PRESIDIO E MARCIA A D.F.

Compagne e compagni
oggi, 23 dicembre, siamo stati di fronte ad una delle case del potere, di fronte alla Segreteria di Governo, per protestare contro la guerra sporca che il governo di Zedillo promuove in Chiapas e in tutto Messico. Comitati e persone dell'FZLN, di diverse organizzazioni sociali, della CNI, della Rete di appoggio alla causa zapatista, del PRD, abbiamo organizzato un presidio e la protesta è stata unanime: il massacro degli indigeni, in gran maggioranza donne e bambini, perpetrato dai gruppi paramilitari è sotto la responsabilità dei governi statale e federale.
Dal luogo del presidio abbiamo marciato lungo il viale Riforma fino la delegazione del nongoverno del Chiapas in DF, sulla facciata della casa che lo ospita abbiamo dipinto con il rosso slogan antigovernativi e prozapatisti, effettuando un secondo presidio.
Per continuare la protesta e per sollecitare il castigo dei responsabili, domani ci installeremo con un presidio permanente nel monumento del Angel de la Indipendenza, da dove coordineremo in maniera collettiva ed unitaria le diverse azioni dei prossimi giorni.
Teniamo ben presente che il presente del Chiapas è il futuro del Messico, sia nel bene che nel male. Nel bene, se uniti costruiamo un Messico ribelle, in resistenza, degno. Nel male, se ci lasciamo vincere dalla paura e dall'impotenza e lasciamo che il potere continui ad imporci il terrore. Perciò dobbiamo mantenere la mobilitazione e l'organizzazione, non abbiamo altra scelta.
Vi invitiamo a continuare con le proteste e mobilitazioni in tutti i paesi. Le ultime note informative che ci arrivano dal Chiapas ci dicono che la polizia e l'Esercito federale hanno chiuso i percorsi per arrivare a Acteal e non permettono l'accesso nè alla stampa né alle organizzazioni dei diritti umani, per cui non sappiamo quello che sta succedendo lì. Arrivano voci di raggruppamenti di gruppi paramilitari intorno della comunità di Canolum, dove si concentrano gli sfollati di diverse comunità. Quindi, il pericolo persiste e solo uniti potremo legare le mani a questi criminali.
Avanti dunque, salute e saluti
Javier Elorriaga

24 dicembre 1997

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
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