Anche se con quasi un mese di ritardo abbiamo deciso di far girare in rete
questo articolo apparso sulla cronaca di Ostia del Messaggero del 29/10/2006
sui fatti avvenuti all'interno della nostra occupazione in seguito ad una perquisizione della Guardia
di Finanza.
Quello che segue e' il nostro comunicato attacchinato e distribuito nel quartiere.


SCOPERTA UNA PIANTAGIONE DI MARIJUANA NEL CENTRO SOCIALE: ARRESTATI DUE UOMINI.

Coltivavano marijuana approfittando della extraterritorialità garantita dal centro sociale.
La guardia di Finanza ,però, non si è fatta scrupolo del rischio di una rumorosa protesta degli
occupanti e ha scoperto una piantagione di "fumo".
Due persone sono state arrestate a dragoncello per detenzione di stupefacenti a fini di spaccio.
Si tratta di un marocchino, AA di 35 anni, e un italiano LB di 30, entrambi già noti alla giustizia
per precedenti specifici.
La coppia, assidua frequentatrice del centro sociale ricavato da un vecchio casale occupato in via
di Dragoncello aveva allestito una serra su un terreno dietro la struttura.
Da qualche giorno i finanzieri del gruppo di Ostia, agli ordini del capitano Augusto Dell'Aquila,
tenevano d'occhio il singolare andirivieni che qualcuno aveva segnalato in zona.
Già in passato le forze dell'ordine avevano provveduto a sequestri di hashish rinvenuto in
possesso di persone che frequentavano i casali.
L'altro giorno le Fiamme Gialle, certe di fare ritrovamenti interessanti, hanno deciso di fare
irruzione.
Dalla perquisizione operata nel centro sociale non è emerso nulla, ma ad attirare l'attenzione
degli investigatori e' stata la serra allestita sul terreno posteriore al fabbricato.
In totale le piante di marijuana sequestrate e consegnate al laboratorio chimico per l'analisi
ammontano a venti chili di peso.

Questo articolo tratto dal Messaggero si riferisce a un episodio
avvenuto all'Ateneo Occupato di via Fattiboni 1.
Quello che vi si legge e' una versione totalmente travisata dai
giornalisti dei fatti realmente avvenuti; perciò noi occupanti
vogliamo spiegare la dinamica degli eventi di quel giorno e fare alcune considerazioni su
questi: innanzi tutto cominciamo con il dire che nell'orto non c'è mai stata nessuna
piantagione, bensi' una singola pianta di marijuana del peso complessivo di 14 kg comprese
radici, fusto e foglie . Le persone arrestate sono state "scelte" in base a loro piccoli vecchi
precedenti per droga e la foto qui a fianco e’ una foto d’archivio dei simpatici delatori del
“Menzognero” (non è la pianta sequestrata!).
L'arresto è avvenuto nonostante prima fosse stato dichiarato ai finanzieri tutt'altra cosa.
Quando infatti è stato chiesto chi fosse il responsabile della coltivazione abbiamo risposto
che non esisteva, ma che all'interno dell'occupazione è presente un nucleo fisso di abitanti e
una serie di altri gruppi o singoli individui che condividono la gestione del posto e organizzano
iniziative culturali autogestite di vario genere: all'interno del casale si svolgono infatti attività
in spazi organizzati collettivamente tra i quali rientra l'orto come anche la sala prove musicale,
il laboratorio di serigrafia e di sviluppo fotografico e la biblioteca.
Diverse iniziative anche pubbliche sono state organizzate riguardo la coltivazione diretta e lo
scambio di conoscenze sulla cura biologica del'orto.
Molte persone infatti hanno contribuito e contribuiscono ancora alla riuscita di questo progetto;
questo sta ad indicare che la gestione è libera e dipende dall'iniziativa di ogni singola persona.
Nello specifico tutte le piante presenti nell'orto sono destinate ad un uso comune, nessun prodotto
viene venduto, ma condiviso collettivamente fuori dalla logica dela proprietà privata.
Quindi la scelta di coltivare una pianta di marijuana non può essere assolutamente paragonata
a una piantagione ai fini di spaccio proprio perchè con i frutti di quella pianta non sarebbe stato
fatto commercio alcuno, ma sarebbero stati condivisi liberamente.
Questo è l'ennesima conseguenza delle politiche proibizioniste rese ultimamente più pesanti
dalla legge Fini che non distingue tra droghe pesanti e leggere o tra coltivazione per uso
personale e spaccio.
Provvedimenti del genere favoriscono solo mafie, narcotraffico e la diffusione di sostanze
tagliate e adulterate.
Sei sicuro/a che lo stato si preoccupi della tua "salute" e non favorisca le tasche dei mafiosi?

Non credere a tutto ciò che ti spacciano,
RIPRENDITI IL TUO TEMPO, I TUOI SPAZI, LE TUE SCELTE, I TUOI RAPPORTI.

ATENEO OCCUPATO via O.Fattiboni 1 Dragoncello-Acilia

www.tmcrew.org/ateneo ateneo_occupato@libero.it