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[22-08-2016 20:30] - Lettera aperta sulla situazione della discarica di Roncigliano

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Ciao a tutti e tutte,

vivo con la mia famiglia nella zona della discarica di Roncigliano e volevo condividere una breve analisi di quanto accaduto nell’ultimo mese, cercando di avere una visione diversa da quanto ci viene raccontato dalla cronaca della disinformazione.

Come forse avrete saputo il giorno 30 Giugno 2016 si è sviluppato un grosso incendio all’interno dell’impianto TMB della discarica di Roncigliano. L’impianto TMB, per chi non lo sapesse, è l’impianto di trattamento e separazione dei rifiuti che pervengono in discarica. Di conseguenza il TMB è anche il luogo dove viene stoccata la mondezza quando arriva in discarica. Di seguito un’immagine dell’incendio.



Come si può notare dall’immagine non si è trattato di un piccolo incendio ma di una vera e propria catastrofe. Il giorno dell’incendio, per motivi legati al vento, la nube tossica si è immediatamente levata molto in alto e è stata spinta velocemente in direzione Aprilia e litorale evitando un impatto che sarebbe stato catastrofico per gli abitanti nelle zone limitrofe alla discarica. Allo stesso tempo, c’è da dire che da qualche parte la nube tossica è andata a finire con un conseguente importante danno ambientale. Ho passato personalmente, insieme agli abitanti del circondario, la nottata dell’incendio davanti al cancello della discarica per monitorare la situazione e per capire se fosse stato il caso di allontanare la mia famiglia dalla zona.

Inutile sottolineare che nessuno, in quell’occasione, è stato in grado di fornire informazioni riguardo il grado di pericolo generato dall’incendio.

Quella notte mi sono reso subito conto di un fatto: l’intervento tempestivo dei vigili del fuoco è stato molto complicato e si è notato un continuo via vai dei mezzi antincendio, intervenuti numerosi, che uscivano e rientravano all’interno della discarica. A un certo punto ho deciso di seguire con la mia auto uno dei mezzi antincendio e ho potuto appurare che i mezzi facevano la spola tra la discarica e una grande fabbrica situata a circa 3 km dalla discarica: la Johnson & Johnson.


La Johnson & Johnson, come tutti saprete, è una grande società americana che produce di tutto e di più, dai detersivi ai medicinali. Per le sue caratteristiche la J&J è una fabbrica ad alto rischio per le materie prime che tratta, prodotti chimici, alcool e tante altre cosette interessanti. Per questo motivo è dotata di una grandissima vasca di accumulo d’acqua, situata proprio di fronte all’ingresso della fabbrica, che ha la parvenza di una fontana, ma che in realtà costituisce una riserva d’acqua per le emergenze.

I vigili del fuoco si recavano alla J&J per prendere l’acqua necessaria a domare l’incendio, inizialmente con i classici mezzi antincendio, in un secondo momento con due grandi cisterne fatte arrivare da Fiumicino. Tale metodologia mi ha fatto immediatamente sorgere il seguente dubbio: se la J&J è dotata di un sistema di accumulo dell’acqua per fronteggiare situazioni di emergenza, una discarica, a mio parere altrettanto a rischio incendio, non dovrebbe avere le stesse o similari dotazioni di sicurezza che avrebbero sicuramente agevolato il lavoro dei vigili del fuoco? La risposta è no perché la discarica è gestita dalla mafia e coperta dalle Istituzioni che hanno necessità di risolvere il problema rifiuti.


Questo elemento è fondamentale per spiegare tante cose: la mancanza di controlli e la copertura dello Stato fanno si che i signori della mafia possono fare i propri comodi senza freni e senza essere obbligati a investimenti nelle dotazioni di sicurezza. E’ lo stesso motivo per cui la mafia non è stata obbligata a mettere i famigerati pozzi di ispezione delle acque a valle della discarica ma esclusivamente a monte ed è lo stesso motivo per cui le analisi dell’aria di competenza dell’Arpa sono state effettuate dalle centraline di Ciampino a Km di distanza dal sito della discarica. C’è da sottolineare, riguardo la questione pozzi di ispezione, che la zona abitata intorno alla discarica è sprovvista di acquedotto. Le abitazioni in zona hanno tutte un pozzo privato che pesca direttamente dalla stessa falda sui cui poggia la discarica.


