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I cortili dello Zio Sam (indice)



L'esportazione della violenza

L'EUROPA DELL'EST TORNA NEL TERZO MONDO

Riguardo agli avvenimenti degli anni '80 in Europa dell'Est, la cosa più straordinaria è che il locale potere imperiale si sia, semplicemente, tirato indietro. Non soltanto l'Urss ha consentito ai movimenti popolari di organizzarsi, ma li ha addirittura incoraggiati. Un fatto che ha pochissimi precedenti storici.
Ciò non accadde perché i sovietici erano brave persone: vi furono costretti da necessità interne. Ma resta il fatto che ciò è effettivamente accaduto. E, come risultato, i movimenti popolari dell'Europa Orientale non hanno dovuto affrontare nulla di remotamente simile a quello che sarebbe toccato loro se fossero stati nel nostro "cortile". La rivista dei gesuiti salvadoregni aveva ben ragione a sottolineare che nel loro paese Vaclav Havel (l'ex detenuto politico divenuto presidente della Cecoslovacchia) non sarebbe finito in carcere: sarebbe probabilmente stato fatto a pezzi e lasciato da qualche parte lungo una strada. [29]

L'Urss si è addirittura scusata per la violenza di cui ha fatto uso in passato, fatto anche questo senza precedenti. I giornali americani ne conclusero che i russi, poiché ammettevano di aver commesso, con l'invasione dell'Afghanistan, un crimine che violava le leggi internazionali, stavano finalmente entrando nel mondo civile. È una reazione interessante. Immaginate se qualcuno, tra la stampa americana, avesse proposto agli Usa di adeguarsi al livello morale del Cremlino ammettendo che gli attacchi contro il Vietnam, il Laos e la Cambogia avevano violato le leggi internazionali.
La sola nazione dell'Europa dell'Est in cui sia dilagata la violenza al momento del crollo della dittatura è stata proprio l'unica in cui l'influenza sovietica si era fatta sentire meno e la nostra di più: la Romania. Nicolae Ceausescu, dittatore rumeno, era stato in visita ufficiale in Inghilterra, dove gli era stata riservata un'accoglienza degna di un re. Gli Stati Uniti avevano riservato alla Romania un trattamento di nazione favorita, soprattutto in termini di privilegi commerciali e così via.
Ceausescu era già allora brutale e pazzo come si sarebbe dimostrato in seguito, ma siccome aveva preso decisamente le distanze dal Patto di Varsavia e aveva avviato una sorta di cammino indipendente, gli Usa ritennero di considerarlo, in qualche modo, dalla loro parte nella contesa internazionale. (Noi siamo sempre favorevoli all'indipendenza, purché riguardi gli imperi altrui, non il nostro.)

In tutti gli altri paesi dell'Europa Orientale, le insurrezioni sono state sorprendentemente pacifiche. Si è verificato qualche episodio di repressione ma, dal punto di vista storico, il 1989 rappresenta un evento storico. Non mi viene in mente nessun altro episodio della storia che sia lontanamente paragonabile a questo.
Ora però temo che le prospettive per l'Europa dell'Est siano decisamente oscure. L'Occidente ha un progetto sull'ex impero: vorrebbe trasformarlo, per quanto possibile, in una nuova parte del Terzo Mondo, facilmente sfruttabile.
Del resto nel passato c'era già stata una specie di rapporto coloniale tra l'Europa occidentale e quella orientale: ed uno dei motivi che originarono la Guerra Fredda fu proprio l'intervento dell'Unione Sovietica per bloccare tale rapporto. Ora esso si sta ristabilendo ed è in corso un serio conflitto per definire chi vincerà la corsa alla rapina e allo sfruttamento. Sarà l'Europa Occidentale guidata dalla Germania (attualmente in testa), il Giappone (che aspetta a bordo campo per vedere quanto ne potrebbe ricavare) o gli Stati Uniti (che cercano di entrare in gara)?
Ci sono molte risorse di cui impadronirsi, e una gran quantità di manodopera a basso costo per gli stabilimenti industriali. Ma prima dobbiamo imporre loro il modello capitalista. Noi non siamo disposti ad accettarlo per noi stessi - ma per Terzo Mondo, insistiamo con tutte le nostre forze. Così funziona il sistema del Fmi. Se riusciamo a farglielo accettare, sarà facilissimo riuscire a sfruttarli e farli adattare al al loro nuovo ruolo, come una sorta di Brasile o di Messico.

L'Europa Orientale presenta, da molti punti di vista, più attrattive per gli investitori rispetto all'America Latina. Uno dei motivi è che la popolazione ha la pelle bianca e gli occhi azzurri, e gli investitori provenienti da società razziste come quelle dell'Europa Occidentale e degli Stati Uniti trovano più semplice trattare con loro.
Più significativo ancora è il fatto che l'Europa Orientale gode di un'assistenza sanitaria e di livelli di istruzione più alti rispetto all'America Latina - che, se si eccettuano alcuni settori isolati di ricchezza e di privilegio, è nel complesso un'area totalmente disastrata. Sotto questo aspetto una delle poche eccezioni è rappresentata da Cuba, che si avvicina agli standard occidentali riguardo alla salute e all'alfabetizzazione, ma le cui prospettive sono piuttosto oscure.
Uno dei motivi della disparità tra l'Europa dell'Est e l'America Latina è costituito dal fatto che, a parte gli anni di Stalin, nella prima non c'è stato uso del terrore di stato paragonabile a quello del Sudamerica. Il secondo motivo risiede nella politica economica.
Secondo i servizi segreti americani, l'Unione Sovietica ha profuso circa 80 miliardi di dollari, negli anni '70, in aiuti all'Europa Orientale. Una situazione ben diversa da quella dell'America Latina: tra il 1982 e il 1987, circa 150 miliardi di dollari sono passati dall'America Latina in Occidente. Inoltre secondo alcune valutazioni citate dal New York Times le "transazioni occulte" (che comprendono narcodollari, profitti illeciti, eccetera) sono calcolabili intorno ai 700 miliardi di dollari. Gli effetti di tutto ciò sull'America Centrale sono stati particolarmente terribili, la lo stesso vale un po' per tutta l'America Latina - la povertà è in crescita esponenziale, così come la denutrizione, la mortalità infantile, il disastro ambientale, il terrore di stato e, in generale, il crollo degli standard di vita e livello di decenni fa.

La situazione dell'Africa è ancora peggiore. La catastrofe del capitalismo ha avuto effetti particolarmente infausti negli anni '80, un "incubo senza fine" dei domini delle potenze occidentali - cito letteralmente il capo dell'Organizzazione dell'Unità Africana. I grafici forniti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità stimano che 11 milioni di bambini muoiano ogni anno nei "paesi in via di sviluppo", un "genocidio silenzioso" che potrebbe essere rapidamente arrestato se soltanto le risorse fossero destinate ai bisogni umani piuttosto che all'arricchimento di pochi. [30]
In una economia globale finalizzata agli interessi e alle necessità del grandi imprese multinazionali, del mondo dell'alta finanza e dei settori a loro funzionali, la maggior parte del genere umano diventa superfluo. E sarà messo da parte se le strutture istituzionali del potere e del privilegio funzioneranno senza alcuna sfida o controllo da parte del popolo.


NOTE

29. Chomsky, Deterring Democracy, pp. 354-55.
30. Chomsky, Deterring Democracy, cap. 7.


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