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[21-02-2014 11:11] - Luca e' in sciopero della fame
Luca è in sciopero della fame

http://www.infoaut.org/index.php/blog/metropoli/item/10740-la-vera-rapina-#31o-inizia-lo-sciopero-della-fame

La vera rapina

Sono passati oramai 7 giorni dal nostro arresto. In tutta Italia ci
sono state manifestazioni di solidarietà e di risposta a quanto
accaduto. Colpisce però, in questo contesto, l'assordante silenzio
delle istituzioni. L'attenzione dei media mainstream è "chiaramente"
concentrata sul fatto del  momento: è arrivato Matteo Renzi e arriverà
tra poco un nuovo governo. Senza passare per le elezioni, questo nuovo
messia della politica italiana prenderà in mano la situazione, per
provare a salvare il PD e l'intero baraccone della politica
istituzionale italiana, in tremenda crisi di consenso. Primo passo,
infatti, cambiare le regole del cosiddetto "gioco democratico", che di
democratico oramai ha ben poco e ne avrà ancora meno, attraverso
meccanismi che sanciranno il fatto che una esigua minoranza possa
governare indisturbata nel nome della stabilità e della governabilità.
Ma stabilità a che pro?
Stabilità nell'affermare i principi dell'austerità. Nella
privatizzazione dei servizi e nella vendita dei beni comuni. Stabilità
nell'aggressione al territorio e alle nostre vite.  Stabilità nel
rendere le nostre vite sempre più schiave della produttività e delle
esigenze delle imprese. L'idea è chiara: attraverso il ricatto della
disoccupazione renderci ancora più precari e disponibili, metterci
tutti contro tutti in regime di concorrenza spietata dentro il grande
mercato globale.
Stabilità allora corrisponde anche a far calare il sipario del
silenzio attorno alle lotte, a chi si dichiara incompatibile con tutto
questo, a chi si ribella e vuole cambiare. A queste intenzioni bisogna
rimandare, a nostro avviso, l'operazione di polizia e carabinieri che
7 giorni fa a colpito gli attivisti dei movimenti per il diritto
all'abitare della città di Roma e contemporaneamente, quelli del
movimento dei disoccupati e dei precari napoletani. In atto c'è,
dunque, un attacco a quei movimenti che hanno avuto la capacità di
prendere parola  e di lanciare contro i potenti e le loro lobby, la
sfida di un cambiamento reale. Non è un caso, che fra le persone  a
cui sono negate, oggi, libertà ed agibilità, ci siamo noi. Le persone
che hanno chiesto la piazza per la manifestazione del 19 Ottobre
scorso per dar vita alle calde e meravigliose giornate di Porta Pia.
Dagli atti giudiziari che sono giunti alla nostra attenzione, è
evidente, la costruzione tutta politica dell'operazione, siamo
coscienti del fatto che si tratta di una operazione studiata ed
orchestrata e tavolino per metterci a tacere. Del resto sono passati
ben 5 mesi dai fatti che ci vengono imputati. In questi 5 mesi abbiamo
partecipato a decine di manifestazioni, scritto comunicati e
contribuito alla stesura di delibere. Solo ora si accorgono della
nostra grande pericolosità?
Nel denunciare questo, però, vogliamo esternare e rendere pubblico ciò
che ci stupisce e ci rammarica maggiormente. Nella normalizzazione
targata Renzi, sembrano essere finiti in tanti.
Ricordi.
Quando abbiamo incontrato il ministro Lupi con la piazza di Porta Pia
gremita eravamo in compagnia del Sindaco di Roma Marino e del suo vice
Nieri: per oltre un'ora abbiamo provato tutti a convincere il ministro
che non si poteva più aspettare per avere subito un blocco complessivo
degli sfratti e poi un piano per l'emergenza abitativa. Ricordiamo
tutti anche la risposta, chiusa e negativa da parte del Ministro, la
delusione di tutta la delegazione, la rabbia della piazza, il sindaco
fra i manifestanti. Tutto veniva rinviato alla conferenza stato -
regioni, fissata poi per il 31 Ottobre.
Ricordiamo anche fitte telefonate ricevute dai rappresentanti della
giunta regionale del Lazio, i tanti incontri che hanno preceduto la
manifestazione del 31 Ottobre, quello con il presidente dell'ANCI
Fassino, tutti facevano intravedere la possibilità che qualcosa di
nuovo potesse accadere, che venisse fermata la strage degli sfratti ed
offerta una risposta alla miseria dell'emergenza abitativa.
Aspettative, speranze, coraggio. Alla mente il pensiero, nitido, di
una nostra delegazione che nel pomeriggio del 31 Ottobre dopo i fatti
della mattina, mentre eravamo tutti e tutte nonostante la stanchezza
ancora a piazza Montecitorio, ha incontrato a largo Chigi,  il
ministro Kyenge anch'essa presente alla conferenza unificata stato
regioni sul tema della casa. Fra le persone colpite dai provvedimenti
della magistratura, ironia della sorte, c'è anche chi ha partecipato a
questo incontro.
Ancora ricordi.
Ricordiamo il nulla di fatto sul fronte del governo. Gli sforzi fatti
sul terreno locale in attesa di un provvedimento governativo sempre
annunciato ma mai realizzato. I tanti autorevoli incontri, passati e
recenti, prima e dopo questo fatidico 31 Ottobre, avuti con il
Prefetto di Roma, con gli esponenti della Giunta della Regione Lazio,
con quelli del Comune di Roma. Le manifestazioni e poi ancora i
tavoli. Alla fine i primi risultati con l'approvazione della Delibera
Regionale per l'emergenza abitativa.
Risultati che abbiamo percepito come frutto della tenacia di tante
donne e di tanti uomini provenienti da paesi e realtà diverse che
hanno avuto la forza e la capacità di auto - organizzarsi, di
costruire, di lottare. Risultati che abbiamo considerato, in una certa
misura, anche come il frutto di un confronto fra noi e le istituzioni,
complesso per le differenti opinioni e punti di vista, reso difficile
dalla grave situazione sociale, ma comunque vero. Un confronto,
soprattutto, reso possibile e costruito attorno all'idea che le
questioni sociali, i bisogni ed i diritti negati, le lotte, MAI
potessero essere trattati come temi giudiziari e/o di ordine pubblico.
Pena, varcare la soglia di una democrazia già ristretta e senza
ossigeno ed entrare dentro la dimensione di un vero e proprio regime.
Oggi avvertiamo che questa soglia, non solo a Roma, la si sta
varcando. Ed il rischio non riguarda soltanto le sorti dei movimenti,
per fortuna solidi e vivi; ma anche chi è ancora "spettatore/vittima"
delle ingiustizie sociali e politiche di questo sistema. Riguarda
tutte e tutti noi.
Di fronte a questo, crediamo, nessuno può evitare di scegliere da che
parte stare, ora e subito. Se criminale è chi specula sulla nostra
città e sulle nostre vite, chi cementifica ed affama, chi produce
devastazioni e nocività; chi nega il diritto allo studio, alla salute,
alla casa e al reddito; chi uccide l'ambiente ed i nostri territori.
Oppure se criminali siamo noi, che tutto questo combattiamo.
Per questo, abbiamo deciso di intraprendere, da oggi, l'unica forma di
lotta che ci sembra praticabile ed efficace nella nostra condizione:
lo sciopero della fame.
Liberi Tutti e Libere Tutte
Casa Reddito Diritti Dignità

Luca Fagiano
Paolo Di Vetta

Roma, 20 Febbraio 2014

posted by: preso in rete
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