L'8 dicembre del 1997 l'Unione Europea firmava a Bruxelles un Accordo
Preferenziale politico, economico e culturale con il governo messicano.
L'accordo comprende una clausola su democrazia e diritti umani che obbliga
gli stati firmanti a rispettarli. Giorni dopo la firma, il 22 dicembre,
sono stati assassinati dai paramilitari 45 indigeni tzotziles nella
comunita' di Acteal, municipio di Chenalho', Chiapas. Il mondo rabbrividiva
per il brutale attentato, di cui sono responsabili funzionari del governo
messicano. Mentre erano riuniti in preghiera, 1 neonato, 14 bambini, 21
donne e 9 uomini morivano sotto le pallottole dirompenti e le lame dei
"machetes" degli assassini, vincolati al partito governativo.
L'indignazione del mondo crebbe poche ore dopo, persone dei 5 continenti
alzammo le nostre voci per condannare questo massacro annunciato.
Il governo messicano disse che si sarebbe impegnato nell'indagine dei fatti
e come conclusione dichiaro' che si era trattato di problemi
intercomunitari e faide famigliari. Non bastava loro il dolore provocato da
questo crimine di stato ma pretendono di lavarsi le mani responsabilizzando
le vittime.
A 4 anni dall'insurrezione zapatista, la Rete Intercontinentale di
Resistenze per l'Umanita' e contro il Neoliberismo, nata al calore e nello
spazio della speranza e della dignita' recuperata degli indigeni ribelli,
vogliamo ribadire la nostra solidarieta' di chi lotta di fronte alla
barbarie del potere. La vita di fronte alla morte. Non siamo soli nella
lotta per democrazia, liberta' e giustizia. Mai piu' un mondo senza di noi.
Per questo,
Annunciamo inoltre che, con carattere d'urgenza, una Commissione di
Osservazione della Societa' Civile d'Europa e del Mondo viaggera'in Chiapas
per conoscere sul territorio la situazione dei diritti umani e le
condizioni in cui versano gli indigeni sfollati. La Commissione ha come
obbiettivo di ascoltare tutte le voci, quella delle autorita' istituzionali
e ribelli, quella degli
organismi non governativi e governativi, quella della gente.
Non ci bastano le dichiarazioni dei governanti. Dobbiamo far sentire le
nostre voci, sapere la verita' e rispondere alle menzogne del potere
affinche' la morte e l'impunita' non continuino ad avanzare. Bisogna
fermare la guerra.
Col.lectiu de Solidaritat amb la Rebel.lio' Zapatista
Tradotto da Consolato Ribelle del Messico, Brescia.
Il 12 gennaio del 1994 migliaia di persone manifestarono nel Distretto
Federale e bloccarono la guerra in Chiapas. Quattro anni dopo, il 12
gennaio del 1998, migliaia di persone dei cinque continenti manifestano per
fermare, di nuovo, la guerra che il governo del Messico attua contro le
comunita' indigene ribelli.
Pero' il macabro trucco non ha funzionato. Le denuncie della societa'
civile e la risposta dell'EZLN hanno reso questi argomenti insostenibili.
Sono stati assassinati in quanto indigeni e ribelli, come parte della
guerra che si scatena in Chiapas per uccidere la possibilita' di un futuro
migliore.
Invitiamo l'EZLN a far sentire la propria voce nella vecchia Europa, per
spiegare alle sue genti qual'e' la situazione dei diritti umani in Messico;
come vivono, lottano e soffrono; chi e' che uccide, violenta, incarcera e
chiude le vie alla pace.
Come risultato di questo viaggio, la Missione elaborera' un rapporto che
verra' reso noto ai mezzi di comunicazione europei, ai propri parlamenti e
alla societa' in generale.
L'EZLN mantiene aperte le porte che conducono alla risoluzione per vie
politiche al conflitto, nonostante porti sulle sue spalle il peso delle
morti, dell'accerchiamento militare e la pressione sulla vita delle comunita'.
Esigiamo al governo del Messico di sedersi a dialogare con l'EZLN. Per
questo deve compiere gli Accordi di San Andres, propiziare la distensione
militare in tutto il paese e farla finita con la strategia
contro-insorgente delle bande paramilitari. Che compia inoltre le cinque
condizioni richieste dall'EZLN per tornare al dialogo.
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