DISSAPORE


Foglio di controinformazione autoprodotto, sviluppato con l'intento di creare spunti di riflessione su tematiche, sviluppi e critiche del pensiero antiautoritario.
Alcuni (molti) passaggi storici qui narrati sono sicuramente riduttivi e magari
poco comprensibili.
Rimandiamo dunque il lettore a consultare e visitare alcuni siti e alcune
pubblicazioni riportate in fondo pagina.
Qualsiasi parere ne venga fuori da questa lettura sappiate che le mani che hanno
prodotto questo opuscolo non hanno mai stretto quelle del potere ne tanto
meno seguono questo obbiettivo.
Contro i fascismi, i nostri pugni chiusi !!
!

 

-Torna indietro (Materiali)

-INTRODUZIONE

Si può parlare di antifascismo senza tener conto di quello che realmente questo termine significa?
Ovviamente non pretendo di scindere la parola per metterla in vitro e tirarla fuori solo al momento giusto.
Ma qual'è il momento giusto?
Per alcuni, per molti, l'antifascismo viene tirato in ballo quando i propri interessi-bisogno vengono meno.
Un esempio: quando i "princìpi sacrosanti della democrazia" vengono minacciati dall'ombra nera, violenta e doppiogiochista
che in passato insieme ai vari servizi segreti attentò alla stazione di Bologna1, piazza Fontana2 ecc., tali eventi vengono
sfruttati per dare credito alla magistratura italiana e alla imparzialità dello stato. Oppure, quando la forca governativa italiana
chiamata costituzione viene "oltraggiata" sempre dai soliti vermi con la apertura di sedi politiche, manifesti allo stadio o partiti
politici vietati proprio perchè sconfitti dalle forze democratiche e non durante la resistenza (di questo ci occuperemo più
avanti).
Ma cerchiamo di capirci qualcosa di più rispetto a queste due contrapposizioni sempre pronte a leggittimizzarsi a vicenda.


-INIZIAMO DAI VERMI

Prima che il fascismo di Mussolini (3) e D'Annunzio (4) si sviluppasse in Italia intorno al 1919-1920 il termine antifascismo non
esisteva (tra l'altro, il termine fascio risulta vergognosamente ripreso dai fasci dei lavoratori siciliani che in quegli anni
occuparono delle terre incolte. Ma si tratta comunque di braccianti socialisti o anarchici).
Esisteva invece, un pensiero e una pratica che mirava si al miglioramento nei posti di lavoro, all'igiene o ad una cultura stessa
per tutti gli esclusi e i dimenticati, ma che allo stesso tempo inaspriva e accettava il conflitto contro i padroni schiavisti,
i governi che mandavano al macello milioni di uomini in guerra, il clero bigotto e reazionario, il Re e la sua monarchia.

Erano i tempi dei regicidi, delle campagne pro Sacco e Vanzetti5, pro Masetti6, degli scontri di piazza finiti con decine di
mitragliati dall'esercito Italiano, degli espropri compiuti da soggetti politicizzati per autosostentamento o per finanziare giornali
di movimento, gruppi rivoluzionari come ad esempio quello di B. Durruti e Ascaso7, che durante la guerra civile spagnola hanno
combattuto con coraggio i fascisti di Franco.
Ma erano anche i tempi delle occupazioni delle terre, delle fabbriche e degli scioperi serrati (oggi chiamati "selvaggi").
E proprio per fermare queste tensioni, i padroni di allora decisero di finanziare gruppi mercenari di picchiatori fascisti, ex
combattenti della prima guerra mondiale (tornati in patria pieni di avversità verso la società per la quale avevano combattuto
e che ora li dimenticava a li abbandonava alla disoccupazione), pronti a svolgere questo sporco ruolo che voleva introdursi
nella storia mondiale come una rivoluzione.
Rivoluzione propensa a spingersi verso il nazionalismo, la gerarchia, il maschilismo, il militarismo, il confino per i dissidenti
politici, il razzismo della prevaricazione su popolazioni inermi come nel caso della Libia, l'Etiopia-Eritrea8, o il ghetto degli ebrei
a Roma9. Il tutto si può quasi riassumere come lo sviluppo dei potenti sui cadaveri dei poveri.
Dalla breve lettura fino ad ora effettuata avrete sicuramente notato che molte caratteristiche proprie del fascismo sono
tuttora utilizzate da forze politiche che si rifanno alla democrazia parlamentare ma che per magia riescono (non sempre!!!) ad
occultare.
Trattiamo dunque il discorso agricolo parlando di...

