stop elettroshock
la Repubblica.it

10 marzo 1997

Record di trattamenti nelle cliniche private


ROMA - Sette volte all'anno sotto elettrochoc: questa è la media di trattamenti cui vengono sottoposti i pazienti curati con questa tecnica. I dati sono stati rilevati nel '94 da una Commissione d'indagine voluta dalla Regione Lazio. La media di trattamenti è uguale sia nelle cliniche private che in quelle pubbliche, ma nelle prime il ricorso alla tecnica è molto più frequente. La Commissione del Lazio stabilì infatti che nel '93 in tre cliniche private la cura degli elettrodi venne applicata su trecento pazienti, mentre nello stesso periodo l'ospedale pubblico Forlanini di Roma decise di farne ricorso in un solo caso. La terza clinica Psichiatrica dell'università La Sapienza la praticò su sette pazienti, ma per un totale di "sole" 35 volte. Il trattamento quindi è più frequente nelle strutture private. "Conosco una clinica che fa oltre 1.500 applicazioni all' anno" afferma Roberto Roberti, primario psichiatrico dell'ospedale San Filippo Neri di Roma. L'elettrochoc, indicato per la cura di depressione grave resistente ai farmaci e schizofrenia catatonica, è stato inventato nel 1938 dai neurologi italiani Ugo Cerletti e Lucio Bini, che per primi lo hanno applicato su un malato di schizofrenia. In seguito è stato utilizzato anche per curare alcune forme di depressione e da allora usi e abusi hanno suscitato dibattiti accesi, nonostante ancora oggi i meccanismi del suo funzionamento non siano chiari. Negli anni '70 ne è stata discussa l'utilità sia per i risultati transitori che per la disponibilità di farmaci dal medesimo effetto. Il suo nome tecnico è "terapia elettroconvulsivante" (Tec).

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