Forse qualcuno dovrebbe capire che magari in questo contesto portare acqua depurata a tali abitazioni dovrebbe essere una priorità considerando che a pochi km di distanza c’è un bel depuratore funzionante di proprietà di Acea. Ci sarebbero tanti altri dettagli da analizzare sul giorno dell’incendio ma mi fermo qui per non rischiare di essere troppo prolisso.


Passiamo oltre: l’incendio è stato definitivamente spento il 25 Luglio 2016. 25 giorni di fuoco che continuamente cessava e poi riprendeva. Questo continuo focolaio è quello che ha avuto l’impatto più devastante sul territorio circostante in quanto, a differenza della giornata dello scoppio dell’incendio, i giorni successivi il vento è cambiato e i fumi si sono più volte depositati sul territorio circostante. 


Cronaca:

http://www.ilcaffe.tv/articolo.php?id=26422


Bisogna inoltre aggiungere che, probabilmente, vista anche l’emergenza sul tema “mondezza” in questi giorni a Roma, la quantità di rifiuti presenti nell’impianto TMB al momento dell’incendio era di gran lunga superiore a quella consentita. Se è vero che l’impianto di Roncigliano era dedicato allo smaltimento dei rifiuti provenienti esclusivamente dall’area dei Comuni dei Castelli Romani, è alquanto strano e casuale che subito dopo il sequestro dell’impianto da parte della Magistratura si sia immediatamente generata un’emergenza rifiuti nella capitale.

Come più volte provato e documentato dai vari comitati di “lotta” prima contro l’inceneritore e ora contro la discarica, la verità è che a Roncigliano è sempre arrivata la mondezza da Roma e da tutto il Lazio. In assenza di controlli sappiamo bene come operano i mafiosi che gestiscono i rifiuti in questo paese, l’abbiamo visto con la terra dei fuochi e in altre innumerevoli situazioni. Leggete quanto scrive il burattino della mafia che si definisce “Il re dei mondezzari” 


Cronaca:


http://roma.corriere.it/notizie/politica/16_luglio_29/sono-io-re-monnezzarioraattendo-chiamata-dc7d39da-55cc-11e6-af7a-c71c10cda3a8.shtml


La cronaca del post incendio ricompone un puzzle che mi frulla nella mente fin da quel 30 Giugno: e se fosse tutto premeditato per creare un’emergenza ad hoc e costringere le istituzioni a perseverare nel chiudere gli occhi rispetto ai progetti e ai programmi della mafia. E’ così senza mezzi termini!


Tutto questo a discapito delle persone che vivono nei territori dove lo scempio continua. Le persone… già le persone, che hanno fatto durante il periodo dell’incendio? Le persone e più precisamente i residenti sono scappati, sono andati a finire al pronto soccorso per problemi respiratori, hanno provato a lottare. Ci sono stati due episodi di contestazione da parte dei cittadini oltre alla famigerata notte dell’incendio e dei giorni immediatamente a seguire. Il 21 Luglio i cittadini esausti dall’ennesimo incendio sono usciti dalle proprie abitazioni e si sono recati numerosi di fronte ai cancelli della discarica. C’è stato un blocco della Via Ardeatina durato quasi tutta la notte del 21 Luglio. In questo caso le forze del disordine hanno lasciato svolgere la protesta controllando a distanza. Il giorno successivo, 22 Luglio, stesso film, di fronte al riacutizzarsi dell’incendio i cittadini si sono di nuovo recati ai cancelli della discarica e hanno di nuovo bloccato la Via Ardeatina. In questa occasione le forze del disordine, in particolare la Digos sono intervenuti immediatamente con particolare determinazione sfoggiando pistole e distintivi in bella vista, hanno cominciato a chiedere i documenti ai cittadini minacciandoli di prendere provvedimenti. Purtroppo la maggior parte dei cittadini non se l’è sentita di continuare il blocco stradale e le persone hanno optato per sostare come al solito per qualche ora di fronte al cancello della discarica richiedendo di entrare all’interno dell’impianto. E’ stato concesso ad una delegazione di entrare nell’impianto per visionare con i propri occhi la situazione. Nella foto di seguito si può facilmente notare la situazione della discarica post incendio, notare il capannone verde TMB completamente distrutto.