-MAIALI

Fare un quadro generale di queste merde in doppio petto è in realtà molto più difficile di quanto non sembri.
Nella storia recente hanno sempre svolto il ruolo di pompieri sociali pronti a spegnere le tensioni radicali, le lotte, l'ansia
collettiva e le spinte rivoluzionarie di ogni tipo e colore. Si sono serviti di sindacati, di loggie massoniche, della mafia,
dei mezzi di comunicazione...
Prima del fascismo c'erano i repubblicani, i socialisti e gli appena nati comunisti. Tutti, o quasi, uniti per sconfiggere o
appunto incanalare le spinte sociali. Sempre pronti a chiamare alla calma e al raziocinio; una volta contro l'esercito che
massacra i manifestanti e la volta dopo a favore dell'intervento nella prima guerra mondiale, una volta per lo sciopero
generale, e quando il gioco si faceva duro e le fabbriche venivano occupate facevano di tutto per prendere il controllo della
situazione e rimandare tutti a casa senza nessun risultato se non quello di decine di compagni/e incarcerati e dimenticati.
Con la marcia su Roma10, a quanto pare si ebbe la sensazione che tutto crollasse, e i nostri cari porci passarono con le
camicie nere11. Questo è un fatto importante che destabilizzò la politica a livello nazionale perchè tra i traditori non c'erano
solo i sopra citati, ma purtroppo un numero enorme di persone che fino a quel momento si erano dimostrate in "buona fede",
se di fede si può parlare.
In questo clima favorevole per i soliti padroni e vari gerarchi, avvennero numerose vendette contro case del popolo,
cooperative agricole, di mutuo soccorso, sedi di giornali, di gruppi non aderenti al fascismo.
La risposta delle forze democratiche fu praticamente nulla.
Le squadraccie agivano indisturbate, compiendo inaudite violenze laddove trovavano un minimo di resistenza,
per far passare la voglia ai paesi vicini, di provare ad alzare la testa come gli appena mal capitati12.
Anche gli attentati contro Mussolini fallirono13 .
I confini dell'Italia del Duce vide oltrepassare centinaia e centinaia di rivoluzionari perseguitati dalla polizia (O.V.R.A.).
Venivano chiamati fuoriusciti, come per evidenziare che queste persone abbandonavano il paese in un momento di "grande
splendore " e crescita. Ma in nessun luogo pubblico si sentiva parlare dei "fuoriusciti" come dei confinati coatti dal regime.
Le loro mete erano per lo più la Francia14 (da sempre terra di rifugiati politici) e gli Stati Uniti. Le varie implicazioni e
responsabilità, a livello nazionale e internazionale sono state come nel caso della monarchia italiana (riabilitata dal team
berlusconiano), o come il bolscevismo russo (che meriterebbe un approfondimento a parte), di enorme importanza; senza
parlare poi del vaticano di cui è responsabile al giorno d'oggi quel reggiccaccole di Woitjla che ha avuto parole di disprezzo
un po' per tutti, tranne che per il fascismo che i suoi precedenti appoggiarono ( e che li arricchì ulteriormente).
La politica attuata dalla dittatura fu soprattutto di tipo populista, fatto di enormi sacrifici e qualche piccolo contentino
sfruttato puntualmente per la propaganda.
Portò migliaia di operai e contadini dal nord est per bonificare le paludi dell'agro pontino (opera in verità iniziata sia nel
periodo degli imperatori romani, che all' inizio del XX secolo).
Consegnò le terre ai nuovi arrivati per farle lavorare, aumentò il prodotto lordo interno.
