big brother ;-)

HACKMEETING 2000

Tecnocontrollo

Incontro con un attivista di Nodo50 sulla censura in rete

resoconto a cura di tactical@tmcrew.org


Durante questo incontro svoltosi nella sala da the del Forte Prenestino sabato 17.6.00 dalle 18,30 abbiamo incontrato un attivista di Nodo 50 http://www.nodo50.org (che è un servizio di provider, hosting e altri servizi Internet realizzato da un collettivo del movimento antagonista in Spagna e che per alcuni aspetti, per capirci, è un'esperienza simile a quella Isole nella Rete http://www.ecn.org in Italia) che ha raccontato cosa è successo loro qualche mese fa.

Brevemente su Nodo 50 era ospitato, già da 3 anni, il sito web della Associazione Contro La Tortura che raccoglie dati sui casi di tortura, quindi anche i dati personali (nomi e cognomi) delle vittime e degli aguzzini (poliziotti o militari). I dati sono dati forniti dai tribunali e possono essere richiesti da chiunque, sono quindi di pubblico dominio.

Un "bel" giorno si sono presentati degli ufficiali della polizia spagnola nei locali di Nodo 50 che hanno prima voluto verificare se il sito risiedeva "fisicamente" sulle macchine di Nodo 50 e se loro avessero un contratto di hosting con la Associazione Contro LA Tortura. Una volta verificate entrambe le cose hanno notificato a Nodo 50 che questo sito web e quindi Nodo 50 in quanto "host" contravvenivano alla normativa europea sulla privacy e quelle pagine andavano rimosse pena la sanzione di una multa pari a circa L. 1.200.000.000.

La strategia messa in atto per rispondere a questa azione repressiva è stata quella di creare dei mirror del sito su altri server che si sono resi disponibili un po' in tutto il mondo. Da notare che non sapendo se fosse "legale" o meno in questo caso mettere dei link verso i mirror si è scelto di scrivere sulla pagina la intera URL del mirror di modo che poi doveva essere fisicamente l'utente interessato a doverla riscrivere nella barra di location del proprio browser.

Il compagno ha poi espresso alcune valutazioni su questo caso, su come è andato e, soprattutto, su come prevenire attacchi di questo tipo e non trovarsi sempre a dovere rispondere a situazioni di emergenza.

Una valutazione è stata fatta sul fatto che Nodo 50 dovendo e potendo gestire la vicenda "tecnicamente" e non esclusivamente politicamente ha potuto muoversi con maggiore agilità rispetto al garante della privacy e davanti all'autorità che non in simili casi precedenti dove i compagni di Nodo 50 figuravano anche come "imputati" e non esclusivamente gestori tecnici. Insomma questo punto è stato sottolineato anche se è stato sottolineato il fatto che è difficile stare fuori e non coinvolgersi con attività condivise in pieno.

Un altro punto importante è stato quello di doversi contrapporre a normative trasnazionali, in questo caso europee, e quindi che inizia a vacillare la natura "senza patria" di Internet e quindi la difficoltà a legiferare riguardo alla rete quando più nazioni si danno normative unitarie che possono diventare globali (come per quelle del WTO n.d.r.). Quindi iniziare a riflettere per tempo sul come opporsi e resistere di fronte a questi nuovi scenari.

Riguardo a questo Nodo 50 ha valutato che ogni server che ospita contenuti sensibili debba avere comunque un sistema di mirror in almeno tre differenti paesi per rendere comunque difficoltose operazioni di sequestro e oscuramento ed inoltre sta studiando/scrivendo un sistema di reindirizzamento crittografato per far sì che diventi impossibile capire all'autorità dove fisicamente si trovi un sito web.

Un'altra valutazione è stata espressa sulla insensatezza di questa norma di tutela della privacy, riguardo al non poter pubblicare il nome e cognome di una persona senza il proprio consenso (ovviamente i torturatori non lo darebbero mai) che arriva in alcuni paesi europei come la Svezia a rendere difficile anche lo scrivere una bibliografia sul web per uno studente universitario perchè dovrebbe richiedere il consenso di tutti gli autori dei libri di poter pubblicare i loro nomi accanto ai titoli (ad esempio).

Rispetto a questo punto si è ulteriormente sviluppato il dibattito... ossia si è fatto notare il caso dei medici che lavorano negli USA in cliniche dove si pratica l'interruzione volontaria della gravidanza ed i quali nomi ed indirizzi vengono messi on-line dagli estremisti di destra, il cosiddetto "movimento per la vita", e che in più di un caso hanno ucciso questi medici http://www.tmcrew.org/news/news_9811_abort.htm, in questo caso, tecnicamente simile a quello che colpiva Nodo 50 (anche se di opposta natura) si evince che una tutela nella diffusione dei dati personali è comunque auspicabile. Oppure sull'utilizzo indiscriminato che si potrebbe fare dei nostri dati personali, quindi non attaccare direttamente al legge sulla privacy, che comunque in qualche misura ci tutela, ma riuscire invece noi comunque a rompere la legge e rendere comunque pubblica l'informazione quando lo riteniamo necessario, come nel caso di rendere noti i nomi dei torturatori.

