tra bios e biotech


Contributo alez-orvieto centro italia-sud europa

Oramai da più di un anno dalla prima fiera delle autoproduzioni sul monte
peglia e la seconda di questa estate al Forte,i punti teorici espressi
nelle varie situazioni/incontri hanno preso la testa di molti.Di fatto al
di la di forti espressioni individuali e al di la ancora del tempo,le
condizioni soggettive/sociali/economiche,sono di molto peggiorate.Il potere
ha ben radicato le sue radici cambiando più volte la pelle ed è quasi
riuscito a disintegrare le forme,le vite,di chi dalla campagna se ne è
dovuto/voluto andare.Socialmente,ad un certo punto,il senso come chiarezza
ed il bisogno come tale (in senso totale) ha finito quasi del tutto di
esistere.Il senso come unico e vero momento dentro il quale si chiariscono
i passaggi e si determinano le idee con le azioni,è diventato il forse,il
faremo,il nulla,fino ad arrivare a non comprendere che quasi tutti quelli
che hanno fatto una scelta che comprende la differenza e lo scontro
culturale/materiale,hanno ben capito che la realtà è fatta di differenza
tra fatica e lavoro,tra reddito e lavoro,tra difficoltà soggettive ed
oggettive nel continuare a lavorare la terra,i mezzi con cui lavorarla,il
denaro,vanno al di la dei livelli di produzione.
Oggi razionalmente puoi trovare si di tutto,che faccia più o meno schifo,ma
sto' tutto ha un costo e questo lo paghiamo noi come soggetti o se non
noi,qualcun'altro in qualche sud del mondo o nazione.Si sa bene che non è
per tutti così:chi decide di non "contaminarsi"anche con il minimo,tutto
ciò è il minimo,ma penso che se si vuole
creare,montare,organizzare,trasformare,riutilizzare,liberare una qualsiasi
cosa poggiata sulla terra (anche difenderla) l'energia non è solo i
muscoli,la caparbietà,la passione,il piacere,.....:ECONOMIA!!!
SOTTRARRE!!! con qualsiasi mezzo e metodo economia al potere
tutto,diverso,di colore unico o misto,partito o grossa mente.ARGINARLI!!!
significa costringersi (anche) a dover fare a meno di loro,ma
sostanzialmente non può divenire liberazione questo:da qui il bisogno.Se
non si è chiari con se stessi e con chi ci si confronta,sul bisogno,9 volte
su 10 il nostro popolo,quello fatto di piaceri,gusti,sensazioni,sarà come
lo è e lo è sempre stato un popolo di passaggio,fatto di giovani e meno
giovani che passano per le valli,le pianure,le montagne e poi dopo un po'
di esplorazioni ,rinunce (vale per pochi) sacrifici più o meno grandi,vita
all'aria aperta,vivande create tra la terra e le proprie mani,si riperdono. 
Le terre si sono spopolate si,perchè si sono comprati le persone con 10.000
troiate del capitale,ma le stesse (uomini e donne della campagna) sono
quelle del cervello fino,quindi al di la delle parti hanno deciso di
contribuire come soggetti a questa merda sovrumana di mondo.Quindi credo
che capire le componenti,definendo un senso che ovviamente non deve essere
unico,fa in modo che questo abbia come minimo un freno e frenare non è
fermarsi,ma definire come sostanza il reale bisogno che questo popolo
ha.Senza questo le teorie faranno più teorici i teorici e i cani
sciolti...cani sciolti!!! 
Sicuramente le varie taste con i rispettivi mondi sanno bene che sono cose
dette e ridette ognuno a modo suo,ma centrare il bisogno o i bisogni ci
lega inevitabilmente ai cicli e ci rende più incazzati contro il potere
tutto,compreso la mancanza dello stesso bisogno (scusate il giochino). 
Ridefinire un'economia,significa anche aprire gli occhi,come vivere in
campagna a contatto,sulla terra e rendersi conto di come è fatto il terreno
e i suoi abitanti...compresi noi.La terra arriva lontano e lontano da noi e
non solo,si paga per come si vive nei paesi "sviluppati".Il vivere isolati
può essere bello ed è una scelta più che leggittima,ma questo non ha molto
a che fare con con una costruzione antagonista e di lotta contro un sistema
che ti sfila saliva! 
"Definire o ridefinire" un popoloin una qualsiasi forma non è difficile,di
fantasia nei lunghi silenzi di suono della madre terra ne è venuta un po' a
tutti,quindi la cosidetta forma ha una relativa importanza per quanto
ovvia:ridefinire le forme già esistenti,creare punti di riferimento
forti,di quella differenza tra lo stato tutto e noi che viviamo dentro i
ritmi del sole,o noi che viviamo sull'asfalto di qualche metropoli satura
di veleni invisibili che passano e coprono anche i punti più isolati del
mondo,ma anche di ritmi dettati da uno scontro continuo di chi detiene.Non
ci si può sentire lontani o differenti per un ambiente:ricchi
strafottenti,le divise di qualsiasi colore,i boia che fanno morire persone
in carcere per/con colpe
assurde,l'insensibilità,l'egoismo,ilmenefreghismo,sono realtà identiche.Qui
non si può scegliere,accettare è l'ordine del potere mondiale!!! 
Creare quindi un vero e ricco rapporto di comunicazione/sociale e non solo
tra metropoli e "realtà rurali",che passi a/traverso le proposte di
occupazioni "razionali"delle terre,info sulle leggi di uso delle terre
private non utilizzate,terre delle comunità montane,insomma aprire ed
aprirsi. 
Anche questo è qualcosa su cui bisognerebbe riflettere perchè questo
distacco avvenuto tra campagne e città nel tempo,sia rimarginato da un
unica forza fatta da 1000 diversità ma fondata sulla conoscenza ed il
rispetto come base. 
La comunicazione rendiamola piena di pratica.Stringere rapporti,vedersi è
giusto,ma renderlo incisivo significa trasformarlo in pratica di tutti i
giorni in ogni luogo.I confronti come le differenze saranno così forse un
po' più costruttivi. 
Speriamo di venire numerosi  da  queste parti per ora grazie dello spazio. 
Speriamo di venire numerosi  da  queste parti per ora grazie dello spazio. 

alez-orvieto centro italia-sud europa ola' compagni


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