Stimolò con soldi e privilegi la crescita demografica. L'Italia fascista ebbe più figli.
Al popolino sembrava che tutto andava per il meglio, la colonizzazione dei territori africani dimostrava ancora
una volta che il Duce era il condottiero delle masse…il nuovo imperatore.
Poi arrivò Hitler, gli accordi folli tra i due…la guerra.
E a quel punto la ricchezza prodotta dalle braccia dei lavoratori finanziò l'impresa. I figli della dittatura partirono per il fronte.
Le fabbriche non produssero quasi più trattori ma migliaia di carri armati, cannoni, sottomarini, aeroplani e bombe…tante bombe.
Solo
allora si incominciò a capire quale era la vera intenzione del Duce quando voleva aumentare la produzione e la
crescita demografica.
Tutti sappiamo più o meno come andò il resto.
Siamo praticamente arrivati alla resistenza15, è l'ora conclusiva. Mai come in questo frangente la situazione diventa
favorevole per gli antifascisti che da molti mesi si organizzano. Bisogna intensificare gli attacchi, comunicare con la
popolazione che è ormai stanca e affamata16. La resistenza, dopo tante sconfitte riesce ad avere la meglio, gli alleati
presenti nel territorio (americani e inglesi) non vorrebbero appoggiare i ribelli ma la loro presenza militare in qualche modo
aiuta. E' una popolazione in armi, piena di vigore, che si sente solidale, che odia ogni traccia della dittatura fascista e forse
anche di più l'occupazione nazista. La Repubblica di Salò finisce come merita. Il Duce viene trucidato a Piazzale Loreto, i
nazisti se ne vanno. Il fermento, ancora una volta tocca il cielo. Qualcuno azzarda a dire che la rivoluzione è vicina.
Gli alleati non ci stanno, vogliono un governo provvisorio, vogliono metterci le loro basi militari e vogliono una parte del
bottino. E' a questo punto che riaffiora il vecchio spirito delle forze democratiche che fino a quel momento avevano
combattuto il fascismo. La situazione è sicuramente caotica. Riformare un governo? Non se ne parla nemmeno; e poi ci sono
ancora tanti squadristi, e gerarchi fascisti liberi… troppi conti da saldare.
I vari politicanti17 che spingeranno per una costituzione e di conseguenza per un governo stabile che sia il frutto di una lotta
portata agli stremi dalla situazione, si opporranno abilmente alle tensioni popolari di resistenza. -Per molto tempo questo fu un
cavallo da battaglia tra i partiti democratici: "anche noi abbiamo sconfitto il fascismo, ora dovete votare perché siete liberi, la
democrazia in Italia si basa sul lavoro e sui doveri". <certo, dovete farvi i cazzi vostri e lavorare>.- Un tipico esempio di mossa
antirivoluzionaria da parte dei democratici fu quella di dare l'appellativo di banditi a tutte quelle forze che dopo la "fine storica"
del fascismo continuarono a colpire persone e obbiettivi che ancora si rifacevano a quella ideologia come la volante rossa o
altri gruppi che in Sicilia o in Calabria lottavano armati e si finanziavano con l'esproprio. Molte di queste persone finirono in
galera o fucilati dalla mafia, sempre con il nominativo di banditi o briganti e mai come ribelli, o meglio: rivoluzionari.
Riportare tutto alla normalità, questo il compito riservato a tutti quei partititi, sindacati, associazioni ex combattenti, ex
partigiani ex tutto il resto; tranne che spingersi oltre quel limite imposto sempre da qualcuno. Quel qualcuno che sa sempre
come e in quale momento accarezzare con il "tocco di San Francesco" gli animali ribelli.

