedono 25 e ciascuno nasconde un'antenna puntata verso un satellite. Sembra una base lunare. Poi si nota un po' di vita, qualche guardia davanti ai recinti, alcune auto che entrano ed escono. Poco più in là si intravedono diversi edifici stile caserma. Dentro ci lavorano 1.500 statunitensi e un migliaio di britannici, che, 24 ore al giorno, maneggiano i computer più avanzati e gli strumenti di ascolto più sofisticati del mondo. Benvenuti a Menwith Hill, sperduta landa del nord dell'Inghilterra, uno dei posti più segreti del pianeta. E anche dei più controversi.

È qui che da oltre 50 anni opera un sistema spionistico globale, chiamato Echelon. È il Grande orecchio. Sebbene ufficialmente di proprietà della Raf, la stazione è gestita dalla National security agency, la più imponente centrale americana di spionaggio, incaricata della sorveglianza elettronica, con un budget di 4 miliardi di dollari l'anno (uno più della Cia) e 40 mila agenti. Echelon è un progetto così segreto che, fino a qualche settimana fa, nessuna autorità politica ne aveva neppure ammesso l'esistenza. Ora una serie di rapporti declassificati confermano non solo che le intercettazioni elettroniche globali vanno avanti dagli anni della guerra fredda, ma che Echelon è stato potenziato negli ultimi dieci anni con stazioni di ascolto sparse in tutti i continenti, capaci di catturare e analizzare ogni telefonata, fax, telex, e-mail, spedito via satellite o via Internet in un posto qualsiasi del mondo. Attraverso un software chiamato N-gram, le cyber-spie possono scandagliare l'imponente traffico usando parole chiave o combinazioni di parole come Clinton, droga, bomba, terrorismo, contratto, Wall Street e via dicendo.

Ancora più allarmanti sono i rapporti di due esperti, il giornalista inglese Duncan Campbell e Nikos Bogonikolos della società Zeus, che da martedì 22 febbraio vengono esaminati e discussi dalla commissione Libertà civili e affari interni del Parlamento europeo. Nei due documenti, destinati a riattizzare il fuoco di polemiche dell'Ue contro gli Stati Uniti, ma anche contro la Gran Bretagna, che si trova nella posizione singolarissima di essere contemporaneamente membro dell'Ue ma anche del progetto anglosassone, la conclusione è che Echelon è attualmente utilizzato soprattutto per lo spionaggio economico, per avvantaggiare cioè le imprese americane a danno di quelle europee e asiatiche.

Più in generale, è abusato dalle agenzie spionistiche dei cinque paesi di lingua inglese per controllare singoli individui, in palese violazione delle rispettive costituzioni e leggi. Ecco perché dopo il Parlamento europeo, presto anche il Congresso americano aprirà un'inchiesta sulla Nsa. "Sono stupito" dice il deputato repubblicano della Georgia, Bob Barr, paladino della guerra a Echelon "che i paesi che operano assieme alla Nsa non abbiano finora chiesto di essere informati. E sono ancor più stupito perché, secondo le mie informazioni, vi partecipano tutti i paesi europei".


ANCHE L'UE ASCOLTERA'.

Romano Prodi, presidente della Commissione europea: l'Ue sta discutendo se dotarsi di una rete di controllo sulle telecomunicazioni sul modello di Echelon.

Intercettazioni l'echelon dell'ue

E NELL'UNIONE ARRIVA UN PICCOLO FRATELLO

di Gian Antonio Orighi - da Madrid

Nessuno ne parla. I documenti sono stati cancellati dalla banca dati. Ma Bruxelles sta studiando un protocollo per le intercettazioni. Le uniche tracce le ha trovate una rivista telematica tedesca. E subito è scoppiata la polemica.

La denuncia di Barr è fondata. Nelle scorse settimane, dopo una coraggiosa campagna stampa del quotidiano Ekstra Bladet, la Danimarca è stato il primo paese europeo ad ammettere il coinvolgimento fin dal 1950 nel progetto Echelon, seppure come "parte terza": scambia cioè le informazioni solo dopo l'assenso americano e successivamente quello degli altri quattro alleati. E l'Italia? Il comitato di controllo sui servizi segreti sta ancora indagando, così come sta cercando di scoprire qualcosa la procura di Roma. Nel rapporto di Campbell al Parlamento europeo c'è però già una prima importante indicazione: la base Usa di San Vito dei Normanni, in Puglia, viene utilizzata dal '64 per le intercettazioni radio ad alta frequenza assieme a quella di Chicksands, in Inghilterra, e Karamursel, in Turchia. "Non c'è dubbio che Echelon opera in violazione delle leggi europee sulla privacy" sostiene David Soble, direttore dell'Electronic privacy information center. "Questa è la preoccupazione principale. Poi, naturalmente, c'è lo spionaggio economico".

La guerra fredda aveva fatto crescere a dismisura la Nsa e le agenzie collegate. Il crollo del Muro di Berlino le ha gettate nel panico, senza più una missione per giustificarne l'esistenza e il ricco budget. "Prima l'amministrazione di George Bush e poi quella di Bill Clinton sono corse in aiuto riuscendo a trovare il nuovo nemico: non più i comunisti, ma i capitalisti competitori" dichiara a Panorama Patrick Poole, il maggiore esperto di sorveglianza elettronica. "Per i due presidenti si è trattato solo della naturale estensione del concetto che ciò che è buono per l'industria americana è buono anche per gli Usa.