Riguardo alla tutela della privacy tramite l'utilizzo di strumenti legislativi (evidentemente tutti noi riteniamo più validi strumenti di autodifesa digitale http://www.tmcrew.org/privacy/) sono sorti molti dubbi infatti si è fatto notare come in effetti sia per lo stato ed i suoi apparati di controllo che per le grandi aziende è facilissimo archiviare schede su di noi, sui nostri comportamenti (sociali o di consumatori) e così via e che la legge alla fine, è stato fatto notare, viene utilizzata spesso solo per colpire i soggetti deboli (come per il caso di Nodo 50).

Al riguardo è stato citato anche un esempio di rottura delle leggi della privacy fatta dai maggiori media svedesi che il 30.11.1999 dopo un escalation di minaccie e violenze da parte dei neonazisti locali, arrivati fino all'uccisione di un sindacalista anarchico hanno deciso di fare uscire sui 4 maggiori giornali un articolo su la minaccia alla democrazia costituita dai neonazisti dove venivano pubblicate foto, nomi, indirizzi e breve descrizione delle attività di 62 neonazisti svedesi. Riguardo a questo ci si è interrogati sul perchè i media lo hanno fatto e oltre alle risposte più palesi: seguire le richieste dei lettori, agire per autodifesa alle continue mianccie, difendere lo status-quo democratico borghese viene posto il dubbio dalla redazione di Green Pepper (greenpep@eyfa.org - giornale di movimento che ha posto la questione all'attenzione qualche mese fa) se l'utilizzo di soggetti spregevoli come i nazi non sia poi la scusa per creare un precedente che permetta di poter in futuro pubblicare foto e dati di altre persone prima del processo, per esempio di attivisti di sinistra. In breve si è detto come ci opponiamo alla censura di qualsiasi cosa su Internet dovremmo opporci anche a questo, anche se non abbiamo nulla da nascondere.

Il dibattito ha anche toccato e analizzato casi simili a quello di Nodo 50, come quello molto simile che ha visto la Chiesa di Scientology contro XS4all http://www.xs4all.nl provider olandese nato dalla locale esperienza hacker e di telematica sociale che si rifiutò nel 1996 di rimuovere dalle sue macchine le pagine di un suo utente che contenevano la deposizione Fishman, un documento che accusava Scientology di lavaggio del cervello etc. (per maggiori info vedi http://www.xs4all.nl/~kspaink/fishman/home.html).

Un altro caso invece più recente, di questi giorni è la chiusura del sever di BURN! http://burn.ucsd.edu/, un progetto di comunicazione di un dipartimento dell'Università di San Diego (California) dove trovano spazio web numerosi siti di collettivi antagonisti, anarchici, antiimperialisti, da Arm The Spirit ai web dell'EPR o delle FARC, oscurato dalla stessa Università (e riaperto su un'altra macchina da qualche giorno n.d.r.) dopo appunto una campagna di lettere di protesta fatte dalla destra colombiana verso la dirigenza dell'Università, se non come si ipotizzava durante la discussione, dopo la pressione del dipartimento di stato USA che si prepara da tempo ad un intervento militare massiciccio (probabilmente un'invasione mascherata da missione di pace n.d.r.), la dirigenza dell'Università a deciso di staccare BURN! perchè ospitante il sito delle FARC (Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane) ponendo nuovamente questioni già poste quando Arm The Spirit segui giorno per giorno gli sviluppi dell'occupazione della residenza dell'ambasciatore giapponese a Lima da parte di un commando del MRTA, ossia che con i soldi delle tasse dei contribuenti americani vengono tenute in piedi pagine di propaganda di "organizzazioni terroristiche", tra le risposte che il collettivo di BURN! ha dato al consiglio universitario c'è quella di replicare che anche l'ANC di Mandela o l'OLP di Arafat sono state considerate dagli USA organizzazioni terroristiche fino al momento in cui la posizione è dovuta cambiare ed i loro leader vengono oggi ricevuti a Washinghton con tutti gli onori.

Il caso di BURN! ha anche proposto un altro problema: ossia se l'oggetto dell'azione repressiva non è il server, ma il nome di dominio. Ad esempio BURN! era "sparito" perchè non era neanche stato possibile reindirizzare i DNS su un'altra macchina, magari in un altro stato, dato che l'UCSD (l'Università) sola poteva gestire questo livello. Se in effetti si interessa il Dipartimento di stato USA diventa difficile pensare che un ente privato come Network Solutions che gestisce gran parte dei nomi di dominio su Internet opponga maggiori resistenze di una Università che è pur sempre un ente pubblico ed ha un consiglio democraticamente eletto, al contrario della Network Solutions Inc. i cui alti dirigenti provengono in gran parte da NSA, CIA, FBI e Pentagono http://www.tmcrew.org/privacy/caq/caq59net.htm

Ipotesi di soluzione ha simili evenienze oltre quella di far circolare il più diffusamente possibile i nuovi indirizzi non sono state suggerite.

Come punto conclusivo e obiettivo auspicato da Nodo 50 c'è la necessità di lavorare ad un sistema internazionale di mirror e di autodifesa che lasci in scacco il sistema repressivo/censorio. Bisogna quindi lavorare prima e non agire sempre sulle emergenze e su questo è chiamato a mobilitarsi da subito tutto il network del NET ACTIVISM.



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