Ma noi del potere e delle bandiere non sappiamo cosa farcene, abbiamo sempre saputo dove andare. I nemici per chi fa
politica, cambiano di volta in volta, chi sta alla maggioranza, chi all'opposizione….in realtà i nostri nemici non crediamo che
siano così distanti e così diversi tra di loro. Li abbiamo sempre identificati e denunciati pubblicamente sia ieri che oggi.
E ci teniamo a dire, per non fare un errore già commesso in passato che l'antifascismo da solo non conta nulla.
Essere antifascisti significa anche avere disprezzo per tutto ciò che ripropone potere, sottomissione, dominio che sono tutte
facce della stessa medaglia.
Sentirsi antifascisti perché odiamo quei fottuti pelati vestiti da parata è molto minimale. I vermi di questo tipo fanno parte di
un disegno sicuramente più ampio e macchinoso, sta a noi comunque individuare i fascisti tra chi ci circonda.
Preti, sbirri, professori, giudici, genitori autoritari, c'è sempre qualcuno pronto a dirci cosa dobbiamo fare per diventare
"qualcuno" o qualcosa.


Per riempirci la testa di cazzate dalla mattina alla sera in TV.
Ci vogliono addomesticare al dominio. Se ti ribelli sei un terrorista.




-SECONDO NOI

Se usi la violenza, l'intelligenza e la volontà contro chi fa della tua esistenza un secchio di piscio, invece sei proprio grande.
Non permettiamo che ci sommergano di materiale nocivo per noi e per la natura oltraggiata. Guardiamoci intorno, siamo
circondati da antenne, ripetitori, radar, discariche, palazzi, alberghi, municipi, caserme. Se per voi chi progetta questo futuro
non è un fascista forse ci siamo sbagliati…embè, si …se tutte ste cose stanno ancora in piedi vor di… che non sò fascisti
allora. Scusate er disturbo…davero.