I casi citati nei rapporti presentati al Parlamento europeo sono numerosi. Si parte dal 1993, con la testimonianza di Howard Teicher, un ex funzionario del National security council americano, il quale ha rivelato che la stazione di Menwith Hill aveva messo nel mirino il consorzio europeo Panavia per le vendite dei Tornado in Medio Oriente. Un anno dopo, la Nsa intercettò alcune telefonate fra i manager della società francese Thomson-Csf e le autorità governative brasiliane per la vendita di un sistema radar Sivam, del valore di 1,3 miliardi di dollari, destinato all'Amazzonia. Nelle telefonate si accennava alle tangenti da pagare ad alcuni ministri. L'amministrazione Clinton informò la Raytheon corporation, una delle aziende legate al progetto Echelon, che fu in grado di fare un'offerta migliore e di vincere il ricco contratto.

Nel 1995 da un satellite commerciale di comunicazioni la stazione di ascolto inglese riuscì a intercettare i fax e le telefonate fra il quartier generale del consorzio europeo Airbus, la compagnia di bandiera saudita e alcuni principi della monarchia guidata da re Fahd. I contatti riguardavano l'acquisto degli aerei europei. L'informazione fu subito trasmessa a Boeing e McDonnell Douglas, che, nemmeno a dirlo, alla fine hanno trionfato: nel 1998 si sono aggiudicate l'affare con un contratto di 6 miliardi di dollari.

Nel documento di Campbell ci sono nomi, date, luoghi, tecniche del Grande orecchio: la costante intercettazione dei diplomatici italiani e francesi dalle centrali di Chicksands e Cheltenhem, in Gran Bretagna, lo spionaggio sulle ricerche che riguardavano gli standard di emissione delle auto giapponesi, il monitoraggio sui negoziati per le importazioni di vetture di lusso dal Giappone e su quelli per il Gatt attraverso il controllo delle telefonate tra il presidente francese François Mitterrand e quello della commissione europea, Jacques Delors.

Nemmeno il ricorso alla decrittazione evita di essere spiati. Nei documenti presentati alla Commissione Ue si spiega come alcune società, fra cui Microsoft, Lotus e Netscape, hanno permesso al governo Usa di indebolire la codificazione dei propri software. Non solo: uno degli obiettivi più importanti della Nsa è stata un'azienda svizzera, la Crypto Ag, che fornisce i codici diplomatici e militari a più di 130 paesi. Gli 007 americani sono riusciti a infiltrare l'azienda direttamente attraverso il proprietario-fondatore, Boris Hagelin.

E Internet? Anche la rete, simbolo di democrazia, è intrappolata: gli americani hanno bloccato nove centrali strategiche di smistamento di Internet con software in grado di controllare il traffico. Le stesse linee telefoniche sottomarine vengono costantemente monitorate, soprattutto quelle fra Europa e Africa sotto il Mediterraneo.
Non c'è niente che si possa fare contro le intrusioni della Nsa oltre il bombardamento di e-mail organizzato lo scorso 21 ottobre nel cosiddetto Echelon day? Per il momento la sfida più concreta sembra venire dalla Francia, dove uno studio legale ha annunciato un'azione penale e civile contro il governo Usa e quello britannico in rappresentanza di gruppi che si occupano dei diritti civili e di aziende che hanno denunciato di aver perso una serie di contratti a causa del "furto di informazioni".


QUELL'ALLEANZA FRA DI PIETRO E DELL'UTRI

Due italiani insieme contro il progetto di monitoraggio delle telecomunicazioni

Contro Enfopol, o almeno contro la bozza pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione (tolta dalla banca dati dopo 15 giorni), s'è realizzata un'inedita alleanza: quella fra Antonio Di Pietro, relatore della Commissione delle libertà e dei diritti dei cittadini, la giustizia e gli affari interni (Libe), e Marcello Dell'Utri, membro della Commissione giuridica e del mercato interno (Juri). Nella sua relazione di 54 pagine depositata il 31 gennaio, Di Pietro smantella i cinque punti salienti proposti nella bozza Enfopol. Anzitutto limita il concetto di "autorità competente" all'autorità giudiziaria o a chi stia conducendo un'indagine penale. Poi vincola l'applicazione dei tre articoli più controversi al rispetto della Convenzione europea sui diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. E propone la soppressione dell'articolo 18, quello che prevede la possibilità di intercettare comunicazioni nel territorio di uno stato membro senza chiedere l'ausilio tecnico di quest'ulltimo.

Scrive Di Pietro: "Si entra, qui, in un vero e proprio terreno minato. Conservare l'articolo 18 significherebbe, da una parte, legittimare l'attività "grigia" dei servizi segreti e dall'altra condizionare l'attività di "sicurezza preventiva" degli stati membri all'intervento dell'autorità giudiziaria quando questa, invece, interviene per definizione nella fase successiva ai reati". La Commissione Juri è dello stesso parere e ha accolto gli emendamenti dell'eurodeputato di Forza Italia Marcello Dell'Utri. Anch'egli ha proposto di limitare all'autorità giudiziaria penale la facoltà di ordinare le intercettazioni e di sopprimere l' articolo 18.


 

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