world Pride

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Il WorldPride2000
di Imma Battaglia


Credo che 4 anni fa quando iniziavo a "farneticare" sull'idea di organizzare una grande manifestazione G/L/B/T a Roma nell'anno 2000 avevo solo un sogno: vedere per le strade di Roma centinaia di migliaia di persone felici e finalmente libere dai pregiudizi e dalle paure di esporsi e mostrare la loro vera identità, intesa come ampio complesso esistenziale in termini di identità di genere e orientamento sessuale.
Giuro su ciò che mi è più caro al mondo che se da una parte la rabbia che provavo nei confronti di ciò che ci opprime fosse davvero tanta, dall'altra avevo molto chiaro il concetto che la liberazione fosse un processo che partiva prima di tutto dall'introspezione, dall'autocoscienza e dall'auotdeterminazione.
In altre parole devi sentirti ed essere convinto di essere "giusto" e non aspettare e dipendere dal fatto che "gli altri" ti giudichino e ti dichiarino "giusto".
Questo è stato il motto che mi ha accompagnato in questi tre anni di lavoro; bisognava alzare la testa, avere ambizioni, essere convinti di poter andare oltre la quotidianità dell'inseguire l'evento.
Più alto è il numero delle persone pronte alla visibilità e più la questione G/L/B/T diventa visibile in quanto fenomeno evidentemente innegabile.
Oltre tutte le polemiche e le difficoltà organizzative del WorldPride2000 direi che l'aspetto dell'attenzione comune quotidiana che l'evento, di per sè ha scatenato è uno degli aspetti più interessanti.
Il WorldPride ha elevato la questione G/L/B/T dal chiuso del "ghetto" generatore al livello delle battaglie storiche sui diritti civili e l'autodeterminazione delle donne come quelle sul divorzio e l'aborto. Tutti hanno parlato, parlano e parleranno del WorldPride;
la classe degli intelletuali, insieme agli storici, ai politici, ai commercianti, ai professori, agli studenti insomma insieme ai cittadini comuni e di tutte le fasce d'età è intervenuta sulla questione in termini di diritto civile a manifestare.
È chiaro che, dietro il diritto democratico alla libera espressione di idee, in questo caso c'è la visibilità di una "enorme minoranza" che mette in discussione in maniera rivoluzionaria il modello di famiglia fondante la nostra società e soprattutto mette in discussione con "orgoglio" uno dei principi cardini della chiesa cattolica: la forza opprimente del peccato e del senso di colpa da esso generato da cui liberarsi attraverso il perdono, In tal senso si comprende ma non si giustifica l'attacco violento da parte delle gerarchie ecclesiastiche e della destra conservatrice.
È innegabile che è stato il movimento G/L/B/T per primo a mettere in discussione i modelli sociali fondanti la nostra società: la parte più rivoluzionaria è quella che ha messo in discussione l'aspetto dualistico dell'essere umano; è quella che ha messo in discussione il genere maschio e il genere femmina come generi fondanti nell'ottica della procreazione e della sopravvivenza della specie: è in altre parole l'identità di genere.
Focalizzando l'attenzione sull'essere umano e sull'identità di genere ne consegue che l'orientamento sessuale è solo una parte dell'aspetto molteplice di quest'ultimo.
Ciò mostra evidentemente che i modelli di riferimento di una società moderna che si basa sull'essere umano debbono essere analizzati in maniera molto più ampia e inclusiva delle differenze.
Questo non vuol dire omologare la diversità alla "normalità", che è un pò quello che il movimento omosessuale ha fino ad oggi fatto, ma vuol dire ribadire la diversità studiando i nuovi comportamenti sociali, le nuove categorie, le nuove professioni, le nuove forme comunicative.
Tutto questo fervore di riflessioni sull'essere umano non può non terrorizzare colui il quale ha bisogno della normalità per annullare la sua diversità e viceversa non può non terrorizzare colui il quale vede nella diversità un nemico pericoloso della sua statica e vitale normalità.
Questo è il principo molto semplice che c'è dietro la paura del diverso; è la paura di tutto il non detto, è la paura di tutto quel che è peccato, è la paura del dubbio.
Il WorldPride ha scatenato tutte queste ansie e passioni;
"un fenomeno, un fermento, una cultura, un modello sociale frizzante e ribollente è esploso e il suo caldo e passionale magma riempirà le strade di Roma nella settimana dal 1 al 9 Luglio".
Sabato 8 Luglio sarà l'ondata lavica più grande, l'esplosione di tutta la passione di un mondo sommerso che allegro e colorato viene fuori visibile per dimostrare la propria esistenza e per chiedere confronto, pari dignità e diritto.

Sabato 8 Luglio:
- è il giorno di tutti quelli che credono nella libertà, nel rispetto, nell'uguaglianza, nella fratellanza e nel divertimento;
- è il giorno di tutti quelli che credono che in una società veloce, globalizzata, moderna e senza confini non ci debba più essere la pena di morte, non ci debbano essere più differenze e diseguaglianze sociali ma che si debba vivere una vita libera in un libero stato;
- è il giorno di tutti quelli che credono nella pace e che mai più vogliono vedere scene di guerra, violenza, abusi e strupi etnici, religiosi e razziali;
- è il giorno tutti quelli che credono che bisogna fermare l'AIDS e imporre l'uso del preservativo in Africa;
- è il giorno di tutti quelli che credono che la nuova società non si debba fondare sul feroce egoismo e sugli interessi economici;
- è il giorno di tutti quelli credono che il Nuovo Millennio debba essere un Millennio di valori e di ideali.

Sabato 8 Luglio è il nostro giorno, NON MANCARE!!!
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Imma Battaglia

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