-NOTE

1. www.almanaccodeimisteri.info/bologna2004.htm
2. www.archivio900.it/cronologia/piazzaFontana.htm
La strage di stato
3. La figura (politica) di Mussolini si sviluppa in Romagna, nelle lotte anarco-socialiste dei contadini che si opponevano alla
proprietà privata. Il suo impegno anticlericale e antimilitarista lo costringono a rifugiarsi in Svizzera. Al suo rientro diventa
direttore del settimanale La lotta di classe. Contrario alla guerra italo-turca partecipa alle dimostrazioni antimilitariste nel
forlivese (dove ci furono azioni contro i binari della ferrovia), per questo fatto, fu condannato a 5 mesi di carcere insieme a
Pietro Nenni.
Nel'12 passò all'ala più intransigente del partito socialista, il quale diventava sempre più riformista e accomodante.
In questo stesso anno diviene il direttore dell'Avanti!, organo ufficiale del partito.
Con lo scoppio della prima guerra mondiale, dapprima si dimostra intollerante verso il conflitto in corso, ma il 18 ottobre
del 1914 sull'Avanti! Annulla il passaggio dalla neutralità assoluta al bisogno dell'intervento a favore dell'intesa.
Questo voltagabbana avvenne grazie agli aiuti finanziari provenienti dalla Massoneria Francese che con questo conflitto
sperava in una ipotatica quanto assurda rivoluzione sociale (?).
Benito venne espulso dal partito nel'15. Con i soldi riscossi creò il giornale Il Popolo d'Italia che servì in qualche modo a
radunare intorno a sé i fasci della prima ora o "fasci italiani di combattimento". Nel'21, con il massiccio appoggio finanziario
del grande capitale industriale e degli agrari, Mussolini venne eletto alla camera per la lista "Blocco Nazionale", formato da liberali
di destra e fascisti. Il resto lo trovate su quasi tutti i libri di storia. Mussolini il fascino di un dittatore, Antonio Spinosa.
ed. Oscar Mondadori. Mussolini in camicia, Armando Borghi, ed. Samizdat.
4. www.gabrieledannunzio.net/eroe_1915.htm
5. Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, arrestati sotto l'accusa di aver ucciso per rapina un cassiere e una guardia di una
officina di South Braintree (1920), furono condannati a morte dalla corte suprema del Massachusetts (1921). Nonostante le
dichiarazioni di un altro condannato, Madeiros, che li scagionava. L'opinione pubblica li considerava come vittime di un vero e
proprio movimento xenofobo. I due italiani furono giustiziati nel 1927 sotto lo sguardo impotente di milioni di persone che
solidarizzarono con i due anarchici.
6. Muratore di tendenze anarchiche, chiamato per compiere il servizio militare. Al momento di partire armi in mano, sparò
contro il suo superiore dicendo: viva l'anarchia. Anche per il coraggio dimostrato guadagnò la simpatia dei militanti rivoluzionari
che fecero un campagna per la sua liberazione.
7. Anarchici di origine spagnola, effettuarono numerosi espropri in tutto il sud America per finanziare le forze rivoluzionarie
iberiche. Durante la guerra civile dimostrarono ancora una volta il loro impegno contro il fascismo…per l'anarchia. Durruti e la
rivoluzione spagnola, tomo 2. ed. Biblioteca f. Serrantini, La Fiaccola, Zero in Condotta.
8. www.volint.it/scuoleris/razzismo/italia.htm
www.intermax.com/ossto/giusti.htm
9. Idem.
10. La marcia su Roma (28 ottobre 1922) purtroppo non trovò grosse resistenze se non in qualche città agguerrita
particolarmente come Civitavecchia. Per il fascismo nascente, questo evento ha una importanza primaria: solo due giorni
dopo, Giolitti consegnerà l'Italia al Duce, chiedendogli di formare un governo che lo sostituisca.
11. Andare a scoprire i motivi individuali di chi si inserì nel fascismo pur non essendolo mai stato è impossibile. Bisogna dire
però, che agli occhi di chi al fascismo non aderì, vedere i propri compagni girare le spalle e passare con gli oppressori influenzò
molto la volontà di reazione.
12. Non tutte le città reagirono allo stesso modo. I morti per mano delle squadraccie furono, nel periodo di assestamento del
fascismo (1920-1926) circa tremila.
I fascisti assassinati poco più di trecento. Ci furono città molto combattive che non a caso vennero lasciate per ultimo nella
"conquista" delle camicie nere. Una di queste fu Parma, famosa per le barricate, per la volontà e la solidarietà dimostrata dalla
sua popolazione da sempre ribelle. Parma Libertaria, Gianni Furlotti ed. Biblioteca Franco Serrantini.
13. Gli attentati contro il Duce furono quattro, e altri due "sventati" prima che venissero eseguiti. Sono molti i libri a parlarne:
Gino Lucetti l'attentato contro il Duce, Riccardo Lucetti ed. La Coop. Tipolitografica Carrara.
14. Fu proprio in questo paese che…" verso la fine del 1924 si incominciò a sussurrare tra i profughi che costui (Ricciotti
Garibaldi parente diretto di Giuseppe Garibaldi) stava armando una legione per la rivoluzione in Italia"; si scoprì poi (1926)
che il Ricciotti era pagato attraverso un poliziotto La Polla, e attraverso l'ambasciatore italiano a Parigi Romano Avezzana dal
governo italiano. Mezzo secolo di anarchia, Armando Borghi, ed. Anarchismo
15. Anche se la storia ufficiale vorrebbe inserire l'anno d'inizio della resistenza italiana nel 1943, noi non vorremmo dimenticare
una formazione che si caratterizzò per il suo agire antifascista e antiborghese nel 1920: Gli Arditi del Popolo. Gruppi che in
alcune zone, dove il numero e l'organizzazione lo permise, arrivò allo scontro a fuoco con i fascisti e con le forze dell'ordine.
16. Roma ribelle , ed. Sensibili alle foglie.
17. Tra i "vari politicanti" c'era tra l'altro un personaggio che s'insinuò con forza nella politica italiana : Giulio Andreotti www.zaratustra.it/relazionegladioandreotti.htm


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La destra e gli altri, Antiautoritari Anonimi, ed.Gratis
Gli Arditi del Popolo, Dalla guerra alla difesa del popolo contro le violenze fasciste, Luigi Balsamini, ed.Galzerano