Tactical Media Crew

16 marzo 2002
in strada per difendere la libertà di comunicare

Il diritto alla libertà di opinione e di espressione è oggi sotto attacco: la revoca della concessione a trasmettere sulla frequenza degli 87.900 FM a Radio Onda Rossa di Roma e le perquisizioni effettuate il 20 febbraio a Bologna, Taranto, Firenze e Torino, con uno sproporzionato spiegamento di carabinieri e mezzi blindati, per sequestrare gli archivi di Indymedia Italia, sono un atto repressivo nei confronti del movimento che in questi ultimi mesi ha riempito le piazze di tutta Italia contro il G8 e la globalizzazione economica, contro la guerra, contro la cancellazione dei diritti di lavoratori e immigrati, che hanno usato questi e tanti altri media alternativi come strumenti di comunicazione, partecipazione e confronto.

"Se gran parte della forza del capitale oggi si esprime attraverso canali informatici/comunicativi allora la fragilità del sistema è nell'informazione stessa."

..media.alternativi.indipendenti.antimedia..

Questi attacchi, come quelli avvenuti negli anni scorsi ai danni di Isole Nella Rete e Netstrike.it, sono segnali intimidatori per chi diffonde contenuti critici ed incompatibili con gli interessi dei proprietari dei media uffiiciali (che spesso fanno capo alle stesse multi che dominano il pianeta - il caso dell'Italia con Berlusconi è un'iperbole di questa catena informazione/economia/potere - ), rivelando così una fragilità del sistema stesso, ovvero la debolezza del messaggio unico che è tanto forte quanto più è ripetuto; è la pervasività del messaggio che adegua i nostri gusti al mercato e allenta le nostre capacità critiche, la forma unica (nel suo intento, ma dai modi innumerevoli), si dimostra debole di fronte all'emergere di forme aperte fortemente critiche e soprattutto nate spontaneamente ed auto-organizzate, così attraverso la gestione di canali di produzione e distributivi propri siamo capaci di arginare la centralità dell'informazione, aprendo qualche scorcio di verità.

use your brainPer questo riteniamo necessario dotarsi di molti e diversificati strumenti di comunicazione che sappiano affrontare la realtà manipolata dall'informazione cosidetta ufficiale, che costituisce sempre più uno schermo unico globale che occulta e deforma la verità, infondendo, spesso con successo, l'ineluttabilità di questo sistema.

Che ne possiamo fare dei 'professionisti dell'informazione'?
Poco e niente.. fatte le solite dovute eccezioni che si contano sulle dita di una mano e che diminuiscono appena il gioco si fa duro. Per questo insistiamo più nel rafforzare e difendere i media indipendenti che non cercare 'grandi aperture' verso quegli stessi che sono sempre pronti a descriverci come terroristi alla prima velina giunta in redazione.

Se l'informazione vuole essere comunicazione, questa può avvenire attraverso una forma libera dagli interessi economici e che sia dalla parte della verità e che quindi persegua le ragioni di una trasformazione sociale possibile, con la propria forma orizzontale.

I nostri occhi possono vedere. La nostra voce può comunicare quotidianamente le miserie e le grandezze del mondo, e proporre alternative possibili globalmente, purchè legati da una rete di relazioni non mediate da interessi economici ma dalla volontà e dalla consapevolezza che il capitalismo ci sta distruggendo e che non ci vogliamo arrendere a questo mondo della guerra, dello sfruttamento e della merce sopra ogni cosa.

14 marzo 2002



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