Tornando alle cause e conseguenze dell’incendio nell’articolo di seguito e nella cronaca quotidiana: http://www.ilcaffe.tv/articolo.php?id=26422

Si evince chiaramente che, nonostante i Comuni, sindaci, faccendieri locali continuino a rassicurare i cittadini sulla possibilità di chiudere definitivamente la discarica, solamente per tenere buoni gli animi dei cittadini, ai piani alti della Regione Lazio e della mafia si lavora continuamente per trovare le scorciatoie per riaprire e perché no ingrandire una discarica operativa da 30 anni e ormai completamente satura. Nella foto sopra si vede molto bene l’ultimo invaso disponibile all’interno della discarica di Roncigliano. Manca qualche metro all’argine! L’invaso, il 7° se non sbaglio, è pieno di mondezza, la discarica è satura! E’ altrettanto noto come la mafia abbia già acquistato i terreni limitrofi, forse per farci un parco o una scuola per i cittadini o forse per percorrere un progetto di ampliamento e continuazione della discarica con l’avvallo delle istituzioni e la copertura necessaria a continuare ad evitare i controlli necessari. Succederà questo! La discarica continuerà la sua attività e la gente continuerà ad ammalarsi sempre di più, i mafiosi si arricchiranno sempre di più, la Regione Lazio risolverà momentaneamente il problema rifiuti, a Roma non ci sarà più la mondezza per strada e tutti saranno felici e contenti!


Tornando alle proteste della cittadinanza, ci tengo a precisare che le stesse sono state sempre spontanee, non coordinate dai comitati. Mi spiace dirlo ma ormai i vari coordinamenti e comitati sono troppo impegnati nelle battaglie legali e burocratiche e poco propensi ad iniziative di lotta. Inoltre gli stessi comitati sono ormai parte del sistema e veicolo di visibilità. Amministratori comunali, politicanti, ecc. ecc. hanno trovato terreno fertile all’interno di questi comitati e coordinamenti per i loro scopi personali e politici ed usano queste vetrine per far finta di combattere la discarica e racimolare qualche manciata di voti, sempre utili in determinati momenti. E’ di ieri il comunicato improvviso e tempestivo quanto inaspettato da parte del Coordinamento no inceneritore di Albano, di annullamento del consueto campeggio contro la discarica trasformatosi molto velocente in un’assemblea pubblica davanti al cancello della discarica. 


La motivazione la si può leggere qui:

http://www.noinceneritorealbano.it


Si riporta che, vista la situazione dell’incendio e dell’aria non era il caso di soffermarsi per 2 giorni nei pressi dell’impianto.


Premesso che, come il sottoscritto, migliaia di persone vivono tutti i giorni più o meno vicino alla discarica e che razionalmente non mi sarebbe cambiato nulla tra lo stare a casa o al campeggio, tengo a sottolineare che l’incendio è completamente spento ormai da una settimana e che in questo periodo, visto il sequestro da parte della magistratura, la mondezza non arriva più in discarica. A mio avviso, probabilmente, in questi giorni l’aria in zona è meno nociva degli scorsi anni quando il campeggio si svolgeva in una situazione di discarica attiva e con i rifiuti quotidianamente in arrivo.


Questo rinvio del campeggio per me ha il sapore amaro dell’ordine pubblico e di un intervento sotterraneo delle forze del disordine volto ad evitare ulteriori problemi ai mafiosi e a chi sta cercando scrupolosamente le scorciatoie per riaprire la discarica.

Viste le audaci quanto deliranti dichiarazioni del signor Cerroni e il costante lavoro istituzionale volto a trovare soluzioni per la mondezza a Roma, magari in questo momento, meno se ne parla meglio è…


Concludo dissociandomi personalmente da ogni coordinamento e comitato; non esistono trattative, ne interventi, ne chiacchere che possano risolvere il problema se non la chiusura immediata e definitiva della discarica… magari con qualche mafioso, imprenditore, politico e faccendiere dentro, i quali hanno si sono arricchiti per anni e si arricchiscono tuttora speculando sulla salute dei cittadini!

Ritengo che la lotta e l’azione diretta siano gli unici strumenti efficaci per velocizzare il processo di chiusura della discarica e per scoraggiare i loschi individui che la gestiscono e la proteggono.


Un compagno  


posted by: Un Compagno
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