L'assemblea straordinaria dell'Associazione Ya Basta, per la dignita' e i
popoli contro il neoliberismo (per le sedi presenti).
Quattro anni fa, il primo gennaio 1994, sono usciti allo scoperto i volti
"coperti" dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale. Centinaia di
Indios hanno occupato citta' e villaggi dello stato messicano del Chiapas,
ci hanno svegliato dal torpore del capodanno armati delle loro voci, hanno
parlato al mondo.
Hanno parlato a tutte e tutti gli esclusi, gli sfruttati, i dominati del
pianeta. Hanno lanciato la sifda ai dominatori, ai padroni della terra, ai
signori del neoliberismo. Lo hanno fatto con le armi, perche' solo con
quelle potevano conquistarsi il diritto alla parola, perche' erano abituati
a morire quotidianamente per malattie che da noi si curano passando in
farmacia, perche' ribellarsi era giusto e normale, perche' non avevano d
perdere che le loro catene, forgiate da 500 anni di sfruttamento, di
esclusione, di ingiustizia.
In questi quattro anni gli zapatisti hanno continuato la loro lotta per
"dignita', giustizia, democrazia, liberta'" e al loro fianco ci siamo
aggiunti in molti perche' quella lotta era anche la nostra, in America
Latina come in Europa, negli USA come in Giappone, in tutti i continenti il
sogno zapatista ha risvegliato speranze, fatto uscire dalla rassegnazione e
dalla passivita', rimesso in moto idee, percorsi conflittuali, solidarieta'.
Tutto questo si e' espresso anche in Messico con le mobilitazioni di
migliaia di persone e con l'avvio di un percorso che sta mettendo in crisi
il monopolio politico ed elettorale del Partito-Stato del presidente Zedillo.
Di fronte alla forza del sogno zapatista in Messico come in tutto il mondo,
la dittatura tecnocratica del "volto umano" di Zedillo, i potentati
economici internazionali, feudatari locali hannno cercato di mettere fine a
questo percorso di liberazione, prima con due attacchi militari in grande
stile, poi cercando di isolare l'esperienza delle comunita' indigene e, in
questi ultimi mesi, portando avanti una guerra "sporca", meno visibile ma
altrettanto drammaticamente "efficace".
Sono stati armati, finanziati con fondi pubblici, addestrati da esperti
militari messicani e non, veri e propri "squdroni della morte" che hanno
imposto la fuga di intere comunita' dalle proprie terre, deportando migliaia
di donne, uomini, bambini, costringendoli alla fuga nelle zone liberate e
protette dall'EZLN.
A Natale hanno "regalato" alla storia del Messico l'ennesima strage di
innocenti perpetrata ad Acteal con un massacro premeditato, frutto di
strategie precise, cinicamente definito fin nei minimi particolari e che le
autorita' hannotentato di coprire, minimizzare, farlo passare per una "faisa
tra famiglie", tra etnie, tra religioni.
La responsabilita' di questo massacro va cercata in alto: la responsabilita'
e' del governomessicano.
Lo stesso governo messicano in questi primi giorni del '98 sta stringendo
l'assedio militare dell'esercito attorno alle comunita' zapatiste, alle
Aguascalientes, alla Realidad, arrestando, provocando, espandendosi con
arroganza.
La strage di Natale ha provocato reazioni in tutto il mondo, ne ha parlato
il Pontefice, ne ha accennatoClinton ma soprattutto e' stata condannata
unanimamente dalla societa' civile che si e' mobilitata in ogni paese, ha
fatto sentire la rabbia e la solidarieta' con le popolazioni indie.
Ora c'e' bisogno di rilanciare la mobilitazione per rompere l'accerchiamento
terroristico dell'esercito e delle bande militari attorno alle comunita'
zapatiste, accerchiando con le nostre voci e azioni il governo messicano.
LA CONDANNA AL MASSACRO DI ACTEAL NON PUO' LIMITARSI ALLO SDEGNO MA SI DEVE
ESPRIMERE CON ATTI CONCRETI.
IN EUROPA PASSARE DALLE PAROLE AI FATTI SIGNIFICA BLOCCARE IMMEDIATAMENTE
L'ECCORDO ECONOMICO SIGLATO L'8 DICEMBRE TRA L'UNIONE EUROPEA E IL MESSICO.
- Riempiamo le piazze d'Italia con presidi permanenti di informazione e
raccolta fondi da inviare in Chiapas
- Manifestiamo in mille modi la nostra rabbia, diamo vita a cortei e
manifestazioni in ogni territorio, scuola, luogo di lavoro
- Esprimiamo la nostra "inimicizia" radicale nei confronti di ogni ditta,
impresa, ente pubblico che ha relazioni con il regime assassino del Messico.
- Scacciamo dalle nostre citta' le rappresentanze diplomatiche del regime
assassino di Zedillo.
- Imponiamo ai consigli comunali la condanna del governo messicano e il
gemellaggio con le comunita' indigene
- Moltiplichiamo il tam-tam comunicativo, mettiamo in rete informazioni e
appuntamenti che ci permettano di essere tutti protagonisti di un percorso
che ci porti in Italia e in Europa ad essere migliaia che chiedono pace,
giustizia e dignita' per il Chiapas.
- Costringiamo il governo italiano ad una presa di posizioine esplicita a
livello europeo
- Il 12 gennaio 1998 riaprono i lavori del Parlamento italiano, invitiamo
tuti ad assediare Montecitoio finche' non ci sara' un pronunciamento chiaro
ed ufficiale da parte del Parlamento e del governo Italiano.
PER NOI, PER LORO, PER TUTTI E TUTTE, PER L'UMANITA', CONTRO IL NEOLIBERISMO.